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Meghiddo
“Meghiddo” vuole evocare ed esorcizzare al tempo stesso la tentazione manichea che ciclicamente si ripresenta alle porte dell’animo umano, il multiverso generato dal cortocircuito di popoli, culture e ideologie che caratterizza la nostra era, il carattere escatologico e le potenzialità salvifiche dell’arte
Comunicato stampa
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In linea con il periodo di trasformazioni e sconvolgimenti sociali, politici, economici, culturali attraversati dalla nostra civiltà, il titolo della mostra prende più o meno ironicamente le mosse dal nome della valle palestinese in cui secondo la tradizione giudaico-cristiana si svolgerà la battaglia finale tra le forze del bene e quelle del male. “Meghiddo” vuole evocare ed esorcizzare al tempo stesso la tentazione manichea che ciclicamente si ripresenta alle porte dell’animo umano, il multiverso generato dal cortocircuito di popoli, culture e ideologie che caratterizza la nostra era, il carattere escatologico e le potenzialità salvifiche dell’arte, considerata -in una prospettiva idealista capovolta che avrebbe fatto inorridire Hegel- come culmine di un processo di sviluppo che ha nella filosofia e nella religione forme ancora imperfette di espressione dello Spirito.
Panayiotis Michael presenta un intervento site-specific, simile a quello realizzato per il padiglione di Cipro alla recente Biennale di Venezia. Il disegno diviene il medium di elezione per esprimere il sovrapporsi di universi in divenire e le differenti velocità che li caratterizzano. Da sempre affascinato dai processi di cambiamento e dall’interazione tra il bene comune e la naturale vocazione dell’individuo alla libertà e alla felicità, con le sue monumentali installazioni Michael, combina collage, disegno e pittura murale, sollevando il tema di una realtà che sta al di là di quella verificabile e che è in grado di fornirci gli strumenti necessari per far fronte alle situazioni di conflitto con rinnovata energia, considerando non uno ma mille futuri possibili. L’arte libera in questo modo il suo potenziale escatologico-salvifico e in particolare il disegno si scopre, attraverso la sua natura progettuale, non più come semplice precursore di un opera che sarà successivamente realizzata con altri media, quanto piuttosto come il linguaggio più appropriato per esprimere la necessità di apertura a un fertile terreno immaginativo.
Federico Solmi, è stato chiamato a presentare alcune grandi locandine inedite tratte dalla sua ultima animazione King Kong And The End Of The World. Il Gorilla rappresenta l’avvento di un “messia” animalesco e brutale, ma fondamentalmente buono, deciso a spazzare via un mondo le cui pretese di civiltà si scontrano con le ingiustizie, la solitudine e l’egoismo da esso quotidianamente alimentati. In questa versione della storia King Kong comincia prendendosela soprattutto con le grandi istituzioni dell’arte quali il Guggenheim e la Gagosian Gallery di New York. Il racconto ha comunque un lieto fine, a metà strada tra il libro della Genesi e il precedente lavoro dell’artista sul pornodivo Rocco Siffredi.
Composta da più di mille disegni realizzati a mano – con l’aiuto dell’esperto di grafica 3D Russell Lowe- l’animazione è accompagnata da una grande locandina che traduce perfettamente sulla carta, mediante un tratto nevrotico e incisivo, l’aggressività della grande scimmia, protagonista del video.
Le forme volutamente sgraziate dei disegni dell’animazione (composta da più di mille disegni realizzati a mano, con l’aiuto dell’esperto di grafica 3D Russell Lowe) e delle locandine di Solmi, sono ottenute con un contorno formato non da un unico tratto, ma da complessi di linee che si addensano in un tratteggio sincopato, che si armonizza perfettamente con le musiche scelte dalla moglie dell’artista, Jennifer, e con il goffo incedere di Kong.
Anche il titolo del video di Peter Donaldson, artista scozzese da diversi anni trapiantato a Tokio, suona minacciosamente apocalittico. La trilogia The Fall Of Babylon narra l’hybris del re Nabucodonosor II trasformato metaforicamente da Dio in animale selvatico con la punizione della pazzia (durata sette anni) per avere eretto un idolo d’oro a propria immagine.
Donaldson con pochi strumenti e un’estetica “low-fi”, ma attingendo alla ricchezza dei miti d’oriente e d’occidente, alla cultura pop dei video musicali e degli anime giapponesi anni ‘80, mostra come non sia affatto necessario investire grandi budget e rinnegare la cultura di massa per conferire ai propri video lo status di “opera d’arte”.
Accompagnano il video alcuni poster realizzati in digitale e l’anteprima di una nuova serie di lavori a penna, carboncino e acquerello su carta, dal titolo Warriors Of The Wasteland.
Gli acquerelli di Franklin Evans utilizzano la fluidità del mezzo espressivo per rappresentare il carattere instabile del mondo contemporaneo, la sua tensione permutativa, facendo fiorire mondi su mondi attraverso un colore denso e lussureggiante. Le tavole di Evans delineano uno spazio a-cosmico dotato di una pluralità di centri e formato da un viluppo di elementi biomorfi tra l’astratto e il figurativo, da orizzonti psichedelici disegnati con l’evidenziatore contro cui raramente si stagliano i contorni di figure umane “sottratte” alla composizione. Sono lavori il cui gusto labirintico sembra tradire una vocazione neosurrealista e neomanierista, in realtà vanno inquadrati in una dimensione “pre-figurativa” per il loro tentativo di rappresentare il prender-forma di una realtà che non risiede nell’inconscio, ma più precisamente in quel “non-ancora-conscio”, che il filosofo utopista Ernst Bloch identificava con la capacità umana di anticipare ed esprimere attraverso l’arte il destino ultimo dell’uomo e del mondo.
Luca Vona
Gli artisti
Peter Donaldson
Nato a Edimburgo nel 1980 si è diplomato in disegno e pittura al College of Art della capitale scozzese. Ha svolto lunghi soggiorni di studio in Giappone e tuttora vive tra Londra e Tokio. Ha esposto alla galleria Andre Viana in Portogallo e alla Transmission Gallery di Glasgow, con la quale ha partecipato all’edizione 2003 di Frieze Art Fair. Ha in programma per il 2006 una mostra personale a Tokio e una a Zurigo presso il K3 Project Space.
Franklin Evans
Nato a Reno, NV, vive e lavora a New York. Nel 2005 il gallerista Jeff Bayley (NY) gli ha dedicato una personale. Nello stesso anno (in corso) è stato chiamato a esporre presso il Drawing Center di New York e allo Yerba Buena Center di San Francisco, CA (in corso). In Italia ha partecipato alla collettiva Hurricane (Dicembre 2005) alla Federico Luger Gallery (Milano), che lo rappresenta e alla mostra Yab-Yum – estetica e concupiscenza presso gli spazi di Villa Maggiora a Rivoli (Torino). Recentemente ha realizzato spettacolari disegni-installazioni in occasione delle mostre Cuatro alla galeria Sumi New York e Regeneration Room al LMAKprojects di Williamsburg.
Panayiotis Michael
Nato a Nicosia nel 1966 ha studiato arti grafiche e Design all’Accademia di Mosca e pittura al Queens College di New York. Dal 1994 ha presentato i suoi lavori in molte mostre personali e collettive nel suo paese e all’estero. A rappresentato Cipro alla Biennale di Rijeka, in Croazia (1998), alla XX Biennale di Alessandria d’Egitto (1999) dove gli è stato assegnato il premio della giuria e alla 51esima Biennale di Venezia. E’ co-fondatore di Artrageous (www.artrageousgroup) un gruppo di artisti creato nel 2004 con l’obiettivo di creare manifestazioni socio-politiche per individuare il ruolo dell’artista come agente di pubblica consapevolezza attraverso il contesto artistico contemporaneo.
Federico Solmi
Tra i giovani artisti italiani Federico Solmi è certamente quello che sta facendo parlare maggiormente di sé la stampa internazionale. Nato a Bologna nell' Aprile del 1973, si è trasferito negli Stati Uniti nel Settembre del 1999 dove oggi vive e lavora. Nel febbraio del 2005 la sua videoanimazione Rocco Never Dies e' stata presentata in contemporanea ad una doppia personale alla Galleria Boreas di New York e nella galleria di Fabio Paris a Brescia. Nel Maggio 2005 presso la NOTgallery di Napoli ha presentata in anteprima l'animazione The Giant, proseguimento del lavoro sul pornodivo italiano. Nel Novembre del 2005 ha presentato in anteprima internazionale King Kong and the End of the World in una mostra curata da Lorand Hegyi al PAN di Napoli. Tra le fiere e gli eventi che hanno ospitato le due videoanimazioni su Rocco Siffredi vi sono stati il DIVA di New York e di Bruxelles, l’AAF Contemporary Art Fair di New York e l’Impakt Film Festival di Utrecht (Olanda). I lavori su Rocco Siffredi sono stati protagonisti anche in diversi spazi pubblici, in mostre curate da Luca Beatrice, Lorenzo Canova, Raffaele Gavarro, Luca Vona. Importanti riviste specializzate hanno recensito Rocco Never Dies e The Giant, e Rocco Siffredi ha voluto incontrare l'artista a Roma, in una serata presso il Linus Club. L’animazione su King Kong è stata proiettata in anteprima come special project al Pulse Art Fair di Miami. A Federico Solmi è stata affidata la preparazione della copertina del periodico Exibart per il numero di gennaio 2006.
Panayiotis Michael presenta un intervento site-specific, simile a quello realizzato per il padiglione di Cipro alla recente Biennale di Venezia. Il disegno diviene il medium di elezione per esprimere il sovrapporsi di universi in divenire e le differenti velocità che li caratterizzano. Da sempre affascinato dai processi di cambiamento e dall’interazione tra il bene comune e la naturale vocazione dell’individuo alla libertà e alla felicità, con le sue monumentali installazioni Michael, combina collage, disegno e pittura murale, sollevando il tema di una realtà che sta al di là di quella verificabile e che è in grado di fornirci gli strumenti necessari per far fronte alle situazioni di conflitto con rinnovata energia, considerando non uno ma mille futuri possibili. L’arte libera in questo modo il suo potenziale escatologico-salvifico e in particolare il disegno si scopre, attraverso la sua natura progettuale, non più come semplice precursore di un opera che sarà successivamente realizzata con altri media, quanto piuttosto come il linguaggio più appropriato per esprimere la necessità di apertura a un fertile terreno immaginativo.
Federico Solmi, è stato chiamato a presentare alcune grandi locandine inedite tratte dalla sua ultima animazione King Kong And The End Of The World. Il Gorilla rappresenta l’avvento di un “messia” animalesco e brutale, ma fondamentalmente buono, deciso a spazzare via un mondo le cui pretese di civiltà si scontrano con le ingiustizie, la solitudine e l’egoismo da esso quotidianamente alimentati. In questa versione della storia King Kong comincia prendendosela soprattutto con le grandi istituzioni dell’arte quali il Guggenheim e la Gagosian Gallery di New York. Il racconto ha comunque un lieto fine, a metà strada tra il libro della Genesi e il precedente lavoro dell’artista sul pornodivo Rocco Siffredi.
Composta da più di mille disegni realizzati a mano – con l’aiuto dell’esperto di grafica 3D Russell Lowe- l’animazione è accompagnata da una grande locandina che traduce perfettamente sulla carta, mediante un tratto nevrotico e incisivo, l’aggressività della grande scimmia, protagonista del video.
Le forme volutamente sgraziate dei disegni dell’animazione (composta da più di mille disegni realizzati a mano, con l’aiuto dell’esperto di grafica 3D Russell Lowe) e delle locandine di Solmi, sono ottenute con un contorno formato non da un unico tratto, ma da complessi di linee che si addensano in un tratteggio sincopato, che si armonizza perfettamente con le musiche scelte dalla moglie dell’artista, Jennifer, e con il goffo incedere di Kong.
Anche il titolo del video di Peter Donaldson, artista scozzese da diversi anni trapiantato a Tokio, suona minacciosamente apocalittico. La trilogia The Fall Of Babylon narra l’hybris del re Nabucodonosor II trasformato metaforicamente da Dio in animale selvatico con la punizione della pazzia (durata sette anni) per avere eretto un idolo d’oro a propria immagine.
Donaldson con pochi strumenti e un’estetica “low-fi”, ma attingendo alla ricchezza dei miti d’oriente e d’occidente, alla cultura pop dei video musicali e degli anime giapponesi anni ‘80, mostra come non sia affatto necessario investire grandi budget e rinnegare la cultura di massa per conferire ai propri video lo status di “opera d’arte”.
Accompagnano il video alcuni poster realizzati in digitale e l’anteprima di una nuova serie di lavori a penna, carboncino e acquerello su carta, dal titolo Warriors Of The Wasteland.
Gli acquerelli di Franklin Evans utilizzano la fluidità del mezzo espressivo per rappresentare il carattere instabile del mondo contemporaneo, la sua tensione permutativa, facendo fiorire mondi su mondi attraverso un colore denso e lussureggiante. Le tavole di Evans delineano uno spazio a-cosmico dotato di una pluralità di centri e formato da un viluppo di elementi biomorfi tra l’astratto e il figurativo, da orizzonti psichedelici disegnati con l’evidenziatore contro cui raramente si stagliano i contorni di figure umane “sottratte” alla composizione. Sono lavori il cui gusto labirintico sembra tradire una vocazione neosurrealista e neomanierista, in realtà vanno inquadrati in una dimensione “pre-figurativa” per il loro tentativo di rappresentare il prender-forma di una realtà che non risiede nell’inconscio, ma più precisamente in quel “non-ancora-conscio”, che il filosofo utopista Ernst Bloch identificava con la capacità umana di anticipare ed esprimere attraverso l’arte il destino ultimo dell’uomo e del mondo.
Luca Vona
Gli artisti
Peter Donaldson
Nato a Edimburgo nel 1980 si è diplomato in disegno e pittura al College of Art della capitale scozzese. Ha svolto lunghi soggiorni di studio in Giappone e tuttora vive tra Londra e Tokio. Ha esposto alla galleria Andre Viana in Portogallo e alla Transmission Gallery di Glasgow, con la quale ha partecipato all’edizione 2003 di Frieze Art Fair. Ha in programma per il 2006 una mostra personale a Tokio e una a Zurigo presso il K3 Project Space.
Franklin Evans
Nato a Reno, NV, vive e lavora a New York. Nel 2005 il gallerista Jeff Bayley (NY) gli ha dedicato una personale. Nello stesso anno (in corso) è stato chiamato a esporre presso il Drawing Center di New York e allo Yerba Buena Center di San Francisco, CA (in corso). In Italia ha partecipato alla collettiva Hurricane (Dicembre 2005) alla Federico Luger Gallery (Milano), che lo rappresenta e alla mostra Yab-Yum – estetica e concupiscenza presso gli spazi di Villa Maggiora a Rivoli (Torino). Recentemente ha realizzato spettacolari disegni-installazioni in occasione delle mostre Cuatro alla galeria Sumi New York e Regeneration Room al LMAKprojects di Williamsburg.
Panayiotis Michael
Nato a Nicosia nel 1966 ha studiato arti grafiche e Design all’Accademia di Mosca e pittura al Queens College di New York. Dal 1994 ha presentato i suoi lavori in molte mostre personali e collettive nel suo paese e all’estero. A rappresentato Cipro alla Biennale di Rijeka, in Croazia (1998), alla XX Biennale di Alessandria d’Egitto (1999) dove gli è stato assegnato il premio della giuria e alla 51esima Biennale di Venezia. E’ co-fondatore di Artrageous (www.artrageousgroup) un gruppo di artisti creato nel 2004 con l’obiettivo di creare manifestazioni socio-politiche per individuare il ruolo dell’artista come agente di pubblica consapevolezza attraverso il contesto artistico contemporaneo.
Federico Solmi
Tra i giovani artisti italiani Federico Solmi è certamente quello che sta facendo parlare maggiormente di sé la stampa internazionale. Nato a Bologna nell' Aprile del 1973, si è trasferito negli Stati Uniti nel Settembre del 1999 dove oggi vive e lavora. Nel febbraio del 2005 la sua videoanimazione Rocco Never Dies e' stata presentata in contemporanea ad una doppia personale alla Galleria Boreas di New York e nella galleria di Fabio Paris a Brescia. Nel Maggio 2005 presso la NOTgallery di Napoli ha presentata in anteprima l'animazione The Giant, proseguimento del lavoro sul pornodivo italiano. Nel Novembre del 2005 ha presentato in anteprima internazionale King Kong and the End of the World in una mostra curata da Lorand Hegyi al PAN di Napoli. Tra le fiere e gli eventi che hanno ospitato le due videoanimazioni su Rocco Siffredi vi sono stati il DIVA di New York e di Bruxelles, l’AAF Contemporary Art Fair di New York e l’Impakt Film Festival di Utrecht (Olanda). I lavori su Rocco Siffredi sono stati protagonisti anche in diversi spazi pubblici, in mostre curate da Luca Beatrice, Lorenzo Canova, Raffaele Gavarro, Luca Vona. Importanti riviste specializzate hanno recensito Rocco Never Dies e The Giant, e Rocco Siffredi ha voluto incontrare l'artista a Roma, in una serata presso il Linus Club. L’animazione su King Kong è stata proiettata in anteprima come special project al Pulse Art Fair di Miami. A Federico Solmi è stata affidata la preparazione della copertina del periodico Exibart per il numero di gennaio 2006.
16
marzo 2006
Meghiddo
Dal 16 marzo al 28 aprile 2006
arte contemporanea
Location
LITHIUM
Napoli, Piazza Trieste E Trento, 48, (Napoli)
Napoli, Piazza Trieste E Trento, 48, (Napoli)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì dalle 13 alle 19
Sabato e domenica su appuntamento
Vernissage
16 Marzo 2006, ore 18,30
Autore
Curatore