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Michela Pozzi – Aree e confini
Aree e confini è un progetto teso ad indagare una delle questioni centrali del dibattito artistico contemporaneo come il tema dell’identità, indissolubilmente connesso al concetto di luogo e di chi lo vive.
Comunicato stampa
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Sulla linea di confine che separa realtà e poesia si muove l’orizzonte artistico di Michela Pozzi (San Marino 1980), artista che ha scelto fotografia e video come mezzi espressivi del suo linguaggio e ha fatto dei concetti di luogo e spazio gli unici protagonisti del suo lavoro di ricerca.
Luoghi impossibili, surreali ed incantati, luoghi reali e storici e nonluoghi - neologismo coniato dall’antropologo francese Marc Augè riferito agli spazi costruiti e privi di identità, in contrapposizione ai luoghi antropologici - che nel corso degli anni sono diventati l’impalcatura fondamentale della sua ricerca artistica ed estetica.
Aree e confini è un progetto teso ad indagare una delle questioni centrali del dibattito artistico contemporaneo come il tema dell’identità, indissolubilmente connesso al concetto di luogo e di chi lo vive.
In opere come Aree temporanee per uno spazio vivibile ed Ad-dress l'idea di luogo, sempre diverso e scelto con cura, diventa la cornice ideale dell' arte performativa di Michela Pozzi che se ne appropria e lo vive, vestendolo di nuove scenografie. Attraverso queste messe in scena, una sorta di tableaux-vivants in cui l'unica protagonista è sempre lei, l'artista ri-crea ad arte il suo mondo ideale ed alternativo, estremamente intimo e poetico, fuori dal tempo e da uno spazio definibili.
Come un hortus conclusus di sapore medievale, queste aree sono luoghi segreti e protetti, in cui la solitudine diventa una scelta personale quasi ascetica, non un’imposizione della Surmodernità che disperde nell'impersonalità dell'oggi ogni individualità e relazione umana. Sono luoghi di conforto in cui rinchiudersi, per tentare di ristabilire un nuovo rapporto con se stessi attraverso la memoria o, come nel mito, per ritrovare quel senso del reale che sembra essere irrimediabilmente perduto.
Il bisogno di riconquistare un proprio posto nel mondo, di ristabilirne un contatto, diventa il suo scopo attraverso l'arte.
Nascere e crescere nella piccola Repubblica di San Marino, hortus conclusus per eccellenza nel cuore dell'Italia, stimola in lei l'urgenza di stabilire una propria consapevolezza identitaria, che scivola oltre quei confini. Nel video E' stato passato il confine infatti l'artista, sfruttando la sottile allusione delle onde radio, attraversa l'ipotetica linea che separa il territorio italiano da quello sammarinese, occupandolo e abitandolo come nel suo stile. L'intento artistico di Michela Pozzi in questo caso è di rivendicare uno spazio, questa volta concreto ed identificabile in quanto contenitore delle sue radici profonde ed affermare la propria identità nomade, che ad entrambi i luoghi è intimamente legata.
Attraverso i suoi media Michela Pozzi riesce a comunicare al fruitore un senso di grazia composta e conquistata serenità, offrendo emozioni e quello stimolo necessario per riconquistare il proprio spazio vitale.
Luoghi impossibili, surreali ed incantati, luoghi reali e storici e nonluoghi - neologismo coniato dall’antropologo francese Marc Augè riferito agli spazi costruiti e privi di identità, in contrapposizione ai luoghi antropologici - che nel corso degli anni sono diventati l’impalcatura fondamentale della sua ricerca artistica ed estetica.
Aree e confini è un progetto teso ad indagare una delle questioni centrali del dibattito artistico contemporaneo come il tema dell’identità, indissolubilmente connesso al concetto di luogo e di chi lo vive.
In opere come Aree temporanee per uno spazio vivibile ed Ad-dress l'idea di luogo, sempre diverso e scelto con cura, diventa la cornice ideale dell' arte performativa di Michela Pozzi che se ne appropria e lo vive, vestendolo di nuove scenografie. Attraverso queste messe in scena, una sorta di tableaux-vivants in cui l'unica protagonista è sempre lei, l'artista ri-crea ad arte il suo mondo ideale ed alternativo, estremamente intimo e poetico, fuori dal tempo e da uno spazio definibili.
Come un hortus conclusus di sapore medievale, queste aree sono luoghi segreti e protetti, in cui la solitudine diventa una scelta personale quasi ascetica, non un’imposizione della Surmodernità che disperde nell'impersonalità dell'oggi ogni individualità e relazione umana. Sono luoghi di conforto in cui rinchiudersi, per tentare di ristabilire un nuovo rapporto con se stessi attraverso la memoria o, come nel mito, per ritrovare quel senso del reale che sembra essere irrimediabilmente perduto.
Il bisogno di riconquistare un proprio posto nel mondo, di ristabilirne un contatto, diventa il suo scopo attraverso l'arte.
Nascere e crescere nella piccola Repubblica di San Marino, hortus conclusus per eccellenza nel cuore dell'Italia, stimola in lei l'urgenza di stabilire una propria consapevolezza identitaria, che scivola oltre quei confini. Nel video E' stato passato il confine infatti l'artista, sfruttando la sottile allusione delle onde radio, attraversa l'ipotetica linea che separa il territorio italiano da quello sammarinese, occupandolo e abitandolo come nel suo stile. L'intento artistico di Michela Pozzi in questo caso è di rivendicare uno spazio, questa volta concreto ed identificabile in quanto contenitore delle sue radici profonde ed affermare la propria identità nomade, che ad entrambi i luoghi è intimamente legata.
Attraverso i suoi media Michela Pozzi riesce a comunicare al fruitore un senso di grazia composta e conquistata serenità, offrendo emozioni e quello stimolo necessario per riconquistare il proprio spazio vitale.
22
luglio 2011
Michela Pozzi – Aree e confini
Dal 22 luglio al 21 agosto 2011
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
GARAGE CONTEMPORARY
Gabicce Mare, piazza Valbruna, 6, (Pesaro E Urbino)
Gabicce Mare, piazza Valbruna, 6, (Pesaro E Urbino)
Orario di apertura
tutti i giorni ore 19-24
venerdi,sabato e domenica 10-12.30
Vernissage
22 Luglio 2011, ore 19
Autore
Curatore