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Michele D’Avenia – Luci e Ombre
Nei dipinti di Michele D’Avenia l’immagine è sottilissima, uno spessore minimo massimamente speculante, fragile come un’ala di farfalla eppure toccata in qualche modo da una specie di eternità
Comunicato stampa
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Nei dipinti di Michele D’Avenia l’immagine è sottilissima, uno spessore minimo massimamente speculante, fragile come un’ala di farfalla eppure toccata in qualche modo da una specie di eternità.
Con quell’infallibile proporzione di luce e di ombra, di rilievo e di omissione, di ricordo e di oblio, egli dipinge nello stesso strato di trasparenza di una lastra tersa come il vetro. Ecco perché la sua pittura ad olio assai diluita giova alla captazione microscopica, per questa sua insita intangibilità, di una creazione che tanto nel piccolo dei particolari quanto nel grande dell’insieme, negli oggetti quotidiani e nelle immense distese celesti e marine del paesaggio, ha lo splendore nitido che lo specchio rimanda rispetto alla realtà riflessa, in cui l’atmosfera tende piuttosto ad attutire e a confondere le immagini. Il metafisico, che vive in lui, trova le essenze permanenti e nascoste delle cose solo quando un momento presente s’identifica con un momento passato: un profumo di rosa già respirato, un rumore di onde, già ascoltato, vengono di nuovo respirati e ascoltati, reali senza essere attuali, ideali senza essere astratti, preparando quel “nutrimento celeste” che l’anima moribonda attende. In quel momento esplodono la luce e l’ombra: tutto è luce e ombra, sia la visione abbagliante di un nudo femminile, sia un filo di perle abbandonato in un angolo della casa, sia il mare verde e blu di Scilla e Cariddi.
Floriano De Santi (tratto dal testo critico del catalogo)
Con quell’infallibile proporzione di luce e di ombra, di rilievo e di omissione, di ricordo e di oblio, egli dipinge nello stesso strato di trasparenza di una lastra tersa come il vetro. Ecco perché la sua pittura ad olio assai diluita giova alla captazione microscopica, per questa sua insita intangibilità, di una creazione che tanto nel piccolo dei particolari quanto nel grande dell’insieme, negli oggetti quotidiani e nelle immense distese celesti e marine del paesaggio, ha lo splendore nitido che lo specchio rimanda rispetto alla realtà riflessa, in cui l’atmosfera tende piuttosto ad attutire e a confondere le immagini. Il metafisico, che vive in lui, trova le essenze permanenti e nascoste delle cose solo quando un momento presente s’identifica con un momento passato: un profumo di rosa già respirato, un rumore di onde, già ascoltato, vengono di nuovo respirati e ascoltati, reali senza essere attuali, ideali senza essere astratti, preparando quel “nutrimento celeste” che l’anima moribonda attende. In quel momento esplodono la luce e l’ombra: tutto è luce e ombra, sia la visione abbagliante di un nudo femminile, sia un filo di perle abbandonato in un angolo della casa, sia il mare verde e blu di Scilla e Cariddi.
Floriano De Santi (tratto dal testo critico del catalogo)
03
maggio 2008
Michele D’Avenia – Luci e Ombre
Dal 03 all'undici maggio 2008
arte contemporanea
Location
TEATRO GARIBALDI
Modica, Corso Umberto I, 207/211, (Ragusa)
Modica, Corso Umberto I, 207/211, (Ragusa)
Orario di apertura
dal Martedì alla Domenica 9 - 13 / 16 - 20
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