Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Meta(st)ases
Meta(st)ases è una serie di lavori in porcellana concepita a partire dalla profonda essenza del vaso.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“Meta(st)ase è una serie di lavori concepita a partire dalla profonda essenza del vaso.
Sono ossessionato da questa forma da molto tempo, ma è diventato chiaro che dovevo lavorarci nel 2016.
Quell’anno, ho iniziato una residenza di ricerca sulle porcellane tradizionali di Jingdezhen (Cina), seguita
da un’altra focalizzata sulle tecniche di produzione francese vicino a Limoges (Francia).
Questo percorso si è inizialmente focalizzato sulle origini del caolino, l’ingrediente chiave nella porcellana.
I primi lavori che ho realizzato sono stati chiamati i Trofei. Erano un’accumulazione di ‘speed-datings’ tra
stampi di gesso recuperati da una fabbrica abbandonata di Jingdezhen. Queste sculture hanno messo in
discussione la produttività generativa delle matrici (dal latino matrix, ‘madre’). L’obiettivo era quello di
mettere in discussione le modalità di riproduzione convenzionali attraverso una vera abilità artigianale.
Tornato in Francia, ho realizzato pezzi aggiuntivi usando stampi che ho costruito personalmente. Allo
stesso tempo, mi sono dedicato all’esplorazione degli stampi colorati utilizzati nel lavoro del vetro presso
il CIAV Meisenthal, un centro di ricerca straordinario nell’est della Francia. Ho sviluppato due serie di vasi
in vetro realizzati con ‘speed-datings’ di forme e colori, i Karyotypes Freaks. L’idea del Freak proviene dal
vocabolario mitologico, dalle creature ibride composte da diverse parti animali. Assumendo significati
diversi, simboleggiano la duplice natura degli esseri umani: bestiale e divina.
Volevo approfondire questa ricerca e ho scoperto una manifattura vicino a Limoges, in una piccola città
chiamata Saint-Yrieix-la-Perche. In questa fabbrica ho trovato una vera biblioteca di stampi, migliaia di
forme in disuso. Così ho iniziato una nuova serie di opere chiamate Hylomorphoses. Derivata dalle parole
greche húlê (‘materia’) e mórphôsis (‘modellatura’), la serie Hylomorphoses fa parte di un’esplorazione
materiale dei legami tra forma, produzione e utilizzo.
Guidato da questi miti, ho coltivato una narrazione estetica che dialoga con il contemporaneo, proiettando
un percorso immaginativo nel futuro. Questa serie ornamentale gioca metaforicamente con la duplicazione
delle forme, falsi gemelli e vere follie decorative.
La glassa cristallina e i motivi ricorrenti si intrecciano senza soluzione di continuità, ristabilendo un’unità
tra stampi dimenticati. Le decorazioni diventano segni tratti da contesti diversi, dai graffiti urbani ai decori
delle ceramiche antiche. Gli stampi, agendo come moduli di produzione, si trasformano sia in forma che in
decorazione, fungendo da agenti futuri in un’archeologia della forma in divenire.
Questi nuovi ibridi, posizionati tra vasi e sculture, a mio avviso, hanno superato i loro predecessori,
incarnando uno stato superiore: una sorta di ‘meta-stasi’. Come la deformazione di una cellula causata
da un fattore esterno, una volontà esterna di incorporazione, queste opere sono meta(st)asi, una
contrazione di meta, stasi e vasi.
Concettualmente, questi manufatti di porcellana dialogano con altre opere recenti della mia produzione:
i disegni ossessivi di vasi che creo con i pastelli a olio. Ogni volta che trovo un vaso, non posso evitare di
osservarlo. Di cosa è fatto? Che tipo di decoro, argilla, cottura, tecnica? Come è stato realizzato? Quale
cultura? Quale era? Per cercare di rispondere a queste domande, li disegno molto velocemente, come in
un diario, per connettermi con loro e creare una relazione olistica.”
Sono ossessionato da questa forma da molto tempo, ma è diventato chiaro che dovevo lavorarci nel 2016.
Quell’anno, ho iniziato una residenza di ricerca sulle porcellane tradizionali di Jingdezhen (Cina), seguita
da un’altra focalizzata sulle tecniche di produzione francese vicino a Limoges (Francia).
Questo percorso si è inizialmente focalizzato sulle origini del caolino, l’ingrediente chiave nella porcellana.
I primi lavori che ho realizzato sono stati chiamati i Trofei. Erano un’accumulazione di ‘speed-datings’ tra
stampi di gesso recuperati da una fabbrica abbandonata di Jingdezhen. Queste sculture hanno messo in
discussione la produttività generativa delle matrici (dal latino matrix, ‘madre’). L’obiettivo era quello di
mettere in discussione le modalità di riproduzione convenzionali attraverso una vera abilità artigianale.
Tornato in Francia, ho realizzato pezzi aggiuntivi usando stampi che ho costruito personalmente. Allo
stesso tempo, mi sono dedicato all’esplorazione degli stampi colorati utilizzati nel lavoro del vetro presso
il CIAV Meisenthal, un centro di ricerca straordinario nell’est della Francia. Ho sviluppato due serie di vasi
in vetro realizzati con ‘speed-datings’ di forme e colori, i Karyotypes Freaks. L’idea del Freak proviene dal
vocabolario mitologico, dalle creature ibride composte da diverse parti animali. Assumendo significati
diversi, simboleggiano la duplice natura degli esseri umani: bestiale e divina.
Volevo approfondire questa ricerca e ho scoperto una manifattura vicino a Limoges, in una piccola città
chiamata Saint-Yrieix-la-Perche. In questa fabbrica ho trovato una vera biblioteca di stampi, migliaia di
forme in disuso. Così ho iniziato una nuova serie di opere chiamate Hylomorphoses. Derivata dalle parole
greche húlê (‘materia’) e mórphôsis (‘modellatura’), la serie Hylomorphoses fa parte di un’esplorazione
materiale dei legami tra forma, produzione e utilizzo.
Guidato da questi miti, ho coltivato una narrazione estetica che dialoga con il contemporaneo, proiettando
un percorso immaginativo nel futuro. Questa serie ornamentale gioca metaforicamente con la duplicazione
delle forme, falsi gemelli e vere follie decorative.
La glassa cristallina e i motivi ricorrenti si intrecciano senza soluzione di continuità, ristabilendo un’unità
tra stampi dimenticati. Le decorazioni diventano segni tratti da contesti diversi, dai graffiti urbani ai decori
delle ceramiche antiche. Gli stampi, agendo come moduli di produzione, si trasformano sia in forma che in
decorazione, fungendo da agenti futuri in un’archeologia della forma in divenire.
Questi nuovi ibridi, posizionati tra vasi e sculture, a mio avviso, hanno superato i loro predecessori,
incarnando uno stato superiore: una sorta di ‘meta-stasi’. Come la deformazione di una cellula causata
da un fattore esterno, una volontà esterna di incorporazione, queste opere sono meta(st)asi, una
contrazione di meta, stasi e vasi.
Concettualmente, questi manufatti di porcellana dialogano con altre opere recenti della mia produzione:
i disegni ossessivi di vasi che creo con i pastelli a olio. Ogni volta che trovo un vaso, non posso evitare di
osservarlo. Di cosa è fatto? Che tipo di decoro, argilla, cottura, tecnica? Come è stato realizzato? Quale
cultura? Quale era? Per cercare di rispondere a queste domande, li disegno molto velocemente, come in
un diario, per connettermi con loro e creare una relazione olistica.”
13
dicembre 2023
Meta(st)ases
Dal 13 dicembre 2023 al 17 febbraio 2024
arte contemporanea
Location
OXILIA Gallery
Milano, Via Nino Oxilia, 9, (MI)
Milano, Via Nino Oxilia, 9, (MI)
Orario di apertura
Da martedì a sabato su appuntamento. Controlla le date di apertura su IG
Vernissage
12 Dicembre 2023, 19-21
Sito web
Autore