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Michal Blumenfeld – Want To Dance?
Nell’esposizione personale Want To Dance? di Michal Blumenfeld le immagini di vita quotidiana si tingono di atmosfere intime e notturne
Comunicato stampa
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Want To Dance? Un invito ad un passo di danza apre la serie di dipinti realizzati dalla giovane artista israeliana Michal Blumenfeld (Beer Sheva 1976). La mostra personale Want To Dance? di Michal Blumenfeld, curata da Susanna Horvatovičova, si inaugura domenica 2 settembre 2007 alle ore 17:00 presso lo spazio espositivo La Limonai di Pisa, in seno al Festival di Musica e Cultura Ebraica Nessiàh organizzato dalla Comunità Ebraica di Pisa sotto la direzione artistica di Andrea Gottfried.
Nell’esposizione personale Want To Dance? di Michal Blumenfeld le immagini di vita quotidiana si tingono di atmosfere intime e notturne. Nelle tele, realizzate dall’artista tra il 2005 e il 2007, messaggi cifrati, segni e simboli attinti dalla cultura ebraica diventano oggetto di riflessione ma anche strumento di espressione, un linguaggio personale con il quale Michal aspira a rappresentare concetti universali, come amore e morte, la ricerca dell’anima gemella come completamento di se stesso.
Platone sosteneva che la vita è soltanto il riflesso di un concetto più alto, un’immagine apparente quanto seducente che rimanda a sfere superiori. Nell’epoca dell’Umanesimo e del Rinascimento Europeo la nuova visione dell’uomo non più legato soltanto alla divinità aveva ribaltato il concetto di Natura e di Storia in chiave macchiavellica. L’aspirazione dell’individuo a trovare la perfezione e l’unità tra anima e corpo aveva trovato nella geometria euclidea, negli studi architettonici di Leon Battista Alberti e nelle opere di Michelangelo e di Leonardo da Vinci la massima espressione.
Leonardo ricercava Dio nella conoscenza della perfezione della natura e del corpo umano e, come Michelangelo, sovrapponeva il microcosmo dell’uomo al macrocosmo dell’universo tentando di capire come i movimenti celesti influenzano la vita degli stessi uomini.
In maniera analoga, anche nella normativa ebraica chiamata Halakhà un concetto importante per capire e per giudicare l’arte ebraica è quello che i Maestri definiscono “leshèm shamàim”, ossia ogni azione anche quella artistica deve avere uno scopo superiore, divino, non deve avere alcun fine egoistico.
Michal Blumenfeld sembra prendere in considerazione la tradizione ebraica quanto quella definita “europea”, apportando alcune riflessioni personali sull’origine e sul senso della vita dell’uomo e sul senso di separazione dell’uomo e della donna. Forme simboliche come il triangolo e il cerchio invadono i dipinti dell’artista e alludono al senso di tensione e di sospensione, all’instabilità del presente. Se la parola allude all’immagine e l’immagine contiene la parola, Michal segue un procedimento metonimico in cui la forma è accostata o sostituta alla sua definizione, parole e segni ebraici scritti come “Uomo”, “Madre” insieme con immagini simboliche riconducono l’immagine allo stesso tempo al passato e al presente, all’istante indimenticabile della giovinezza, del primo bacio ricevuto. La storia sembra ripetersi, i figli seguono le orme dei padri e continuano a commettere gli stessi errori, ad avere gli stessi desideri. L’uomo ha perduto il proprio Paradiso ma nell’incertezza del domani, ogni invito ad un ballo è una possibilità che si apre ad un nuovo incontro.
Testo critico a cura di Susanna Horvatovičova
Nell’esposizione personale Want To Dance? di Michal Blumenfeld le immagini di vita quotidiana si tingono di atmosfere intime e notturne. Nelle tele, realizzate dall’artista tra il 2005 e il 2007, messaggi cifrati, segni e simboli attinti dalla cultura ebraica diventano oggetto di riflessione ma anche strumento di espressione, un linguaggio personale con il quale Michal aspira a rappresentare concetti universali, come amore e morte, la ricerca dell’anima gemella come completamento di se stesso.
Platone sosteneva che la vita è soltanto il riflesso di un concetto più alto, un’immagine apparente quanto seducente che rimanda a sfere superiori. Nell’epoca dell’Umanesimo e del Rinascimento Europeo la nuova visione dell’uomo non più legato soltanto alla divinità aveva ribaltato il concetto di Natura e di Storia in chiave macchiavellica. L’aspirazione dell’individuo a trovare la perfezione e l’unità tra anima e corpo aveva trovato nella geometria euclidea, negli studi architettonici di Leon Battista Alberti e nelle opere di Michelangelo e di Leonardo da Vinci la massima espressione.
Leonardo ricercava Dio nella conoscenza della perfezione della natura e del corpo umano e, come Michelangelo, sovrapponeva il microcosmo dell’uomo al macrocosmo dell’universo tentando di capire come i movimenti celesti influenzano la vita degli stessi uomini.
In maniera analoga, anche nella normativa ebraica chiamata Halakhà un concetto importante per capire e per giudicare l’arte ebraica è quello che i Maestri definiscono “leshèm shamàim”, ossia ogni azione anche quella artistica deve avere uno scopo superiore, divino, non deve avere alcun fine egoistico.
Michal Blumenfeld sembra prendere in considerazione la tradizione ebraica quanto quella definita “europea”, apportando alcune riflessioni personali sull’origine e sul senso della vita dell’uomo e sul senso di separazione dell’uomo e della donna. Forme simboliche come il triangolo e il cerchio invadono i dipinti dell’artista e alludono al senso di tensione e di sospensione, all’instabilità del presente. Se la parola allude all’immagine e l’immagine contiene la parola, Michal segue un procedimento metonimico in cui la forma è accostata o sostituta alla sua definizione, parole e segni ebraici scritti come “Uomo”, “Madre” insieme con immagini simboliche riconducono l’immagine allo stesso tempo al passato e al presente, all’istante indimenticabile della giovinezza, del primo bacio ricevuto. La storia sembra ripetersi, i figli seguono le orme dei padri e continuano a commettere gli stessi errori, ad avere gli stessi desideri. L’uomo ha perduto il proprio Paradiso ma nell’incertezza del domani, ogni invito ad un ballo è una possibilità che si apre ad un nuovo incontro.
Testo critico a cura di Susanna Horvatovičova
02
settembre 2007
Michal Blumenfeld – Want To Dance?
Dal 02 al 16 settembre 2007
arte contemporanea
Location
LA LIMONAIA
Pisa, Vicolo Del Ruschi, 4, (Pisa)
Pisa, Vicolo Del Ruschi, 4, (Pisa)
Vernissage
2 Settembre 2007, ore 17
Autore
Curatore