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Michele Benedetto – Omaggio a Cesare Riva
Protagonista dell’iniziativa lo scultore lucano Michele Benedetto, classe 1941 che con l’esposizione della sua più recente opera rende omaggio all’artista milanese Cesare Riva, scomparso a Pietrasanta il 23 giugno dello scorso anno, a seguito di una gravissima emorragia celebrale
Comunicato stampa
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Sabato 17 marzo si inaugura alle ore 17 a Carrara nelle stanze d’arte dell’antico Palazzotto Ascoli “Champagneria Albericus”, al n° 6 di Via Loris Giorgi, il secondo omaggio dell’omonima rassegna “9 artisti per nove poeti”, curata da Paolo Pratali, con la collaborazione della stilista di moda, la genovese Alessia Berruti e dell’emergente critico d’arte, l’italo-giapponese Akio Takemoto.
Protagonista dell’iniziativa lo scultore lucano Michele Benedetto, classe 1941 che con l’esposizione della sua più recente opera rende omaggio all’artista milanese Cesare Riva, scomparso a Pietrasanta il 23 giugno dello scorso anno, a seguito di una gravissima emorragia celebrale.
“…La prima volta di Cesare Riva a Carrara_ come scrive in catalogo Paolo Pratali _ fu nel lontano 1980, quando venne invitato a partecipare al Secondo Simposio Internazionale, nella settecentesca Piazza Alberica, “Scolpire all'Aperto - Carrara Città Laboratorio”. Il “Che” aveva solo 37 anni e frequentava già, da qualche anno, la vicina Pietrasanta. Nella kermesse plastica carrarese Cesare venne alla ribalta, proprio per quelle sue percettibili seduzioni, che ammaliavano gli occhi degli increduli artigiani, divertiti ad osservare la lavorazione costruita a suon di martello e scalpello.
La scultura imprigionata tra le pareti del candido marmo venne fuori poco a poco, traducendosi in una sorta di monolite che rimandava ad una visione più ampia, dove l'incidenza creativa si mescolava, confondendosi nelle texture della materia, in una guisa di autoritratto che poi lo ha accompagnato per tutta la sua vita.
Le sue fatiche successive documentano il passaggio della vita traducendosi, ora nel marmo bianco, ora in quello nero, per arrivare attraverso un'interpretazione più ampia ad usare pietre dorate, che contengono i frammenti magici di una creatività puntuale e simbolica.
Dopo Carrara, Riva partecipa a numerosi simposi in tutto il mondo e la sua biografia recita occasioni importanti che furono inaugurate fin dalla tenera età di 21 anni e che lo hanno reso protagonista di oltre 60 rassegne personali…”
Akio Takemoto analizza, sempre nelle pagine del catalogo, edito da “ateliermostre”, l’opera di Michele Benedetto che vive e lavora, fin dal 1974 a Pietrasanta. L’artista di Campodarsego ha partecipato recentemente ad una mostra curata da Vittoria Coen “Astrattisti Italiani” ancora in corso nelle sale del Museo delle Generazioni del collezionista Bargellini a Pieve Di Cento, Bologna.
“…Michele Benedetto è indubbiamente un astrattista… uno di quelli della vecchia guardia: pure e dure. Le linee rigide e taglianti sembrano essere state estrapolate dal granito con una forza brutale, che rivendica la superiorità dell’artista sulla nuda roccia. Il primo risultato esperito è un’impressionante sentore di monumentalità in chiunque si ponga osservatore delle sue opere. Subito dopo subentra strisciante l’ammirazione per la cura e la precisione che Benedetto impiega per le sue sculture; pian pianino l’imponente monolite (perché di questo si tratta, a prescindere da quante parti sia composto) si rivela come creatura viva e vitale.
Le metamorfosi sembrano snodarsi infinite con lo spostarsi del punto di vista e l’esperienza visiva si rinnova continuamente in un approccio a 360°.
George Simmel riteneva che le forme fossero un coagularsi del flusso della vita. C’è uno strano parallelismo fra questa teoria e il materiale usato da Michele Benedetto per le sue opere: il granito ha infatti intatto il segno del suo processo di solidificazione, e sono proprio questi puntini, queste venature, che rendono il blocco non monocromatico, a testimoniare una specie di resurrezione della materia. Benedetto dona nuova vita e nuova forma alla roccia e lo fa con una forza e una decisione impareggiabile…”.
La mostra dell’Albericus durerà una ventina di giorni (fino al 5 aprile prossimo); durante il corso della ostentazione verrà presentato anche un video su Cesare Riva, sulla sua vita e sull’opera sculto-pittorica oltre a quella letteraria prodotta degli ultimi anni della sua esistenza. Partecipano alla realizzazione di questo importante documento i figli, la sorella, gli amici ed importanti scultori che vivono a Pietrasanta.
* Intanto la redazione di Atelier de Lo Svegliarino sta già lavorando alla realizzazione della terza mostra che vedrà protagonista la scultrice romana Alba Gonzales per una dedica infinita all’opera letteraria di Luigi Pirandello. L’esposizione inizierà Sabato 31 Marzo alle 17 nell’Antico Convento Il Carmine.
Protagonista dell’iniziativa lo scultore lucano Michele Benedetto, classe 1941 che con l’esposizione della sua più recente opera rende omaggio all’artista milanese Cesare Riva, scomparso a Pietrasanta il 23 giugno dello scorso anno, a seguito di una gravissima emorragia celebrale.
“…La prima volta di Cesare Riva a Carrara_ come scrive in catalogo Paolo Pratali _ fu nel lontano 1980, quando venne invitato a partecipare al Secondo Simposio Internazionale, nella settecentesca Piazza Alberica, “Scolpire all'Aperto - Carrara Città Laboratorio”. Il “Che” aveva solo 37 anni e frequentava già, da qualche anno, la vicina Pietrasanta. Nella kermesse plastica carrarese Cesare venne alla ribalta, proprio per quelle sue percettibili seduzioni, che ammaliavano gli occhi degli increduli artigiani, divertiti ad osservare la lavorazione costruita a suon di martello e scalpello.
La scultura imprigionata tra le pareti del candido marmo venne fuori poco a poco, traducendosi in una sorta di monolite che rimandava ad una visione più ampia, dove l'incidenza creativa si mescolava, confondendosi nelle texture della materia, in una guisa di autoritratto che poi lo ha accompagnato per tutta la sua vita.
Le sue fatiche successive documentano il passaggio della vita traducendosi, ora nel marmo bianco, ora in quello nero, per arrivare attraverso un'interpretazione più ampia ad usare pietre dorate, che contengono i frammenti magici di una creatività puntuale e simbolica.
Dopo Carrara, Riva partecipa a numerosi simposi in tutto il mondo e la sua biografia recita occasioni importanti che furono inaugurate fin dalla tenera età di 21 anni e che lo hanno reso protagonista di oltre 60 rassegne personali…”
Akio Takemoto analizza, sempre nelle pagine del catalogo, edito da “ateliermostre”, l’opera di Michele Benedetto che vive e lavora, fin dal 1974 a Pietrasanta. L’artista di Campodarsego ha partecipato recentemente ad una mostra curata da Vittoria Coen “Astrattisti Italiani” ancora in corso nelle sale del Museo delle Generazioni del collezionista Bargellini a Pieve Di Cento, Bologna.
“…Michele Benedetto è indubbiamente un astrattista… uno di quelli della vecchia guardia: pure e dure. Le linee rigide e taglianti sembrano essere state estrapolate dal granito con una forza brutale, che rivendica la superiorità dell’artista sulla nuda roccia. Il primo risultato esperito è un’impressionante sentore di monumentalità in chiunque si ponga osservatore delle sue opere. Subito dopo subentra strisciante l’ammirazione per la cura e la precisione che Benedetto impiega per le sue sculture; pian pianino l’imponente monolite (perché di questo si tratta, a prescindere da quante parti sia composto) si rivela come creatura viva e vitale.
Le metamorfosi sembrano snodarsi infinite con lo spostarsi del punto di vista e l’esperienza visiva si rinnova continuamente in un approccio a 360°.
George Simmel riteneva che le forme fossero un coagularsi del flusso della vita. C’è uno strano parallelismo fra questa teoria e il materiale usato da Michele Benedetto per le sue opere: il granito ha infatti intatto il segno del suo processo di solidificazione, e sono proprio questi puntini, queste venature, che rendono il blocco non monocromatico, a testimoniare una specie di resurrezione della materia. Benedetto dona nuova vita e nuova forma alla roccia e lo fa con una forza e una decisione impareggiabile…”.
La mostra dell’Albericus durerà una ventina di giorni (fino al 5 aprile prossimo); durante il corso della ostentazione verrà presentato anche un video su Cesare Riva, sulla sua vita e sull’opera sculto-pittorica oltre a quella letteraria prodotta degli ultimi anni della sua esistenza. Partecipano alla realizzazione di questo importante documento i figli, la sorella, gli amici ed importanti scultori che vivono a Pietrasanta.
* Intanto la redazione di Atelier de Lo Svegliarino sta già lavorando alla realizzazione della terza mostra che vedrà protagonista la scultrice romana Alba Gonzales per una dedica infinita all’opera letteraria di Luigi Pirandello. L’esposizione inizierà Sabato 31 Marzo alle 17 nell’Antico Convento Il Carmine.
17
marzo 2007
Michele Benedetto – Omaggio a Cesare Riva
Dal 17 marzo al 05 aprile 2007
arte contemporanea
Location
CHAMPAGNERIA ALBERICUS
Carrara, Via Loris Giorgi, 6, (Massa-carrara)
Carrara, Via Loris Giorgi, 6, (Massa-carrara)
Vernissage
17 Marzo 2007, ore 17
Autore
Curatore