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MENTRE ERAVAMO DISTRATTI
Caterina Sbrana e Gabriele Mallegni sono due artisti visivi, le loro ricerche individuali confluiscono spesso in progetti comuni che indagano il paesaggio attraverso il mezzo ceramico.Insieme hanno fondato Studio17, spazio multidisciplinare dedicato alle arti visive e alla ceramica.
Comunicato stampa
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Propone meraviglia e ci ossigena le menti, il lavoro di Caterina e Gabriele che ci presentano in mostra al CVM VENIO di Larciano nello spazio espositivo derivato dal recupero di un antico convento, dove sono presenti interessanti opere in ceramica e terracotta realizzate in diverse declinazioni di tecniche e metodi, sia eseguite insieme e sia individualmente.
Una selezione che presenta alcuni presidi dell'articolato filone del loro lavoro artistico. Sono presentati negli spazi restaurati, gli oggetti che circondano il nostro quotidiano come teiere, zuppiere, vasi ed altri contenitori, riproposti e riletti nelle loro forme classiche, una produzione perfetta sia nell'aspetto che nella materia dove sono stati inseriti elementi a contrasto, che ne modulano la lettura e la suggestione come nelle frecce che trafiggono il vaso “San Sebastiano” o i piercing dorati applicati al busto in ceramica bianca della”Punkette”, un ritratto di una giovane con gli stilemi punk. Altro esempio di ceramica bianca: i palazzi che crescono sulle teiere brutalizzandole, o i grandi vasi sempre bianchi di “Una brillante memoria”con l'applicazione dei calchi dei crateri da proiettile e bombe lasciati dai combattimenti a Pisa nella seconda guerra mondiale ancora presenti in alcuni palazzi. Un forte e delicato messaggio di pace di questi difficili tempi.
Come vengono adoperati altri meccanismi linguistici ne i lavori degli “Abbeveratoi” e nella serie di “Lapidaria”. Nel primo caso una incursione del rapporto tra geometria dei solidi e organicità tra natura e artificio, dove gli abbeveratoi come riproduzioni di forme degli alvei di laghi perduti, maquette in forma di parallelepipedo di terracotta bruna opaca, oggetti possibilmente inseribile nell'ambiente come mimesi e o rivelatori della nemesi nei riguardi dei fragili equilibri della natura. Nella serie “Lapidaria” invece gli oggetti sono realizzati utilizzando la forma dei calchi di pietre raccolte nei lock streams dei Monti pisani, fiumi di pietre residuo delle antiche glaciazioni, facendone anche qui oggetti d'uso comune (teiere e altri contenitori), alle forme organiche della pietra a spacco naturale, vengono applicati elementi che appartengono all'armamentario del mondo della convivialità da salotto del te come: beccucci, manici e pomelli, realizzati anch'essi da calchi su oggetti già esistenti, producendo un contrasto con un risultato molto estraniante e quasi magico che induce riflessioni sulla struttura estetica del linguaggio della natura e le forme storicistiche derivate dall'attività dell'uomo.
Potrei continuare a descrivere altri meccanismi di approccio linguistico delle frasi artistiche di Caterina e Gabriele e Caterina + Gabriele dello Studio17, che con grande perizia tecnica e concettuale esercitano nella loro bottega in quel di Pontasserchio, ma è più interessante scoprirli visitando di persona la mostra.
La loro è una poetica elegante e coinvolgente sviluppata con un'attitudine molto rara di questi tempi: l'umiltà, accompagnata dalla sicurezza tecnica che dà la quotidianità del fare nella bottega artigiana, il fare le cose che hai pensato, sapere gestire e modulare il lavoro artistico dall'inizio alla fine. Insomma il loro affrontare le cose nel linguaggio dell'arte mi interessa parecchio e penso da laico, non accademico, frequentante da tanti anni questa lingua, di avere di fronte a me tra i migliori intenti artistici della contemporaneità in circolazione, che ho avuto il privilegio di veder crescere e svilupparsi e nonostante siano diversi anni che osservo il loro fare, questo riesce sempre a sorprendermi, suscitare curiosità, riflessioni ed emozioni, lo dico con convinzione tra di noi progettisti gozzaniani che cerchiamo sempre di riflettere e dialogare con gli oggetti che ci circondano, chiedendo a loro il senso delle cose.
Testo di Mauro Lovi
BIOGRAFIE
Gabriele Mallegni (Pisa, 1977, dove vive e lavora). Frequenta il liceo artistico a Lucca e prosegue gli studi presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara dove si diploma in scultura con il prof. PierGiorgio Balocchi. La sua ricerca si concentra sul mezzo ceramico con cui modella ritratti contemporanei, mondi distopici, incubi e contraddizioni della società attuale, con una particolare attenzione al paesaggio e alle sue implicazioni antropologiche.
Partecipa a diversi simposi e mostre di scultura tra cui: Vis à Vis, residenza d'arte, 2023, a cura di Limiti Inchiusi e di Matteo Innocenti e Tommaso Evangelista, Lucito, Molise (IT); L'estate più fredda, 2023, a cura di Claudio Cosma, Fondazione Sensus luoghi per l'arte, Firenze (IT); Mimesis, 2023, Galerie Territoires Partagés, Marsiglia, (FR); Malamegi Lab19, 2022, Galleria Piazza di Pietra, Roma (IT), premio per l'opera Living Remains; XV Bienal Internacional de Ceramica de Aveiro, 2021, Aveiro, Portogallo (PT); BACC, la forma del vino, 2021, menzione speciale della giuria, Scuderie Aldovrandini, Frascati, Roma; Aller Retour, 2020, 59 Rivoli, Rue de Rivoli, Parigi (FR); La natura delle cose, 2021, a cura di Mauro Lovi, Palazzo Malpigli, Lucca (IT); Osmosis, a cura di Mauro Lovi, 2017, Lucca (IT); Duo, Otto luogo dell'arte, a cura di Mauro Lovi e Olivia Toscani Rucellai, Firenze (IT); Mutabilia, 2016 a cura di Eloisa Tolu, Paratissima, Torino (IT); Premio Baccio da Montelupo, Museo Internazionale della Ceramica di Montelupo, primo premio, 2015, Montelupo Firenze.
Caterina Sbrana (Pisa, 1977), dopo studi classici, frequenta il corso di restauro di dipinti all'Istituto Europeo di Arti Operative di Perugia per poi diplomarsi in Pittura e Arti Visive presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara.
La raccolta di tracce, residui, texture scandisce la sua ricerca: un'indagine sul paesaggio e sulle sue trasformazioni, sugli spazi liminali dove natura e cultura, umano e non umano si incontrano.
Tra le mostre e i progetti: Premio Midec 2023, Museo Internazionale del design ceramico, Laveno Mombello (IT), premio per l'opera Autosomiglianza; Fuoriporta, 2023, a cura di Ilaria Mariotti con Caterina Fondelli e Alessandra Ioalè, Villa Pacchiani, Santa Croce sull'Arno (IT); L'estate più fredda, 2023, a cura di Claudio Cosma, Fondazione Sensus, Firenze (IT); Ecoesistenze, forme del naturale e dell'artificiale, 2022, IED Firenze in collaborazione con Fondazione Palazzo Strozzi, a cura di Daria Filardo, Martino Margheri e MA Curiatorial Practice IED (IT); Systemae Naturae, 2022, a cura di Anne Guillot, Caltanissetta (IT); XV Biennale Internacional Ceramica Artistica de Aveiro, 2021, Aveiro (PT); La natura delle cose, 2021, a cura di Mauro Lovi, Palazzo Malpigli, Lucca (IT); Osmosis, a cura di Mauro Lovi, 2017, Lucca (IT); Aller Retour, 2020, 59 Rivoli, Rue de Rivoli, Parigi (FR); The Curated Space, Five Figurative Artists in Florence, 2015, a cura di Arturo Galansino, Mall Galleries, Londra (GB); A Private Geography, 2012, a cura di Paola Bortolotti, Syracuse University in Firenze (IT); Osservazione della natura in stato di quiete, 2012, a cura di Paola Bortolotti, Museo Marino Marini, Firenze(IT).
Una selezione che presenta alcuni presidi dell'articolato filone del loro lavoro artistico. Sono presentati negli spazi restaurati, gli oggetti che circondano il nostro quotidiano come teiere, zuppiere, vasi ed altri contenitori, riproposti e riletti nelle loro forme classiche, una produzione perfetta sia nell'aspetto che nella materia dove sono stati inseriti elementi a contrasto, che ne modulano la lettura e la suggestione come nelle frecce che trafiggono il vaso “San Sebastiano” o i piercing dorati applicati al busto in ceramica bianca della”Punkette”, un ritratto di una giovane con gli stilemi punk. Altro esempio di ceramica bianca: i palazzi che crescono sulle teiere brutalizzandole, o i grandi vasi sempre bianchi di “Una brillante memoria”con l'applicazione dei calchi dei crateri da proiettile e bombe lasciati dai combattimenti a Pisa nella seconda guerra mondiale ancora presenti in alcuni palazzi. Un forte e delicato messaggio di pace di questi difficili tempi.
Come vengono adoperati altri meccanismi linguistici ne i lavori degli “Abbeveratoi” e nella serie di “Lapidaria”. Nel primo caso una incursione del rapporto tra geometria dei solidi e organicità tra natura e artificio, dove gli abbeveratoi come riproduzioni di forme degli alvei di laghi perduti, maquette in forma di parallelepipedo di terracotta bruna opaca, oggetti possibilmente inseribile nell'ambiente come mimesi e o rivelatori della nemesi nei riguardi dei fragili equilibri della natura. Nella serie “Lapidaria” invece gli oggetti sono realizzati utilizzando la forma dei calchi di pietre raccolte nei lock streams dei Monti pisani, fiumi di pietre residuo delle antiche glaciazioni, facendone anche qui oggetti d'uso comune (teiere e altri contenitori), alle forme organiche della pietra a spacco naturale, vengono applicati elementi che appartengono all'armamentario del mondo della convivialità da salotto del te come: beccucci, manici e pomelli, realizzati anch'essi da calchi su oggetti già esistenti, producendo un contrasto con un risultato molto estraniante e quasi magico che induce riflessioni sulla struttura estetica del linguaggio della natura e le forme storicistiche derivate dall'attività dell'uomo.
Potrei continuare a descrivere altri meccanismi di approccio linguistico delle frasi artistiche di Caterina e Gabriele e Caterina + Gabriele dello Studio17, che con grande perizia tecnica e concettuale esercitano nella loro bottega in quel di Pontasserchio, ma è più interessante scoprirli visitando di persona la mostra.
La loro è una poetica elegante e coinvolgente sviluppata con un'attitudine molto rara di questi tempi: l'umiltà, accompagnata dalla sicurezza tecnica che dà la quotidianità del fare nella bottega artigiana, il fare le cose che hai pensato, sapere gestire e modulare il lavoro artistico dall'inizio alla fine. Insomma il loro affrontare le cose nel linguaggio dell'arte mi interessa parecchio e penso da laico, non accademico, frequentante da tanti anni questa lingua, di avere di fronte a me tra i migliori intenti artistici della contemporaneità in circolazione, che ho avuto il privilegio di veder crescere e svilupparsi e nonostante siano diversi anni che osservo il loro fare, questo riesce sempre a sorprendermi, suscitare curiosità, riflessioni ed emozioni, lo dico con convinzione tra di noi progettisti gozzaniani che cerchiamo sempre di riflettere e dialogare con gli oggetti che ci circondano, chiedendo a loro il senso delle cose.
Testo di Mauro Lovi
BIOGRAFIE
Gabriele Mallegni (Pisa, 1977, dove vive e lavora). Frequenta il liceo artistico a Lucca e prosegue gli studi presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara dove si diploma in scultura con il prof. PierGiorgio Balocchi. La sua ricerca si concentra sul mezzo ceramico con cui modella ritratti contemporanei, mondi distopici, incubi e contraddizioni della società attuale, con una particolare attenzione al paesaggio e alle sue implicazioni antropologiche.
Partecipa a diversi simposi e mostre di scultura tra cui: Vis à Vis, residenza d'arte, 2023, a cura di Limiti Inchiusi e di Matteo Innocenti e Tommaso Evangelista, Lucito, Molise (IT); L'estate più fredda, 2023, a cura di Claudio Cosma, Fondazione Sensus luoghi per l'arte, Firenze (IT); Mimesis, 2023, Galerie Territoires Partagés, Marsiglia, (FR); Malamegi Lab19, 2022, Galleria Piazza di Pietra, Roma (IT), premio per l'opera Living Remains; XV Bienal Internacional de Ceramica de Aveiro, 2021, Aveiro, Portogallo (PT); BACC, la forma del vino, 2021, menzione speciale della giuria, Scuderie Aldovrandini, Frascati, Roma; Aller Retour, 2020, 59 Rivoli, Rue de Rivoli, Parigi (FR); La natura delle cose, 2021, a cura di Mauro Lovi, Palazzo Malpigli, Lucca (IT); Osmosis, a cura di Mauro Lovi, 2017, Lucca (IT); Duo, Otto luogo dell'arte, a cura di Mauro Lovi e Olivia Toscani Rucellai, Firenze (IT); Mutabilia, 2016 a cura di Eloisa Tolu, Paratissima, Torino (IT); Premio Baccio da Montelupo, Museo Internazionale della Ceramica di Montelupo, primo premio, 2015, Montelupo Firenze.
Caterina Sbrana (Pisa, 1977), dopo studi classici, frequenta il corso di restauro di dipinti all'Istituto Europeo di Arti Operative di Perugia per poi diplomarsi in Pittura e Arti Visive presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara.
La raccolta di tracce, residui, texture scandisce la sua ricerca: un'indagine sul paesaggio e sulle sue trasformazioni, sugli spazi liminali dove natura e cultura, umano e non umano si incontrano.
Tra le mostre e i progetti: Premio Midec 2023, Museo Internazionale del design ceramico, Laveno Mombello (IT), premio per l'opera Autosomiglianza; Fuoriporta, 2023, a cura di Ilaria Mariotti con Caterina Fondelli e Alessandra Ioalè, Villa Pacchiani, Santa Croce sull'Arno (IT); L'estate più fredda, 2023, a cura di Claudio Cosma, Fondazione Sensus, Firenze (IT); Ecoesistenze, forme del naturale e dell'artificiale, 2022, IED Firenze in collaborazione con Fondazione Palazzo Strozzi, a cura di Daria Filardo, Martino Margheri e MA Curiatorial Practice IED (IT); Systemae Naturae, 2022, a cura di Anne Guillot, Caltanissetta (IT); XV Biennale Internacional Ceramica Artistica de Aveiro, 2021, Aveiro (PT); La natura delle cose, 2021, a cura di Mauro Lovi, Palazzo Malpigli, Lucca (IT); Osmosis, a cura di Mauro Lovi, 2017, Lucca (IT); Aller Retour, 2020, 59 Rivoli, Rue de Rivoli, Parigi (FR); The Curated Space, Five Figurative Artists in Florence, 2015, a cura di Arturo Galansino, Mall Galleries, Londra (GB); A Private Geography, 2012, a cura di Paola Bortolotti, Syracuse University in Firenze (IT); Osservazione della natura in stato di quiete, 2012, a cura di Paola Bortolotti, Museo Marino Marini, Firenze(IT).
11
novembre 2023
MENTRE ERAVAMO DISTRATTI
Dall'undici novembre al 17 dicembre 2023
arte contemporanea
Location
CUM VENIO – casa studio galleria
San Rocco, Piazza dei Quattro Martiri, 43, (PT)
San Rocco, Piazza dei Quattro Martiri, 43, (PT)
Orario di apertura
Dal lunedì al venerdì 10.00 – 12.30 / 16.00 – 19.00
Domenica 17.00 – 19.00
Vernissage
11 Novembre 2023, Dalle ore 17.00
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