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Memory-Body-Architecture
Nella mostra si racconta che mentre ci muoviamo nella nostra vita, ogni tocco, ogni sguardo e ogni suono lasciano una traccia; sul nostro corpo e sulle forme con cui entriamo in contatto. Le esperienze si accumulano e si rivelano nel tempo-la presenza di quelle interazioni.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
memory, body, architecture
Mentre ci muoviamo nella nostra vita, ogni tocco, ogni sguardo e ogni suono lasciano una traccia; sul nostro corpo e sulle forme con cui entriamo in contatto. Le esperienze si accumulano e si rivelano nel tempo-la presenza di quelle interazioni che modellano le miriadi di mondi che creiamo per noi stessi.
Gli spazi che abitiamo e gli oggetti che ci circondano offrono superfici dure e barriere impenetrabili, ma con il tempo queste strutture apparentemente permanenti saranno trasformate, i loro confini permeabili, offrendo diversi incontri, spazi e forme.
La mostra prende in considerazione le tracce e i ricordi, visti e non visti, evocati in questi incontri tra corpo e architettura, facendo riferimento a instabilità, vulnerabilità, assurdità e gioco. Ogni opera d'arte è una collezione, un assemblaggio, un rifacimento del mondo da una nuova prospettiva: ma dove due elementi si incontrano c'è il potenziale di spazi e lacune, luoghi che non riescono a cogliere.
Entriamo in un mondo di geometrie rotte, bordi grezzi, paesaggi deserti, momenti di volo catturati. Le superfici disturbate creano una dimensione extra - un nuovo spazio in cui ci avviciniamo al lavoro-un luogo in cui siamo attirati con molti possibili ingressi ed uscite. Nell'istante di questo incontro, improvvisiamo un'interpretazione- avviene uno scambio. Tali incontri ci trasformano, rimandandoci nel mondo di nuovo.
Jenny Klein lavora in una vasta gamma di media tra cui pittura, fotografia, collage e punto. Combinando materiali e processi per creare nuove texture e superfici, esplora modi in cui corpi e oggetti diventano depositi per la memoria e l'esperienza. Le fotografie esplorano la gamma di emozioni che possono essere comunicate attraverso le sagome della forma umana. Il potenziale di un corpo senza parole si esprime come momenti catturati, la figura in movimento, in movimento e non in movimento, goffi ed espressivi. Aggiunte cucite e collage danno una dimensione extra, creando aure e campi di forza che evocano forze opposte, costrizione e fuga.
Alla base della pratica scultorea di Erika Trotzig ci sono sentimenti di instabilità e vulnerabilità, un senso che tutto può crollare e tutto crollerà.
Realizza oggetti deliberatamente non monumentali che giocano e mettono in discussione le possibilità all'interno del mezzo della scultura stessa, mentre indaga come l'esperienza personale possa essere comunicata attraverso la forma.
Mentre ci muoviamo nella nostra vita, ogni tocco, ogni sguardo e ogni suono lasciano una traccia; sul nostro corpo e sulle forme con cui entriamo in contatto. Le esperienze si accumulano e si rivelano nel tempo-la presenza di quelle interazioni che modellano le miriadi di mondi che creiamo per noi stessi.
Gli spazi che abitiamo e gli oggetti che ci circondano offrono superfici dure e barriere impenetrabili, ma con il tempo queste strutture apparentemente permanenti saranno trasformate, i loro confini permeabili, offrendo diversi incontri, spazi e forme.
La mostra prende in considerazione le tracce e i ricordi, visti e non visti, evocati in questi incontri tra corpo e architettura, facendo riferimento a instabilità, vulnerabilità, assurdità e gioco. Ogni opera d'arte è una collezione, un assemblaggio, un rifacimento del mondo da una nuova prospettiva: ma dove due elementi si incontrano c'è il potenziale di spazi e lacune, luoghi che non riescono a cogliere.
Entriamo in un mondo di geometrie rotte, bordi grezzi, paesaggi deserti, momenti di volo catturati. Le superfici disturbate creano una dimensione extra - un nuovo spazio in cui ci avviciniamo al lavoro-un luogo in cui siamo attirati con molti possibili ingressi ed uscite. Nell'istante di questo incontro, improvvisiamo un'interpretazione- avviene uno scambio. Tali incontri ci trasformano, rimandandoci nel mondo di nuovo.
Jenny Klein lavora in una vasta gamma di media tra cui pittura, fotografia, collage e punto. Combinando materiali e processi per creare nuove texture e superfici, esplora modi in cui corpi e oggetti diventano depositi per la memoria e l'esperienza. Le fotografie esplorano la gamma di emozioni che possono essere comunicate attraverso le sagome della forma umana. Il potenziale di un corpo senza parole si esprime come momenti catturati, la figura in movimento, in movimento e non in movimento, goffi ed espressivi. Aggiunte cucite e collage danno una dimensione extra, creando aure e campi di forza che evocano forze opposte, costrizione e fuga.
Alla base della pratica scultorea di Erika Trotzig ci sono sentimenti di instabilità e vulnerabilità, un senso che tutto può crollare e tutto crollerà.
Realizza oggetti deliberatamente non monumentali che giocano e mettono in discussione le possibilità all'interno del mezzo della scultura stessa, mentre indaga come l'esperienza personale possa essere comunicata attraverso la forma.
06
aprile 2024
Memory-Body-Architecture
Dal 06 aprile al 21 giugno 2024
arte contemporanea
Location
GIGI RIGLIACO GALLERY
Galatina, Via Adige, 32, (Lecce)
Galatina, Via Adige, 32, (Lecce)
Orario di apertura
da lunedì a sabato 10-12.30 e 17-20
Vernissage
6 Aprile 2024, ore 19
Sito web
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