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Michael Manning – Caesar Salad
La mostra prende il nome dalla famosa insalata, la Caesar Salad appunto, le cui origini, le associazioni culturali, la connotazione geografica e le sue potenziali forme future rappresentano lo specchio anamorfico della personale di Michael Manning.
Comunicato stampa
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Era il 1920 – a dir la verità nessuno sa dire esattamente il giorno – quando Caesar Cardini, un ragazzo proprietario di un ristorante a Tijuana in Messico, avendo esaurito in cucina tutti gli ingredienti dei piatti in menù, decise di combinare in modo casuale quelli rimasti, per creare un’insalata che facesse scena. Se fino a quel momento un piatto d’insalata era stato composto principalmente da lattuga romana, Caesar provò a realizzarne una versione speciale, aggiungendo un condimento fatto di uno strano mix di parmigiano, succo di limone, olio d’oliva, uova, salsa Worchestershire e pepe nero. Senza acciughe però. Caesar non intendeva utilizzare acciughe nella sua insalata. Per cui il fatto che queste siano poi diventate così comuni nella Caesar Salad é dovuto al fatto che anche suo fratello Alex avesse elaborato una ricetta di insalata molto simile, chiamata “Aviator”, che prevedeva l’uso di acciughe in sostituzione della Worchestershire sauce.
La storia della nascita della Caesar Salad é dunque quella dell’improbabile combinazione di diversi ingredienti in un solo piatto – ormai diventato un’istituzione culturale – caratterizzato da quel suo carattere d’insieme di elementi differenti.
La Caesar Salad, nella ricetta attuale, è da tutti considerata un’invenzione americana, anche se è stata di fatto creata in Messico da un immigrato italiano. In un certo senso, il contesto multiculturale nel quale è stata creata rafforza l’immaginario di un’appartenenza alla cultura americana, idea ancor più legata a quel mix dei diversi ingredienti che la compongono. Malgrado si tratti di un piatto comune nei menù delle steakhouse americane (la sua prima documentazione ufficiale risale al 1946 nel menù del ristorante Lawry’s Steakhouse di Los Angeles), in America la sua origine viene erroneamente associata a un’eredità dell’antica Roma, quando l’unica vera relazione con la presunta provenienza del suo inventore consiste nella speculazione di un’omonimia imperiale. Tale attribuzione, priva di fondamento, ha fatto sì che le grandi aziende che producono condimenti per insalata, decorino spesso le loro bottiglie con foglie di ulivo, colonne romane e in certi casi persino con un busto di marmo di Paul Newman, nelle vesti di Giulio Cesare, con la testa cinta da una corona d’alloro.
La ricetta originale della Caesar Salad si é evoluta nel tempo in direzioni diverse, adattandosi alla cucina regionale, alle diverse culture e assumendo sempre nuove forme. I salutisti californiani hanno dato vita alla Kale Caesar, i fanatici delle spezie del sud hanno creato la Cajun Chicken Caesar, i messicani hanno inventato la loro variante a base di coriandolo e succo di lime, per non parlare poi di piadine, panini e sandwich di ogni tipo.
La Caesar Salad, le sue origini, le associazioni culturali, la connotazione geografica e le sue potenziali forme future rappresentano lo specchio anamorfico della mostra personale di Michael Manning. Tali connessioni discorsive, dislocate tra Roma e la California, operano come sinapsi contrastanti – far fuoco e mancare, far fuoco e colpire. I lavori prendono forma nel loro esistere come idea multiforme e mai unica: una palla montata su un muro, o stampata in fotografia o intagliata nella cera. Manning trae il suo immaginario dalla ricerca in campi apparentemente estranei e li sintetizza in un formato fluido che appartiene distintamente al suo sentire sud-californiano, nella co-esistenza di diverse forme di rappresentazione. In tal senso il suo lavoro è un'insalata, una Caesar Salad, nata dalla necessità e dall’ambiente, frainteso e costantemente ritratto in uno stato di flusso rappresentativo.
Michael Manning (b. 1985) vive e lavora a Los Angeles. Il suo lavoro esplora approcci alternativi nella produzione e circolazione di oggetti d’arte tradizionali, attraverso l’utilizzo di tecnologie e social network. Manning crea dipinti, video e istallazioni, attingendo da internet e dai software, utilizzando la cripto-materialità della tecnologia informatica messa in relazione al suo interesse per la controcultura dei movimenti punk.
La storia della nascita della Caesar Salad é dunque quella dell’improbabile combinazione di diversi ingredienti in un solo piatto – ormai diventato un’istituzione culturale – caratterizzato da quel suo carattere d’insieme di elementi differenti.
La Caesar Salad, nella ricetta attuale, è da tutti considerata un’invenzione americana, anche se è stata di fatto creata in Messico da un immigrato italiano. In un certo senso, il contesto multiculturale nel quale è stata creata rafforza l’immaginario di un’appartenenza alla cultura americana, idea ancor più legata a quel mix dei diversi ingredienti che la compongono. Malgrado si tratti di un piatto comune nei menù delle steakhouse americane (la sua prima documentazione ufficiale risale al 1946 nel menù del ristorante Lawry’s Steakhouse di Los Angeles), in America la sua origine viene erroneamente associata a un’eredità dell’antica Roma, quando l’unica vera relazione con la presunta provenienza del suo inventore consiste nella speculazione di un’omonimia imperiale. Tale attribuzione, priva di fondamento, ha fatto sì che le grandi aziende che producono condimenti per insalata, decorino spesso le loro bottiglie con foglie di ulivo, colonne romane e in certi casi persino con un busto di marmo di Paul Newman, nelle vesti di Giulio Cesare, con la testa cinta da una corona d’alloro.
La ricetta originale della Caesar Salad si é evoluta nel tempo in direzioni diverse, adattandosi alla cucina regionale, alle diverse culture e assumendo sempre nuove forme. I salutisti californiani hanno dato vita alla Kale Caesar, i fanatici delle spezie del sud hanno creato la Cajun Chicken Caesar, i messicani hanno inventato la loro variante a base di coriandolo e succo di lime, per non parlare poi di piadine, panini e sandwich di ogni tipo.
La Caesar Salad, le sue origini, le associazioni culturali, la connotazione geografica e le sue potenziali forme future rappresentano lo specchio anamorfico della mostra personale di Michael Manning. Tali connessioni discorsive, dislocate tra Roma e la California, operano come sinapsi contrastanti – far fuoco e mancare, far fuoco e colpire. I lavori prendono forma nel loro esistere come idea multiforme e mai unica: una palla montata su un muro, o stampata in fotografia o intagliata nella cera. Manning trae il suo immaginario dalla ricerca in campi apparentemente estranei e li sintetizza in un formato fluido che appartiene distintamente al suo sentire sud-californiano, nella co-esistenza di diverse forme di rappresentazione. In tal senso il suo lavoro è un'insalata, una Caesar Salad, nata dalla necessità e dall’ambiente, frainteso e costantemente ritratto in uno stato di flusso rappresentativo.
Michael Manning (b. 1985) vive e lavora a Los Angeles. Il suo lavoro esplora approcci alternativi nella produzione e circolazione di oggetti d’arte tradizionali, attraverso l’utilizzo di tecnologie e social network. Manning crea dipinti, video e istallazioni, attingendo da internet e dai software, utilizzando la cripto-materialità della tecnologia informatica messa in relazione al suo interesse per la controcultura dei movimenti punk.
02
luglio 2015
Michael Manning – Caesar Salad
Dal 02 al 30 luglio 2015
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
BASEMENT ROMA
Roma, Via Nicola Ricciotti, 4, (Roma)
Roma, Via Nicola Ricciotti, 4, (Roma)
Orario di apertura
lun-ven 14.30-18.30
Vernissage
2 Luglio 2015, h 19
Autore