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Merletto e fiori d’arancio
Cento anni di abiti da sposa 1870-1970
Comunicato stampa
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Sarà inaugurata venerdì 8 luglio 2005 alle ore 18 l’Esposizione “Merletto e fiori d’arancio - Cento anni di abiti da sposa 1870-1970” alla presenza delle Autorità, del Sindaco di Rapallo Armando Ezio Capurro, del Vice-Sindaco Silvano Mele, del Consigliere delegato ai Musei Luigi Canessa e dei rappresentanti della Regione Liguria e della Provincia di Genova. Saranno presenti Piera Rum, direttrice dei Civici Musei di Rapallo e curatrice della mostra, la grande studiosa Roberta Orsi Landini, storica del costume e della moda, che ha partecipato all’iniziativa e Giuliana Parabiago, direttice della rivista “Vogue Sposa”, che ha collaborato ancora una volta per la buona riuscita delle attività del Museo del Merletto.
La mostra propone dodici abiti nuziali che coprono un arco temporale di cento anni, sette dei quali di proprietà del Museo, provenienti dalle munifiche donazioni pervenute negli ultimi otto anni. Generosi signori che seguono con attenzione l’attività e le manifestazioni del Museo del Merletto hanno concesso in prestito gli altri cinque abiti nuziali. Sono esposti, altresì, tre raffinate acconciature, che accompagnano i rispettivi capi, e un prezioso storico velo nuziale, che proviene dalla famiglia Ruffo di Calabria e Galletti di San Cataldo, realizzato per Marguerite de la Bonninière de Beaumont, valente pittrice che espose al Salon de Paris, e da lei indossato a Parigi nel 1863 in occasione del suo matrimonio con il principe Fulco Ruffo di Calabria.
L’abito più antico, databile al 1872 e appartenuto ad una nobildonna ligure, è in taffetas di seta moiré color avorio con motivi viola, verdi, arancio e tabacco chiaro; seguono due abiti in seta marrone, uno del 1877-1880, arricchito da merletti a fuselli con gonna a tre balze e molto ricca sul retro, e l’altro databile al 1890-1892, con collo, alti polsi e davantino decorati in velluto operato: ambedue indossati da due signore di Rapallo con ogni probabilità per il rito civile, anche se non era d’obbligo all’epoca l’abito bianco.
L’abito in crêpe di seta avorio a tunica con vita lunga con un lungo pannello a strascico ha coronato il sogno d’amore di una signora dell’alta borghesia savonese nel 1924. E’ stato realizzato nel 1950 per il matrimonio di una contessa lombarda l’abito con gonna a balze in organza e merletto francese sul modello “Scarlatti” che inaugura il nuovo look di “Christian Dior”.
I due abiti del 1972 e del 1973, pervenuti in dono al Museo solo di recente, l’uno in crêpe di seta, l’altro in organza avorio, quasi monacale nella sua essenzialità il primo, con applicazioni colorate riprese dal mondo contadino e con motivi folk il secondo, discendono entrambi dalla instancabile creatività della grande stilista Wanda Roveda.
Nel 1906 una ricca ereditiera, nata a Buenos Aires da genitori italiani emigrati in Argentina, va sposa a Torino ad un ufficiale di carriera, figlio di un senatore del Regno d’Italia, e ordina alla sartoria di Charles Worth di Parigi il suo abito da sposa in merletto francese, di linea molto semplice e raffinata che termina con una piccola coda sul dietro, secondo la moda parigina di quegli anni. L’abito è stato, poi, indossato nel 1930 per il matrimonio della figlia e nel 1956 per quello dell’attuale proprietaria.
Un abito lungo, composto da camicetta e gonna in chiffon ricamato e raso pesante, ha accompagnato all’altare nel primo decennio del Novecento una signora dell’alta borghesia di Biella.
L’abito nuziale del 1938-1940 rappresenta il cambiamento del gusto e della moda dell’epoca: avvolgente, con profonda scollatura sul davanti, molto glamour su ispirazione delle dive del cinema americano. Nel 1967 la signora milanese indossa un modello stile impero, con bustino tagliato sotto il seno che si apre dietro con un breve strascico a punta, completamente cosparso di candide margherite.
L’Atelier Lorenzo Riva concede in prestito per la prima volta un autentico capolavoro della creatività sartoriale italiana; è una rarità perché fa parte della sua collezione privata: un abito in merletto “valencienne” in quattro colori, creato dal giovanissimo stilista Lorenzo Riva per la sorella Giancarla nel duomo di Monza il 30 aprile 1953.
Accompagna la mostra un catalogo con interventi scientifici e schede, che rientra nella collana dei Quaderni del Museo (Quaderno n. 5).
La mostra propone dodici abiti nuziali che coprono un arco temporale di cento anni, sette dei quali di proprietà del Museo, provenienti dalle munifiche donazioni pervenute negli ultimi otto anni. Generosi signori che seguono con attenzione l’attività e le manifestazioni del Museo del Merletto hanno concesso in prestito gli altri cinque abiti nuziali. Sono esposti, altresì, tre raffinate acconciature, che accompagnano i rispettivi capi, e un prezioso storico velo nuziale, che proviene dalla famiglia Ruffo di Calabria e Galletti di San Cataldo, realizzato per Marguerite de la Bonninière de Beaumont, valente pittrice che espose al Salon de Paris, e da lei indossato a Parigi nel 1863 in occasione del suo matrimonio con il principe Fulco Ruffo di Calabria.
L’abito più antico, databile al 1872 e appartenuto ad una nobildonna ligure, è in taffetas di seta moiré color avorio con motivi viola, verdi, arancio e tabacco chiaro; seguono due abiti in seta marrone, uno del 1877-1880, arricchito da merletti a fuselli con gonna a tre balze e molto ricca sul retro, e l’altro databile al 1890-1892, con collo, alti polsi e davantino decorati in velluto operato: ambedue indossati da due signore di Rapallo con ogni probabilità per il rito civile, anche se non era d’obbligo all’epoca l’abito bianco.
L’abito in crêpe di seta avorio a tunica con vita lunga con un lungo pannello a strascico ha coronato il sogno d’amore di una signora dell’alta borghesia savonese nel 1924. E’ stato realizzato nel 1950 per il matrimonio di una contessa lombarda l’abito con gonna a balze in organza e merletto francese sul modello “Scarlatti” che inaugura il nuovo look di “Christian Dior”.
I due abiti del 1972 e del 1973, pervenuti in dono al Museo solo di recente, l’uno in crêpe di seta, l’altro in organza avorio, quasi monacale nella sua essenzialità il primo, con applicazioni colorate riprese dal mondo contadino e con motivi folk il secondo, discendono entrambi dalla instancabile creatività della grande stilista Wanda Roveda.
Nel 1906 una ricca ereditiera, nata a Buenos Aires da genitori italiani emigrati in Argentina, va sposa a Torino ad un ufficiale di carriera, figlio di un senatore del Regno d’Italia, e ordina alla sartoria di Charles Worth di Parigi il suo abito da sposa in merletto francese, di linea molto semplice e raffinata che termina con una piccola coda sul dietro, secondo la moda parigina di quegli anni. L’abito è stato, poi, indossato nel 1930 per il matrimonio della figlia e nel 1956 per quello dell’attuale proprietaria.
Un abito lungo, composto da camicetta e gonna in chiffon ricamato e raso pesante, ha accompagnato all’altare nel primo decennio del Novecento una signora dell’alta borghesia di Biella.
L’abito nuziale del 1938-1940 rappresenta il cambiamento del gusto e della moda dell’epoca: avvolgente, con profonda scollatura sul davanti, molto glamour su ispirazione delle dive del cinema americano. Nel 1967 la signora milanese indossa un modello stile impero, con bustino tagliato sotto il seno che si apre dietro con un breve strascico a punta, completamente cosparso di candide margherite.
L’Atelier Lorenzo Riva concede in prestito per la prima volta un autentico capolavoro della creatività sartoriale italiana; è una rarità perché fa parte della sua collezione privata: un abito in merletto “valencienne” in quattro colori, creato dal giovanissimo stilista Lorenzo Riva per la sorella Giancarla nel duomo di Monza il 30 aprile 1953.
Accompagna la mostra un catalogo con interventi scientifici e schede, che rientra nella collana dei Quaderni del Museo (Quaderno n. 5).
08
luglio 2005
Merletto e fiori d’arancio
Dall'otto luglio al 22 ottobre 2005
arti decorative e industriali
Location
MUSEO DEL MERLETTO – VILLA TIGULLIO
Rapallo, Via Luigi Casale, (Genova)
Rapallo, Via Luigi Casale, (Genova)
Orario di apertura
Martedì, Mercoledì, Venerdì e Sabato dalle ore 15:00 alle ore 18.30. Giovedì dalle ore 10:00 alle ore 12:00. Domenica dalle 16:30 alle 18:30
Vernissage
8 Luglio 2005, ore 18