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Memorie dell’antico nella collezione Mosca. Arredi e souvenir dell’epoca del Grand Tour
La mostra costituisce l’occasione per esporre un interessante e quasi del tutto inedito nucleo di objects d’art provenienti dal lascito della marchesa Vittoria Toschi Mosca, attualmente conservato nei depositi dei musei pesaresi. Si tratta di arredi pensati per soddisfare un futile quanto dilettevole senso del bello e di veri e propri souvenir di viaggio
Comunicato stampa
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Da sabato 14 giugno i Musei Civici ospitano un nuovo evento espositivo dal titolo “Memorie dell’antico nelle collezioni Mosca. Arredi e souvenir dell’epoca del Gran Tour”, a cura di Laura Bartolucci.
La mostra costituisce l’occasione per esporre un interessante e quasi del tutto inedito nucleo di objects d’art provenienti dal lascito della marchesa Vittoria Toschi Mosca, attualmente conservato nei depositi dei musei pesaresi. Bronzetti, ‘marmetti’, mosaici minuti, modellini di rovine architettoniche in marmo, impronte di gemme antiche, riproduzioni in miniatura di gruppi scultorei e della Colonna Traiana, tazze e vasi di ispirazione antichizzante, candelieri e lucerne figurate riproducenti noti prototipi classici, e altre curiosità di gusto archeologico: si tratta di arredi pensati per soddisfare un futile quanto dilettevole senso del bello e di veri e propri souvenir di viaggio.
Gli oggetti scelti per l’esposizione - in prevalenza lapidei e bronzei e databili tra ‘700 e ‘800 - furono realizzati, infatti, sulla scia di quel vasto fenomeno di riscoperta e interpretazione dell’arte antica che caratterizzò il Settecento, e che assume progressivamente le proporzioni di una moda, almeno fino ai primi decenni dell’Ottocento.
Come noto le scoperte archeologiche che si susseguirono a ritmo febbrile tra ‘700 e ‘800 alimentarono non solo un fiorente mercato di reperti archeologici freschi di scavo, ma crearono anche le condizioni per lo sviluppo di veri e propri modelli di efficiente e molto redditizia industria del souvenir. Originali, copie e calchi, modellini architettonici e arredi ispirati all’arte antica erano gli oggetti destinati a soddisfare le esigenze di un pubblico estremamente variegato: i viaggiatori e i collezionisti che percorrevano le rotte del Grand Tour, desiderosi, allora come oggi, di conservare un ricordo di viaggio o - disponibilità economiche permettendo - di incrementare le personali collezioni di antichità.
Particolare risalto è stato dato ad alcuni oggetti significativi non solo per la qualità ma anche per la risonanza e la duratura fortuna di cui hanno goduto nel tempo i prototipi antichi dai quali derivano. Tra questi si segnalano alcuni arredi (candelieri, vasi, fermacarte) ispirati a reperti rinvenuti nel corso del Settecento a Villa Adriana a Tivoli, come il Vaso Warwick, il mosaico delle ‘Colombe di Plinio’, e la serie delle monumentali sculture raffiguranti l’Osiride-Antinoo. Inoltre, una pregevole lucerna raffigurante Atlante - ispirata ad un reperto già presso le collezioni di Villa Albani a Roma - è stata invece ricondotta, grazie all’identificazione del punzone, a Giovacchino Belli (1787-1822), noto esponente di una importante famiglia di argentieri romani.
La raccolta allestita ai Musei Civici per tutta l’estate rappresenta, dunque, un affascinante cabinet de curiosité e allo stesso tempo testimonia efficacemente il dilagante culto dell’antico tra Sette e Ottocento.
La mostra è visitabile con lo stesso orario dei Musei Civici: giugno e settembre martedì, mercoledì 9.30-12.30, da giovedì a domenica 9.30-12.30, 16.00-19.00, luglio-agosto mercoledì, venerdì, sabato, domenica 9.30-12.30, 16.00-19.00, martedì e giovedì 9.30-12.30, 16.00-22.30.
L’ingresso è incluso nel biglietto dei musei; gratuito fino a 14 anni, ogni terza domenica del mese, 14 luglio, 15 agosto, 24 settembre.
La mostra costituisce l’occasione per esporre un interessante e quasi del tutto inedito nucleo di objects d’art provenienti dal lascito della marchesa Vittoria Toschi Mosca, attualmente conservato nei depositi dei musei pesaresi. Bronzetti, ‘marmetti’, mosaici minuti, modellini di rovine architettoniche in marmo, impronte di gemme antiche, riproduzioni in miniatura di gruppi scultorei e della Colonna Traiana, tazze e vasi di ispirazione antichizzante, candelieri e lucerne figurate riproducenti noti prototipi classici, e altre curiosità di gusto archeologico: si tratta di arredi pensati per soddisfare un futile quanto dilettevole senso del bello e di veri e propri souvenir di viaggio.
Gli oggetti scelti per l’esposizione - in prevalenza lapidei e bronzei e databili tra ‘700 e ‘800 - furono realizzati, infatti, sulla scia di quel vasto fenomeno di riscoperta e interpretazione dell’arte antica che caratterizzò il Settecento, e che assume progressivamente le proporzioni di una moda, almeno fino ai primi decenni dell’Ottocento.
Come noto le scoperte archeologiche che si susseguirono a ritmo febbrile tra ‘700 e ‘800 alimentarono non solo un fiorente mercato di reperti archeologici freschi di scavo, ma crearono anche le condizioni per lo sviluppo di veri e propri modelli di efficiente e molto redditizia industria del souvenir. Originali, copie e calchi, modellini architettonici e arredi ispirati all’arte antica erano gli oggetti destinati a soddisfare le esigenze di un pubblico estremamente variegato: i viaggiatori e i collezionisti che percorrevano le rotte del Grand Tour, desiderosi, allora come oggi, di conservare un ricordo di viaggio o - disponibilità economiche permettendo - di incrementare le personali collezioni di antichità.
Particolare risalto è stato dato ad alcuni oggetti significativi non solo per la qualità ma anche per la risonanza e la duratura fortuna di cui hanno goduto nel tempo i prototipi antichi dai quali derivano. Tra questi si segnalano alcuni arredi (candelieri, vasi, fermacarte) ispirati a reperti rinvenuti nel corso del Settecento a Villa Adriana a Tivoli, come il Vaso Warwick, il mosaico delle ‘Colombe di Plinio’, e la serie delle monumentali sculture raffiguranti l’Osiride-Antinoo. Inoltre, una pregevole lucerna raffigurante Atlante - ispirata ad un reperto già presso le collezioni di Villa Albani a Roma - è stata invece ricondotta, grazie all’identificazione del punzone, a Giovacchino Belli (1787-1822), noto esponente di una importante famiglia di argentieri romani.
La raccolta allestita ai Musei Civici per tutta l’estate rappresenta, dunque, un affascinante cabinet de curiosité e allo stesso tempo testimonia efficacemente il dilagante culto dell’antico tra Sette e Ottocento.
La mostra è visitabile con lo stesso orario dei Musei Civici: giugno e settembre martedì, mercoledì 9.30-12.30, da giovedì a domenica 9.30-12.30, 16.00-19.00, luglio-agosto mercoledì, venerdì, sabato, domenica 9.30-12.30, 16.00-19.00, martedì e giovedì 9.30-12.30, 16.00-22.30.
L’ingresso è incluso nel biglietto dei musei; gratuito fino a 14 anni, ogni terza domenica del mese, 14 luglio, 15 agosto, 24 settembre.
14
giugno 2008
Memorie dell’antico nella collezione Mosca. Arredi e souvenir dell’epoca del Grand Tour
Dal 14 giugno al 31 dicembre 2008
Location
MUSEI CIVICI
Pesaro, Via Vincenzo Toschi Mosca, 29, (Pesaro E Urbino)
Pesaro, Via Vincenzo Toschi Mosca, 29, (Pesaro E Urbino)
Biglietti
L’ingresso è incluso nel biglietto dei musei; gratuito fino a 14 anni, ogni terza domenica del mese, 14 luglio, 15 agosto, 24 settembre
Orario di apertura
giugno e settembre martedì, mercoledì 9.30-12.30, da giovedì a domenica 9.30-12.30, 16.00-19.00, luglio-agosto mercoledì, venerdì, sabato, domenica 9.30-12.30, 16.00-19.00, martedì e giovedì 9.30-12.30, 16.00-22.30
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