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Michelangelo Penso
Al terzo appuntamento Exitarte studio presenta le opere dell’artista Michelangelo Penso, una lettura della natura per exit10mq. di arte contemporanea
Comunicato stampa
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Limiti naturali
Al terzo appuntamento Exitarte studio presenta le opere dell’artista Michelangelo Penso, una lettura della natura per exit10mq. di arte contemporanea.
Un grande silenzio avvolge il mondo vegetale nel lavoro di Penso, una sorta di dilatazione di reali/naturali periferie che si spostano e si trasformano, rincorrendo un ideale di confine nomade, di bosco e dei suoi innumerevoli abitanti; confini mutevoli che tracciano nella loro natura percorsi come stelle, luminosi gruppi di dati o specie diverse di alberi.
Il dominio naturale prende piede, lo spessore materico ci conduce ad un processo linguistico di vetrinizzazione del paesaggio che si scopre così allo sguardo svelandone il disegno, attraverso il quale si leggono mappe di cambiamento, mappa 1:1 dell’immaginazione, una mappa nomade.
Michelangelo Penso spera che in questa dimensione sboccino mille fiori, senza un giardiniere che strappi
erbacce e piante anomale, perché tutto il resto è solo illusione, proiezione psicologica, verbosità sprecata.
Il bosco è una parte del mondo e, come dimensione celata e reale, è la sua possibilità di salvezza,
idea che trapela in alcuni versi tratti “Da un’altezza nuova” in Vocativo del poeta Andrea Zanzotto,
Mondadori 1993 - Poesie (1938/1986)
“Non si sa quanto verde
sia sepolto sotto questo verde
né quanta pioggia sotto questa pioggia
molti sono gli infiniti
che qui convergono
che di qui s’allontanano
dimentichi, intontiti...”
Cinzia De Negri
Al terzo appuntamento Exitarte studio presenta le opere dell’artista Michelangelo Penso, una lettura della natura per exit10mq. di arte contemporanea.
Un grande silenzio avvolge il mondo vegetale nel lavoro di Penso, una sorta di dilatazione di reali/naturali periferie che si spostano e si trasformano, rincorrendo un ideale di confine nomade, di bosco e dei suoi innumerevoli abitanti; confini mutevoli che tracciano nella loro natura percorsi come stelle, luminosi gruppi di dati o specie diverse di alberi.
Il dominio naturale prende piede, lo spessore materico ci conduce ad un processo linguistico di vetrinizzazione del paesaggio che si scopre così allo sguardo svelandone il disegno, attraverso il quale si leggono mappe di cambiamento, mappa 1:1 dell’immaginazione, una mappa nomade.
Michelangelo Penso spera che in questa dimensione sboccino mille fiori, senza un giardiniere che strappi
erbacce e piante anomale, perché tutto il resto è solo illusione, proiezione psicologica, verbosità sprecata.
Il bosco è una parte del mondo e, come dimensione celata e reale, è la sua possibilità di salvezza,
idea che trapela in alcuni versi tratti “Da un’altezza nuova” in Vocativo del poeta Andrea Zanzotto,
Mondadori 1993 - Poesie (1938/1986)
“Non si sa quanto verde
sia sepolto sotto questo verde
né quanta pioggia sotto questa pioggia
molti sono gli infiniti
che qui convergono
che di qui s’allontanano
dimentichi, intontiti...”
Cinzia De Negri
23
settembre 2007
Michelangelo Penso
Dal 23 settembre al 17 novembre 2007
arte contemporanea
Location
EXITARTE CONTEMPORANEA STUDIO
Vittorio Veneto, Viale Della Vittoria, 77, (Treviso)
Vittorio Veneto, Viale Della Vittoria, 77, (Treviso)
Orario di apertura
solo su appuntamento
Vernissage
23 Settembre 2007, ore 11.00
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