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Michelangelo Tallone – Noir
La ceramica, o meglio il bucchero, per Tallone diventa un materiale in grado di unire attorno a sé, non soltanto l’armoniosa accuratezza di forme atte a soddisfare necessità di carattere estetico, ma anche l’intensità stessa di un percorso culturale e spirituale che fa parte della Storia e della Natura
Comunicato stampa
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IL MONDO DI MICHELANGELO TALLONE
IL TEMPO NELL’ETERNITA’
La ricerca di Michelangelo Tallone si basa sulla capacità di unire la perizia tecnica – accresciuta da una continua analisi e bisogno di sperimentalismo – con l’attenzione al valore semantico, ideologico ed intellettuale delle opere realizzate. La ceramica, o meglio il bucchero, per Tallone diventa un materiale in grado di unire attorno a sé, non soltanto l’armoniosa accuratezza di forme atte a soddisfare necessità di carattere estetico, ma anche l’intensità stessa di un percorso culturale e spirituale che fa parte della Storia e della Natura.
Scolpire significa collaborare con la natura o meglio infondere se stessi nella materia che rimarrà modificata per sempre: queste poche parole sintetizzano, a mio avviso, la poetica o meglio la magia di Michelangelo Tallone, la prassi del suo fare scultura non monumentale, e soprattutto l’idea che la governa.
E’ forse per tale motivo che conferire una forma plastica ad un concetto, ad un oggetto per Tallone diventa un vero e proprio procedimento etico, con un sottinteso e volontario segno della misura morale legato ad ogni gesto creativo nutrito dalla presenza forte del pensiero.
E proprio il legame con la ceramica, con il bucchero chiarisce tale nozione: il maestro ceramico si esprime infatti lavorando un materiale “da cui tutto a origine”: la terra, nel suo ancestrale ruolo di Mater. Tallone ha quindi dedicato non poche energie a questa arte, non solo perché si tratta di una tecnica nobile ma anche perché è una possibile via per comprendere e rappresentare nel migliore dei modi il nostro essere nel mondo.
Ma entriamo un po’ di più nello specifico. Indubbiamente non esiste nell’arte contemporanea un solo artista che sia riuscito a sfuggire completamente al fascino della ceramica; essa permette di realizzare opere artistiche con un metodo antichissimo. Quello scelto da Tallone è il bucchero, ovvero una tipica ceramica di origine etrusca che si distingue per il colore nero e brillante delle superfici, che non è dovuto a una vernice, ma al particolare procedimento di realizzazione. Viene infatti cotto in assenza d’aria: l’atmosfera che si crea nel forno permette la “riduzione” degli ossidi di ferro, che si trasformano in magnetite di colore nero provocando la colorazione nera dell’opera conferendogli un aspetto molto simile al metallo.
La tecnica è antica ma lo stile è personalissimo: questo perché la materia appare nettamente sottomessa alla forma, caratterizzata da una forza a tratti primitiva che la spinge verso immagini definite, inequivocabili, in cui il dato naturale è chiarissimo, evidente, tanto evidente che rimanda immediatamente al valore simbolico. Tallone non compone figure, ma simboli in forma di figure. Ne sono esempio concreto le opere legate al tema della danza, alla maternità e alla donna.
E’ opportuno spiegare meglio tale concetto per permettere all’osservatore di “vedere oltre l’immagine”. Le recentissime donne possono essere definite ectoplasmatiche (che “provocano” cioè l’occhio al limite della percettibilità visiva); l’immagine tridimensionale per Tallone è quindi un concetto da indagare con lucidità, intelletto e proiezione; pare quasi che il maestro vada oltre l’idea di un prodotto intellettuale puro e di osservazione per raggiungere un’immagine visionaria. Da qui un’idea di modernità che genera una figurazione ai limiti dell’astrazione e dell’essenzialità in cui l’artista libera un intelletto sempre lucido, presente, attento e vivace.
Non mancano però lavori in cui Tallone sembra dialogare tra la razionalità e il caos. Mi riferisco ad opere quali “Caos”,“Tentativo di libertà” oppure “Filari” in cui l’incontro di materiali diversi, gli “squarci”, “le ferite” che ne derivano sembrano penetrare nell’involucro materiale. Le alte temperature producono sui materiali effetti rugginosi, sgretolamenti e talvolta perfino incisioni; pare esserci un legame con l’arte informale e astratta; queste opere assurgono a quell’estrazione che il Maestro realizza da anni attraverso i pannelli e i (non) colori con forme che si confondono con la materia stessa, la terra, accentuando la precarietà dell’icona, attraverso una fragile con-fusione.
Arturo Martini asseriva che “La scultura parte dall’interno. La struttura ha una forza in sé che la spinge verso lo spazio…” Spinte che provengono dal materiale che Tallone usa: la terra “del passato”, testimone di un lento rimescolarsi che ancora dura. Le pressioni, le spaccature, le orme che rimangono come segni nell’eternità dopo “la cottura” delle opere sembrano scritture che documentano fatti accaduti milioni di anni fa. Eppure sono così contemporanee ….
Il simbolismo alchemico ha curiosamente paragonato le pietre al corpo umano; posso affermare, senza ombra di dubbio, che Michelangelo Tallone segna ogni sua opera con un simbolo alchemico, quello della terra.
Entrando un po’ di più nello specifico posso asserire che l’opera di Tallone sta a metà tra la mimesi sensuale e l’invenzione visionaria dell’intelletto, sulla scia di una sconfinata fede nell’umano e nell’umanità (così tipica in tutta la scultura italiana dall’Antelami e Wiligelmo ad oggi). In Tallone la tragedia è bandita, il dolore è assente per assurgere ad un’idealità sensuale e ideale.
L’abbandono ai sensi, all’estasi estatica ed estetica nasce da un’idea del bello che non si imbarazza né si compiace di citare l’antico. Lo scultore illumina il presente con i valori che la sua, la nostra storia hanno significato e che attraverso di lui si ravvivano e rinnovano oggi e domani.
Cinzia Tesio
MICHELANGELO TALLONE
biografia
Nato nel 1964, diventa ceramista di professione nel 1986 dedicandosi all’artigianato artistico. Verso la fine degli anni ottanta recupera l’antica tecnica etrusca del “bucchero” risalente al VII secolo a.C. che diventa il suo personalissimo “marchio di fabbrica” per pannelli, sculture, bassorilievi. Studia, lavora, reinventa i suoi buccheri è un'incontro alchemico. La contemporaneità che sposa l’arcaico. Nel 1994 inizia la sua attività espositiva con una collettiva. Nel 1995 la sua prima personale. Nel 1999 si aggiudica il “Premio Saccarello” per la scultura. Nel 2002 viene invitato con Guido Vigna ad esporre al Palazzo della Provincia di Cuneo per la rassegna “Incontri d’Arte”. Sempre nel 2002, approda a Roma, con l’importante mostra “Quattro artisti per la pace” nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. Negli ultimi anni ha sperimentato tecniche e materiali diversi (dal legno al bronzo, dall’acciaio al marmo). Lavora a Paesana, a due passi dall’amato Monviso.
IL TEMPO NELL’ETERNITA’
La ricerca di Michelangelo Tallone si basa sulla capacità di unire la perizia tecnica – accresciuta da una continua analisi e bisogno di sperimentalismo – con l’attenzione al valore semantico, ideologico ed intellettuale delle opere realizzate. La ceramica, o meglio il bucchero, per Tallone diventa un materiale in grado di unire attorno a sé, non soltanto l’armoniosa accuratezza di forme atte a soddisfare necessità di carattere estetico, ma anche l’intensità stessa di un percorso culturale e spirituale che fa parte della Storia e della Natura.
Scolpire significa collaborare con la natura o meglio infondere se stessi nella materia che rimarrà modificata per sempre: queste poche parole sintetizzano, a mio avviso, la poetica o meglio la magia di Michelangelo Tallone, la prassi del suo fare scultura non monumentale, e soprattutto l’idea che la governa.
E’ forse per tale motivo che conferire una forma plastica ad un concetto, ad un oggetto per Tallone diventa un vero e proprio procedimento etico, con un sottinteso e volontario segno della misura morale legato ad ogni gesto creativo nutrito dalla presenza forte del pensiero.
E proprio il legame con la ceramica, con il bucchero chiarisce tale nozione: il maestro ceramico si esprime infatti lavorando un materiale “da cui tutto a origine”: la terra, nel suo ancestrale ruolo di Mater. Tallone ha quindi dedicato non poche energie a questa arte, non solo perché si tratta di una tecnica nobile ma anche perché è una possibile via per comprendere e rappresentare nel migliore dei modi il nostro essere nel mondo.
Ma entriamo un po’ di più nello specifico. Indubbiamente non esiste nell’arte contemporanea un solo artista che sia riuscito a sfuggire completamente al fascino della ceramica; essa permette di realizzare opere artistiche con un metodo antichissimo. Quello scelto da Tallone è il bucchero, ovvero una tipica ceramica di origine etrusca che si distingue per il colore nero e brillante delle superfici, che non è dovuto a una vernice, ma al particolare procedimento di realizzazione. Viene infatti cotto in assenza d’aria: l’atmosfera che si crea nel forno permette la “riduzione” degli ossidi di ferro, che si trasformano in magnetite di colore nero provocando la colorazione nera dell’opera conferendogli un aspetto molto simile al metallo.
La tecnica è antica ma lo stile è personalissimo: questo perché la materia appare nettamente sottomessa alla forma, caratterizzata da una forza a tratti primitiva che la spinge verso immagini definite, inequivocabili, in cui il dato naturale è chiarissimo, evidente, tanto evidente che rimanda immediatamente al valore simbolico. Tallone non compone figure, ma simboli in forma di figure. Ne sono esempio concreto le opere legate al tema della danza, alla maternità e alla donna.
E’ opportuno spiegare meglio tale concetto per permettere all’osservatore di “vedere oltre l’immagine”. Le recentissime donne possono essere definite ectoplasmatiche (che “provocano” cioè l’occhio al limite della percettibilità visiva); l’immagine tridimensionale per Tallone è quindi un concetto da indagare con lucidità, intelletto e proiezione; pare quasi che il maestro vada oltre l’idea di un prodotto intellettuale puro e di osservazione per raggiungere un’immagine visionaria. Da qui un’idea di modernità che genera una figurazione ai limiti dell’astrazione e dell’essenzialità in cui l’artista libera un intelletto sempre lucido, presente, attento e vivace.
Non mancano però lavori in cui Tallone sembra dialogare tra la razionalità e il caos. Mi riferisco ad opere quali “Caos”,“Tentativo di libertà” oppure “Filari” in cui l’incontro di materiali diversi, gli “squarci”, “le ferite” che ne derivano sembrano penetrare nell’involucro materiale. Le alte temperature producono sui materiali effetti rugginosi, sgretolamenti e talvolta perfino incisioni; pare esserci un legame con l’arte informale e astratta; queste opere assurgono a quell’estrazione che il Maestro realizza da anni attraverso i pannelli e i (non) colori con forme che si confondono con la materia stessa, la terra, accentuando la precarietà dell’icona, attraverso una fragile con-fusione.
Arturo Martini asseriva che “La scultura parte dall’interno. La struttura ha una forza in sé che la spinge verso lo spazio…” Spinte che provengono dal materiale che Tallone usa: la terra “del passato”, testimone di un lento rimescolarsi che ancora dura. Le pressioni, le spaccature, le orme che rimangono come segni nell’eternità dopo “la cottura” delle opere sembrano scritture che documentano fatti accaduti milioni di anni fa. Eppure sono così contemporanee ….
Il simbolismo alchemico ha curiosamente paragonato le pietre al corpo umano; posso affermare, senza ombra di dubbio, che Michelangelo Tallone segna ogni sua opera con un simbolo alchemico, quello della terra.
Entrando un po’ di più nello specifico posso asserire che l’opera di Tallone sta a metà tra la mimesi sensuale e l’invenzione visionaria dell’intelletto, sulla scia di una sconfinata fede nell’umano e nell’umanità (così tipica in tutta la scultura italiana dall’Antelami e Wiligelmo ad oggi). In Tallone la tragedia è bandita, il dolore è assente per assurgere ad un’idealità sensuale e ideale.
L’abbandono ai sensi, all’estasi estatica ed estetica nasce da un’idea del bello che non si imbarazza né si compiace di citare l’antico. Lo scultore illumina il presente con i valori che la sua, la nostra storia hanno significato e che attraverso di lui si ravvivano e rinnovano oggi e domani.
Cinzia Tesio
MICHELANGELO TALLONE
biografia
Nato nel 1964, diventa ceramista di professione nel 1986 dedicandosi all’artigianato artistico. Verso la fine degli anni ottanta recupera l’antica tecnica etrusca del “bucchero” risalente al VII secolo a.C. che diventa il suo personalissimo “marchio di fabbrica” per pannelli, sculture, bassorilievi. Studia, lavora, reinventa i suoi buccheri è un'incontro alchemico. La contemporaneità che sposa l’arcaico. Nel 1994 inizia la sua attività espositiva con una collettiva. Nel 1995 la sua prima personale. Nel 1999 si aggiudica il “Premio Saccarello” per la scultura. Nel 2002 viene invitato con Guido Vigna ad esporre al Palazzo della Provincia di Cuneo per la rassegna “Incontri d’Arte”. Sempre nel 2002, approda a Roma, con l’importante mostra “Quattro artisti per la pace” nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. Negli ultimi anni ha sperimentato tecniche e materiali diversi (dal legno al bronzo, dall’acciaio al marmo). Lavora a Paesana, a due passi dall’amato Monviso.
25
maggio 2013
Michelangelo Tallone – Noir
Dal 25 maggio al 16 giugno 2013
arte contemporanea
arti decorative e industriali
arti decorative e industriali
Location
PALAZZO SALMATORIS
Cherasco, Via Vittorio Emanuele, 29, (Cuneo)
Cherasco, Via Vittorio Emanuele, 29, (Cuneo)
Orario di apertura
dal Mercoledì al Venerdì: 15,00 – 19, sabato e domenica: 9,30 - 12,30 e 15,00 - 19
Vernissage
25 Maggio 2013, h 17.30
Autore
Curatore