Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Michal Blumenfeld – Stand by
Nella video installazione, presentata per la prima volta in Italia e intitolata Stand by Your Man (1996), la dolce e appassionata parodia dell’artista Michal Blumenfeld richiama in primo luogo i doppi sensi del termine inglese Stand By, “stare in piedi”, “stare in attesa di qualcuno o qualcosa”, “rimanere in sospeso”.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra personale Stand by di Michal Blumenfeld, curata da Susanna Horvatovičova, si inaugura sabato 8 dicembre 2007 alle ore 20.30 negli ex Granai della Fortezza Orsini – Pitigliano, in seno alla X Edizione del PitiFest 2007 Festival di Cinema e Cultura Ebraica, ideato da Michela Scomazzon Galdi - che ne è anche il direttore artistico - e organizzato dall’Associazione Culturale “Pitigliano Film Festival” di Roma. Il programma di quest’anno è dedicato al tema de “Il viaggio”.
Sulle note della canzone Stand by Your Man di Patsy Cline si apre l’incontro tra una coppia di manichini sorretti da stampelle. L’attesa della donna si prolunga finché non giunge lui con la valigia in mano, che saluta la dolce compagna e si lancia in un ballo lento e romantico... Nella video installazione, presentata per la prima volta in Italia e intitolata Stand by Your Man (1996), la dolce e appassionata parodia dell’artista Michal Blumenfeld richiama in primo luogo i doppi sensi del termine inglese Stand By, “stare in piedi”, “stare in attesa di qualcuno o qualcosa”, “rimanere in sospeso”. Piuttosto che di humour inglese si potrebbe parlare di una spiccata capacità di riprodurre con ironia l’atmosfera melanconica della Nouvelle Vague francese, come la tensione dell’inseguimento tra due amanti nel film “Fino all’ultimo respiro” di J. L. Godard o le lunghe attese prima dell’incontro romantico delle pellicole di F. Trauffaut. Michal Blumenfeld ha messo in scena cliché e luoghi comuni delle Love Story del cinema americano, soprattutto del cinema Hollywoodiano degli anni ’50. Nel video e nell’installazione i personaggi in stampelle si sorreggono l’uno con l’altro, conducendo passi di danza su se stessi. L’effetto del movimento rallentato accentua il pathos ma non uccide il disincanto della coppia che non ha volto come le figure enigmatiche di
De Chirico e di Carrà nel periodo metafisico.
Il soggetto del manichino diventa il tema comune anche di alcune tele dipinte da Michal Blumenfeld tra il 2005 e il 2007. Le figure umane disegnate dall’artista israeliana assumono le sembianze di uomini giocattoli, marionette manipolabili, inerti e solitarie come i mucchi di giocattoli dipinti da Savinio. Nella tela Tluim (2007), che in ebraico significa “appesi -dipendenti”, un uomo e una donna si cercano senza potersi toccare; fili colorati separano le due figure, “sostengono” i loro corpi ma contemporaneamente “stringono” la coppia in una morsa mortale. Nel dipinto The Red Glove (2007) invece, un guanto rosso, tipico oggetto della seduzione femminile, si interpone lungo la strada tra un uomo e una donna che, pur apparendo distanti, sembrano conoscersi. In Sales (2007) e Automatic Writing (2007) la pittura è integrata da collage e fotografie. Michal integra la pittura con la parola e la pellicola piuttosto con metodo analogico; traduce messaggi cifrati, segni e simboli, attinti sopratutto dalla cultura ebraica, in oggetto di riflessione ma anche in strumenti di espressione che aspirano ad interpretare liberamente concetti universali quali amore e morte. Nell’incertezza del domani, ogni invito ad un ballo è un’attesa, è una possibilità che si apre ad un nuovo incontro.
Sulle note della canzone Stand by Your Man di Patsy Cline si apre l’incontro tra una coppia di manichini sorretti da stampelle. L’attesa della donna si prolunga finché non giunge lui con la valigia in mano, che saluta la dolce compagna e si lancia in un ballo lento e romantico... Nella video installazione, presentata per la prima volta in Italia e intitolata Stand by Your Man (1996), la dolce e appassionata parodia dell’artista Michal Blumenfeld richiama in primo luogo i doppi sensi del termine inglese Stand By, “stare in piedi”, “stare in attesa di qualcuno o qualcosa”, “rimanere in sospeso”. Piuttosto che di humour inglese si potrebbe parlare di una spiccata capacità di riprodurre con ironia l’atmosfera melanconica della Nouvelle Vague francese, come la tensione dell’inseguimento tra due amanti nel film “Fino all’ultimo respiro” di J. L. Godard o le lunghe attese prima dell’incontro romantico delle pellicole di F. Trauffaut. Michal Blumenfeld ha messo in scena cliché e luoghi comuni delle Love Story del cinema americano, soprattutto del cinema Hollywoodiano degli anni ’50. Nel video e nell’installazione i personaggi in stampelle si sorreggono l’uno con l’altro, conducendo passi di danza su se stessi. L’effetto del movimento rallentato accentua il pathos ma non uccide il disincanto della coppia che non ha volto come le figure enigmatiche di
De Chirico e di Carrà nel periodo metafisico.
Il soggetto del manichino diventa il tema comune anche di alcune tele dipinte da Michal Blumenfeld tra il 2005 e il 2007. Le figure umane disegnate dall’artista israeliana assumono le sembianze di uomini giocattoli, marionette manipolabili, inerti e solitarie come i mucchi di giocattoli dipinti da Savinio. Nella tela Tluim (2007), che in ebraico significa “appesi -dipendenti”, un uomo e una donna si cercano senza potersi toccare; fili colorati separano le due figure, “sostengono” i loro corpi ma contemporaneamente “stringono” la coppia in una morsa mortale. Nel dipinto The Red Glove (2007) invece, un guanto rosso, tipico oggetto della seduzione femminile, si interpone lungo la strada tra un uomo e una donna che, pur apparendo distanti, sembrano conoscersi. In Sales (2007) e Automatic Writing (2007) la pittura è integrata da collage e fotografie. Michal integra la pittura con la parola e la pellicola piuttosto con metodo analogico; traduce messaggi cifrati, segni e simboli, attinti sopratutto dalla cultura ebraica, in oggetto di riflessione ma anche in strumenti di espressione che aspirano ad interpretare liberamente concetti universali quali amore e morte. Nell’incertezza del domani, ogni invito ad un ballo è un’attesa, è una possibilità che si apre ad un nuovo incontro.
08
dicembre 2007
Michal Blumenfeld – Stand by
Dall'otto al 16 dicembre 2007
arte contemporanea
Location
FORTEZZA ORSINI – EX GRANAI
Pitigliano, Piazza Della Fortezza, (Grosseto)
Pitigliano, Piazza Della Fortezza, (Grosseto)
Vernissage
8 Dicembre 2007, ore 20.30
Autore
Curatore