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Mezzo minuto di raccoglimento
Mezzo minuto di raccoglimento. Il riscatto dei materiali e delle forme dismesse. Mostra collettiva nell’Antico Oratorio della Passione di Sant’Ambrogio contro lo spreco della prodigalità.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra allestita nell'Antico Oratorio della Passione di S.Ambrogio raccoglie le esperienze creative di un gruppo di
artiste che si sono ritrovate sulla stessa strada nonostante la cifra espressiva decisamente diversa. In comune hanno un
modo particolare di osservare le cose della realtà, soprattutto quelle che tendono a nascondersi o a non trovare uno
scopo d'uso, avendolo perso dentro il grande e frettoloso consumo di forme e materiali imposto dalla società.
Alla rapida consunzione dei materiali, dai più ordinari a quelli che mantengono una certa preziosità, contrappongono l'indole,
tutta femminile, del discernere, con pacata riflessione, quanto ancora di ammirevole e di fascinoso sopravvive nelle
pieghe e nei risvolti degli oggetti e dei materiali destinati al macero o all'oblio, come ad esempio le cimase e i piccoli
frammenti del taglio dei tessuti, oppure i tappi di sughero e di plastica delle bottiglie, le confezioni degli alimenti, i detriti rigettati
dal mare sulle battigie, i ferri arrugginiti delle discariche.
Dall'oggetto più derelitto, prediletto anche in ragione di una comune sensibilità ecologica, le artiste di "mezzo minuto
di raccoglimento", partono e ricreano, quasi risuscitando in nuove forme ciò che era morto. Le memorie infantili o dei luoghi natii, intime o universali, le
simbologie personali, semplici o complesse, ma assolutamente significative della vita delle artiste, si fanno trasportare
da una materia, ora ostica, ora duttile che si trasforma, si rigenera. Memorie e consapevolezze che si insinuano felicemente
nelle trame del tessuto-vissuto di Mami Kawai, nei vigorosi impasti di lana grezza di Gaia Clerici, nelle raffinate
composizioni di Elizabeth Ruchti, nei solari e colorati tessuti dipinti a mano di Adriana Mariutti, nell'abilità della mano fantasiosa
di Anna Pluda, nei collages dal sapore veneziano di Paola Pietrogrande, nelle "montagne di cose", infine, di Maby
Navone. Che l'incipit creativo si muova da filo o matassa, da foglia o legno, da giornale, scatola o cassetta, e diventi pittura, scultura,
gioiello o arredo, poco importa; lungi dalla mera provocazione trash fine a se stessa, si legge nelle opere di questa
esposizione un condiviso e sereno desiderio di dignità e poesia.
Elisabetta Mero
artiste che si sono ritrovate sulla stessa strada nonostante la cifra espressiva decisamente diversa. In comune hanno un
modo particolare di osservare le cose della realtà, soprattutto quelle che tendono a nascondersi o a non trovare uno
scopo d'uso, avendolo perso dentro il grande e frettoloso consumo di forme e materiali imposto dalla società.
Alla rapida consunzione dei materiali, dai più ordinari a quelli che mantengono una certa preziosità, contrappongono l'indole,
tutta femminile, del discernere, con pacata riflessione, quanto ancora di ammirevole e di fascinoso sopravvive nelle
pieghe e nei risvolti degli oggetti e dei materiali destinati al macero o all'oblio, come ad esempio le cimase e i piccoli
frammenti del taglio dei tessuti, oppure i tappi di sughero e di plastica delle bottiglie, le confezioni degli alimenti, i detriti rigettati
dal mare sulle battigie, i ferri arrugginiti delle discariche.
Dall'oggetto più derelitto, prediletto anche in ragione di una comune sensibilità ecologica, le artiste di "mezzo minuto
di raccoglimento", partono e ricreano, quasi risuscitando in nuove forme ciò che era morto. Le memorie infantili o dei luoghi natii, intime o universali, le
simbologie personali, semplici o complesse, ma assolutamente significative della vita delle artiste, si fanno trasportare
da una materia, ora ostica, ora duttile che si trasforma, si rigenera. Memorie e consapevolezze che si insinuano felicemente
nelle trame del tessuto-vissuto di Mami Kawai, nei vigorosi impasti di lana grezza di Gaia Clerici, nelle raffinate
composizioni di Elizabeth Ruchti, nei solari e colorati tessuti dipinti a mano di Adriana Mariutti, nell'abilità della mano fantasiosa
di Anna Pluda, nei collages dal sapore veneziano di Paola Pietrogrande, nelle "montagne di cose", infine, di Maby
Navone. Che l'incipit creativo si muova da filo o matassa, da foglia o legno, da giornale, scatola o cassetta, e diventi pittura, scultura,
gioiello o arredo, poco importa; lungi dalla mera provocazione trash fine a se stessa, si legge nelle opere di questa
esposizione un condiviso e sereno desiderio di dignità e poesia.
Elisabetta Mero
03
maggio 2010
Mezzo minuto di raccoglimento
Dal 03 al 09 maggio 2010
arte contemporanea
Location
EX ORATORIO DELLA CONFRATERNITA DELLA PASSIONE – BASILICA DI SANT’AMBROGIO
Milano, Piazza Sant'ambrogio, (Milano)
Milano, Piazza Sant'ambrogio, (Milano)
Orario di apertura
tutti i giorni h.14,30-19,30
Vernissage
3 Maggio 2010, ore 18,30
Autore
Curatore