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Michele Cascella – Il vibrante colore della natura
La rassegna presenta, attraverso una settantina di dipinti ed opere grafiche, la significativa evoluzione artistica del grande Michele Cascella per far conoscere al meglio la produzione di questo pittore che, della sua arte e del suo mestiere, ha fatto la propria ragione di vita e del quale si vuole omaggiare la figura a quasi venti anni dalla scomparsa
Comunicato stampa
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Dopo le retrospettive dedicate, nella stagione estiva, all’opera di Michele Cascella dalle cittadine di Asiago (VI) e Francavilla Al Mare (CH), rispettivamente curate dai critici Giorgio Barberis e Vittorio Sgarbi, una nuova preziosa rassegna torna a ricordare, questa volta in Piemonte, il maestro abruzzese. Attraverso una settantina di dipinti ed opere grafiche l’evento vuole “raccontare”la significativa evoluzione artistica del grande Michele Cascella per far conoscere al meglio la produzione di questo pittore che, della sua arte e del suo mestiere, ha fatto la propria ragione di vita e del quale si vuole omaggiare la figura a quasi venti anni dalla scomparsa. Molto amato dal pubblico e dai collezionisti ma, come scrisse il collega Carrà, “mal capito dalla critica italiana che ne ha una conoscenza del tutto superficiale e in gran parte errata” la mostra ripercorre il lavoro di quasi ottant’anni di attività (dal 1908 al 1987), proprio per continuare a far comprendere a studiosi ed estimatori d’arte il lungo ed impareggiabile iter dell'artista abruzzese noto ormai a livello internazionale. La felice carriera del giovane Michele che, con il fratello Tommaso diverrà, grazie alla scuola paterna, un precocissimo prodigio del mondo dell'arte (a sedici anni a Parigi è già recensito su L'humanité e a diciassette espone al Salon de l'Automne), trova i suoi esiti migliori nell'uso abilissimo delle tecniche del pastello e dell'acquerello, ma il talento artistico gli ha permesso di esprimersi al meglio anche con olio, china e tempera, utilizzati con identica disinvoltura ed altissimi effetti coloristici. Ne sono esempio, in mostra, opere come “Sulle rive dell’Adriatico, 1908”, “Vele sulla Pescara, 1919”, “Venezia, Riva degli Schiavoni, 1928”, il cuneese “Garessio,1944” e ancora “Portofino, 1953” , il coloratissimo “Campo di papaveri, 1980” e tutte le felici esecuzioni, comprese quelle grafiche, condotte sino a pochi anni prima della morte. L’ensemble a sottolineare l'impegno assiduo e la crescente fama di Cascella il quale, fin dal 1910 è a Milano, dove stringe amicizia con la Sarfatti, Boccioni e Marinetti e, nel 1924, si presenta per la prima volta alla Biennale di Venezia. Situazioni che lo condurranno ben presto fuori dai confini nazionali, in giro per l'Europa, da Parigi a Londra a Bruxelles, nonchè negli Stati Uniti e nell'America del Sud. Di quest'ultimo felicissimo periodo la mostra offre un corposo nucleo di opere attraverso le quali si sottolinea il gusto per le atmosfere solari ed i colori caldi di quelle lontane terre amate e abitate da Cascella (particolari di questo felice momento le versioni stagionali della Casa di Faffi, ripresa d'inverno e nel fulgore dell'estate, o la poeticissima opera dedicata alla casa di Carmel). E proprio di poesia si può parlare in ordine all’opera di Cascella: technè e poesis di questo Maestro del colore e della visione erano del resto già stati sottolineati dall’amico De Chirico che aveva elogiato “…il poetico realismo riscontrabile soprattutto nei paesaggi…” ed il fatto che Cascella fosse “ …uno dei pochi artisti che risvegliano in noi la poesia del Paradiso perduto”. Solarità, leggerezza poetica, luminosità caratterizzano infatti, come visibile in rassegna, tutta l'opera del Pittore e vanno aumentando negli anni. Lo si evince dal confronto tra le opere giovanili e quelle della maturità e degli ultimi anni: in particolare dai tanti paesaggi della amata Portofino, ritratta da ogni angolatura senza mai stancarsi, e ripercorsa nelle sale del Museo “Le Carceri” anche attraverso gioiose vele colme di vento, nonchè da alcuni meno noti paesaggi della terra ligure, dalle marine dedicate a Capri, dalle esplosioni floreali di ginestre, papaveri e zinnie o da solitari, ma indimenticabili tagli come “Studio dell’artista, 1953”.
Grande presenza quindi, nella mostra benese, di opere di elevatissima qualità tecnica e particolare atmosfera dove l’Autore raggiunge esiti di impareggiabile freschezza, luminosità e atmosfera, specie nei pastelli che, sullo stesso, esercitarono sempre un fascino particolare. Quasi un potere suggestivo che lo indussero più volte a sognare – detto dallo stesso Pittore – “… di uscire dalla realtà per raggiungere uno stato di intima attrazione”. Quello stato che Cascella riesce magicamente a trasmettere in chi osserva. “Ciò che preme a Cascella è evocare, alludere a un intero mondo con limpidi frammenti di visione, smuovere stratificazioni di pensieri ed emozioni sepolte, o forse mai a noi appartenute, ma che egli ci fa credere nostre. Questo è il potere di seduzione, di incantamento delle immagini: che si radicano dentro di noi come se ci fossero sempre state…” (V.Sgarbi) Questa la differenza di vocazione espressiva per cui “Cascella, non avendo mai distrutto la forma, non sente la necessità di ricostruirla, né tanto meno di enfatizzarla e quindi non gli interessa seguire le mode del suo tempo: il che non trasformerà certo il maestro in un artista isolato” (G.Barberis)
Grande presenza quindi, nella mostra benese, di opere di elevatissima qualità tecnica e particolare atmosfera dove l’Autore raggiunge esiti di impareggiabile freschezza, luminosità e atmosfera, specie nei pastelli che, sullo stesso, esercitarono sempre un fascino particolare. Quasi un potere suggestivo che lo indussero più volte a sognare – detto dallo stesso Pittore – “… di uscire dalla realtà per raggiungere uno stato di intima attrazione”. Quello stato che Cascella riesce magicamente a trasmettere in chi osserva. “Ciò che preme a Cascella è evocare, alludere a un intero mondo con limpidi frammenti di visione, smuovere stratificazioni di pensieri ed emozioni sepolte, o forse mai a noi appartenute, ma che egli ci fa credere nostre. Questo è il potere di seduzione, di incantamento delle immagini: che si radicano dentro di noi come se ci fossero sempre state…” (V.Sgarbi) Questa la differenza di vocazione espressiva per cui “Cascella, non avendo mai distrutto la forma, non sente la necessità di ricostruirla, né tanto meno di enfatizzarla e quindi non gli interessa seguire le mode del suo tempo: il che non trasformerà certo il maestro in un artista isolato” (G.Barberis)
26
ottobre 2008
Michele Cascella – Il vibrante colore della natura
Dal 26 ottobre 2008 al 25 gennaio 2009
arte contemporanea
Location
PALAZZO LUCERNA DI RORA’
Bene Vagienna, Via Roma, 125, (Cuneo)
Bene Vagienna, Via Roma, 125, (Cuneo)
Biglietti
interi euro 5, ridotti euro 3
Orario di apertura
venerdì 15/19; sabato, prefestivi e festivi 10/13 – 14,30/18,30
Autore
Curatore