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Michele Attianese – Mémoire de sucre
I dipinti di Attianese vivono di lunghe attese e di sospensioni temporali che nella composizione pittorica
diventano connubio del dato puramente razionale, ossia della volumetria ben definita e degli equilibri
geometrici, con l’inaspettato dato emotivo, irrazionale e quanto mai incontrollato del segno violentemente
tracciato, della pennellata definita con gesto rapido
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Fës show room
Minori - Costa d’Amalfi
luglio – settembre 2011
direzione artistica MaRu [Marcella Ferro & Pasquale Ruocco]
coordinamento organizzativo FSC [Fabbrica Sviluppi Creativi]
Michele Attianese. Mémoire de sucre
Inaugurazione:
sabato 23 luglio 2011 - ore 19.00
23 luglio – 11 agosto ore 18.00 – 23.00
Comunicato stampa
Sabato 23 luglio, alle ore 19.00, presso la galleria Fës Show Room di Minori, ci sarà il vernissage della
mostra Mémoire de sucre di Michele Attianese, secondo appuntamento della settima edizione di Aperto.
Incontri d'arte contemporanea, sottotitolata Le forme del sogno, rassegna, diretta anche quest'anno dai
due giovani storici e critici dell'arte Marcella Ferro e Pasquale Ruocco.
I dipinti di Attianese vivono di lunghe attese e di sospensioni temporali che nella composizione pittorica
diventano connubio del dato puramente razionale, ossia della volumetria ben definita e degli equilibri
geometrici, con l’inaspettato dato emotivo, irrazionale e quanto mai incontrollato del segno violentemente
tracciato, della pennellata definita con gesto rapido. Dal bianco al nero virando per tutte le varianti del
grigio, i mezzi toni compongono l’immagine, le illuminano o le celano nel buio freddo. “Mi chiedo –
afferma Marcella ferro - se questa scelta cromatica stia a indicare uno stato d’animo dell’artista o sia più
il desiderio di mettere a registro lo sguardo inducendolo ad addentrarsi fra le figure, oltre una tonalità
monotona, guardando, cioè, attraverso la pelle, oltre la trasparenza della pittura fino a vederne il pittore,
l’uomo”.
Nelle carte trattate con i colori a olio, Michele Attianese esprime una maggiore libertà pittorica mediante
un colore acquoso ma anche degli sfondi meno nitidi e impastati, privi di riferimenti prospettici e tenuti
insieme da alcuni elementi geometrici netti e squadrati. Negli oli su carta fissata al legno, invece, ecco
che il rigore risale nuovamente e l’impianto diventa più formale mentre le figure sono dipinte in modo
da seguire le regole del disegno dal vero, rispettando cioè profondità, luce ed equilibrio visivo. Eppure
da circa un anno l’artista giunge a una vera sintesi segnica attraverso l’incisione o, meglio, l’acquaforte e
l’acquatinta per cui gli elementi si spogliano di ogni dettaglio per mostrarsi in un’essenzialità che esalta
il vero soggetto della pittura di Attianese: l’infanzia. Si tratta di ravvisare nel giovane quella schiettezza
e quella sorta di pura ingenuità cui anela il pittore che, in questo caso, pare rammentare le parole di
Kandinskij quando afferma che l’artista “somiglia molto al bambino, e per tutta la vita”.
Non facendo altro che scavare nelle geografie di una memoria passata, bruciata, tradita l’artista
rappresenta un’età che ha il sapore dolce dello zucchero ma anche l’amaro del compiuto. Pungente è
la malinconia delle figure che animano i suoi dipinti racchiuse in un’indefinibile solitudine che inquieta
loro gli sguardi. La serenità è solo la finzione del ripetersi infinito di un’azione teatrale quale il gioco; nel
muoversi fra grandi architetture di sironiana reminiscenza, vuote e perse lungo orizzonti lontani, i bambini
di Attianese, manifestano il desiderio di un’abitazione che non è mero luogo fabbricato, ma è più luogo
dell’anima, rifugio dove sperimentare la precarietà degli affetti e la libertà dell’espressione.
Per certi versi sembra che l’artista angrese guardi a quel neo-umanesimo cui si orientarono fra gli anni
Venti e Trenta del Novecento molti artisti italiani. A quel recupero cioè del dato psicologico della pittura cui
si rifà lo stesso Felice Casorati che dipinse rassegnate e nostalgici corpi chiusi in un’azione statica.
Le opere di Michele Attianese rappresentano la mobilità del tempo coniugata eternamente al presente
dove gli uomini affannano come avvinghiati alla vita quotidiana e certi unicamente dell’Hic et nunc.
Cenni biografici
Michele Attianese (Angri, 1976). Consegue dapprima la laurea in Ingegneria nel 2004 seguendo
successivamente i corsi della Scuola libera di Nudo e di tecniche dell’incisione presso l’Accademia di Belle
Arti di Napoli, laureandosi, poi, nel 2009 in Architettura. Diverse le esperienze lavorative fatte con l’incarico
di Graphic designer, Architetto e Educatore sia in forma indipendente sia presso enti pubblici. Diverse le
illustrazioni pubblicate su riviste specializzate e diverse le partecipazioni a mostre collettive dal 2001 tra
le quali si ricordano Terre Scosse, ospitata dall’Associazione Il Cerriglio di Napoli nonché, qualche anno più
tardi Prospettive iperrealiste tenutasi alla Galleria Comunale di GAETA, mentre nel 2010 è invitato fra gli
artisti della mostra Inside & Outside - Geografiche Visioni tenutasi a Scafati. Tiene la prima personale per
il Gruppo Zero di Angri nel 2005 e, infine, dello scorso anno è la personale In sospensione. Vive e lavora ad
Angri.
Info: ufficio stampa Giovanna Dell’Isola 3393017395
Per informazioni: fës show room - via Roma, 24 - Minori (Sa) Costa d'Amalfi +390892143659
info@fesceramiche.com Orario di apertura: martedì - domenica ore 11.00/13.00 - 18.00/23.00 Lunedì chiuso
Minori - Costa d’Amalfi
luglio – settembre 2011
direzione artistica MaRu [Marcella Ferro & Pasquale Ruocco]
coordinamento organizzativo FSC [Fabbrica Sviluppi Creativi]
Michele Attianese. Mémoire de sucre
Inaugurazione:
sabato 23 luglio 2011 - ore 19.00
23 luglio – 11 agosto ore 18.00 – 23.00
Comunicato stampa
Sabato 23 luglio, alle ore 19.00, presso la galleria Fës Show Room di Minori, ci sarà il vernissage della
mostra Mémoire de sucre di Michele Attianese, secondo appuntamento della settima edizione di Aperto.
Incontri d'arte contemporanea, sottotitolata Le forme del sogno, rassegna, diretta anche quest'anno dai
due giovani storici e critici dell'arte Marcella Ferro e Pasquale Ruocco.
I dipinti di Attianese vivono di lunghe attese e di sospensioni temporali che nella composizione pittorica
diventano connubio del dato puramente razionale, ossia della volumetria ben definita e degli equilibri
geometrici, con l’inaspettato dato emotivo, irrazionale e quanto mai incontrollato del segno violentemente
tracciato, della pennellata definita con gesto rapido. Dal bianco al nero virando per tutte le varianti del
grigio, i mezzi toni compongono l’immagine, le illuminano o le celano nel buio freddo. “Mi chiedo –
afferma Marcella ferro - se questa scelta cromatica stia a indicare uno stato d’animo dell’artista o sia più
il desiderio di mettere a registro lo sguardo inducendolo ad addentrarsi fra le figure, oltre una tonalità
monotona, guardando, cioè, attraverso la pelle, oltre la trasparenza della pittura fino a vederne il pittore,
l’uomo”.
Nelle carte trattate con i colori a olio, Michele Attianese esprime una maggiore libertà pittorica mediante
un colore acquoso ma anche degli sfondi meno nitidi e impastati, privi di riferimenti prospettici e tenuti
insieme da alcuni elementi geometrici netti e squadrati. Negli oli su carta fissata al legno, invece, ecco
che il rigore risale nuovamente e l’impianto diventa più formale mentre le figure sono dipinte in modo
da seguire le regole del disegno dal vero, rispettando cioè profondità, luce ed equilibrio visivo. Eppure
da circa un anno l’artista giunge a una vera sintesi segnica attraverso l’incisione o, meglio, l’acquaforte e
l’acquatinta per cui gli elementi si spogliano di ogni dettaglio per mostrarsi in un’essenzialità che esalta
il vero soggetto della pittura di Attianese: l’infanzia. Si tratta di ravvisare nel giovane quella schiettezza
e quella sorta di pura ingenuità cui anela il pittore che, in questo caso, pare rammentare le parole di
Kandinskij quando afferma che l’artista “somiglia molto al bambino, e per tutta la vita”.
Non facendo altro che scavare nelle geografie di una memoria passata, bruciata, tradita l’artista
rappresenta un’età che ha il sapore dolce dello zucchero ma anche l’amaro del compiuto. Pungente è
la malinconia delle figure che animano i suoi dipinti racchiuse in un’indefinibile solitudine che inquieta
loro gli sguardi. La serenità è solo la finzione del ripetersi infinito di un’azione teatrale quale il gioco; nel
muoversi fra grandi architetture di sironiana reminiscenza, vuote e perse lungo orizzonti lontani, i bambini
di Attianese, manifestano il desiderio di un’abitazione che non è mero luogo fabbricato, ma è più luogo
dell’anima, rifugio dove sperimentare la precarietà degli affetti e la libertà dell’espressione.
Per certi versi sembra che l’artista angrese guardi a quel neo-umanesimo cui si orientarono fra gli anni
Venti e Trenta del Novecento molti artisti italiani. A quel recupero cioè del dato psicologico della pittura cui
si rifà lo stesso Felice Casorati che dipinse rassegnate e nostalgici corpi chiusi in un’azione statica.
Le opere di Michele Attianese rappresentano la mobilità del tempo coniugata eternamente al presente
dove gli uomini affannano come avvinghiati alla vita quotidiana e certi unicamente dell’Hic et nunc.
Cenni biografici
Michele Attianese (Angri, 1976). Consegue dapprima la laurea in Ingegneria nel 2004 seguendo
successivamente i corsi della Scuola libera di Nudo e di tecniche dell’incisione presso l’Accademia di Belle
Arti di Napoli, laureandosi, poi, nel 2009 in Architettura. Diverse le esperienze lavorative fatte con l’incarico
di Graphic designer, Architetto e Educatore sia in forma indipendente sia presso enti pubblici. Diverse le
illustrazioni pubblicate su riviste specializzate e diverse le partecipazioni a mostre collettive dal 2001 tra
le quali si ricordano Terre Scosse, ospitata dall’Associazione Il Cerriglio di Napoli nonché, qualche anno più
tardi Prospettive iperrealiste tenutasi alla Galleria Comunale di GAETA, mentre nel 2010 è invitato fra gli
artisti della mostra Inside & Outside - Geografiche Visioni tenutasi a Scafati. Tiene la prima personale per
il Gruppo Zero di Angri nel 2005 e, infine, dello scorso anno è la personale In sospensione. Vive e lavora ad
Angri.
Info: ufficio stampa Giovanna Dell’Isola 3393017395
Per informazioni: fës show room - via Roma, 24 - Minori (Sa) Costa d'Amalfi +390892143659
info@fesceramiche.com Orario di apertura: martedì - domenica ore 11.00/13.00 - 18.00/23.00 Lunedì chiuso
23
luglio 2011
Michele Attianese – Mémoire de sucre
Dal 23 luglio all'undici agosto 2011
arte contemporanea
Location
FËS SHOW ROOM
Minori, Via Roma, 24, (Salerno)
Minori, Via Roma, 24, (Salerno)
Vernissage
23 Luglio 2011, ore 19
Autore