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Meta.fisica – arte e filosofia da de Chirico all’Arte Concettuale
Attraverso le opere, provenienti dalle migliori collezioni italiane, la mostra vuole analizzare il rapporto tra l’idea della Metafisica e lo Spazio Umano inteso come ambiente in cui rinnovare continuamente il senso e la scoperta dell’esistenza.
Comunicato stampa
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Il termine "metafisica" ha origine dal titolo greco assegnato, nel I° secolo a.C., dal filosofo Andronìco da Rodi a quelle opere di Aristotele in cui si tratta delle "cause prime" della realtà da lui collocate dopo quelle che trattano le "cose naturali". In campo artistico, fu scelto da artisti come Carlo Carrà e Giorgio de Chirico per indicare un momento della propria ricerca pittorica e un atteggiamento fortemente critico verso l'arte contemporanea del secondo decennio del XX secolo, e fu adottato per definire una pittura che aspirava a superare i limiti del visibile e del reale, rivelando il significato inquietante degli oggetti, attraverso il loro inconsueto accostamento, in un clima di magica suggestione e di mistero.
Altri artisti parteciparono a questo clima artistico, e in particolare va ricordata l'opera di Alberto Savinio, di Filippo De Pisis, di Giorgio Morandi, di Mario Sironi e di Mario Tozzi, tutti presenti in mostra nella prima sezione della mostra intitolata "La spirale del Tempo".
L'attività degli artisti "metafisici" non si limitò alla pittura e all'arte, ma attraverso collaborazioni con le principali riviste del tempo e scrivendo numerosi libri, esercitarono un impegno critico e culturale che scaturì nella creazione della figura dell'artista come intellettuale, segno di quella autocoscienza del ruolo e della professionalità dell'artista che si conferma dopo la Prima Guerra Mondiale.
Caratteristica della Metafisica è quella di creare un’atmosfera di suggestione attorno al rapporto tra uomini, oggetti e spazi architettonici. Proprio questo rapporto tra figura umana, spazio e architettura diventa uno degli spunti più interessanti che saranno ripresi negli anni ’60 anche dall’arte concettuale e poverista. Ritrovare il mistero, la “giusta distanza” tra uomini e oggetti, tra gli oggetti e l’ambiente in cui sono collocati, è stato uno degli obiettivi del movimento.
Attraverso le opere, provenienti dalle migliori collezioni italiane, la mostra vuole analizzare il rapporto tra l’idea della Metafisica e lo Spazio Umano inteso come ambiente in cui rinnovare continuamente il senso e la scoperta dell’esistenza.
Nella seconda sezione, intitolata "Enigmata: oggetti, proiezioni, silenzi" con opere, tra gli altri, di Michelangelo Pistoletto e di Giulio Paolini, si vuole estendere il concetto di Metafisica anche alla grande esperienza poverista, che negli anni ’60 si è occupata del problema della rappresentazione, del dialogo tra l’arte e l’architettura, del ruolo dell’artista nella progettazione di uno spazio umano che fosse sintesi di una progettualità infinita e di dialogo con la storia. E soprattutto si collegano due straordinari momenti dell’arte italiana: la metafisica classica e il concettuale italiano, certamente le due correnti più conosciute a livello mondiale.
Nella stessa sezione sono raccolte opere di artisti che hanno sviluppato poetiche autonome, come Gianni Piacentino ed Ettore Spalletti che hanno ripristinato il mistero dell'oggetto, dell'opera d'arte che nel suo minimalismo raccoglie l'enigma di un senso senza tempo. Lo stesso può dirsi della poeticità delle pitture di Marco Tirelli, protagonista della pittura italiana dagli anni '80, che dà spessore metafisico a forme elementari, assemblate in un lessico di giochi e contrapposizioni che inducono lo spettatore alla meditazione.
Nella sezione che rappresenta alcune ricerche artistiche degli anni '80, dal titolo "Tracce" con opere di Franco Rasma, Tino Stefanoni e Paola Gandolfi, la Metafisica viene letta come continuità di una ricerca che percorre l’arte: cercare un punto di mistero e di equilibrio tra l’uomo e gli oggetti e tra questi e il paesaggio artistico che l’uomo stesso ha creato. E l'accettazione del mistero che l'arte avvicina e ritrasmette è un altro elemento che accomuna delle ricerche artistiche distanti nel tempo ma vicine per sensibilità, in cui l'artista si propone come intellettuale e filosofo, con una sua visione del mondo che legge le relazioni tra arte, storia e pensiero come un dato unico e indivisibile.
Una specifica sezione sarà dedicata a quadri e progetti del grande architetto Aldo Rossi proprio per sostanziare i rapporti tra la pittura e la progettualità architettonico urbanistica.
Il maestro Marco Maria Tosolini realizzerà un'installazione sonora che accompagnerà i visitatori della mostra.
Tra le manifestazioni collegate all’esposizione sono previste serate di letture poetiche, esecuzioni musicali di opere affini al tema della mostra e al periodo storico di nascita del movimento della Metafisica.
Altri artisti parteciparono a questo clima artistico, e in particolare va ricordata l'opera di Alberto Savinio, di Filippo De Pisis, di Giorgio Morandi, di Mario Sironi e di Mario Tozzi, tutti presenti in mostra nella prima sezione della mostra intitolata "La spirale del Tempo".
L'attività degli artisti "metafisici" non si limitò alla pittura e all'arte, ma attraverso collaborazioni con le principali riviste del tempo e scrivendo numerosi libri, esercitarono un impegno critico e culturale che scaturì nella creazione della figura dell'artista come intellettuale, segno di quella autocoscienza del ruolo e della professionalità dell'artista che si conferma dopo la Prima Guerra Mondiale.
Caratteristica della Metafisica è quella di creare un’atmosfera di suggestione attorno al rapporto tra uomini, oggetti e spazi architettonici. Proprio questo rapporto tra figura umana, spazio e architettura diventa uno degli spunti più interessanti che saranno ripresi negli anni ’60 anche dall’arte concettuale e poverista. Ritrovare il mistero, la “giusta distanza” tra uomini e oggetti, tra gli oggetti e l’ambiente in cui sono collocati, è stato uno degli obiettivi del movimento.
Attraverso le opere, provenienti dalle migliori collezioni italiane, la mostra vuole analizzare il rapporto tra l’idea della Metafisica e lo Spazio Umano inteso come ambiente in cui rinnovare continuamente il senso e la scoperta dell’esistenza.
Nella seconda sezione, intitolata "Enigmata: oggetti, proiezioni, silenzi" con opere, tra gli altri, di Michelangelo Pistoletto e di Giulio Paolini, si vuole estendere il concetto di Metafisica anche alla grande esperienza poverista, che negli anni ’60 si è occupata del problema della rappresentazione, del dialogo tra l’arte e l’architettura, del ruolo dell’artista nella progettazione di uno spazio umano che fosse sintesi di una progettualità infinita e di dialogo con la storia. E soprattutto si collegano due straordinari momenti dell’arte italiana: la metafisica classica e il concettuale italiano, certamente le due correnti più conosciute a livello mondiale.
Nella stessa sezione sono raccolte opere di artisti che hanno sviluppato poetiche autonome, come Gianni Piacentino ed Ettore Spalletti che hanno ripristinato il mistero dell'oggetto, dell'opera d'arte che nel suo minimalismo raccoglie l'enigma di un senso senza tempo. Lo stesso può dirsi della poeticità delle pitture di Marco Tirelli, protagonista della pittura italiana dagli anni '80, che dà spessore metafisico a forme elementari, assemblate in un lessico di giochi e contrapposizioni che inducono lo spettatore alla meditazione.
Nella sezione che rappresenta alcune ricerche artistiche degli anni '80, dal titolo "Tracce" con opere di Franco Rasma, Tino Stefanoni e Paola Gandolfi, la Metafisica viene letta come continuità di una ricerca che percorre l’arte: cercare un punto di mistero e di equilibrio tra l’uomo e gli oggetti e tra questi e il paesaggio artistico che l’uomo stesso ha creato. E l'accettazione del mistero che l'arte avvicina e ritrasmette è un altro elemento che accomuna delle ricerche artistiche distanti nel tempo ma vicine per sensibilità, in cui l'artista si propone come intellettuale e filosofo, con una sua visione del mondo che legge le relazioni tra arte, storia e pensiero come un dato unico e indivisibile.
Una specifica sezione sarà dedicata a quadri e progetti del grande architetto Aldo Rossi proprio per sostanziare i rapporti tra la pittura e la progettualità architettonico urbanistica.
Il maestro Marco Maria Tosolini realizzerà un'installazione sonora che accompagnerà i visitatori della mostra.
Tra le manifestazioni collegate all’esposizione sono previste serate di letture poetiche, esecuzioni musicali di opere affini al tema della mostra e al periodo storico di nascita del movimento della Metafisica.
13
settembre 2003
Meta.fisica – arte e filosofia da de Chirico all’Arte Concettuale
Dal 13 settembre 2003 all'undici gennaio 2004
arte contemporanea
Location
KUNST MERAN/O ARTE
Merano, Via Portici, 163, (Bolzano)
Merano, Via Portici, 163, (Bolzano)
Biglietti
Intero € 4,20,
Ridotto (Anziani, studenti, gruppi ¤2,60
Visite guidate ¤1,40
Orario di apertura
da martedì a domenica dalle ore 10 alle ore 18
chiuso il lunedì
Vernissage
13 Settembre 2003, ore 18,30, Vernice stampa: sabato 13 settembre ore 11,00