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Melike Kara / Talisa Lallai / Lindsay Lawson
In mostra opere inedite delle artiste Melike Kara, Talisa Lallai e Lindsay Lawson che svelano una concatenazione di linguaggi stilistici che abbracciano pittura, scultura, fotografia e installazione.
Comunicato stampa
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Studiolo è lieto di presentare il group-show delle artiste Melike Kara, Talisa Lallai e Lindsay Lawson a cura di Maria Chiara Valacchi. In mostra tutte opere inedite, che svelano una concatenazione di linguaggi stilistici che abbracciano pittura, scultura, fotografia e installazione; le artiste unite nella rielaborazione di forme enigmatiche e il recupero di contenuti altri, celati da uno sguardo sommario, si confrontano per la prima volta in un progetto comune.
Melike Kara rompe il candore della galleria con una grande pittura site specific in acrilico e pastelli a olio su muro, dove corpi dalle lunghe articolazioni si appropriano della superficie bidimensionale con un gioco di incastri di forme anatomiche complesse. Bocche di volti indefiniti ed escrescenze filiformi, dalle sembianze di lunghe lingue, si uniscono come un carnale fil rouge in fisionomie libere e ininterrotte costrette nel perimetro designato da loro stesse e dal colore. La pittura espressionista, fatta di pennellate vibranti e di un disegno primitivo dai caratteri approssimativi, lascia volutamente la scena sospesa in un perenne conflitto tra forma dichiarata e la sua dissoluzione, tra l’esplicitazione di un contenuto e la sua libera interpretazione.
Talisa Lallai realizza un angolo dal carattere più intimo; “Una rosa, è una rosa, è una rosa” tratta dal poema Sacred Emily di Gertrude Stein è incipit dell’opera e concetto alla base della legge dell’identità delle cose, cara alla poetica dell’artista. Quattro scansioni da una guida floreale degli anni ‘70, restituiscono all’osservatore un modus di fare illustrazione inalterato nel tempo, rielaborato esclusivamente nelle dimensioni e nei layout di supporto scelti in base al colore dominante di ogni immagine. I difetti di trama e colore sono tracce di un momento storico definito in cui la riproduzione era strettamente legata al processo alchemico dello sviluppo e sono la base da cui partire per attribuire nuovi valori. L’opera manifesta l’interesse dell’artista nei confronti dei processi di cambiamento che negli ultimi decenni hanno modificato il fare fotografia e la netta dicotomia tra momento creativo e la sua reinterpretazione.
La pratica stilistica multiforme di Lynsday Lawson esplora il rapporto tra oggetti, sconosciuti e addirittura non reali, e le emozioni che possono suscitare. ‘The Smiling Rock’ un geode d’agata, che rivela nella sua sezione una faccia sorridente e in vendita online per $1,000,000, è per lei il pretesto per indagare i rapporti tra l’uomo e il web nonché premessa di una serie di film e animazioni. Per la mostra Lawson realizza due opere differenti: un finto meteorite nero, di circa un metro di diametro in schiuma poliuretanica che riporta nella sua superficie due lievi depressioni circolari dalle fattezze umane e un digital print, estratto da alcuni modelli 3D realizzati per una recente opera video, riconduce ad un notturno still-life virtuale. Lindsay Lawson articola un mondo effimero popolato da oggetti inattesi e affinità illusorie, legato al vissuto personale e al recupero di materiale di varia natura.
Melike Kara rompe il candore della galleria con una grande pittura site specific in acrilico e pastelli a olio su muro, dove corpi dalle lunghe articolazioni si appropriano della superficie bidimensionale con un gioco di incastri di forme anatomiche complesse. Bocche di volti indefiniti ed escrescenze filiformi, dalle sembianze di lunghe lingue, si uniscono come un carnale fil rouge in fisionomie libere e ininterrotte costrette nel perimetro designato da loro stesse e dal colore. La pittura espressionista, fatta di pennellate vibranti e di un disegno primitivo dai caratteri approssimativi, lascia volutamente la scena sospesa in un perenne conflitto tra forma dichiarata e la sua dissoluzione, tra l’esplicitazione di un contenuto e la sua libera interpretazione.
Talisa Lallai realizza un angolo dal carattere più intimo; “Una rosa, è una rosa, è una rosa” tratta dal poema Sacred Emily di Gertrude Stein è incipit dell’opera e concetto alla base della legge dell’identità delle cose, cara alla poetica dell’artista. Quattro scansioni da una guida floreale degli anni ‘70, restituiscono all’osservatore un modus di fare illustrazione inalterato nel tempo, rielaborato esclusivamente nelle dimensioni e nei layout di supporto scelti in base al colore dominante di ogni immagine. I difetti di trama e colore sono tracce di un momento storico definito in cui la riproduzione era strettamente legata al processo alchemico dello sviluppo e sono la base da cui partire per attribuire nuovi valori. L’opera manifesta l’interesse dell’artista nei confronti dei processi di cambiamento che negli ultimi decenni hanno modificato il fare fotografia e la netta dicotomia tra momento creativo e la sua reinterpretazione.
La pratica stilistica multiforme di Lynsday Lawson esplora il rapporto tra oggetti, sconosciuti e addirittura non reali, e le emozioni che possono suscitare. ‘The Smiling Rock’ un geode d’agata, che rivela nella sua sezione una faccia sorridente e in vendita online per $1,000,000, è per lei il pretesto per indagare i rapporti tra l’uomo e il web nonché premessa di una serie di film e animazioni. Per la mostra Lawson realizza due opere differenti: un finto meteorite nero, di circa un metro di diametro in schiuma poliuretanica che riporta nella sua superficie due lievi depressioni circolari dalle fattezze umane e un digital print, estratto da alcuni modelli 3D realizzati per una recente opera video, riconduce ad un notturno still-life virtuale. Lindsay Lawson articola un mondo effimero popolato da oggetti inattesi e affinità illusorie, legato al vissuto personale e al recupero di materiale di varia natura.
31
maggio 2016
Melike Kara / Talisa Lallai / Lindsay Lawson
Dal 31 maggio al 03 settembre 2016
arte contemporanea
Location
STUDIOLO PROJECT
Milano, Via Alessandro Tadino, 20, (Milano)
Milano, Via Alessandro Tadino, 20, (Milano)
Orario di apertura
da Martedì a Venerdì ore 16-19 e su appuntamento
Vernissage
31 Maggio 2016, h 19:00
Autore
Curatore