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Michael Rotondi – Din-don, din-don! Din-don, din-don
Michael Rotondi evidenzia il senso della mostra: “Il mio interesse spesso ruota attorno a leggende e fiabe, raccontate e tramandate, ho cercato per questo contesto qualche cosa che parlasse di Urbino, della città stessa e della sua memoria”
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nella terza giornata del meeting europeo delle politiche giovanili sarà inaugurato un evento di White Cube/satellite di Pesaro, alle ore 18.30 in Piazza Ducale ad Urbino.
E’ il quarto appuntamento White Cube/satellite di Pesaro curato da White/Team, con intervento critico di Helena Rusikova, il progetto “Din-don, din-don! Din-don, din-don” dell'artista Michael Rotondi, il quale con le sue parole evidenzia chiaramente la filosofia del suo lavoro “il mio interesse spesso ruota attorno a leggende e fiabe, raccontate e tramandate, ho cercato per questo contesto qualche cosa che parlasse di Urbino, della città stessa e della sua memoria. Ho trovato una storia la Brombolona, dalla quale ho tratto due disegni, che sono stati riportati su stendardi in pvc, li appenderò dalle finestre del palazzo Ducale.”
White Cube è un progetto di galleria d'arte racchiuso in un metro quadrato d'esposizione ideato dall'artista e gallerista Michele Mariano e dall'artista Christian Rainer con l'intento di creare una rete di micro gallerie in tutta Europa, esportando l'idea di franchising nell'arte contemporanea ed in una forma che è di per sé un'operazione d'arte concettuale. Una micro-personale pensata per poter essere presentata ovunque e quindi in linea con il concept di -democratizzazione' dell'arte espresso dal progetto White Cube.
Il progetto è promosso dall’Assessorato alle Attività Culturali della Provincia di Pesaro e Urbino attraverso il Sistema Provinciale d’Arte contemporanea/circuito giovani. www.spac.pu.it
Brombolona:
Tale leggenda è ambientata sulle colline che fiancheggiano il fiume Metauro, e precisamente verso Piandonico, in quel di Gaifa nelle propaggini collinose delle cesane urbinati. Ivi, credesi all´epoca del Duca Federico da montefeltro Signore di Urbino, esisteva un castello, detto di Gaifa e, sur una torre di detto maniero c´era una campana usa più a suoni di lotte e di guerre che non di preghiere. Pare che verso il XV secolo una grossa frana facesse allamare gran parte del vecchio castello e anche la torre campanaria. Il castellano, detto appunto il conte di Gaifa, adunò la gente del contado e fece spianare le macerie della parte crollata del grosso edificio, dopo aver recuperato le cose servibili, fra cui la bella campana, e fece puntellare e restaurare la parte rimasta in piedi in modo da impedire altri crolli e potervi dimorare. La campana, non sapendo dove collocarla la fecero issare sopra un grosso olmo che si ergeva, forte e robusto, lì vicino. Doveva essere una sistemazione provvisoria, naturalmente, ma fu una provvisorietà che durò gran tempo, e d´inverno, la campana si inghirlandava tutta di ghiaccioli ( di "Bromboli" come dice la voce dialettale del luogo e di altre località dlle Marche) per cui fu dalla gente del contado chiamata la "Brombolona". Un castellano dei dintorni, il conte Primicilio, uomo d´armi che possedeva un castello con torre campanaria, ma non una campana, chiese in dono al conte di Gaifa, che rifiutò recisamente, la celebre campana dell´olmo, detta la "Brombolona". Allora il richiedente si rivolse al Duca d´Urbino, che pare fosse appunto l´accorto Federico, il quale, non volendo scontentare nè uno nè l´altro dei due feudatari, pare suggerisse al richiedente, con parole furbesche, che spesso se si vuole possedere una cosa bisogna conquistarsela, aggiungendo che chi è di questa opinione certamente non schiererà mai contro il conquistatore. Al conte di Primicilio, non parve vero di avere un sì prezioso suggerimento da tanto personaggio, e da lì a poco, cogliendo l´occasione di una nottata di bufera che copre ogni altro rumore, cioè di una notte da ladri, con una mano di fidi operò in modo che, senza colpo ferire, la bella campana, la "Brombolona", passò silenziosamente, senza dare un rintocco, dall´olmo del conte di Gaifa alla torre del castello del conte di Primicilio, e solo al sorgere del nuovo giorno, essa salutò a lungo e scanzonatamente, la nuova alba e le genti dei dintorni che stupì a risentire la bronzea voce, giungere alle loro orecchia da un´altra direzione. Qualcuno interpretò quei rintocchi come espressione di compiacimento per la nuova e più dignitosa sede raggiunta dalla "Brombolona": < Din-don, din-don! ora si che sto benon! Din-don, din-don > Il conte di Gaifa, invece, infuriato, corse anche lui dal duca di urbino a esporre le proprie lagnanze per la beffa e il furto patiti, e il Duca, da quel furbone ch´era, gli rispose che spesso chi rivuole le sue cose deve sapersele riprendere con lo stesso sistema, e magari con maggior scaltrezza, dell´avversario, (.....) Il conte di Gaifa però rimase deluso del trattamento piuttosto scanzonatello, e in cuor suo giurò vendetta contro il rapitore, anche perchè ora al suo orecchio il suono della "Brombolona" giungeva dalla torre dell´avversario, come una punzecchiatura continua al suo orgoglio ferito: Ma tra il dire e il fare c´è di mezzo il mare, perchè ora non si trattava di dare l´assalto a una pianta incustodita anche se mastodontica, ma alla torre di un munito castello, con tanto di arcieri di guardia, per cui le trame e i tentativi dello sconfitto conte di Gaifa non approdarono mai a nulla. Così la campana rimase sul mastio del castello del primicilio ad annunciare liete e tristi novelle per lungo tempo, e delle sue vicende parlano i fantasiosi racconti dei vecchi del luogo.
(Fonte: N. Leoni, Leggende Marchigiane, I quaderni della famiglia marchigiana, Senigallia 1962, pp.13-14).
E’ il quarto appuntamento White Cube/satellite di Pesaro curato da White/Team, con intervento critico di Helena Rusikova, il progetto “Din-don, din-don! Din-don, din-don” dell'artista Michael Rotondi, il quale con le sue parole evidenzia chiaramente la filosofia del suo lavoro “il mio interesse spesso ruota attorno a leggende e fiabe, raccontate e tramandate, ho cercato per questo contesto qualche cosa che parlasse di Urbino, della città stessa e della sua memoria. Ho trovato una storia la Brombolona, dalla quale ho tratto due disegni, che sono stati riportati su stendardi in pvc, li appenderò dalle finestre del palazzo Ducale.”
White Cube è un progetto di galleria d'arte racchiuso in un metro quadrato d'esposizione ideato dall'artista e gallerista Michele Mariano e dall'artista Christian Rainer con l'intento di creare una rete di micro gallerie in tutta Europa, esportando l'idea di franchising nell'arte contemporanea ed in una forma che è di per sé un'operazione d'arte concettuale. Una micro-personale pensata per poter essere presentata ovunque e quindi in linea con il concept di -democratizzazione' dell'arte espresso dal progetto White Cube.
Il progetto è promosso dall’Assessorato alle Attività Culturali della Provincia di Pesaro e Urbino attraverso il Sistema Provinciale d’Arte contemporanea/circuito giovani. www.spac.pu.it
Brombolona:
Tale leggenda è ambientata sulle colline che fiancheggiano il fiume Metauro, e precisamente verso Piandonico, in quel di Gaifa nelle propaggini collinose delle cesane urbinati. Ivi, credesi all´epoca del Duca Federico da montefeltro Signore di Urbino, esisteva un castello, detto di Gaifa e, sur una torre di detto maniero c´era una campana usa più a suoni di lotte e di guerre che non di preghiere. Pare che verso il XV secolo una grossa frana facesse allamare gran parte del vecchio castello e anche la torre campanaria. Il castellano, detto appunto il conte di Gaifa, adunò la gente del contado e fece spianare le macerie della parte crollata del grosso edificio, dopo aver recuperato le cose servibili, fra cui la bella campana, e fece puntellare e restaurare la parte rimasta in piedi in modo da impedire altri crolli e potervi dimorare. La campana, non sapendo dove collocarla la fecero issare sopra un grosso olmo che si ergeva, forte e robusto, lì vicino. Doveva essere una sistemazione provvisoria, naturalmente, ma fu una provvisorietà che durò gran tempo, e d´inverno, la campana si inghirlandava tutta di ghiaccioli ( di "Bromboli" come dice la voce dialettale del luogo e di altre località dlle Marche) per cui fu dalla gente del contado chiamata la "Brombolona". Un castellano dei dintorni, il conte Primicilio, uomo d´armi che possedeva un castello con torre campanaria, ma non una campana, chiese in dono al conte di Gaifa, che rifiutò recisamente, la celebre campana dell´olmo, detta la "Brombolona". Allora il richiedente si rivolse al Duca d´Urbino, che pare fosse appunto l´accorto Federico, il quale, non volendo scontentare nè uno nè l´altro dei due feudatari, pare suggerisse al richiedente, con parole furbesche, che spesso se si vuole possedere una cosa bisogna conquistarsela, aggiungendo che chi è di questa opinione certamente non schiererà mai contro il conquistatore. Al conte di Primicilio, non parve vero di avere un sì prezioso suggerimento da tanto personaggio, e da lì a poco, cogliendo l´occasione di una nottata di bufera che copre ogni altro rumore, cioè di una notte da ladri, con una mano di fidi operò in modo che, senza colpo ferire, la bella campana, la "Brombolona", passò silenziosamente, senza dare un rintocco, dall´olmo del conte di Gaifa alla torre del castello del conte di Primicilio, e solo al sorgere del nuovo giorno, essa salutò a lungo e scanzonatamente, la nuova alba e le genti dei dintorni che stupì a risentire la bronzea voce, giungere alle loro orecchia da un´altra direzione. Qualcuno interpretò quei rintocchi come espressione di compiacimento per la nuova e più dignitosa sede raggiunta dalla "Brombolona": < Din-don, din-don! ora si che sto benon! Din-don, din-don > Il conte di Gaifa, invece, infuriato, corse anche lui dal duca di urbino a esporre le proprie lagnanze per la beffa e il furto patiti, e il Duca, da quel furbone ch´era, gli rispose che spesso chi rivuole le sue cose deve sapersele riprendere con lo stesso sistema, e magari con maggior scaltrezza, dell´avversario, (.....) Il conte di Gaifa però rimase deluso del trattamento piuttosto scanzonatello, e in cuor suo giurò vendetta contro il rapitore, anche perchè ora al suo orecchio il suono della "Brombolona" giungeva dalla torre dell´avversario, come una punzecchiatura continua al suo orgoglio ferito: Ma tra il dire e il fare c´è di mezzo il mare, perchè ora non si trattava di dare l´assalto a una pianta incustodita anche se mastodontica, ma alla torre di un munito castello, con tanto di arcieri di guardia, per cui le trame e i tentativi dello sconfitto conte di Gaifa non approdarono mai a nulla. Così la campana rimase sul mastio del castello del primicilio ad annunciare liete e tristi novelle per lungo tempo, e delle sue vicende parlano i fantasiosi racconti dei vecchi del luogo.
(Fonte: N. Leoni, Leggende Marchigiane, I quaderni della famiglia marchigiana, Senigallia 1962, pp.13-14).
16
maggio 2008
Michael Rotondi – Din-don, din-don! Din-don, din-don
16 maggio 2008
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
PIAZZA DUCALE
Urbino, Piazza Rinascimento, (Pesaro E Urbino)
Urbino, Piazza Rinascimento, (Pesaro E Urbino)
Vernissage
16 Maggio 2008, ore 18,30
Sito web
www.spac.pu.it
Autore
Curatore