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Michele Ciacciofera – Prigionieri e deserti
La personale di Michele Ciacciofera “Prigionieri e deserti” indaga sul concetto di prigionia inteso come assenza, vuoto, attesa, solitudine, mancanza, attrazione e sofferenza
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La personale di Michele Ciacciofera “Prigionieri e deserti” indaga sul concetto di prigionia inteso come assenza, vuoto, attesa, solitudine, mancanza, attrazione e sofferenza, e nell’estensione terminologica che lambisce il senso di malinconia come sentimento umano e della natura, esamina una serie di lavori con soggetti diversi ma uniti dallo stesso filo conduttore.
Intendendo come prigionia, nella sua accezione più ampia, qualsiasi “luogo” fisico e mentale e qualunque cosa possa limitare e condizionare l’uomo, e sapendo che ogni forma di prigionia ha le sue peculiarità, l’artista volge principalmente il suo sguardo alla serie dei prigionieri, interpretando quella forma di abbrutimento da parte dell’uomo che fa violenza ad un altro uomo fatto “prigioniero” a cui viene tolta la dignità e che vive, serrato nella propria solitudine, il peso di tanta ingiustizia. L’artista approda con questa serie a riflessioni che investono campi e problematiche di natura esistenziale, personale, sociale, economica, razziale, geopolitica, religiosa.
L’altra serie, dedicata ai deserti, è caratterizzata da studi e ricerche effettuati sul posto, dove il territorio e il paesaggio vengono osservati nella loro doppia valenza di fascino e paura, mistero e disorientamento, vita e morte, applicando gli stessi strumenti di un suo linguaggio teorico-visuale che si sofferma sulle dicotomie, su associazioni nelle differenze, su sintesi di contrasto, sull’osservare la stessa materia che vive di trasformazioni lente, come nel caso del deserto designato come luogo dell’anima e contenitore di solitudine e di memorie. Strati e sovrapposizioni di polveri come cancellazione di antiche civiltà costituiscono la drammatica risultante di un passato, ravvisabile ora solo attraverso tracce di sabbia, quali testimoni silenziose di un visibile/invisibile che connoterà anche la civiltà del presente. Una struggente metafora di come l’uomo a causa di opportunismi personali, oggi più di ieri difficilmente lascerà sistemi di valore improntati alla crescita civile, impegnato com’è ad inseguire forme di accentramento di potere a discapito del singolo, della collettività e dell’ambiente in cui vive. Il tema del deserto, quindi, nel pensiero dell’artista rappresenta uno dei massimi “luoghi di prigionia”, a dispetto delle sue dimensioni, dove l’agire umano ha concentrato la sua idea e la sua attuazione di distruzione.
A questo suo toccante percorso tematico si affianca su un binario parallelo la composizione del musicista Francesco Branciamore. L’intenzione dei due autori è quella di creare un dialogo sinestetico tra immagine e suono, dove pittura e musica sono l’uno il nutrimento dell’altra, pur mantenendo ognuna la propria autonomia.
Catalogo Erreproduzioni con testi critici di Ornella Fazzina e Aldo Gerbino oltre ad uno scritto di Fabio Granata.
L’evento è promosso da Regione Siciliana Assessorato al Turismo, Comune di Siracusa Assessorato alle Politiche Culturali, Provincia Regionale di Siracusa.
Intendendo come prigionia, nella sua accezione più ampia, qualsiasi “luogo” fisico e mentale e qualunque cosa possa limitare e condizionare l’uomo, e sapendo che ogni forma di prigionia ha le sue peculiarità, l’artista volge principalmente il suo sguardo alla serie dei prigionieri, interpretando quella forma di abbrutimento da parte dell’uomo che fa violenza ad un altro uomo fatto “prigioniero” a cui viene tolta la dignità e che vive, serrato nella propria solitudine, il peso di tanta ingiustizia. L’artista approda con questa serie a riflessioni che investono campi e problematiche di natura esistenziale, personale, sociale, economica, razziale, geopolitica, religiosa.
L’altra serie, dedicata ai deserti, è caratterizzata da studi e ricerche effettuati sul posto, dove il territorio e il paesaggio vengono osservati nella loro doppia valenza di fascino e paura, mistero e disorientamento, vita e morte, applicando gli stessi strumenti di un suo linguaggio teorico-visuale che si sofferma sulle dicotomie, su associazioni nelle differenze, su sintesi di contrasto, sull’osservare la stessa materia che vive di trasformazioni lente, come nel caso del deserto designato come luogo dell’anima e contenitore di solitudine e di memorie. Strati e sovrapposizioni di polveri come cancellazione di antiche civiltà costituiscono la drammatica risultante di un passato, ravvisabile ora solo attraverso tracce di sabbia, quali testimoni silenziose di un visibile/invisibile che connoterà anche la civiltà del presente. Una struggente metafora di come l’uomo a causa di opportunismi personali, oggi più di ieri difficilmente lascerà sistemi di valore improntati alla crescita civile, impegnato com’è ad inseguire forme di accentramento di potere a discapito del singolo, della collettività e dell’ambiente in cui vive. Il tema del deserto, quindi, nel pensiero dell’artista rappresenta uno dei massimi “luoghi di prigionia”, a dispetto delle sue dimensioni, dove l’agire umano ha concentrato la sua idea e la sua attuazione di distruzione.
A questo suo toccante percorso tematico si affianca su un binario parallelo la composizione del musicista Francesco Branciamore. L’intenzione dei due autori è quella di creare un dialogo sinestetico tra immagine e suono, dove pittura e musica sono l’uno il nutrimento dell’altra, pur mantenendo ognuna la propria autonomia.
Catalogo Erreproduzioni con testi critici di Ornella Fazzina e Aldo Gerbino oltre ad uno scritto di Fabio Granata.
L’evento è promosso da Regione Siciliana Assessorato al Turismo, Comune di Siracusa Assessorato alle Politiche Culturali, Provincia Regionale di Siracusa.
11
settembre 2007
Michele Ciacciofera – Prigionieri e deserti
Dall'undici settembre al 26 ottobre 2007
arte contemporanea
Location
PALAZZO DEL GOVERNO
Siracusa, Via Roma, 32, (Siracusa)
Siracusa, Via Roma, 32, (Siracusa)
Vernissage
11 Settembre 2007, ore 19
Ufficio stampa
ROSALBA ANDO'
Autore
Curatore