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Meschiari | Treccani | Vona – Download
La galleria Betta Frigieri inaugura la programmazione espositiva di questo secondo decennio del Duemila all’insegna della più stretta contemporaneità, analizzando l’influenza esercitata dalle tecnologie informatiche sulla produzione artistica attuale.
Comunicato stampa
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La galleria Betta Frigieri inaugura la programmazione espositiva di questo secondo decennio del Duemila all'insegna della più stretta contemporaneità, analizzando l'influenza esercitata dalle tecnologie informatiche sulla produzione artistica attuale. In mostra le opere di tre autori emergenti ottenute “scaricando” da internet immagini fotografiche e video di varia provenienza, per un'acuta riflessione sul nostro tempo.
L'aspetto che più incuriosisce dei cosiddetti new media consiste paradossalmente nella valorizzazione di aspetti tutt'altro che nuovi, che la migliore arte del Novecento ha cercato disperatamente di dimostrare con i mezzi a sua disposizione. Uno dei più evidenti riguarda l'atto performativo della scelta, che l'artista può compiere indiscriminatamente nei confronti di oggetti o immagini preesistenti nella realtà. Si pensi ai collage di Picasso, ai ready made di Duchamp, i prelievi stilistici di De Chirico, fino all'ingrandimento e alla moltiplicazione applicati da Warhol alle fotografie reperite sui grandi magazine.
Il web non fa altro che potenziare questa possibilità d'azione già intrapresa da molti artisti del passato, mettendo a disposizione una serie di strumenti capaci di prelevare con grande facilità quanto i media hanno registrato nel corso del tempo. Questo atteggiamento è ormai condiviso da tutti coloro che hanno anche solo una minima confidenza con siti internet e motori di ricerca, soltanto l'artista è però in grado di elevare la banalità di un'azione quotidiana in prodotto intellettuale, offrendoci una conoscenza approfondita del nuovo mezzo.
Guido Meschiari (Carpi, 1982) riflette sul potere allusivo della fotografia isolando particolari di video scaricati dal sito internet “Beautiful Agony”, evidenziando come una smorfia di piacere può essere fraintesa per un grido di dolore. Carloalberto Treccani (Iseo, 1984) dimostra come l'iniziale allarmismo sulla violazione della privacy provocato da “Google Street View”, sia stato arginato dalla partecipazione performativa degli utenti di tutto il mondo. Naomi Vona (Desio, 1982), invece, mostra i volti di migliaia di persone autopubblicati su “You Tube”; prima imbarazzati, poi sbigottiti e infine disgustati, dopo la visione di un video proibito.
Le opere selezionate per questa mostra presentano una caratteristica comune che le rende ulteriormente interessanti. Pur partendo da immagini reperite online, frutto dell'interazione dell'utente con il sito internet indagato, si manifestano in sede espositiva con tutta la staticità delle più tradizionali fotografie e proiezioni video. L'interazione, che rimane comunque uno degli aspetti più rivoluzionari del mondo informatizzato, può essere dunque temporaneamente “congelata” per offrire una possibilità di uscita dal mondo virtuale, restituendo alle immagini una fruizione più reale. Luca Panaro
L'aspetto che più incuriosisce dei cosiddetti new media consiste paradossalmente nella valorizzazione di aspetti tutt'altro che nuovi, che la migliore arte del Novecento ha cercato disperatamente di dimostrare con i mezzi a sua disposizione. Uno dei più evidenti riguarda l'atto performativo della scelta, che l'artista può compiere indiscriminatamente nei confronti di oggetti o immagini preesistenti nella realtà. Si pensi ai collage di Picasso, ai ready made di Duchamp, i prelievi stilistici di De Chirico, fino all'ingrandimento e alla moltiplicazione applicati da Warhol alle fotografie reperite sui grandi magazine.
Il web non fa altro che potenziare questa possibilità d'azione già intrapresa da molti artisti del passato, mettendo a disposizione una serie di strumenti capaci di prelevare con grande facilità quanto i media hanno registrato nel corso del tempo. Questo atteggiamento è ormai condiviso da tutti coloro che hanno anche solo una minima confidenza con siti internet e motori di ricerca, soltanto l'artista è però in grado di elevare la banalità di un'azione quotidiana in prodotto intellettuale, offrendoci una conoscenza approfondita del nuovo mezzo.
Guido Meschiari (Carpi, 1982) riflette sul potere allusivo della fotografia isolando particolari di video scaricati dal sito internet “Beautiful Agony”, evidenziando come una smorfia di piacere può essere fraintesa per un grido di dolore. Carloalberto Treccani (Iseo, 1984) dimostra come l'iniziale allarmismo sulla violazione della privacy provocato da “Google Street View”, sia stato arginato dalla partecipazione performativa degli utenti di tutto il mondo. Naomi Vona (Desio, 1982), invece, mostra i volti di migliaia di persone autopubblicati su “You Tube”; prima imbarazzati, poi sbigottiti e infine disgustati, dopo la visione di un video proibito.
Le opere selezionate per questa mostra presentano una caratteristica comune che le rende ulteriormente interessanti. Pur partendo da immagini reperite online, frutto dell'interazione dell'utente con il sito internet indagato, si manifestano in sede espositiva con tutta la staticità delle più tradizionali fotografie e proiezioni video. L'interazione, che rimane comunque uno degli aspetti più rivoluzionari del mondo informatizzato, può essere dunque temporaneamente “congelata” per offrire una possibilità di uscita dal mondo virtuale, restituendo alle immagini una fruizione più reale. Luca Panaro
23
gennaio 2010
Meschiari | Treccani | Vona – Download
Dal 23 gennaio al 06 marzo 2010
fotografia
arte contemporanea
giovane arte
arte contemporanea
giovane arte
Location
BETTA FRIGIERI ARTE CONTEMPORANEA
Modena, Via Giovanni Muzzioli, 8, (Modena)
Modena, Via Giovanni Muzzioli, 8, (Modena)
Orario di apertura
da mercoledì a sabato 16.00-19.30
oppure su appuntamento
Vernissage
23 Gennaio 2010, ore 17.00
Autore
Curatore