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Meloniski da Villacidro – Gita sull’arca
Personale di Meloniski da Villacidro
Comunicato stampa
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Un’ evasione tutta interiore
Cosa può spingere un artista a cambiare il suo modo di fare arte? Un pittore può trovare nella scultura la materia dei suoi sogni cromatici, il corpo delle sue linee la sensoriali delle sue immagini. Ma uno scultore? Cosa può cercare entro i confini di una tela se non i progetti per i suoi futuri lavori? Su queste basi sembrerebbe quasi più plausibile il passaggio dalla pittura alla scultura che non viceversa, in realtà non è così.
E Meloniski da Villacidro ne è un testimone. Un invincibile desiderio di libertà di immaginazione lo ha spinto a lasciare la fatica “scultorea” per il gioco “pittorico” ad abbandonare l’impegnativa attività operativa dello scultore per la “leggerezza” dei sogni del pittore. Un accomodamento? Nient’affatto. Ciò che Meloniski ha pensato, abbandonando le sue opere in bronzo, alabastro e legno (tra l’altro insolite nella loro novità compositiva e dinamica plastica), non è stato certo il maggior o il minor grado di difficoltà nell’esecuzione. Egli cercava invece il modo diretto (ma non per questo più facile s’intende) per esplicitare il suo pensiero. Dagli sfondi coloratissimi ma non aggressivi, dai segni ricorrenti ma non astratti, dai collages composti ma non Dada emerge un gioco di chiara matrice simbolica. In queste tele, sotto una luce “cosmica” (innaturale ai nostri occhi, ma non ai nostri spiriti), appaiono città di grattacieli costruiti da leggerissime polverine di pietra che sembrano sorreggersi l’un l’altro per paura di cadere, di rompersi, di distruggersi e tanti omini-segno che si sbracciano per farsi vedere, per farsi sentire per farsi ascoltare. Nelle loro piccole membra, queste “presenze” indicano la via per raggiungere quel bellissimo cielo che le sovrasta da un’eternità. Arrivarci? Non è impossibile ma neppure facile. Basta un po’ d’immaginazione per “evadere” dal mondo reale e una profonda conoscenza di sé per accedere a quella sfera più alta. Attraverso note (perché bibliche) figure simboliche quali l’Arca, il Santo Graal, la ricorrente presenza del numero sette e l’immagine del pesce, l’artista diventa protagonista di un’evasione “interiore“. Ben diversa da una banale fuga dal presente e dalla realtà positiva che sospinge inesorabilmente verso forme esoteriche e misteriose trascendenze, abbandonando l’unica metafisica che appartiene all’arte, quella immaginaria appunto, l’evasione proposta da Meloniski non è un “andare fuori” dal tempo e dallo spazio e nemmeno un’invasione “mistica” dai tratti fondamentalmente simbolistici. Egli non esce da se come avveniva per la pittura romantica inglese e tedesca (Turner, Constable e Friederich) per cercare il Sublime, o, ancora, non si lascia travolgere da fatti o situazioni arcane come avveniva per il Simbolismo di Redon e Moreau, ma entra in sé. E non trova certo una natura onnipotente e violenta. Anzi. Dedicandosi alla riflessione, attraverso la continua ricerca interiore, Meloniski giunge all’archetipo, all’origine di tutte le cose, alla fonte di quelle potenzialità che permettono all’uomo di evolvere nel suo spirito. Ognuno,quale eremita nella società, inizia un viaggio tutto suo attraverso le profondità della propria conoscenza individuale, orientando i propri “sensori” verso la natura per cercarne il piano della memoria archetipi, per scoprirne i misteri , le forze, le possibilità. E’ un racconto non fantastico, non leggendario e nemmeno realistico (nell’uso consueto del termine) ma misterico. E ognuno indistintamente ne possiede uno di cui è protagonista autentico. Qui Meloniski ha dimostrato di aver scritto non solo nella propria spiritualità, ma soprattutto nella propria speranza di uomo mosso da un forte desiderio di libertà.
Stefania Barile
***
Meloniski da Villacidro
Breve biografia - principali mostre e opere pubbliche
Meloniski nasce a Villacidro (CA) nel 1953.
Completamente autodidatta.
Nel 1969 si trasferisce a Parigi, poi a Milano. Viaggia in tutta Europa e visita i Musei più importanti per studiare i classici del passato e gli avanguardisti contemporanei.
Nel 1984 viene allestita una Mostra Antologica al Castello Sforzesco di Milano. Nel 1997 il Museo delle Arti Palazzo Bandera di Busto Arsizio gli dedica una grande esposizione con la presentazione di oltre ottanta opere inedite, tra dipinti e sculture. Attualmente vive e lavora nel Lodigiano. Si dedica prevalentemente alla pittura, alla scultura in marmo e bronzo e legno ed alla ceramica.
1971 Milano Galleria Schettini
1974 Milano Museo Scienza e Tecnica
1978 Cernusco (MI) Villa Alari Visconti
Agrate (MI) Galleria Comunale - Vincitore 1° Premio
Ass. Intern. Scultura “Marco Agrate”
1980 Cannes (F) Sporting Club
Chamonix (F) Casinò di Chamonix
1981 Zurigo (CH) Galleria Burdeke
1984 Milano Castello Sforzesco
1985 Parigi (F) Aeroporto C. De Gaulle
Milano Aeroporto Linate
1986 Cernusco (MI) Molinetto Country Club
1997 Busto Arsizio (VA) Museo delle Arti Palazzo Bandera
1999 Casale Monf. (AL) Chiesa della Misericordia
2001 Cilavegna (PV) Chiesa del Carmine
Montesegale (PV) Castello di Montesegale Museo d’Arte Contemporanea
2002 Banari (SS) Fondazione Logudoro Meilogu
2003 Gaeta (LT) Chiesa della Sorresca
2004 Cilavegna (PV) Chiesa del Carmine
2005 Francavilla (CH) Galleria Mariz
2007 Viadana (MN) Cinema Teatro Vittoria
Venezia Chiesa di S. Maurizio
Montalto Pavese (PV) Monumento ai Caduti
Cernusco (MI) Pinacoteca
Linate (MI) Aeroporto
Milano Hotel Quark 2
Roma Premafin
Montesegale (PV) Castello di Montesegale - Museo d’Arte Contemporanea
Busto Arsizio (VA) Palazzo Bandera Museo d’Arte Contemporanea
Carugate (MI) Banca C.R.A.
Cosa può spingere un artista a cambiare il suo modo di fare arte? Un pittore può trovare nella scultura la materia dei suoi sogni cromatici, il corpo delle sue linee la sensoriali delle sue immagini. Ma uno scultore? Cosa può cercare entro i confini di una tela se non i progetti per i suoi futuri lavori? Su queste basi sembrerebbe quasi più plausibile il passaggio dalla pittura alla scultura che non viceversa, in realtà non è così.
E Meloniski da Villacidro ne è un testimone. Un invincibile desiderio di libertà di immaginazione lo ha spinto a lasciare la fatica “scultorea” per il gioco “pittorico” ad abbandonare l’impegnativa attività operativa dello scultore per la “leggerezza” dei sogni del pittore. Un accomodamento? Nient’affatto. Ciò che Meloniski ha pensato, abbandonando le sue opere in bronzo, alabastro e legno (tra l’altro insolite nella loro novità compositiva e dinamica plastica), non è stato certo il maggior o il minor grado di difficoltà nell’esecuzione. Egli cercava invece il modo diretto (ma non per questo più facile s’intende) per esplicitare il suo pensiero. Dagli sfondi coloratissimi ma non aggressivi, dai segni ricorrenti ma non astratti, dai collages composti ma non Dada emerge un gioco di chiara matrice simbolica. In queste tele, sotto una luce “cosmica” (innaturale ai nostri occhi, ma non ai nostri spiriti), appaiono città di grattacieli costruiti da leggerissime polverine di pietra che sembrano sorreggersi l’un l’altro per paura di cadere, di rompersi, di distruggersi e tanti omini-segno che si sbracciano per farsi vedere, per farsi sentire per farsi ascoltare. Nelle loro piccole membra, queste “presenze” indicano la via per raggiungere quel bellissimo cielo che le sovrasta da un’eternità. Arrivarci? Non è impossibile ma neppure facile. Basta un po’ d’immaginazione per “evadere” dal mondo reale e una profonda conoscenza di sé per accedere a quella sfera più alta. Attraverso note (perché bibliche) figure simboliche quali l’Arca, il Santo Graal, la ricorrente presenza del numero sette e l’immagine del pesce, l’artista diventa protagonista di un’evasione “interiore“. Ben diversa da una banale fuga dal presente e dalla realtà positiva che sospinge inesorabilmente verso forme esoteriche e misteriose trascendenze, abbandonando l’unica metafisica che appartiene all’arte, quella immaginaria appunto, l’evasione proposta da Meloniski non è un “andare fuori” dal tempo e dallo spazio e nemmeno un’invasione “mistica” dai tratti fondamentalmente simbolistici. Egli non esce da se come avveniva per la pittura romantica inglese e tedesca (Turner, Constable e Friederich) per cercare il Sublime, o, ancora, non si lascia travolgere da fatti o situazioni arcane come avveniva per il Simbolismo di Redon e Moreau, ma entra in sé. E non trova certo una natura onnipotente e violenta. Anzi. Dedicandosi alla riflessione, attraverso la continua ricerca interiore, Meloniski giunge all’archetipo, all’origine di tutte le cose, alla fonte di quelle potenzialità che permettono all’uomo di evolvere nel suo spirito. Ognuno,quale eremita nella società, inizia un viaggio tutto suo attraverso le profondità della propria conoscenza individuale, orientando i propri “sensori” verso la natura per cercarne il piano della memoria archetipi, per scoprirne i misteri , le forze, le possibilità. E’ un racconto non fantastico, non leggendario e nemmeno realistico (nell’uso consueto del termine) ma misterico. E ognuno indistintamente ne possiede uno di cui è protagonista autentico. Qui Meloniski ha dimostrato di aver scritto non solo nella propria spiritualità, ma soprattutto nella propria speranza di uomo mosso da un forte desiderio di libertà.
Stefania Barile
***
Meloniski da Villacidro
Breve biografia - principali mostre e opere pubbliche
Meloniski nasce a Villacidro (CA) nel 1953.
Completamente autodidatta.
Nel 1969 si trasferisce a Parigi, poi a Milano. Viaggia in tutta Europa e visita i Musei più importanti per studiare i classici del passato e gli avanguardisti contemporanei.
Nel 1984 viene allestita una Mostra Antologica al Castello Sforzesco di Milano. Nel 1997 il Museo delle Arti Palazzo Bandera di Busto Arsizio gli dedica una grande esposizione con la presentazione di oltre ottanta opere inedite, tra dipinti e sculture. Attualmente vive e lavora nel Lodigiano. Si dedica prevalentemente alla pittura, alla scultura in marmo e bronzo e legno ed alla ceramica.
1971 Milano Galleria Schettini
1974 Milano Museo Scienza e Tecnica
1978 Cernusco (MI) Villa Alari Visconti
Agrate (MI) Galleria Comunale - Vincitore 1° Premio
Ass. Intern. Scultura “Marco Agrate”
1980 Cannes (F) Sporting Club
Chamonix (F) Casinò di Chamonix
1981 Zurigo (CH) Galleria Burdeke
1984 Milano Castello Sforzesco
1985 Parigi (F) Aeroporto C. De Gaulle
Milano Aeroporto Linate
1986 Cernusco (MI) Molinetto Country Club
1997 Busto Arsizio (VA) Museo delle Arti Palazzo Bandera
1999 Casale Monf. (AL) Chiesa della Misericordia
2001 Cilavegna (PV) Chiesa del Carmine
Montesegale (PV) Castello di Montesegale Museo d’Arte Contemporanea
2002 Banari (SS) Fondazione Logudoro Meilogu
2003 Gaeta (LT) Chiesa della Sorresca
2004 Cilavegna (PV) Chiesa del Carmine
2005 Francavilla (CH) Galleria Mariz
2007 Viadana (MN) Cinema Teatro Vittoria
Venezia Chiesa di S. Maurizio
Montalto Pavese (PV) Monumento ai Caduti
Cernusco (MI) Pinacoteca
Linate (MI) Aeroporto
Milano Hotel Quark 2
Roma Premafin
Montesegale (PV) Castello di Montesegale - Museo d’Arte Contemporanea
Busto Arsizio (VA) Palazzo Bandera Museo d’Arte Contemporanea
Carugate (MI) Banca C.R.A.
27
ottobre 2007
Meloniski da Villacidro – Gita sull’arca
Dal 27 ottobre al 10 novembre 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA LA ROCCA
Torino, Via Della Rocca, 4, (Torino)
Torino, Via Della Rocca, 4, (Torino)
Orario di apertura
ore 10,00 - 12,30 e 16,00 - 19,30. Domenica e Lunedì mattina chiuso
Autore