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Metessi 2
Metessi2, non vuole essere solo una commemorazione o una celebrazione, ma l’avvio di un nuovo percorso di approfondimento nelle suggestioni di allora e sui magnetismi di adesso. A partire dalla svolta linguistica degli anni Ottanta, si sono imposte nella pratica artistica contemporanea un’idea e un’azione dell’arte come dispiegamento semantico di tante soggettività Spesso, però, nonostante i continui ritorni della dimensione mediale di partenza, che a vario titolo è invocata dal loro percorso, entro i campi più svariati, si trascura che è proprio l’area degli artisti di Metessi ad aver inaugurato l’approccio “relativo al significato” alla pratica linguistica mediale odierna.
Comunicato stampa
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Associazione Amici dell’Arte Studio Carrieri
Fondazione Noesi per l’Arte Contemporanea
IncontriNoesi2009
invitano alla presentazione della mostra
Metessi 2
… pratica della relazione e della comunicazione
a cura di Gabriele Perretta
Dopo gli anni Sessanta e Settanta, anni difficili ma pieni di rotture e trasformazioni, gli Ottanta apparvero portatori di una vita che si configurava tra esteriorità e convenzione. Tutto d’un colpo, l’arte divenne linguaggio della crisi totale! Essa era improvvisamente caduta in una pletora di simulacri senza via d’uscita, si era trasformata nel piatto forte di tecniche di rappresentazione e di modellizzazione, che non sfuggivano a nessuna totalità apologetica. La sensazione che veniva fuori dal “riflusso”, imposto dalla deregulation, e da un certo post-moderno reazionario, che tentava di mettere insieme Schnabel e Haacke, il sublime di Burke, il tradizionalismo di Joseph De Maistre e un certo pensiero decostruzionista, era quella della simulazione come forma unica di finzione. È in questa atmosfera di contrasto ideologico, schiacciati dall’appiattimento post-moderno, che nell’autunno del 1989 nasce l’idea di Metessi, realizzata nella Galleria Carrieri a Piazza di Pietra a Roma. Quella mostra, che portava il titolo di un’antica voce del dizionario greco, riuniva artisti, poeti e scrittori italiani ed internazionali della generazione del dopoguerra, come Giuseppe Chiari, Claudio Cintoli, Giuseppe Desiato, Stelio Maria Martini, Fabio Mauri, Eugenio Miccini, Gina Pane, Lamberto Pignotti, Franco Vaccari, Emilio Villa, messi a confronto con quelli che cominciavano ad affacciarsi alla fine degli anni Ottanta, come Maurizio Arcangeli, Enrico Bentivoglio, Maurizio Cattelan, Emilio Fantin, Carlo Ferraris, Premiata Ditta, ABM Computers, Marco Formento, Ivano Sossella, Tommaso Tozzi, Cesare Viel, Luca Vitone. Come dice lo stesso Cattelan, fu una rassegna che in Italia precedette l’area mediale, già ben individuabile sin dalla prima metà degli anni Ottanta! Cos’era Metessi? Dal greco ??????? (mètexis), significa genericamente partecipazione, comunicazione ed in essa si concretizza la nozione fondamentale di quella mostra, ma in ultima analisi può essere intesa come una tensione attiva del soggetto alla partecipazione collettiva e consapevole al mondo intelligibile. Secondo J.L. Ackrill, attraverso il concetto di metessi, non vi sarebbe più il desiderio di rincorre uno statuto ontologico del linguaggio, ma dei semplici paradigmi, strumenti di una semiotica che definisce il significato delle stesse parole (tracce, passaggi, scritture, gesti, impronte d’arte contemporanea, come ci ricordava il sottotitolo della mostra): “fixed things to guarantee the meaningfulness of talk, fixed concepts - the meanings of general words”. Le due generazioni di Metessi a confronto, non servirono a delineare solo le vicinanze tra le “pratiche del fare”, ma le sostanziali differenze e soprattutto le effettive maturazioni avvenute, soprattutto dopo la svolta linguistica di chi, come Arcangeli, Bentivoglio, Cattelan, Fantin,Tozzi, Sossella, Viel e Vitone, lavora nel proprio contemporaneo avendo sviluppato un percorso ed un approccio singolare al mondo della cultura artistica.
Metessi2, non vuole essere solo una commemorazione o una celebrazione, ma l’avvio di un nuovo percorso di approfondimento nelle suggestioni di allora e sui magnetismi di adesso. A partire dalla svolta linguistica degli anni Ottanta, si sono imposte nella pratica artistica contemporanea un’idea e un’azione dell’arte come dispiegamento semantico di tante soggettività Spesso, però, nonostante i continui ritorni della dimensione mediale di partenza, che a vario titolo è invocata dal loro percorso, entro i campi più svariati, si trascura che è proprio l’area degli artisti di Metessi ad aver inaugurato l’approccio “relativo al significato” alla pratica linguistica mediale odierna. Di fatto in questa seconda edizione, invece di rispettare il palinsesto della prima mostra, l’esposizione cerca di ripercorrere la filosofia originaria della tecnica di allora arricchita da alcune tracce di attualità, proponendosi come sistema di strutture e collettore di contenuti, prestazione bio-cognitiva tipicamente umana, deposito sociale di intuizioni e di scandagli. L’intento è, dunque, quello di mostrare al di là dell’arte l’operatore della comunicazione, come un potente anticipatore della sensibilità pubblica contemporanea.
Fondazione Noesi per l’Arte Contemporanea
IncontriNoesi2009
invitano alla presentazione della mostra
Metessi 2
… pratica della relazione e della comunicazione
a cura di Gabriele Perretta
Dopo gli anni Sessanta e Settanta, anni difficili ma pieni di rotture e trasformazioni, gli Ottanta apparvero portatori di una vita che si configurava tra esteriorità e convenzione. Tutto d’un colpo, l’arte divenne linguaggio della crisi totale! Essa era improvvisamente caduta in una pletora di simulacri senza via d’uscita, si era trasformata nel piatto forte di tecniche di rappresentazione e di modellizzazione, che non sfuggivano a nessuna totalità apologetica. La sensazione che veniva fuori dal “riflusso”, imposto dalla deregulation, e da un certo post-moderno reazionario, che tentava di mettere insieme Schnabel e Haacke, il sublime di Burke, il tradizionalismo di Joseph De Maistre e un certo pensiero decostruzionista, era quella della simulazione come forma unica di finzione. È in questa atmosfera di contrasto ideologico, schiacciati dall’appiattimento post-moderno, che nell’autunno del 1989 nasce l’idea di Metessi, realizzata nella Galleria Carrieri a Piazza di Pietra a Roma. Quella mostra, che portava il titolo di un’antica voce del dizionario greco, riuniva artisti, poeti e scrittori italiani ed internazionali della generazione del dopoguerra, come Giuseppe Chiari, Claudio Cintoli, Giuseppe Desiato, Stelio Maria Martini, Fabio Mauri, Eugenio Miccini, Gina Pane, Lamberto Pignotti, Franco Vaccari, Emilio Villa, messi a confronto con quelli che cominciavano ad affacciarsi alla fine degli anni Ottanta, come Maurizio Arcangeli, Enrico Bentivoglio, Maurizio Cattelan, Emilio Fantin, Carlo Ferraris, Premiata Ditta, ABM Computers, Marco Formento, Ivano Sossella, Tommaso Tozzi, Cesare Viel, Luca Vitone. Come dice lo stesso Cattelan, fu una rassegna che in Italia precedette l’area mediale, già ben individuabile sin dalla prima metà degli anni Ottanta! Cos’era Metessi? Dal greco ??????? (mètexis), significa genericamente partecipazione, comunicazione ed in essa si concretizza la nozione fondamentale di quella mostra, ma in ultima analisi può essere intesa come una tensione attiva del soggetto alla partecipazione collettiva e consapevole al mondo intelligibile. Secondo J.L. Ackrill, attraverso il concetto di metessi, non vi sarebbe più il desiderio di rincorre uno statuto ontologico del linguaggio, ma dei semplici paradigmi, strumenti di una semiotica che definisce il significato delle stesse parole (tracce, passaggi, scritture, gesti, impronte d’arte contemporanea, come ci ricordava il sottotitolo della mostra): “fixed things to guarantee the meaningfulness of talk, fixed concepts - the meanings of general words”. Le due generazioni di Metessi a confronto, non servirono a delineare solo le vicinanze tra le “pratiche del fare”, ma le sostanziali differenze e soprattutto le effettive maturazioni avvenute, soprattutto dopo la svolta linguistica di chi, come Arcangeli, Bentivoglio, Cattelan, Fantin,Tozzi, Sossella, Viel e Vitone, lavora nel proprio contemporaneo avendo sviluppato un percorso ed un approccio singolare al mondo della cultura artistica.
Metessi2, non vuole essere solo una commemorazione o una celebrazione, ma l’avvio di un nuovo percorso di approfondimento nelle suggestioni di allora e sui magnetismi di adesso. A partire dalla svolta linguistica degli anni Ottanta, si sono imposte nella pratica artistica contemporanea un’idea e un’azione dell’arte come dispiegamento semantico di tante soggettività Spesso, però, nonostante i continui ritorni della dimensione mediale di partenza, che a vario titolo è invocata dal loro percorso, entro i campi più svariati, si trascura che è proprio l’area degli artisti di Metessi ad aver inaugurato l’approccio “relativo al significato” alla pratica linguistica mediale odierna. Di fatto in questa seconda edizione, invece di rispettare il palinsesto della prima mostra, l’esposizione cerca di ripercorrere la filosofia originaria della tecnica di allora arricchita da alcune tracce di attualità, proponendosi come sistema di strutture e collettore di contenuti, prestazione bio-cognitiva tipicamente umana, deposito sociale di intuizioni e di scandagli. L’intento è, dunque, quello di mostrare al di là dell’arte l’operatore della comunicazione, come un potente anticipatore della sensibilità pubblica contemporanea.
31
gennaio 2009
Metessi 2
Dal 31 gennaio al 14 marzo 2009
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE NOESI PER L’ARTE CONTEMPORANEA – PALAZZO BARNABA
Martina Franca, Via Principe Umberto, 49, (Taranto)
Martina Franca, Via Principe Umberto, 49, (Taranto)
Orario di apertura
venerdì, sabato e domenica dalle 17,30 alle 20,30
Vernissage
31 Gennaio 2009, ore 18
Autore
Curatore