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Mia Madre. 140 anni dopo la grande svolta di Porro
Arte e maternità si confondono in un connubio perfetto, in cui l’arte diventa nutrimento e la maternità arte, attraverso immagini storiche, fotografie, abiti, sculture di ceramica, ferri chirurgici, registri e scatti della prima clinica ostetrica, dipinti di giovani artisti
Comunicato stampa
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Ad aprire il percorso è il dipinto “La madre prolifica”, del pittore milanese Cesare Breveglieri (1902-1948), Premio Frank nel 1936 e oggi conservato presso i Musei Civici del Castello di Pavia, che cede il posto ai lavori (scultura, fotografia, pittura) di giovani artisti, e poi ad oggetti, abiti e ferri chirurgici, che esplorano il potere generativo della donna nell’arte e nella società, intrecciando diverse dimensioni del sapere, dalla sociologia alla psicologia, dall’arte alla medicina. La donna, emblema dell’origine della vita stessa, simbolo di nutrizione, diventa evocazione di forza, di estrema potenza vitale, colei che dà vita a tutto e a cui tutto si ricongiunge.
Un liet-motiv percorre tutta la mostra: la nascita, secondo la personale visione di ogni artista in mostra. Nascita come inno alla vita e non, come spesso accadeva fino al tardo Ottocento, binomio di morte e vita. Nell'antichità, il taglio cesareo veniva applicato post mortem. Morta la madre, immediatamente si cercava di salvare il bambino. Lo scopo era offrire al bambino la possibilità, tramite battesimo, della salvezza eterna. Successivamente, quando insorgevano complicazioni nelle fasi finali di una gravidanza e si rendeva necessario un intervento di parto cesareo, era chiaro a tutti che per la madre non c’era scampo: si incideva il ventre, si estraeva il bambino e si lasciava la donna al suo destino.
Fino a quando Edoardo Porro, primario ostetrico dell’Ospedale San Matteo di Pavia, rivoluzionò tutto. Il 21 marzo 1876, infatti, estraeva dal ventre di una giovane donna di nome Giulia Cavallini, affetta da rachitismo e giunta al termine della gravidanza, un bambino, applicando una nuova tecnica, un’invenzione che permise di salvare, oltre al bambino, anche la madre. La tecnica di Porro entrò così a far parte del repertorio chirurgico europeo, ma fu non solo una rivoluzione di tipo chirurgico ed ostetrico, ma soprattutto umana.
Una così importante intuizione pensata e sviluppata a Pavia è il fulcro dal quale nasce Mia Madre140 anni dopo la grande svolta di Porro, che si pone, dunque, l’obiettivo di celebrare quest’evento capace di incidere sulla vita delle donne e dunque dell’umanità, molto più di tante, celebrate scoperte.
Un liet-motiv percorre tutta la mostra: la nascita, secondo la personale visione di ogni artista in mostra. Nascita come inno alla vita e non, come spesso accadeva fino al tardo Ottocento, binomio di morte e vita. Nell'antichità, il taglio cesareo veniva applicato post mortem. Morta la madre, immediatamente si cercava di salvare il bambino. Lo scopo era offrire al bambino la possibilità, tramite battesimo, della salvezza eterna. Successivamente, quando insorgevano complicazioni nelle fasi finali di una gravidanza e si rendeva necessario un intervento di parto cesareo, era chiaro a tutti che per la madre non c’era scampo: si incideva il ventre, si estraeva il bambino e si lasciava la donna al suo destino.
Fino a quando Edoardo Porro, primario ostetrico dell’Ospedale San Matteo di Pavia, rivoluzionò tutto. Il 21 marzo 1876, infatti, estraeva dal ventre di una giovane donna di nome Giulia Cavallini, affetta da rachitismo e giunta al termine della gravidanza, un bambino, applicando una nuova tecnica, un’invenzione che permise di salvare, oltre al bambino, anche la madre. La tecnica di Porro entrò così a far parte del repertorio chirurgico europeo, ma fu non solo una rivoluzione di tipo chirurgico ed ostetrico, ma soprattutto umana.
Una così importante intuizione pensata e sviluppata a Pavia è il fulcro dal quale nasce Mia Madre140 anni dopo la grande svolta di Porro, che si pone, dunque, l’obiettivo di celebrare quest’evento capace di incidere sulla vita delle donne e dunque dell’umanità, molto più di tante, celebrate scoperte.
13
maggio 2016
Mia Madre. 140 anni dopo la grande svolta di Porro
Dal 13 al 29 maggio 2016
Location
SPAZIO PER LE ARTI CONTEMPORANEE DEL BROLETTO
Pavia, Piazza Della Vittoria, 27, (Pavia)
Pavia, Piazza Della Vittoria, 27, (Pavia)
Orario di apertura
giovedì e venerdì ore 16-19, sabato e domenica 10.30-12.30; 16-19
Vernissage
13 Maggio 2016, h 19.30
Autore
Curatore