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Meraviglie dalle Marche
Si inaugurerà giovedì 3 maggio 2012 in Vaticano la mostra “Meraviglie dalle Marche”, una straordinaria rassegna curata da Costanza Costanzi, Giovanni Morello, Stefano Papetti e composta da un significativo ed importante nucleo di capolavori dell’arte provenienti dai Musei della Regione Marche.
Comunicato stampa
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Si inaugurerà giovedì 3 maggio 2012 in Vaticano la mostra “Meraviglie dalle Marche”, una straordinaria rassegna curata da Costanza Costanzi, Giovanni Morello, Stefano Papetti e composta da un significativo ed importante nucleo di capolavori dell’arte provenienti dai Musei della Regione Marche. Saranno allestite nel prestigioso Braccio di Carlo Magno in Piazza San Pietro opere di Raffaello, Crivelli, Lotto, Sebastiano del Piombo, Guido Reni, Guercino, Maratta, Rubens, Tiziano, Melozzo da Forlì, Il Sassoferrato e Mattia Preti. Le opere dei grandi maestri dell’arte saranno affiancate dai capolavori di artisti del passato meno conosciuti, ma non di meno suggestivi e sorprendenti, fra cui, Andrea Lilli, Francesco Podesti, Olivuccio di Ciccarello, Girolamo Denti, Adolfo De Carolis, Simone De Magistris.
L’evento nasce dalla volontà della Regione Marche e dalla Direzione della Pinacoteca Comunale di Ancona di offrire, nel tempo della chiusura della Pinacoteca anconetana per importanti lavori di ristrutturazione, una continuità di fruizione al pubblico, nazionale e internazionale, del patrimonio artistico della città di Ancona e della Regione Marche. La rassegna è completa nella sua essenza di percorso dell’arte anche in virtù delle fattive collaborazioni e dei contributi del Museo Civico e del Museo Diocesano di Ascoli Piceno, del Polo Museale San Francesco, Comune di Montefiore dell’Aso – rete museale Musei Piceni, della Pinacoteca Civica di Fermo, della Pinacoteca Civica di Macerata, del Museo Diocesano di Ancona, della Pinacoteca Civica di Fabriano, della Pinacoteca Comunale di Jesi, del Museo- Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto, del Complesso Museale di S. Maria Extra Muros di Sant’Angelo in Vado, del Museo Diocesano e della Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, dei Musei Civici di Pesaro e della Pinacoteca Comunale di Fano.
La selezione di capolavori provenienti da più musei e raccolte d’arte dell’intera Regione Marche va dalla fine del XIV secolo fino al primo Novecento e si presenta con un carattere di eccezionalità concentrando nello stesso spazio una serie di opere-meraviglie così come recita il titolo stesso della mostra, che si presenta come duplice opportunità di conoscenza per il pubblico perché consente, in primis, di ammirare un percorso espositivo formato da incantevoli opere d’arte, ma è, altresì, l’occasione per compiere un percorso di conoscenza facilitato nel copioso tesoro che i grandi Maestri dell’arte hanno lasciato nelle Marche.
La mostra vaticana presenta soprattutto opere di carattere religioso. Ciò non è frutto di una scelta voluta, o imposta dal luogo dove la mostra si svolge, bensì dalla realtà delle cose. Almeno fino al XVIII secolo, in Italia, ma non solo, la maggior parte delle opere dipinte o affrescate sono infatti di soggetto religioso. Ma nella mostra sono presenti anche alcune opere a soggetto di storia o di carattere laico, come l’espressivo ritratto di Francesco Arsilli dipinto a Roma da Sebastiano del Piombo, che ritorna sia pur provvisoriamente nella città in cui venne realizzato.
LA MOSTRA, DENTRO IL PERCORSO ESPOSITIVO
L’esposizione segue un suo percorso cronologico, ma si è preferito raggruppare le opere secondo le emergenze iconografiche che danno una maggiore nota di senso all’esposizione. Il primo tema del percorso espositivo è quello mariano: e non poteva essere altrimenti in una regione dove è presente il santuario mariano più importante d’Italia. Nel nucleo di opere dedicate alla Vergine troviamo, fra le altre, l’Annunciazione di Guido Reni, proveniente dalla Pinacoteca Comunale di Fano. Dipinta a Bologna nell’anno 1621 per la chiesa degli Oratoriani di San Pietro in Valle, la tela era ritenuta, forse con una punta di eccessiva magniloquenza, dal pittore pesarese Simone Cantarini “la più bella tavola del mondo”; due tavole di Carlo Crivelli Madonna in trono con il Bambino, del Museo Diocesano di Ascoli Piceno, e Madonna con Bambino, della Pinacoteca di Ancona, particolare di questa tavola è il gesto con cui le dita affusolate della Vergine accennano una live carezza, quasi un solletico, sulla pianta del piedino nudo del divino fanciullo. La conclusione della vita terrena di Maria è ricordata nell’Assunzione di Maria, tessuta in arazzo su disegno di Peter Paul Rubens. In questa galleria mariana non poteva mancare ovviamente una Madonna del Sassoferrato, il pittore per eccellenza di immagini di Madonne. Si tratta della Addolorata della Pinacoteca di Pesaro: una delle numerose “Mater dolorosa” dipinte dal maestro marchigiano per chiese e committenti privati che, attraverso le copie e le riproduzioni in stampe ed incisioni, si è diffusa in ogni dove.
Le immagini di Cristo, sono rappresentate dal Busto di Cristo di Andrea Lilli, dal lacerto di un Salvator Mundi della Galleria Nazionale delle Marche di Melozzo da Forlì, dalla Risurrezione di Tiziano della Galleria Nazionale delle Marche di Urbino e, inoltre, dalla Pietà di Francesco Podesti, il pittore anconetano che nell’Ottocento assurse a grande notorietà a Roma, dove affrescò in Vaticano, accanto alle celebri Stanze di Raffaello, la Sala della Immacolata, di cui è presente in mostra il bozzetto per l’affresco raffigurante la Proclamazione del Dogma dell’Immacolata Concezione.
Assai ampia è la galleria dei santi, già presenti d’altronde nelle Sacre Conversazioni nella sezione dedicata al percorso mariano. Fra le opere, il Polittico di Montefiore di Carlo Crivelli, la santa Caterina d’Alessandria di Raffaello della Galleria Nazionale di Urbino, i Quattro Santi in estasi di Andrea Lilli, San Marco, san Leonardo e san Francesco di Assisi, riempiono la tela, già assegnata a Tiziano e ora riportata ad uno dei suoi seguaci più significativi, Girolamo Dente, non a caso indicato anche come Girolamo di Tiziano. L’eccezionale San Sebastiano di Guido Reni, la Santa Palazia del Guercino, autore di cui si contano almeno dieci opere nelle Marche. Di Giovan Battista Gaulli, detto il Baciccio, la Morte di san Francesco Saverio, opera commissionata nel 1682 dai padri Gesuiti per la loro chiesa ascolana dedicata a San Venanzio. La gloria degli angeli che accompagna il pio transito del santo gesuita, morto missionario davanti alle coste della Cina, dopo aver portato la Buona Novella fino in Giappone, richiama il sapore delle glorie angeliche dipinte dal Baciccio nelle chiese gesuitiche di Roma.
Il tema della “buona morte” fu un soggetto assai presente nella pittura religiosa del Seicento, veicolato da un’ampia letteratura devozionale che risale sino al medioevo ed oltre, ma che ricevette nuovo impulso dagli Ordini religiosi nati dopo il Concilio di Trento. In mostra il soggetto è rappresentato da un altro bellissimo dipinto, datato e firmato 1677, del prolifico pittore napoletano Luca Giordano raffigurante la Morte di San Giuseppe.
Questa galleria di santità si conclude nella mostra con un monumentale San Nicola di Bari portato in gloria dagli angeli del pittore calabrese Mattia Preti, ora conservato nella Pinacoteca Civica di Fano, ma già nella chiesa di San Francesco. Il santo vescovo di Mira, il cui corpo venne trafugato e portato a Bari, è venerato sia in Occidente che in Oriente. L’iconografia lo presenta, come nel nostro caso, spesso rivestito dei paramenti liturgici orientali ma con la mitra ed il pastorale dei vescovi latini. Il santo, portato in volo dagli angeli sopra una nube, è investito dalla luce celeste, che cala dall’alto, facendo risplendere il colore chiaro dei suoi abiti.
Fra le Regioni italiane, le Marche offrono un panorama ampio e diffuso della propria ricchezza di opere d’arte. Si può affermare, senza timore, che non vi sia piccolo centro o grande città nella Regione che non conservi uno o più capolavori mozzafiato. Pluralità di arte e di stili, antica tradizione ma anche vicende diverse hanno attraversato la storia e la vita di questa regione che raggiunge l’apice in poli significativi come Urbino, ma non solo: Fabriano, Camerino, Pesaro, Sassoferrato, Ascoli Piceno, Fermo, Osimo, Ancona e tante altre località. Ed è davvero ampio il catalogo di pittori, scultori, architetti e, in genere, sommi artefici e artigiani nel campo dell’arte, nativi o attivi nella regione: artisti che hanno lasciato un segno profondo nel territorio marchigiano, ma che hanno anche segnato la storia artistica e culturale dell’Italia stessa.
Il pensiero corre a Raffaello, a Gentile da Fabriano, a Carlo da Camerino, il “pittore inesistente”, esponente di spicco della cosiddetta “Scuola di Ancona”, a Giovanni Santi, pittore e letterato, padre di Raffaello. A loro occorre aggiungere gli artisti provenienti da altre città e regioni, soprattutto da Venezia, il più noto è senza dubbio Carlo Crivelli, veneziano di nascita ma marchigiano di adozione che concluse la sua vita ad Ascoli Piceno; e poi Paolo Veneziano, il Tiepolo e Lorenzo Lotto, che concluderà nel 1556 la sua attività e la sua vita presso la Basilica della Santa Casa di Loreto, al suo “rivale” Tiziano, per non parlare delle ricche presenze native che hanno arricchito il già consistente deposito storico-artistico della regione.
Le Marche sono un grande museo diffuso e di inestimabile valore, la mostra in Vaticano sarà la vetrina preziosa e privilegiata di questo copioso tesoro.
La Rassegna è organizzata da Artifex Comunicare con l’Arte. Il catalogo sarà realizzato da Allemandi & C.
L’evento nasce dalla volontà della Regione Marche e dalla Direzione della Pinacoteca Comunale di Ancona di offrire, nel tempo della chiusura della Pinacoteca anconetana per importanti lavori di ristrutturazione, una continuità di fruizione al pubblico, nazionale e internazionale, del patrimonio artistico della città di Ancona e della Regione Marche. La rassegna è completa nella sua essenza di percorso dell’arte anche in virtù delle fattive collaborazioni e dei contributi del Museo Civico e del Museo Diocesano di Ascoli Piceno, del Polo Museale San Francesco, Comune di Montefiore dell’Aso – rete museale Musei Piceni, della Pinacoteca Civica di Fermo, della Pinacoteca Civica di Macerata, del Museo Diocesano di Ancona, della Pinacoteca Civica di Fabriano, della Pinacoteca Comunale di Jesi, del Museo- Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto, del Complesso Museale di S. Maria Extra Muros di Sant’Angelo in Vado, del Museo Diocesano e della Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, dei Musei Civici di Pesaro e della Pinacoteca Comunale di Fano.
La selezione di capolavori provenienti da più musei e raccolte d’arte dell’intera Regione Marche va dalla fine del XIV secolo fino al primo Novecento e si presenta con un carattere di eccezionalità concentrando nello stesso spazio una serie di opere-meraviglie così come recita il titolo stesso della mostra, che si presenta come duplice opportunità di conoscenza per il pubblico perché consente, in primis, di ammirare un percorso espositivo formato da incantevoli opere d’arte, ma è, altresì, l’occasione per compiere un percorso di conoscenza facilitato nel copioso tesoro che i grandi Maestri dell’arte hanno lasciato nelle Marche.
La mostra vaticana presenta soprattutto opere di carattere religioso. Ciò non è frutto di una scelta voluta, o imposta dal luogo dove la mostra si svolge, bensì dalla realtà delle cose. Almeno fino al XVIII secolo, in Italia, ma non solo, la maggior parte delle opere dipinte o affrescate sono infatti di soggetto religioso. Ma nella mostra sono presenti anche alcune opere a soggetto di storia o di carattere laico, come l’espressivo ritratto di Francesco Arsilli dipinto a Roma da Sebastiano del Piombo, che ritorna sia pur provvisoriamente nella città in cui venne realizzato.
LA MOSTRA, DENTRO IL PERCORSO ESPOSITIVO
L’esposizione segue un suo percorso cronologico, ma si è preferito raggruppare le opere secondo le emergenze iconografiche che danno una maggiore nota di senso all’esposizione. Il primo tema del percorso espositivo è quello mariano: e non poteva essere altrimenti in una regione dove è presente il santuario mariano più importante d’Italia. Nel nucleo di opere dedicate alla Vergine troviamo, fra le altre, l’Annunciazione di Guido Reni, proveniente dalla Pinacoteca Comunale di Fano. Dipinta a Bologna nell’anno 1621 per la chiesa degli Oratoriani di San Pietro in Valle, la tela era ritenuta, forse con una punta di eccessiva magniloquenza, dal pittore pesarese Simone Cantarini “la più bella tavola del mondo”; due tavole di Carlo Crivelli Madonna in trono con il Bambino, del Museo Diocesano di Ascoli Piceno, e Madonna con Bambino, della Pinacoteca di Ancona, particolare di questa tavola è il gesto con cui le dita affusolate della Vergine accennano una live carezza, quasi un solletico, sulla pianta del piedino nudo del divino fanciullo. La conclusione della vita terrena di Maria è ricordata nell’Assunzione di Maria, tessuta in arazzo su disegno di Peter Paul Rubens. In questa galleria mariana non poteva mancare ovviamente una Madonna del Sassoferrato, il pittore per eccellenza di immagini di Madonne. Si tratta della Addolorata della Pinacoteca di Pesaro: una delle numerose “Mater dolorosa” dipinte dal maestro marchigiano per chiese e committenti privati che, attraverso le copie e le riproduzioni in stampe ed incisioni, si è diffusa in ogni dove.
Le immagini di Cristo, sono rappresentate dal Busto di Cristo di Andrea Lilli, dal lacerto di un Salvator Mundi della Galleria Nazionale delle Marche di Melozzo da Forlì, dalla Risurrezione di Tiziano della Galleria Nazionale delle Marche di Urbino e, inoltre, dalla Pietà di Francesco Podesti, il pittore anconetano che nell’Ottocento assurse a grande notorietà a Roma, dove affrescò in Vaticano, accanto alle celebri Stanze di Raffaello, la Sala della Immacolata, di cui è presente in mostra il bozzetto per l’affresco raffigurante la Proclamazione del Dogma dell’Immacolata Concezione.
Assai ampia è la galleria dei santi, già presenti d’altronde nelle Sacre Conversazioni nella sezione dedicata al percorso mariano. Fra le opere, il Polittico di Montefiore di Carlo Crivelli, la santa Caterina d’Alessandria di Raffaello della Galleria Nazionale di Urbino, i Quattro Santi in estasi di Andrea Lilli, San Marco, san Leonardo e san Francesco di Assisi, riempiono la tela, già assegnata a Tiziano e ora riportata ad uno dei suoi seguaci più significativi, Girolamo Dente, non a caso indicato anche come Girolamo di Tiziano. L’eccezionale San Sebastiano di Guido Reni, la Santa Palazia del Guercino, autore di cui si contano almeno dieci opere nelle Marche. Di Giovan Battista Gaulli, detto il Baciccio, la Morte di san Francesco Saverio, opera commissionata nel 1682 dai padri Gesuiti per la loro chiesa ascolana dedicata a San Venanzio. La gloria degli angeli che accompagna il pio transito del santo gesuita, morto missionario davanti alle coste della Cina, dopo aver portato la Buona Novella fino in Giappone, richiama il sapore delle glorie angeliche dipinte dal Baciccio nelle chiese gesuitiche di Roma.
Il tema della “buona morte” fu un soggetto assai presente nella pittura religiosa del Seicento, veicolato da un’ampia letteratura devozionale che risale sino al medioevo ed oltre, ma che ricevette nuovo impulso dagli Ordini religiosi nati dopo il Concilio di Trento. In mostra il soggetto è rappresentato da un altro bellissimo dipinto, datato e firmato 1677, del prolifico pittore napoletano Luca Giordano raffigurante la Morte di San Giuseppe.
Questa galleria di santità si conclude nella mostra con un monumentale San Nicola di Bari portato in gloria dagli angeli del pittore calabrese Mattia Preti, ora conservato nella Pinacoteca Civica di Fano, ma già nella chiesa di San Francesco. Il santo vescovo di Mira, il cui corpo venne trafugato e portato a Bari, è venerato sia in Occidente che in Oriente. L’iconografia lo presenta, come nel nostro caso, spesso rivestito dei paramenti liturgici orientali ma con la mitra ed il pastorale dei vescovi latini. Il santo, portato in volo dagli angeli sopra una nube, è investito dalla luce celeste, che cala dall’alto, facendo risplendere il colore chiaro dei suoi abiti.
Fra le Regioni italiane, le Marche offrono un panorama ampio e diffuso della propria ricchezza di opere d’arte. Si può affermare, senza timore, che non vi sia piccolo centro o grande città nella Regione che non conservi uno o più capolavori mozzafiato. Pluralità di arte e di stili, antica tradizione ma anche vicende diverse hanno attraversato la storia e la vita di questa regione che raggiunge l’apice in poli significativi come Urbino, ma non solo: Fabriano, Camerino, Pesaro, Sassoferrato, Ascoli Piceno, Fermo, Osimo, Ancona e tante altre località. Ed è davvero ampio il catalogo di pittori, scultori, architetti e, in genere, sommi artefici e artigiani nel campo dell’arte, nativi o attivi nella regione: artisti che hanno lasciato un segno profondo nel territorio marchigiano, ma che hanno anche segnato la storia artistica e culturale dell’Italia stessa.
Il pensiero corre a Raffaello, a Gentile da Fabriano, a Carlo da Camerino, il “pittore inesistente”, esponente di spicco della cosiddetta “Scuola di Ancona”, a Giovanni Santi, pittore e letterato, padre di Raffaello. A loro occorre aggiungere gli artisti provenienti da altre città e regioni, soprattutto da Venezia, il più noto è senza dubbio Carlo Crivelli, veneziano di nascita ma marchigiano di adozione che concluse la sua vita ad Ascoli Piceno; e poi Paolo Veneziano, il Tiepolo e Lorenzo Lotto, che concluderà nel 1556 la sua attività e la sua vita presso la Basilica della Santa Casa di Loreto, al suo “rivale” Tiziano, per non parlare delle ricche presenze native che hanno arricchito il già consistente deposito storico-artistico della regione.
Le Marche sono un grande museo diffuso e di inestimabile valore, la mostra in Vaticano sarà la vetrina preziosa e privilegiata di questo copioso tesoro.
La Rassegna è organizzata da Artifex Comunicare con l’Arte. Il catalogo sarà realizzato da Allemandi & C.
03
maggio 2012
Meraviglie dalle Marche
Dal 03 maggio al 10 giugno 2012
arte antica
Location
BRACCIO DI CARLO MAGNO
Roma, Piazza Di San Pietro, (ROMA)
Roma, Piazza Di San Pietro, (ROMA)
Biglietti
intero: € 7; ridotto € 5 (persone che hanno già compiuto i 65 anni di età, gruppi a partire da un minimo di 10 ad un massimo di 25 persone, soci Touring club Italia); € 3 (residenti nella Regione Marche - dovranno presentare alla biglietteria un documento d’identità - e originari delle Marche non più residenti (accompagnati da una lettera di presentazione di un Ente marchigiano o Associazione marchigiana a Roma); gratuito: diversamente abili con accompagnatore, bambini da 0 a 12 anni, guida auto
Orario di apertura
dalle 10.00 alle 19.00 tutti i giorni; la biglietteria chiude un’ora prima. Chiuso il mercoledì mattina
Vernissage
3 Maggio 2012, ore 17.00: Atrio Aula Paolo VI
Editore
ALLEMANDI
Ufficio stampa
ROSI FONTANA
Autore
Curatore