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Metamorfosi – Lasciate che tutto vi accada / Metamorphoses – Let Everything Happen to You
La mostra Metamorfosi, allestita nella Manica Lunga, si confronta con l’idea di trasformazione e
bellezza nell’arte attraverso le opere di artisti scelti tra le nuove voci che stanno emergendo a
livello internazionale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Metamorfosi - Lasciate che tutto vi accada / Metamorphoses - Let Everything Happen to You
a cura di Chus Martínez
6 marzo – 24 giugno 2018
Inaugurazione: lunedì 5 marzo 2018, ore 19
E se potessimo essere un fiore?
Allestita nella Manica Lunga del Castello di Rivoli, la mostra Metamorfosi – Lasciate che tutto vi
accada, a cura di Chus Martínez, esplora l’esperienza della metamorfosi nell’arte attraverso le opere
di alcuni fra i più promettenti artisti internazionali.
Pensate espressamente per il Museo, le opere di Nicanor Aráoz (Buenos Aires, 1980), Ingela
Ihrman (Strängnäs, Svezia, 1985), Eduardo Navarro (Buenos Aires, 1979), Reto Pulfer (Berna,
1981), Mathilde Rosier (Parigi, 1973), Lin May Saaed (Würzburg, Germania, 1973) e Ania Soliman
(Varsavia, 1970) ricercano nell’esperienza metamorfica l’intero ventaglio del sentire, quella sottile
percezione dell’indeterminato cha ha come sfondo l’enigma.
Ai sette progetti inediti si affiancano le opere I Have Left You The Mountain – a cura di Simon
Battisti, Leah Whitman-Salkin e Åbäke, già esposto nel Padiglione Albania della Biennale di
Architettura di Venezia del 2016 – e il video Army of Love di Alexa Karolinski e Ingo Niermann
commissionato dalla IX Biennale di Berlino nel 2016.
Le opere degli artisti fatte di installazioni, sculture, azioni performative, dipinti e video invitano
l’osservatore alla percezione di ciò che va al di là della parola umana e può esprimersi solo nella
natura, nella sua tensione metamorfica che è principio del vivente, in quell’idioletto segreto che solo la
creazione artistica può condividere. Metamorfosi che non è semplice cambiamento ma è passaggio,
allontanamento da sé, movimento che coincide con il respiro della natura, che con la sua presenza
intramata di suoni rinvia al transitorio e a cui l’arte può dare voce.
Per l’arte di oggi è importante distinguere la vecchia idea “moderna”, otto-novecentesca, di
“cambiamento” dalla nozione contemporanea di “trasformazione”. “Questa trasformazione - afferma
Carolyn Christov-Bakargiev, direttore del Castello di Rivoli - è basata sulla metabolizzazione: i lavori
in mostra indagano in che modo siamo vitali e come creiamo noi stessi come forme dionisiache in
movimento, superando ogni fissità inerte”.
Come sostiene la curatrice della mostra, “Metamorfosi rappresenta l’esercizio del pensare la vita con
l’immaginazione e soprattutto senza gerarchie e vincoli. Gli artisti hanno cercato di restituire con il loro
gesto libero, svincolato da stili o generi la segreta tessitura della natura, quelle tracce sottili che
liberano il pensiero, lo invitano allo sconfinamento, all’aperto. Disegni, fiori, un’armata d’amore, una
nuvola di tessuti magici, canzoni, voci, pane come perline, danzatori a testa in giù sulle tele,
bassorilievi babilonesi in poliestere… Lavori che si sottraggono ai vincoli della forma, del margine, ma
vogliono andare oltre la soglia. Metamorfosi mostra l’esposizione all’imprevedibile che è materia della
vita stessa, della sua inesplicabile bellezza, della sua enigmatica energia che si rivela in una goccia di
pioggia che bagna la foglia di un antico albero fossile”.
Ad accompagnare la rassegna, il Castello di Rivoli pubblica un catalogo bilingue (inglese e italiano)
che raccoglie saggi del curatore e immagini selezionate dagli artisti che invitano a una riflessione
creativa sul tema della mostra.
In occasione di Metamorfosi – Lasciate che tutto vi accada, nelle sale auliche al primo piano del
Museo sarà presentata la mostra Giorgio de Chirico. Capolavori dalla Collezione di Francesco
Federico Cerruti a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria (fino al 27 maggio
2018).
Biografie artisti
Nicanor Aráoz (Buenos Aires, 1980) vive e lavora a Buenos Aires.
Aráoz produce oggetti, installazioni e sculture utilizzando come riferimento il fumetto, l’immaginario di internet e
le mitologie romantiche tratte dall’arte gotica. Nelle sue opere, i metodi di matrice surrealista – come il
montaggio di elementi dissimili e onirici – danno vita a opere dalle forme deliranti, che simili a incubi sembrano
fondere le pulsioni del piacere e del dolore. Tra le sue mostre personali compaiono Glótica presso la galleria
Barro Arte Contemporáneo (2015) e Librada alla Galería Alberto Sendrós, entrambe a Buenos Aires (2013). Tra
le principali mostre collettive in cui ha preso parte vi sono L.E.A al Faena Arts Center (2012), Muestra
Expansiva I “Reseteo, Dharma” al Centro Cultural San Martín (2012).
Ingela Ihrman (Strängnäs, 1985) vive e lavora a Malmö.
La pratica di Ihrman spazia dalla performance, all’installazione, alla scrittura. Costumi e messe in scena sono
elementi ricorrenti nelle sue presentazioni in cui le creature sono colte in momenti vitali come nascere o fiorire. Il
suo lavoro è caratterizzato da tecniche artigianali manuali e prende in prestito elementi del teatro amatoriale
attingendo però anche alla scienza. Tra le recenti mostre svedesi Future Flourish al Tensta Konsthall di
Stoccolma (2016) e Tropikerna i Gnesta all’Art Lab di Gnesta (2013). Ha partecipato all’undicesima edizione
della Biennale di Gwangju (Corea del Sud), intitolata The Eight Climate (What Does Art Do?) (2016) e alla
settima edizione del Survival K(n)it, un festival che si tiene presso il Latvian Centre for Contemporary Art di Riga
(2015).
Eduardo Navarro (Buenos Aires, 1979) vive e lavora a Buenos Aires.
Le opere di Navarro comprendono azioni fisiche, congegni personalizzati, installazioni e sculture. Esse
richiedono un certo dispiego di tempo e hanno un notevole impatto sullo spettatore in quanto implicano
l’incontro diretto tra persone e natura. Il suo approccio comprende uno studio empirico degli organismi che
decide di includere nei suoi lavori e integra la sua esperienza di conoscenza con il confronto diretto con diversi
specialisti e studiosi. Navarro ha esposto i suoi lavori nella personale OCTOPIA al Museo Tamayo di Città del
Messico (2016) e We who spin around you presso l’High Line Art di New York (2016). Ha partecipato alla
mostra collettiva intitolata La Era Metabolica, curata da Chus Martínez, presso il Malba, Museo de Arte
Latinoamericano di Buenos Aires (2015).
Reto Pulfer (Berna, 1981) vive e lavora a Berlino.
La sua opera indaga il cambiamento in tutte le sue espressioni. A partire dall’ambivalente nozione di “stato”, che
racchiude al contempo il movimento e la stasi, Pulfer non solo mette in discussione i confini dei segni linguistici
e il loro significato, ma riflette anche il modo in cui le sue opere sono percepite, in quanto generano e
sviluppano situazioni impermanenti e instabili. Ha tenuto personali tra cui Capsicum Ofifusiani all’Hollybush
Gardens di Londra (2017) e preso parte al Fórum Eugénio de Almeida a Évora in Portogallo (2016). È coinvolto
nelle collettive Ursus Olfaciens al Bärenzwinger di Berlino (2017), Transhumance al Centre international d’art et
du paysage, Île di Vassivière in Francia (2017) e in occasione di Manifesta 11 (2016) a Zurigo, all’interno del
Manifesta Performance Program Cabaret der Künstler – Zunfthaus Voltaire.
Mathilde Rosier (Parigi, 1973) vive e lavora in Borgogna.
Nei film, nelle performance, nelle installazioni e nei dipinti di Rosier, la danza e la musica hanno un ruolo
fondamentale. Dopo aver dedicato gran parte della sua pratica artistica all’indagine su una possibile fusione tra
regno animale ed essere umano, la sua ricerca più recente si è focalizzata sulla figura umana, soprattutto sulla
rappresentazione del movimento. Tra le sue ultime mostre personali: In Revolution. Resolution of Some
Hierarchic Orders, curata da Chus Martínez, presso il Der TANK Institut Kunst di Basilea (2016). Ha preso parte
alla collettiva Inge Mahn - Ketty La Rocca - Mathilde Rosier - Natalie Czech presso la galleria Karin Guenther di
Amburgo (2017) e alla quinta edizione del festival Volcano Extravaganza del Fiorucci Art Trust (2015).
Lin May Saeed (Würzburg, 1973) vive e lavora a Berlino e Düsseldorf.
La produzione di Saeed comprende sculture, disegni e testi. Il tema centrale della sua ricerca è il rapporto tra
l’essere umano e gli animali nella storia del pianeta dal passato a oggi, a varie epoche storiche, dalle narrazioni
preistoriche, al modernismo, al primitivismo. Ha esposto i suoi lavori in una mostra personale intitolata Djamil
presso lo spazio Lulu a Città del Messico (2017) e nella galleria Nicolas Krupp di Basilea (2016). Ha partecipato
ad alcune importanti manifestazioni collettive come la nona edizione del festival KölnSkulptur, intitolata La Fin
de Babylone, curata da Chus Martínez, a Colonia e l’ultima edizione della Biennale di Berlino, The Present in
Drag, (2016).
Ania Soliman (Varsavia, 1970) vive e lavora a Parigi e New York.
Soliman è un’artista interdisciplinare la cui opera è caratterizzata da un ricco background multiculturale. La sua
pratica artistica si basa sulla ricerca e lavora con diversi tipi di disegno (il tracciato, il design, il diagramma, il
segno espressivo), video, testi e installazioni. Il suo progetto più recente ha coinvolto oggetti trovati nelle
collezioni di antropologia, e la struttura della collezione stessa era il tema dell’indagine. Ha esposto alla Whitney
Biennial al Whitney Museum di New York (2010). Ha presentato personali tra cui Semiwild. Or limited desire al
Museum der Kulturen di Basilea (2014), Explaining Dance to a Machine presso la Galerie Sfeir-Semler di
Amburgo (2017). Ha preso parte alle mostre collettive 1000m2 of desire al Centre de Cultura Contemporània di
Barcellona (2016) e Art-Music- Dance al Museum of Contemporary Art di Anversa (2016).
Alexa Karolinski (Berlino, 1984) vive e lavora a Los Angeles.
È una regista tedesco-canadese. Spazia dal mondo dell’arte a quello del cinema e dei video commerciali. I suoi
lavori video sono stati esposti in diverse occasioni come il Berlin Festival, ma anche in istituzioni artistiche come
il Museum of Art and Design di New York o il MoMA-PS1 in occasione della manifestazione Greater New York
nel 2016. Collabora con istituzioni artistiche come il MOCA di Los Angeles.
Ingo Niermann (Bielefeld, 1969) vive e lavora a Basilea.
È uno scrittore e curatore editoriale alla Sternberg Press della serie di libri di speculazione Solution. Il suo
racconto di debutto Der Effekt è stato pubblicato nel 2001. Basandosi sul suo scritto Solution 257: Complete
Love (2016), Niermann ha iniziato Army of Love. Il suo libro più recente, co-editato con Joshua Simon è
Solution 275-294: Communists Anonymous (2017).
I HAVE LEFT YOU THE MOUNTAIN è un progetto sonoro di ascolto collettivo dedicato all’idea di transizione e
migrazione a cura di Simon Battisti, Leah Whitman-Salkin e Åbäke, presentato per la prima volta in occasione
della 15 a Mostra Internazionale di Architettura de La Biennale di Venezia, (2016), per il Padiglione Albania.
I Have Left You The Mountain è composta da dieci testi scritti da diversi pensatori contemporanei
sull’architettura di rimozione e accompagnati da musica e canzoni interpretate dagli ultimi gruppi esistenti di iso-
polifonia albanese, una forma d’arte protetta dall’UNESCO come “patrimonio culturale intangibile”. I contributi
sono di Etel Adnan, Mourid Barghouti, Michel Butor, Claire Fontaine, Yona Friedman, Anri Sala, Micheal
Taussig, Yanis Varoufakis e Finn Williams.
a cura di Chus Martínez
6 marzo – 24 giugno 2018
Inaugurazione: lunedì 5 marzo 2018, ore 19
E se potessimo essere un fiore?
Allestita nella Manica Lunga del Castello di Rivoli, la mostra Metamorfosi – Lasciate che tutto vi
accada, a cura di Chus Martínez, esplora l’esperienza della metamorfosi nell’arte attraverso le opere
di alcuni fra i più promettenti artisti internazionali.
Pensate espressamente per il Museo, le opere di Nicanor Aráoz (Buenos Aires, 1980), Ingela
Ihrman (Strängnäs, Svezia, 1985), Eduardo Navarro (Buenos Aires, 1979), Reto Pulfer (Berna,
1981), Mathilde Rosier (Parigi, 1973), Lin May Saaed (Würzburg, Germania, 1973) e Ania Soliman
(Varsavia, 1970) ricercano nell’esperienza metamorfica l’intero ventaglio del sentire, quella sottile
percezione dell’indeterminato cha ha come sfondo l’enigma.
Ai sette progetti inediti si affiancano le opere I Have Left You The Mountain – a cura di Simon
Battisti, Leah Whitman-Salkin e Åbäke, già esposto nel Padiglione Albania della Biennale di
Architettura di Venezia del 2016 – e il video Army of Love di Alexa Karolinski e Ingo Niermann
commissionato dalla IX Biennale di Berlino nel 2016.
Le opere degli artisti fatte di installazioni, sculture, azioni performative, dipinti e video invitano
l’osservatore alla percezione di ciò che va al di là della parola umana e può esprimersi solo nella
natura, nella sua tensione metamorfica che è principio del vivente, in quell’idioletto segreto che solo la
creazione artistica può condividere. Metamorfosi che non è semplice cambiamento ma è passaggio,
allontanamento da sé, movimento che coincide con il respiro della natura, che con la sua presenza
intramata di suoni rinvia al transitorio e a cui l’arte può dare voce.
Per l’arte di oggi è importante distinguere la vecchia idea “moderna”, otto-novecentesca, di
“cambiamento” dalla nozione contemporanea di “trasformazione”. “Questa trasformazione - afferma
Carolyn Christov-Bakargiev, direttore del Castello di Rivoli - è basata sulla metabolizzazione: i lavori
in mostra indagano in che modo siamo vitali e come creiamo noi stessi come forme dionisiache in
movimento, superando ogni fissità inerte”.
Come sostiene la curatrice della mostra, “Metamorfosi rappresenta l’esercizio del pensare la vita con
l’immaginazione e soprattutto senza gerarchie e vincoli. Gli artisti hanno cercato di restituire con il loro
gesto libero, svincolato da stili o generi la segreta tessitura della natura, quelle tracce sottili che
liberano il pensiero, lo invitano allo sconfinamento, all’aperto. Disegni, fiori, un’armata d’amore, una
nuvola di tessuti magici, canzoni, voci, pane come perline, danzatori a testa in giù sulle tele,
bassorilievi babilonesi in poliestere… Lavori che si sottraggono ai vincoli della forma, del margine, ma
vogliono andare oltre la soglia. Metamorfosi mostra l’esposizione all’imprevedibile che è materia della
vita stessa, della sua inesplicabile bellezza, della sua enigmatica energia che si rivela in una goccia di
pioggia che bagna la foglia di un antico albero fossile”.
Ad accompagnare la rassegna, il Castello di Rivoli pubblica un catalogo bilingue (inglese e italiano)
che raccoglie saggi del curatore e immagini selezionate dagli artisti che invitano a una riflessione
creativa sul tema della mostra.
In occasione di Metamorfosi – Lasciate che tutto vi accada, nelle sale auliche al primo piano del
Museo sarà presentata la mostra Giorgio de Chirico. Capolavori dalla Collezione di Francesco
Federico Cerruti a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria (fino al 27 maggio
2018).
Biografie artisti
Nicanor Aráoz (Buenos Aires, 1980) vive e lavora a Buenos Aires.
Aráoz produce oggetti, installazioni e sculture utilizzando come riferimento il fumetto, l’immaginario di internet e
le mitologie romantiche tratte dall’arte gotica. Nelle sue opere, i metodi di matrice surrealista – come il
montaggio di elementi dissimili e onirici – danno vita a opere dalle forme deliranti, che simili a incubi sembrano
fondere le pulsioni del piacere e del dolore. Tra le sue mostre personali compaiono Glótica presso la galleria
Barro Arte Contemporáneo (2015) e Librada alla Galería Alberto Sendrós, entrambe a Buenos Aires (2013). Tra
le principali mostre collettive in cui ha preso parte vi sono L.E.A al Faena Arts Center (2012), Muestra
Expansiva I “Reseteo, Dharma” al Centro Cultural San Martín (2012).
Ingela Ihrman (Strängnäs, 1985) vive e lavora a Malmö.
La pratica di Ihrman spazia dalla performance, all’installazione, alla scrittura. Costumi e messe in scena sono
elementi ricorrenti nelle sue presentazioni in cui le creature sono colte in momenti vitali come nascere o fiorire. Il
suo lavoro è caratterizzato da tecniche artigianali manuali e prende in prestito elementi del teatro amatoriale
attingendo però anche alla scienza. Tra le recenti mostre svedesi Future Flourish al Tensta Konsthall di
Stoccolma (2016) e Tropikerna i Gnesta all’Art Lab di Gnesta (2013). Ha partecipato all’undicesima edizione
della Biennale di Gwangju (Corea del Sud), intitolata The Eight Climate (What Does Art Do?) (2016) e alla
settima edizione del Survival K(n)it, un festival che si tiene presso il Latvian Centre for Contemporary Art di Riga
(2015).
Eduardo Navarro (Buenos Aires, 1979) vive e lavora a Buenos Aires.
Le opere di Navarro comprendono azioni fisiche, congegni personalizzati, installazioni e sculture. Esse
richiedono un certo dispiego di tempo e hanno un notevole impatto sullo spettatore in quanto implicano
l’incontro diretto tra persone e natura. Il suo approccio comprende uno studio empirico degli organismi che
decide di includere nei suoi lavori e integra la sua esperienza di conoscenza con il confronto diretto con diversi
specialisti e studiosi. Navarro ha esposto i suoi lavori nella personale OCTOPIA al Museo Tamayo di Città del
Messico (2016) e We who spin around you presso l’High Line Art di New York (2016). Ha partecipato alla
mostra collettiva intitolata La Era Metabolica, curata da Chus Martínez, presso il Malba, Museo de Arte
Latinoamericano di Buenos Aires (2015).
Reto Pulfer (Berna, 1981) vive e lavora a Berlino.
La sua opera indaga il cambiamento in tutte le sue espressioni. A partire dall’ambivalente nozione di “stato”, che
racchiude al contempo il movimento e la stasi, Pulfer non solo mette in discussione i confini dei segni linguistici
e il loro significato, ma riflette anche il modo in cui le sue opere sono percepite, in quanto generano e
sviluppano situazioni impermanenti e instabili. Ha tenuto personali tra cui Capsicum Ofifusiani all’Hollybush
Gardens di Londra (2017) e preso parte al Fórum Eugénio de Almeida a Évora in Portogallo (2016). È coinvolto
nelle collettive Ursus Olfaciens al Bärenzwinger di Berlino (2017), Transhumance al Centre international d’art et
du paysage, Île di Vassivière in Francia (2017) e in occasione di Manifesta 11 (2016) a Zurigo, all’interno del
Manifesta Performance Program Cabaret der Künstler – Zunfthaus Voltaire.
Mathilde Rosier (Parigi, 1973) vive e lavora in Borgogna.
Nei film, nelle performance, nelle installazioni e nei dipinti di Rosier, la danza e la musica hanno un ruolo
fondamentale. Dopo aver dedicato gran parte della sua pratica artistica all’indagine su una possibile fusione tra
regno animale ed essere umano, la sua ricerca più recente si è focalizzata sulla figura umana, soprattutto sulla
rappresentazione del movimento. Tra le sue ultime mostre personali: In Revolution. Resolution of Some
Hierarchic Orders, curata da Chus Martínez, presso il Der TANK Institut Kunst di Basilea (2016). Ha preso parte
alla collettiva Inge Mahn - Ketty La Rocca - Mathilde Rosier - Natalie Czech presso la galleria Karin Guenther di
Amburgo (2017) e alla quinta edizione del festival Volcano Extravaganza del Fiorucci Art Trust (2015).
Lin May Saeed (Würzburg, 1973) vive e lavora a Berlino e Düsseldorf.
La produzione di Saeed comprende sculture, disegni e testi. Il tema centrale della sua ricerca è il rapporto tra
l’essere umano e gli animali nella storia del pianeta dal passato a oggi, a varie epoche storiche, dalle narrazioni
preistoriche, al modernismo, al primitivismo. Ha esposto i suoi lavori in una mostra personale intitolata Djamil
presso lo spazio Lulu a Città del Messico (2017) e nella galleria Nicolas Krupp di Basilea (2016). Ha partecipato
ad alcune importanti manifestazioni collettive come la nona edizione del festival KölnSkulptur, intitolata La Fin
de Babylone, curata da Chus Martínez, a Colonia e l’ultima edizione della Biennale di Berlino, The Present in
Drag, (2016).
Ania Soliman (Varsavia, 1970) vive e lavora a Parigi e New York.
Soliman è un’artista interdisciplinare la cui opera è caratterizzata da un ricco background multiculturale. La sua
pratica artistica si basa sulla ricerca e lavora con diversi tipi di disegno (il tracciato, il design, il diagramma, il
segno espressivo), video, testi e installazioni. Il suo progetto più recente ha coinvolto oggetti trovati nelle
collezioni di antropologia, e la struttura della collezione stessa era il tema dell’indagine. Ha esposto alla Whitney
Biennial al Whitney Museum di New York (2010). Ha presentato personali tra cui Semiwild. Or limited desire al
Museum der Kulturen di Basilea (2014), Explaining Dance to a Machine presso la Galerie Sfeir-Semler di
Amburgo (2017). Ha preso parte alle mostre collettive 1000m2 of desire al Centre de Cultura Contemporània di
Barcellona (2016) e Art-Music- Dance al Museum of Contemporary Art di Anversa (2016).
Alexa Karolinski (Berlino, 1984) vive e lavora a Los Angeles.
È una regista tedesco-canadese. Spazia dal mondo dell’arte a quello del cinema e dei video commerciali. I suoi
lavori video sono stati esposti in diverse occasioni come il Berlin Festival, ma anche in istituzioni artistiche come
il Museum of Art and Design di New York o il MoMA-PS1 in occasione della manifestazione Greater New York
nel 2016. Collabora con istituzioni artistiche come il MOCA di Los Angeles.
Ingo Niermann (Bielefeld, 1969) vive e lavora a Basilea.
È uno scrittore e curatore editoriale alla Sternberg Press della serie di libri di speculazione Solution. Il suo
racconto di debutto Der Effekt è stato pubblicato nel 2001. Basandosi sul suo scritto Solution 257: Complete
Love (2016), Niermann ha iniziato Army of Love. Il suo libro più recente, co-editato con Joshua Simon è
Solution 275-294: Communists Anonymous (2017).
I HAVE LEFT YOU THE MOUNTAIN è un progetto sonoro di ascolto collettivo dedicato all’idea di transizione e
migrazione a cura di Simon Battisti, Leah Whitman-Salkin e Åbäke, presentato per la prima volta in occasione
della 15 a Mostra Internazionale di Architettura de La Biennale di Venezia, (2016), per il Padiglione Albania.
I Have Left You The Mountain è composta da dieci testi scritti da diversi pensatori contemporanei
sull’architettura di rimozione e accompagnati da musica e canzoni interpretate dagli ultimi gruppi esistenti di iso-
polifonia albanese, una forma d’arte protetta dall’UNESCO come “patrimonio culturale intangibile”. I contributi
sono di Etel Adnan, Mourid Barghouti, Michel Butor, Claire Fontaine, Yona Friedman, Anri Sala, Micheal
Taussig, Yanis Varoufakis e Finn Williams.
05
marzo 2018
Metamorfosi – Lasciate che tutto vi accada / Metamorphoses – Let Everything Happen to You
Dal 05 marzo al 24 giugno 2018
arte contemporanea
Location
CASTELLO DI RIVOLI – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA
Rivoli, Piazza Mafalda Di Savoia, (Torino)
Rivoli, Piazza Mafalda Di Savoia, (Torino)
Vernissage
5 Marzo 2018, ore 19
Autore
Curatore