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Michelangelo Architetto
La mostra presenta oltre 50 disegni suddivisi secondo i temi di riferimento – dall’edilizia civile a quella religiosa, alle fortificazioni – attentamente selezionati al fine di cercare, nella semplicità di uno schizzo o nella complessa stratificazione di un elaborato di presentazione, i riflessi del percorso ideale di Michelangelo, del suo modo di concepire l’architettura: si tratta di progetti celeberrimi, ma talora incompiuti se non addirittura mai realizzati come quello per la basilica di San Giovanni dei Fiorentini a Roma.
Comunicato stampa
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Per cinque mesi il genio di Michelangelo sarà protagonista al Castello Sforzesco di Milano grazie a due mostre e a un ciclo di conferenze con i massimi esperti del Buonarroti.
Il progetto Michelangelo al Castello Sforzesco è promosso dal Comune di Milano – Cultura, Direzione Centrale Cultura e Direzione Settore Musei, dal Castello Sforzesco, da Palazzo Reale e dall’Associazione MetaMorfosi, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Provincia di Milano.
Il primo appuntamento espositivo, in programma dall’11 febbraio all’8 maggio 2011, dal titolo Michelangelo Architetto, curato da Pietro Ruschi, nasce da un progetto di Casa Buonarroti e presenta oltre 50 disegni suddivisi secondo i temi di riferimento – dall’edilizia civile a quella religiosa, alle fortificazioni - attentamente selezionati al fine di cercare, nella semplicità di uno schizzo o nella complessa stratificazione di un elaborato di presentazione, i riflessi del percorso ideale di Michelangelo, del suo modo di concepire l’architettura: si tratta di progetti celeberrimi, ma talora incompiuti se non addirittura mai realizzati come quello per la basilica di San Giovanni dei Fiorentini a Roma. Nell'occasione sono stati realizzati in 3D alcuni dei grandi progetti michelangioleschi.
Inoltre, la concomitanza con la mostra “Leonardo architetto” alla Pinacoteca Ambrosiana consente un significativo confronto tra due giganti della storia dell’arte.
Il percorso allestito nelle Sale Viscontee offrirà al visitatore uno sguardo privilegiato sul modo unico e personale che il Buonarroti aveva nell’affrontare la materia “architettura” del secondo Cinquecento.
E’ proprio Michelangelo infatti ad iniziare, come negli altri settori della sua arte, un nuovo linguaggio. La sua attività d’architetto non è precoce come quella di scultore e pittore. Leone X, nel 1513, appena eletto al soglio pontificio, indice un concorso per ultimare la facciata della Basilica di San Lorenzo, lasciata incompiuta da Brunelleschi. Michelangelo firma il contratto per realizzare il suo progetto, che però, forse per l’eccessiva complicatezza, non viene mai portato a termine.
In mostra si potranno ammirare gli schizzi e i disegni del progetto per la Basilica romana.
E’ il 1520 quando al maestro viene revocato l’incarico per San Lorenzo. Lo stesso anno il cardinale Giulio de’ Medici, futuro Clemente VII, gli affida la realizzazione di una cappella funebre nella medesima chiesa, destinata ad accogliere le spoglie di uomini illustri. La “Cappella Medicea” detta sagrestia Nuova verrà documentata in mostra da otto disegni.
Quasi contemporaneamente alla Cappella Medicea (nel 1523), Michelangelo attende alla Biblioteca Laurenziana, voluta sempre da Giulio de’Medici, che ormai è già Papa. Il luogo è silenzioso, in modo da consentire la lettura ed è posto accanto alla Basilica di San Lorenzo, su un lato del chiostro. Nel progetto, Michelangelo pone massima attenzione ai particolari, studiando persino la perfetta inclinazione dei leggii, pensando le panche ed i vani per contenere i libri.
Di questo progetto, le Sale Viscontee ospiteranno diciotto disegni.
Nel 1546, alla morte di Antonio da Sangallo il Giovane, Michelangelo viene chiamato a dedicarsi a tutte le principali opere architettoniche di Roma, dal completamento di Palazzo Farnese alla realizzazione della chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, dalla trasformazione del tepidarium (la parte destinata ai bagni in acqua tiepida) delle Terme di Diocleziano nella chiesa di Santa Maria degli Angeli alla facciata di Porta Pia e alla sistemazione del Campidoglio, fino alla direzione dei lavori della fabbrica di San Pietro.
L’impresa della costruzione della Basilica di San Pietro era iniziata anni addietro, sotto la direzione di Donato Bramante. Morto lui, nel 1514, gli era succeduto Raffaello, il cui posto, alla scomparsa, era stato preso da Antonio da Sangallo il Giovane. Alla morte di quest’ultimo, Michelangelo viene chiamato a Roma da Paolo III.
L’artista critica l’operato del suo immediato predecessore ed intende ritornare a quella che egli definisce la “verità”, cioè il progetto del Bramante. In realtà, del Bramante rimane solo l’idea originaria, costituita dalla pianta centrale, raccordata da un ambulacro quadrato e sormontata da una cupola centrale. L’impostazione michelangiolesca è del tutto originale. Egli predilige spazi interni maestosi - la cupola di 42 metri che compete con il Pantheon - e un perimetro curveggiante.
A Milano saranno esposti gli studi sulla sezione della cupola.
Analizzare il Buonarroti architetto comporta alcune difficoltà: è estremamente complesso, se non impossibile, correlare i disegni con le diverse indicazioni grafiche (appunti, lettere, ecc.) e con altri studi presenti nello stesso foglio, in quanto Michelangelo era uso a riutilizzarlo, perfino ad anni di distanza. A ciò si può aggiungere che disegni e schizzi venivano talora eseguiti ruotando il foglio in posizioni diverse, o utilizzando casualmente il recto o il verso, così da rendere assai difficile stabilire una connessione fra di loro. La dimensione delle architetture disegnate, così come il loro grado di definizione, variava poi secondo l’arbitrio dell’artista; raramente era presente un braccio o un modulo a indicare un riferimento in scala.
Sottolinea il curatore Pietro Ruschi: Più che cercare di rintracciare quelle che erano stati i tempi e le matrici artistiche e culturali della formazione architettonica di Michelangelo, si è qui cercato di comprendere quale ruolo il disegno - nella sua complessa, a tratti si potrebbe dire caotica, restituzione - svolgesse non solo sotto il profilo progettuale, bensì anche sotto quello ideale. Per meglio dire, quanto il disegno di architettura costituisse per Michelangelo un esercizio non solo creativo, bensì un sedimentato percorso interiore in grado di coinvolgere l’intero ambito intellettuale.
E, in effetti, se, come è stato osservato, l’architettura e la scultura furono per Michelangelo due aspetti di un unico problema, ovvero quello di trasformare la materia in una forma plastica e dinamica, non può stupire che tale procedimento sia frutto di una sorta di operazione a strati sovrapposti, dove l’idea, dall’esterno, si modifica e progressivamente plasma la forma al centro.
Accade così che i disegni che egli eseguì nella sua tarda età divengono lo specchio, o se preferiamo la somma, di quanto progettato in quelli precedenti e, per molti aspetti, li spiegano e li integrano. Al riguardo, appare evidente come il progetto per la cupola di San Pietro compendi e suggelli – e, in sostanza, sveli - un percorso che muoveva dall’esperienza del completamento del tamburo della cupola brunelleschiana di Santa Maria del Fiore e passava attraverso quella della cupola della Cappella Medicea di San Lorenzo. E’ opportuno, tuttavia, ripetere che tutto ciò non vuol dire che esiste la possibilità di scorgere un percorso lineare nella produzione architettonica di Michelangelo. Egli progettava attraverso una sorta di memoria ideale assolutamente estranea alla successione cronologica: studi e ricordi lontani, esperienze passate si sommavano a quelle recenti e a nuove idee in un divenire libero e autonomo sul piano creativo.”
“L’arte di Michelangelo è la sua tensione all’infinito – spiega l’assessore alla cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory -, il che non equivale a quel “carattere di non finito” che spesso e, non senza equivoci, a lui è stato associato. Nelle mostre al Castello Sforzesco progetto ed esecuzione sono indagati con particolare attenzione alle tecniche e con l’intento di mettere in luce nel corso degli anni lo stile di un artista di indiscusso valore. Un artista – prosegue Finazzer Flory - che unisce forma e sostanza, letteratura e scultura, lavorando sull’uomo e sul divino che lo abitano”.
“Per il periodo che va dal 18 marzo all'8 maggio, e cioè per cinquanta giorni – ha dichiarato l'on. Pietro Folena, Presidente di MetaMorfosi che organizza i due eventi- al Castello Sforzesco saranno esposti più di 100 disegni autografi di Michelangelo, oltre a quel capolavoro immenso che è la Pietà Rondanini. Michelangelo al Castello è uno dei massimi eventi mondiali dedicato al grande genio del Rinascimento”.
Il secondo appuntamento espositivo, L’ultimo Michelangelo, nato da un'idea del Settore Musei e del Castello Sforzesco per la cura di Alessandro Rovetta, raccoglierà dal 18 marzo al 19 giugno 2011 intorno capolavoro di Michelangelo, la Pietà Rondanini, l’ultima produzione artistica e letteraria del Buonarroti.
I cataloghi saranno pubblicati da Silvana Editoriale.
In occasione delle due mostre le Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco e l’Associazione Culturale Sala delle Asse organizzano una serie di conferenze di introduzione e approfondimento all’attività di Michelangelo, a ingresso libero, che si svolgeranno nella Sala Studio della Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli, al Castello Sforzesco, secondo questo calendario:
Martedì 8 febbraio (ore 17.30), Maria Teresa Fiorio: La Pietà Rondanini e il restauro
Martedì 15 febbraio (ore 17.30), Pietro Marani: Leonardo e Michelangelo sulle fortificazioni
Martedì 22 febbraio (ore 17.30), Pier Luigi De Vecchi: Michelangelo: frammenti e spunti per un autoritratto
Martedì 1° marzo (ore 17.30), Alessandro Rovetta: Presentazione della mostra “ L’ultimo Michelangelo”
Il progetto Michelangelo al Castello Sforzesco è promosso dal Comune di Milano – Cultura, Direzione Centrale Cultura e Direzione Settore Musei, dal Castello Sforzesco, da Palazzo Reale e dall’Associazione MetaMorfosi, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Provincia di Milano.
Il primo appuntamento espositivo, in programma dall’11 febbraio all’8 maggio 2011, dal titolo Michelangelo Architetto, curato da Pietro Ruschi, nasce da un progetto di Casa Buonarroti e presenta oltre 50 disegni suddivisi secondo i temi di riferimento – dall’edilizia civile a quella religiosa, alle fortificazioni - attentamente selezionati al fine di cercare, nella semplicità di uno schizzo o nella complessa stratificazione di un elaborato di presentazione, i riflessi del percorso ideale di Michelangelo, del suo modo di concepire l’architettura: si tratta di progetti celeberrimi, ma talora incompiuti se non addirittura mai realizzati come quello per la basilica di San Giovanni dei Fiorentini a Roma. Nell'occasione sono stati realizzati in 3D alcuni dei grandi progetti michelangioleschi.
Inoltre, la concomitanza con la mostra “Leonardo architetto” alla Pinacoteca Ambrosiana consente un significativo confronto tra due giganti della storia dell’arte.
Il percorso allestito nelle Sale Viscontee offrirà al visitatore uno sguardo privilegiato sul modo unico e personale che il Buonarroti aveva nell’affrontare la materia “architettura” del secondo Cinquecento.
E’ proprio Michelangelo infatti ad iniziare, come negli altri settori della sua arte, un nuovo linguaggio. La sua attività d’architetto non è precoce come quella di scultore e pittore. Leone X, nel 1513, appena eletto al soglio pontificio, indice un concorso per ultimare la facciata della Basilica di San Lorenzo, lasciata incompiuta da Brunelleschi. Michelangelo firma il contratto per realizzare il suo progetto, che però, forse per l’eccessiva complicatezza, non viene mai portato a termine.
In mostra si potranno ammirare gli schizzi e i disegni del progetto per la Basilica romana.
E’ il 1520 quando al maestro viene revocato l’incarico per San Lorenzo. Lo stesso anno il cardinale Giulio de’ Medici, futuro Clemente VII, gli affida la realizzazione di una cappella funebre nella medesima chiesa, destinata ad accogliere le spoglie di uomini illustri. La “Cappella Medicea” detta sagrestia Nuova verrà documentata in mostra da otto disegni.
Quasi contemporaneamente alla Cappella Medicea (nel 1523), Michelangelo attende alla Biblioteca Laurenziana, voluta sempre da Giulio de’Medici, che ormai è già Papa. Il luogo è silenzioso, in modo da consentire la lettura ed è posto accanto alla Basilica di San Lorenzo, su un lato del chiostro. Nel progetto, Michelangelo pone massima attenzione ai particolari, studiando persino la perfetta inclinazione dei leggii, pensando le panche ed i vani per contenere i libri.
Di questo progetto, le Sale Viscontee ospiteranno diciotto disegni.
Nel 1546, alla morte di Antonio da Sangallo il Giovane, Michelangelo viene chiamato a dedicarsi a tutte le principali opere architettoniche di Roma, dal completamento di Palazzo Farnese alla realizzazione della chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, dalla trasformazione del tepidarium (la parte destinata ai bagni in acqua tiepida) delle Terme di Diocleziano nella chiesa di Santa Maria degli Angeli alla facciata di Porta Pia e alla sistemazione del Campidoglio, fino alla direzione dei lavori della fabbrica di San Pietro.
L’impresa della costruzione della Basilica di San Pietro era iniziata anni addietro, sotto la direzione di Donato Bramante. Morto lui, nel 1514, gli era succeduto Raffaello, il cui posto, alla scomparsa, era stato preso da Antonio da Sangallo il Giovane. Alla morte di quest’ultimo, Michelangelo viene chiamato a Roma da Paolo III.
L’artista critica l’operato del suo immediato predecessore ed intende ritornare a quella che egli definisce la “verità”, cioè il progetto del Bramante. In realtà, del Bramante rimane solo l’idea originaria, costituita dalla pianta centrale, raccordata da un ambulacro quadrato e sormontata da una cupola centrale. L’impostazione michelangiolesca è del tutto originale. Egli predilige spazi interni maestosi - la cupola di 42 metri che compete con il Pantheon - e un perimetro curveggiante.
A Milano saranno esposti gli studi sulla sezione della cupola.
Analizzare il Buonarroti architetto comporta alcune difficoltà: è estremamente complesso, se non impossibile, correlare i disegni con le diverse indicazioni grafiche (appunti, lettere, ecc.) e con altri studi presenti nello stesso foglio, in quanto Michelangelo era uso a riutilizzarlo, perfino ad anni di distanza. A ciò si può aggiungere che disegni e schizzi venivano talora eseguiti ruotando il foglio in posizioni diverse, o utilizzando casualmente il recto o il verso, così da rendere assai difficile stabilire una connessione fra di loro. La dimensione delle architetture disegnate, così come il loro grado di definizione, variava poi secondo l’arbitrio dell’artista; raramente era presente un braccio o un modulo a indicare un riferimento in scala.
Sottolinea il curatore Pietro Ruschi: Più che cercare di rintracciare quelle che erano stati i tempi e le matrici artistiche e culturali della formazione architettonica di Michelangelo, si è qui cercato di comprendere quale ruolo il disegno - nella sua complessa, a tratti si potrebbe dire caotica, restituzione - svolgesse non solo sotto il profilo progettuale, bensì anche sotto quello ideale. Per meglio dire, quanto il disegno di architettura costituisse per Michelangelo un esercizio non solo creativo, bensì un sedimentato percorso interiore in grado di coinvolgere l’intero ambito intellettuale.
E, in effetti, se, come è stato osservato, l’architettura e la scultura furono per Michelangelo due aspetti di un unico problema, ovvero quello di trasformare la materia in una forma plastica e dinamica, non può stupire che tale procedimento sia frutto di una sorta di operazione a strati sovrapposti, dove l’idea, dall’esterno, si modifica e progressivamente plasma la forma al centro.
Accade così che i disegni che egli eseguì nella sua tarda età divengono lo specchio, o se preferiamo la somma, di quanto progettato in quelli precedenti e, per molti aspetti, li spiegano e li integrano. Al riguardo, appare evidente come il progetto per la cupola di San Pietro compendi e suggelli – e, in sostanza, sveli - un percorso che muoveva dall’esperienza del completamento del tamburo della cupola brunelleschiana di Santa Maria del Fiore e passava attraverso quella della cupola della Cappella Medicea di San Lorenzo. E’ opportuno, tuttavia, ripetere che tutto ciò non vuol dire che esiste la possibilità di scorgere un percorso lineare nella produzione architettonica di Michelangelo. Egli progettava attraverso una sorta di memoria ideale assolutamente estranea alla successione cronologica: studi e ricordi lontani, esperienze passate si sommavano a quelle recenti e a nuove idee in un divenire libero e autonomo sul piano creativo.”
“L’arte di Michelangelo è la sua tensione all’infinito – spiega l’assessore alla cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory -, il che non equivale a quel “carattere di non finito” che spesso e, non senza equivoci, a lui è stato associato. Nelle mostre al Castello Sforzesco progetto ed esecuzione sono indagati con particolare attenzione alle tecniche e con l’intento di mettere in luce nel corso degli anni lo stile di un artista di indiscusso valore. Un artista – prosegue Finazzer Flory - che unisce forma e sostanza, letteratura e scultura, lavorando sull’uomo e sul divino che lo abitano”.
“Per il periodo che va dal 18 marzo all'8 maggio, e cioè per cinquanta giorni – ha dichiarato l'on. Pietro Folena, Presidente di MetaMorfosi che organizza i due eventi- al Castello Sforzesco saranno esposti più di 100 disegni autografi di Michelangelo, oltre a quel capolavoro immenso che è la Pietà Rondanini. Michelangelo al Castello è uno dei massimi eventi mondiali dedicato al grande genio del Rinascimento”.
Il secondo appuntamento espositivo, L’ultimo Michelangelo, nato da un'idea del Settore Musei e del Castello Sforzesco per la cura di Alessandro Rovetta, raccoglierà dal 18 marzo al 19 giugno 2011 intorno capolavoro di Michelangelo, la Pietà Rondanini, l’ultima produzione artistica e letteraria del Buonarroti.
I cataloghi saranno pubblicati da Silvana Editoriale.
In occasione delle due mostre le Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco e l’Associazione Culturale Sala delle Asse organizzano una serie di conferenze di introduzione e approfondimento all’attività di Michelangelo, a ingresso libero, che si svolgeranno nella Sala Studio della Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli, al Castello Sforzesco, secondo questo calendario:
Martedì 8 febbraio (ore 17.30), Maria Teresa Fiorio: La Pietà Rondanini e il restauro
Martedì 15 febbraio (ore 17.30), Pietro Marani: Leonardo e Michelangelo sulle fortificazioni
Martedì 22 febbraio (ore 17.30), Pier Luigi De Vecchi: Michelangelo: frammenti e spunti per un autoritratto
Martedì 1° marzo (ore 17.30), Alessandro Rovetta: Presentazione della mostra “ L’ultimo Michelangelo”
11
febbraio 2011
Michelangelo Architetto
Dall'undici febbraio all'otto maggio 2011
disegno e grafica
Location
CASTELLO SFORZESCO
Milano, Piazza Castello, (Milano)
Milano, Piazza Castello, (Milano)
Biglietti
€ 6,00 intero;
€ 3,00 ridotto studenti, over 65 e convenzioni;
Il biglietto è comprensivo anche della visita ai Musei del Castello
Orario di apertura
Da martedì a domenica 9–17.30 Ultimo ingresso ore 17.00
Sito web
www.mostramichelangelo.com
Editore
SILVANA EDITORIALE
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore