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Meridiana Immaginaria
Tempo, spazio, immaginazioni fluide dal Nord al Sud del mondo, dalla Lituania, alla Tanzania sostano in una galleria di Milano, a pochi passi dal Duomo che accoglie una meridiana che a mezzogiorno attraverso il ³foro gnomonico², permettendo al raggio di sole di tracciare sul pavimento un percorso d’ombra
Comunicato stampa
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Meridiani che misurano le inclinazioni della creatività
Jacqueline Ceresoli
Tempo, spazio, immaginazioni fluide dal Nord al Sud del mondo, dalla Lituania, alla Tanzania sostano in una galleria di Milano, a pochi passi dal Duomo che accoglie una meridiana che a mezzogiorno attraverso il ³foro gnomonico², permettendo al raggio di sole di tracciare sul pavimento un percorso d¹ombra, scandendo ore, minuti e secondi di vite fluttuanti in metaspazi in cerca di esperienze estetiche.
In una stanza bianca si possono annullare le distanze: e qui le meridiane sono le immagini appese alle pareti che misurano tempi e spazi della creatività. Per un¹istante annulliamo i nomi e luoghi di provenienza degli artisti, e cosa rimane se non le meridiane di luoghi apolidi, quelli che le immagini evocano?
Le meridiane possono indicare l¹inclinazione dell¹ombra che uno gnomone proietta su di un piano dove appaiono le ore, mentre le opere qui esposte annullano il tempo e lo spazio, visualizzando non l¹altitudine, ma l¹altritudine dai panorami poetici che creano attesa e suspense nel viaggio dal Nord al Sud del mondo.
Osserviamo le opere esposte come se fossero meridiane orizzontali, verticali, sferiche, cilindriche, scientifici misuratori di spazi trasversali, che dipendono dagli sguardi di chi li osserva. Attenzione perché possono essere anche punti di fuga da prospettive già note; in ogni caso sono ipotesi per evasioni mentali, visualizzazioni dell¹effimero sguardo, istantanee oziose e perditempo che mettono a fuoco paesaggi cognitivi e dinamiche dei meccanismi del pensare il tempo.
Krastina, Fracassio, Martini, Onyango, Lilanga, costruiscono meridiane immaginarie, che non misurano il tempo, ma l¹alterabilità del pensiero, del tempo e del luogo, oggettivizzando la neutralità dell¹immagine e l¹astoricità dell¹arte. Queste immagini proiettano una meridiana evocativa, amplificando le potenzialità dei linguaggi con l¹obiettivo di ristrutturare i percorsi della creatività. Non soffermiamoci su ciò che l¹opera rappresenta, ma come l¹artista ha scelto di immaginare lo spazio, definendo una scena in cui l¹intenzione figurativa passa in secondo piano. Questa è una esegesi della meridiana, qui ripensata come prisma di colori, dall¹arbitrarietà segnica. Le immagini non possono fare a meno dello sguardo che le lega alla civiltà, cultura e contesto che le ha generate, qui invece i riferimenti spazio-temporali sono limiti inutili, ci interessa l¹astrazione dai luoghi, l¹evocazione di un non so dove e perché; affascinanti peregrinazioni creative date come forme d¹invenzione per viaggi nella meridiana della fantasia, in cui bello perdersi. Dipingere non è imitare, ma tradurre i luoghi in magia.
Jacqueline Ceresoli
Tempo, spazio, immaginazioni fluide dal Nord al Sud del mondo, dalla Lituania, alla Tanzania sostano in una galleria di Milano, a pochi passi dal Duomo che accoglie una meridiana che a mezzogiorno attraverso il ³foro gnomonico², permettendo al raggio di sole di tracciare sul pavimento un percorso d¹ombra, scandendo ore, minuti e secondi di vite fluttuanti in metaspazi in cerca di esperienze estetiche.
In una stanza bianca si possono annullare le distanze: e qui le meridiane sono le immagini appese alle pareti che misurano tempi e spazi della creatività. Per un¹istante annulliamo i nomi e luoghi di provenienza degli artisti, e cosa rimane se non le meridiane di luoghi apolidi, quelli che le immagini evocano?
Le meridiane possono indicare l¹inclinazione dell¹ombra che uno gnomone proietta su di un piano dove appaiono le ore, mentre le opere qui esposte annullano il tempo e lo spazio, visualizzando non l¹altitudine, ma l¹altritudine dai panorami poetici che creano attesa e suspense nel viaggio dal Nord al Sud del mondo.
Osserviamo le opere esposte come se fossero meridiane orizzontali, verticali, sferiche, cilindriche, scientifici misuratori di spazi trasversali, che dipendono dagli sguardi di chi li osserva. Attenzione perché possono essere anche punti di fuga da prospettive già note; in ogni caso sono ipotesi per evasioni mentali, visualizzazioni dell¹effimero sguardo, istantanee oziose e perditempo che mettono a fuoco paesaggi cognitivi e dinamiche dei meccanismi del pensare il tempo.
Krastina, Fracassio, Martini, Onyango, Lilanga, costruiscono meridiane immaginarie, che non misurano il tempo, ma l¹alterabilità del pensiero, del tempo e del luogo, oggettivizzando la neutralità dell¹immagine e l¹astoricità dell¹arte. Queste immagini proiettano una meridiana evocativa, amplificando le potenzialità dei linguaggi con l¹obiettivo di ristrutturare i percorsi della creatività. Non soffermiamoci su ciò che l¹opera rappresenta, ma come l¹artista ha scelto di immaginare lo spazio, definendo una scena in cui l¹intenzione figurativa passa in secondo piano. Questa è una esegesi della meridiana, qui ripensata come prisma di colori, dall¹arbitrarietà segnica. Le immagini non possono fare a meno dello sguardo che le lega alla civiltà, cultura e contesto che le ha generate, qui invece i riferimenti spazio-temporali sono limiti inutili, ci interessa l¹astrazione dai luoghi, l¹evocazione di un non so dove e perché; affascinanti peregrinazioni creative date come forme d¹invenzione per viaggi nella meridiana della fantasia, in cui bello perdersi. Dipingere non è imitare, ma tradurre i luoghi in magia.
20
novembre 2003
Meridiana Immaginaria
Dal 20 novembre 2003 al 24 gennaio 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA ECLETTICA
Milano, Via Rosolino Pilo, 14, (Milano)
Milano, Via Rosolino Pilo, 14, (Milano)
Vernissage
20 Novembre 2003, ore 18,30