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Melancolia
La mostra personale di Lucas Memmola raccoglie immagini di tensione e carica energetica che hanno a che fare con la nostra civiltà. Il progetto espositivo comprende una serie di dipinti realizzati nel 2024.
Comunicato stampa
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La Galleria Tiziana Di Caro presenta la prima mostra personale nei suoi spazi di Lucas Memmola (Bari, 1994), intitolata Melancolia, che inaugura sabato 6 aprile 2024, alle ore 19:00.
Il progetto espositivo comprende una serie di dipinti realizzati nel 2024 e il titolo è chiaramente ispirato all'incisione di Albrecht Dürer datata 1514, nota per l'incredibile raccolta di simboli dai diversi significati iconografici, la cui sintesi afferisce ad un sentimento di profonda tristezza, avvilimento, sfiducia. Una sensazione di impotenza da cui deriva la nostalgia.
La mostra personale di Lucas Memmola raccoglie immagini di tensione e carica energetica che hanno a che fare con la nostra civiltà.
Il primo dipinto in cui ci si imbatte rappresenta il sole: abbiamo accesso alla rappresentazione della nostra stella, che di fatto nella realtà inibisce la visione diretta per via dell'intensità della luce.
Questa visione nasconde un equivoco. Quello che vediamo infatti non è il sole ma la rappresentazione dell'esplosione di una bomba all'idrogeno. Il dato oggettivo dell'immagine conduce in una dimensione sorprendente. La visione non è quella di “rinascita” abitualmente associata al sole, ma è una forza distruttrice che quindi non genera bensì annienta.
Un paesaggio urbano campeggia nella seconda sala. Il sentimento pittoresco che domina molta della pittura fino al XIX secolo è soppiantato da una tensione acuta. È un notturno, ma potrebbe essere anche un momento apocalittico. Non vediamo dettagli particolari se non la presenza di architetture affastellate in mezzo alle quali si ergono grattacieli. Il riferimento formale è preso in prestito dal cinema, per cui quello che vediamo è il frutto di una visione replicata, filtrata attraverso l'immaginario altrui.
E poi c'è la figura umana. Un nudo di donna, la cui postura evoca il canone classico, e un ritmo chiastico che la vede appoggiarsi su una gamba per lasciare flessa l'altra. Eppure in questa figura non c'è nient'altro di antico, perchè tutte le altre caratteristiche la collocano perfettamente in questo tempo, in un contesto tutt'altro che idealistico, perchè l'individuo oggi è mosso dalla necessità di modificare il proprio corpo, rimarcandone la possibile mutevolezza.
Non c'è nulla di meglio di un cavallo in corsa per rappresentare la carica energetica che di fatto è l'elemento su cui Memmola ha costruito questo corpus di lavori. La figura è ancora una volta classica nell'iconografia, incredibilmente dinamica nella rappresentazione. Il cavallo è rappresentato mentre avanza teso verso lo spettatore, abbassando leggermente la testa quasi a rimarcare lo sforzo impiegato per compiere il tratto finale del suo percorso.
Partendo da assunti esistenziali, Melancolia attraversa l'universo della pittura di genere, insistendo sulla fondamentale familiarità che ogni osservatore conserva con i temi più tradizionali della storia dell'arte. Sono semplici, chiari, noti sebbene portatori di tensioni emotive, sociali che ad oggi sono soggettive, ma altrettanto universali, in quanto rispondono a una esigenza specifica dell'essere umano: rimanere cosciente che quella dei “corsi e ricorsi storici” non è solo una teoria filosofica, ma la regola che da sempre governa l'iter del genere umano. Al netto di qualsiasi alternativa.
Il progetto espositivo comprende una serie di dipinti realizzati nel 2024 e il titolo è chiaramente ispirato all'incisione di Albrecht Dürer datata 1514, nota per l'incredibile raccolta di simboli dai diversi significati iconografici, la cui sintesi afferisce ad un sentimento di profonda tristezza, avvilimento, sfiducia. Una sensazione di impotenza da cui deriva la nostalgia.
La mostra personale di Lucas Memmola raccoglie immagini di tensione e carica energetica che hanno a che fare con la nostra civiltà.
Il primo dipinto in cui ci si imbatte rappresenta il sole: abbiamo accesso alla rappresentazione della nostra stella, che di fatto nella realtà inibisce la visione diretta per via dell'intensità della luce.
Questa visione nasconde un equivoco. Quello che vediamo infatti non è il sole ma la rappresentazione dell'esplosione di una bomba all'idrogeno. Il dato oggettivo dell'immagine conduce in una dimensione sorprendente. La visione non è quella di “rinascita” abitualmente associata al sole, ma è una forza distruttrice che quindi non genera bensì annienta.
Un paesaggio urbano campeggia nella seconda sala. Il sentimento pittoresco che domina molta della pittura fino al XIX secolo è soppiantato da una tensione acuta. È un notturno, ma potrebbe essere anche un momento apocalittico. Non vediamo dettagli particolari se non la presenza di architetture affastellate in mezzo alle quali si ergono grattacieli. Il riferimento formale è preso in prestito dal cinema, per cui quello che vediamo è il frutto di una visione replicata, filtrata attraverso l'immaginario altrui.
E poi c'è la figura umana. Un nudo di donna, la cui postura evoca il canone classico, e un ritmo chiastico che la vede appoggiarsi su una gamba per lasciare flessa l'altra. Eppure in questa figura non c'è nient'altro di antico, perchè tutte le altre caratteristiche la collocano perfettamente in questo tempo, in un contesto tutt'altro che idealistico, perchè l'individuo oggi è mosso dalla necessità di modificare il proprio corpo, rimarcandone la possibile mutevolezza.
Non c'è nulla di meglio di un cavallo in corsa per rappresentare la carica energetica che di fatto è l'elemento su cui Memmola ha costruito questo corpus di lavori. La figura è ancora una volta classica nell'iconografia, incredibilmente dinamica nella rappresentazione. Il cavallo è rappresentato mentre avanza teso verso lo spettatore, abbassando leggermente la testa quasi a rimarcare lo sforzo impiegato per compiere il tratto finale del suo percorso.
Partendo da assunti esistenziali, Melancolia attraversa l'universo della pittura di genere, insistendo sulla fondamentale familiarità che ogni osservatore conserva con i temi più tradizionali della storia dell'arte. Sono semplici, chiari, noti sebbene portatori di tensioni emotive, sociali che ad oggi sono soggettive, ma altrettanto universali, in quanto rispondono a una esigenza specifica dell'essere umano: rimanere cosciente che quella dei “corsi e ricorsi storici” non è solo una teoria filosofica, ma la regola che da sempre governa l'iter del genere umano. Al netto di qualsiasi alternativa.
06
aprile 2024
Melancolia
Dal 06 aprile al 18 maggio 2024
arte contemporanea
Location
GALLERIA TIZIANA DI CARO
Napoli, Piazzetta Nilo, 7, (Napoli)
Napoli, Piazzetta Nilo, 7, (Napoli)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 14 - 19
Vernissage
6 Aprile 2024, 19:00
Sito web
Autore
Autore testo critico