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Michele Fatarella / David Fontani / Viola Lorenza Savarese
I tre autori con stili e approcci differenziati, testimoniano e conservano attraverso le loro immagini parte del patrimonio archeologico industriale e urbano italiano prima della sua inevitabile scomparsa o auspicabile riconversione
Comunicato stampa
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Si inaugura Sabato 5 Aprile alle ore 17,30 presso la Saletta Espositiva di Feltrinelli International, Via Cavour, 12 Firenze una Collettiva di fotografia che presenta in un progetto espositivo Deaphoto comune i lavori di archeologia industriale e urbana di tre giovani fotografi italiani: Michele Fatarella > In Between, David Fontani > Arkeo e Viola Lorenza Savarese > Tracce. I tre autori con stili e approcci differenziati, testimoniano e conservano attraverso le loro immagini parte del patrimonio archeologico industriale e urbano italiano prima della sua inevitabile scomparsa o auspicabile riconversione. Nel fascino silenzioso e desolante, degli spazi vuoti e abbandonati, la fotografia, reliquia fra le reliquie, rende omaggio alla storia che in quei luoghi si è consumata, nella speranza che non proprio tutto venga dimenticato. L’esposizione fa parte del Progetto fotografico Deaphoto Expo “Nuovi Fotografi”: un Progetto espositivo e di comunicazione che intende curare, diffondere e valorizzare i lavori di giovani fotografi emergenti nel panorama fotografico italiano.
Tre fotografi espongono le immagini del loro personale percorso attraverso l'esplorazione fotografica dell'archeologia industriale e urbana.
“Si percorre un lungo corridoio che si perde nel buio, camminando lentamente. Oppure ci si trova lì, in mezzo al silenzio, occupando, così piccoli che siamo, spazi immensi, ampie campate di strutture che si perdono in una fuga maestosa, divorate dal tempo, sgretolate, imbrigliate in rigogliose ed anarchiche strutture di vita vegetale che hanno riconquistato il loro primordiale spazio, seguendo con lo sguardo una ciminiera che ancora fiera e ritta si perde, fuggendo verso il cielo. Esattamente come un viaggiatore che guarda il passato, cullato da silenzi di mille voci spente o abbagliato dal decadente e coloratissimo sfarzo di strutture ancora troppo vive per essere dimenticate, il tuo sguardo si sofferma su una parete e diventi improvvisamente ammaliato ascoltatore, testimone inconsapevole di invisibili storie.
E’ allora che il pensiero prende il sopravvento e comincia a correre, fantastica, crea, confonde compiaciuto immagini e miraggi, interpreta e costruisce vicende, ripercorre filamenti di storie vissute, tesse trame, accadimenti, sogni.
Emozioni che sono le stesse dell'udir gocciolare la eco di antiche preghiere dalla volta di una scura cattedrale. Qui le lontane lamiere tintinnano ancora; in queste stanze la civiltà ha lasciato solo un vuoto pesante; un lontano clangore pervade ancora gli spazi, rombo e stridore di possenti creature in gabbia i cui possenti corpi metallici versano ora sovrannaturali gore su corazze corrose dalle ferite lasciate dall'abbandono..
Tinte dai toni inimmaginabili riemergono rivitalizzate da una scintillante lama di luce penetrata da un'apertura, mentre ancora rieccheggia il suono di faticose parole urlate per sovrastare il frastuono; mentre, percorrendo i padiglioni degli ex ospedali psichiatrici, il silenzio diventa assordante, invaso da ancora strazianti eco di urla e lacrime di chi vi trascorse la vita.”
Tre fotografi dalle personalità diverse, tre diversi stili, che si incontrano in un progetto comune. L'intento è quello di conservare, racchiudendolo dentro ad uno scatto, l'immenso patrimonio archeologico, industriale e urbano, che l'Italia possiede, prima che il tempo e le cause economiche, politiche e sociali riescano a spazzarlo via, compiendo il loro inarrestabile percorso.
E’ una ricerca costante di tracce di ciò che un tempo “era” e che oggi ancora “è”, ma con le sue assenze, con le presenze che mancano.
L'intento è altresì quello della divulgazione visiva di una bellezza insita in uno stato di declino e decadenza che solitamente si tende a non vedere, è trasmettere l'ostinata volontà di continuare ad esistere di certi luoghi, è trasmettere la pazienza di osservare oltre polvere e rovine riscoprendo quell'eredità fragilissima di luoghi un tempo vivi e teatro di vita di persone che al loro interno hanno scritto la loro storia.
Questo percorso fotografico sull'abbandono cerca di far comprendere come sia possibile emozionarsi innanzi ad una decadenza la cui bellezza è insita nello stato di decadenza stessa, dove ogni traccia ritrovata è simbolo di ciò che queste industrie, o questi ospedali, o questi antichi borghi o manieri rappresentarono per centinaia di persone la cui vita passata è ancora al loro interno, in quanto la presenza di chi vi ha vissuto è ancora lì, davanti ai nostri occhi.
Siamo tre viaggiatori che documentano un passato che troppo spesso viene lasciato nell’oblio.
“L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà: se ce ne è uno, è quello che è già qui. [..]
Due modi ci sono per non soffrire:
il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino a non vederlo più.
Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento: cercare e saper riconoscere che cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare. e dargli spazio”
(Italo Calvino: Le Città Invisibili)
Michele Fatarella > In Between
Scheda dell’autore
Nasco a Firenze il 28 Settembre 1972
La Fotografia ha covato in me per lunghi anni.
Prima al seguito di amici già travolti da questa passione, rapito ad ascoltare di diaframmi, obiettivi, illuminazione, pose...
Poi sono spuntati i primi timidi germogli... le fotografie di viaggio.
Ma infine è esplosa... incontenibile, spinta irruenta dalla luce, e mi ha proiettato nella moltitudine delle tinte, disperso negli spazi e negli occhi della gente, fra le piume e le pellicce, in mezzo alle rovine, in un gesto...
Una Passione Totale per l'Immagine e la Vita in un Attimo Infinito...
Gli interessi più grandi sono per la fotografia naturalistica... ben mimetizzato, in paziente attesa che quel magico incontro fra luce, posa e azione avvenga, e quelle ali saranno lì per sempre piegate dalla forza di uno slancio, dalla tensione di un balzo.
Per il reportage, soprattutto di eventi artistici, come Teatro, Musica e Danza. Non c’è emozione più grande che ritornare stupefatti sull’immobile perfezione di un gesto, sull’esplosione di un’espressione, che autosufficiente esiste in un solo momento e basta per sempre.
Ma sono anche rapito dalle moderne rovine dell’archeologia industriale, siano esse fondale per la fotografia di figura e di ritratto, alla ricerca di situazioni e atmosfere, di un incastro perfetto di forme, colori ed espressioni; sia come genere documentativo, per ricordare quegli invisibili universi paralleli che pulsano accanto al nostro e che spesso si esauriscono e scompaiono in un futuro appena trascorso.
Fondamentale comunque è l’interpretazione e la valorizzazione immaginifica ed evocativa dell’immagine, ricercata e inseguita anche con gli strumenti del photo editing digitale, con l’obiettivo di sviluppare, amplificare, dipingere le trame dei pensieri e delle emozioni e scolpire il rilievo della Luce.
www.michelefatarella.it
info@michelefatarella.it
David Fontani > Arkeo
Scheda dell’autore
Sono nato a Firenze - dove lavoro e risiedo - nell'aprile del 1972
La mia attività fotografica ha inizio alla fine di una decade trascorsa come musicista. Terminato il mio percorso musicale, nel gennaio 2001, il mio desiderio era quello di riscrivere la mia creatività e di rinnovare il mio umore artistico con un linguaggio tecnico-espressivo che fosse del tutto nuovo per me. Nell'estate dello stesso anno, dovendo recarmi a Praga, decisi di comprare la mia prima reflex a pellicola per immortalare la bellezza della splendida cittadina ceca e..."galeotta" fu quell'occasione! E' proprio il caso di dire che fu il colpo di fulmine a prima vista con quell'oscuro e tecnologico oggetto chiamato macchina fotografica!
Da allora esprimo il mio essere attraverso la fotografia, insostituibile ed essenziale mezzo di comunicazione, senza il quale non riuscirei a condividere con gli altri ciò che sento e penso della vita, del mondo e della bellezza che mi circonda. La fotografia per me è una sorta di "dizionario universale" personale che va al di là delle barriere linguistiche e concettuali e mi permette di "parlare" con le immagini...senza aver più bisogno delle parole!
Porto avanti con la stessa passione diversi progetti fra cui “Foemina” e “Reportage”.
In questa occasione vi presento “Arkeo”, cercando di fare si che vi appassioniate a questo percorso, allo stesso modo in cui è nata in me la passione per quei luoghi abbandonati ai quali non viene attribuita spesso più nessuna importanza; dalla signorile villa settecentesca ormai decaduta al complesso industriale dei primi del novecento dismesso da decenni, dall'antico borgo disabitato ed in rovina, alla grande area psichiatrica del secolo scorso lasciata al suo decadente destino senza nessun tipo di utile riconversione.
"Arkeo" è un viaggio - trasfigurato e rielaborato attraverso la mia visione fotografica - per testimoniare,per condividere e per riportare a nuova vita quelle rovine e quegli echi invisibili - ma ancora risonanti -di altri tempi, di altre realtà e di altri luoghi.
"Arkeo" vuole essere una visuale fotografica sui resti di quei mondi cronologicamente a noi tanto vicini quanto mnemonicamente già lontani...
www.davidfontani.it
info@davidfontani.it
Viola Lorenza Savarese > Tracce
Scheda dell’autrice
Nasco nel 1972 e vivo tra Modena e Firenze.
In realtà amo la fotografia da sempre; amo così tanto questa forma d'arte da non essere mai riuscita ad avvicinarmici come autrice per uno strano senso di inadeguatezza, quasi di imbarazzo.
Nel 2006 stanca di seguire da semplice spettatrice gli amici fotografi, conquisto la mia prima digitale Nikon e timidamente comincio a “congelare attimi”. Scatto dopo scatto scopro, con mia grande sorpresa, che gli anni dedicati all'osservazione dell'arte altrui mi avevano in qualche modo insegnato a catturare quello che solitamente non si vede affatto, quello che non sembra degno di attenzione, quello che i nostri occhi non hanno l'abitudine di “mettere a fuoco”.
Fotografo tutto ciò che attrae la mia attenzione, tutto ciò che mi emoziona. Questo è ciò che cerco di trasmettere con le mie immagini: lo stesso livello di pathos, di coinvolgimento emozionale che mi ha travolto al momento dello scatto.
Amo quindi il reportage e la “street” dove posso rubare attimi di un qualcosa che sto vedendo e che per un qualsiasi motivo, mi colpisce.
Amo ritrarre persone cercando di inventare storie cucite addosso al loro io e che per questo motivo possono essere in qualche modo interpretate, “recitate”.
Da qualche tempo il mio lavoro è dedicato alla "fotografia dell'abbandono", dell'archeologia industriale e urbana, andando a ricercare qualsiasi traccia di ciò che un tempo magnificamente "era" e che oggi ancora "è", ma con le sue assenze, con le presenze che mancano. E qui, come non mai, entra in gioco la mia emozione. Il mio percorso sull'abbandono è un progetto di divulgazione visiva il cui scopo è di far comprendere come sia possibile riscoprire emozioni in posti dimenticati, polverosi e sporchi, come sia possibile in quei silenzi udire ancora i rumori che un tempo erano quotidiani, come sia possibile vedere che la bellezza sta nella decadenza stessa delle cose.
“La fotografia fa apparire ciò che non si coglie mai. [..] Se una foto mi piace, o mi turba, io vi indugio sopra. Cosa faccio tutto il tempo che me ne sto davanti a lei? La guardo e la scruto, come se volessi sapere di più di quello che vedo.”.
(Roland Barthes)
http://www.flickr.com/photos/viola_lorenza/
lorenza.savarese@cotamo.it
Tre fotografi espongono le immagini del loro personale percorso attraverso l'esplorazione fotografica dell'archeologia industriale e urbana.
“Si percorre un lungo corridoio che si perde nel buio, camminando lentamente. Oppure ci si trova lì, in mezzo al silenzio, occupando, così piccoli che siamo, spazi immensi, ampie campate di strutture che si perdono in una fuga maestosa, divorate dal tempo, sgretolate, imbrigliate in rigogliose ed anarchiche strutture di vita vegetale che hanno riconquistato il loro primordiale spazio, seguendo con lo sguardo una ciminiera che ancora fiera e ritta si perde, fuggendo verso il cielo. Esattamente come un viaggiatore che guarda il passato, cullato da silenzi di mille voci spente o abbagliato dal decadente e coloratissimo sfarzo di strutture ancora troppo vive per essere dimenticate, il tuo sguardo si sofferma su una parete e diventi improvvisamente ammaliato ascoltatore, testimone inconsapevole di invisibili storie.
E’ allora che il pensiero prende il sopravvento e comincia a correre, fantastica, crea, confonde compiaciuto immagini e miraggi, interpreta e costruisce vicende, ripercorre filamenti di storie vissute, tesse trame, accadimenti, sogni.
Emozioni che sono le stesse dell'udir gocciolare la eco di antiche preghiere dalla volta di una scura cattedrale. Qui le lontane lamiere tintinnano ancora; in queste stanze la civiltà ha lasciato solo un vuoto pesante; un lontano clangore pervade ancora gli spazi, rombo e stridore di possenti creature in gabbia i cui possenti corpi metallici versano ora sovrannaturali gore su corazze corrose dalle ferite lasciate dall'abbandono..
Tinte dai toni inimmaginabili riemergono rivitalizzate da una scintillante lama di luce penetrata da un'apertura, mentre ancora rieccheggia il suono di faticose parole urlate per sovrastare il frastuono; mentre, percorrendo i padiglioni degli ex ospedali psichiatrici, il silenzio diventa assordante, invaso da ancora strazianti eco di urla e lacrime di chi vi trascorse la vita.”
Tre fotografi dalle personalità diverse, tre diversi stili, che si incontrano in un progetto comune. L'intento è quello di conservare, racchiudendolo dentro ad uno scatto, l'immenso patrimonio archeologico, industriale e urbano, che l'Italia possiede, prima che il tempo e le cause economiche, politiche e sociali riescano a spazzarlo via, compiendo il loro inarrestabile percorso.
E’ una ricerca costante di tracce di ciò che un tempo “era” e che oggi ancora “è”, ma con le sue assenze, con le presenze che mancano.
L'intento è altresì quello della divulgazione visiva di una bellezza insita in uno stato di declino e decadenza che solitamente si tende a non vedere, è trasmettere l'ostinata volontà di continuare ad esistere di certi luoghi, è trasmettere la pazienza di osservare oltre polvere e rovine riscoprendo quell'eredità fragilissima di luoghi un tempo vivi e teatro di vita di persone che al loro interno hanno scritto la loro storia.
Questo percorso fotografico sull'abbandono cerca di far comprendere come sia possibile emozionarsi innanzi ad una decadenza la cui bellezza è insita nello stato di decadenza stessa, dove ogni traccia ritrovata è simbolo di ciò che queste industrie, o questi ospedali, o questi antichi borghi o manieri rappresentarono per centinaia di persone la cui vita passata è ancora al loro interno, in quanto la presenza di chi vi ha vissuto è ancora lì, davanti ai nostri occhi.
Siamo tre viaggiatori che documentano un passato che troppo spesso viene lasciato nell’oblio.
“L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà: se ce ne è uno, è quello che è già qui. [..]
Due modi ci sono per non soffrire:
il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino a non vederlo più.
Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento: cercare e saper riconoscere che cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare. e dargli spazio”
(Italo Calvino: Le Città Invisibili)
Michele Fatarella > In Between
Scheda dell’autore
Nasco a Firenze il 28 Settembre 1972
La Fotografia ha covato in me per lunghi anni.
Prima al seguito di amici già travolti da questa passione, rapito ad ascoltare di diaframmi, obiettivi, illuminazione, pose...
Poi sono spuntati i primi timidi germogli... le fotografie di viaggio.
Ma infine è esplosa... incontenibile, spinta irruenta dalla luce, e mi ha proiettato nella moltitudine delle tinte, disperso negli spazi e negli occhi della gente, fra le piume e le pellicce, in mezzo alle rovine, in un gesto...
Una Passione Totale per l'Immagine e la Vita in un Attimo Infinito...
Gli interessi più grandi sono per la fotografia naturalistica... ben mimetizzato, in paziente attesa che quel magico incontro fra luce, posa e azione avvenga, e quelle ali saranno lì per sempre piegate dalla forza di uno slancio, dalla tensione di un balzo.
Per il reportage, soprattutto di eventi artistici, come Teatro, Musica e Danza. Non c’è emozione più grande che ritornare stupefatti sull’immobile perfezione di un gesto, sull’esplosione di un’espressione, che autosufficiente esiste in un solo momento e basta per sempre.
Ma sono anche rapito dalle moderne rovine dell’archeologia industriale, siano esse fondale per la fotografia di figura e di ritratto, alla ricerca di situazioni e atmosfere, di un incastro perfetto di forme, colori ed espressioni; sia come genere documentativo, per ricordare quegli invisibili universi paralleli che pulsano accanto al nostro e che spesso si esauriscono e scompaiono in un futuro appena trascorso.
Fondamentale comunque è l’interpretazione e la valorizzazione immaginifica ed evocativa dell’immagine, ricercata e inseguita anche con gli strumenti del photo editing digitale, con l’obiettivo di sviluppare, amplificare, dipingere le trame dei pensieri e delle emozioni e scolpire il rilievo della Luce.
www.michelefatarella.it
info@michelefatarella.it
David Fontani > Arkeo
Scheda dell’autore
Sono nato a Firenze - dove lavoro e risiedo - nell'aprile del 1972
La mia attività fotografica ha inizio alla fine di una decade trascorsa come musicista. Terminato il mio percorso musicale, nel gennaio 2001, il mio desiderio era quello di riscrivere la mia creatività e di rinnovare il mio umore artistico con un linguaggio tecnico-espressivo che fosse del tutto nuovo per me. Nell'estate dello stesso anno, dovendo recarmi a Praga, decisi di comprare la mia prima reflex a pellicola per immortalare la bellezza della splendida cittadina ceca e..."galeotta" fu quell'occasione! E' proprio il caso di dire che fu il colpo di fulmine a prima vista con quell'oscuro e tecnologico oggetto chiamato macchina fotografica!
Da allora esprimo il mio essere attraverso la fotografia, insostituibile ed essenziale mezzo di comunicazione, senza il quale non riuscirei a condividere con gli altri ciò che sento e penso della vita, del mondo e della bellezza che mi circonda. La fotografia per me è una sorta di "dizionario universale" personale che va al di là delle barriere linguistiche e concettuali e mi permette di "parlare" con le immagini...senza aver più bisogno delle parole!
Porto avanti con la stessa passione diversi progetti fra cui “Foemina” e “Reportage”.
In questa occasione vi presento “Arkeo”, cercando di fare si che vi appassioniate a questo percorso, allo stesso modo in cui è nata in me la passione per quei luoghi abbandonati ai quali non viene attribuita spesso più nessuna importanza; dalla signorile villa settecentesca ormai decaduta al complesso industriale dei primi del novecento dismesso da decenni, dall'antico borgo disabitato ed in rovina, alla grande area psichiatrica del secolo scorso lasciata al suo decadente destino senza nessun tipo di utile riconversione.
"Arkeo" è un viaggio - trasfigurato e rielaborato attraverso la mia visione fotografica - per testimoniare,per condividere e per riportare a nuova vita quelle rovine e quegli echi invisibili - ma ancora risonanti -di altri tempi, di altre realtà e di altri luoghi.
"Arkeo" vuole essere una visuale fotografica sui resti di quei mondi cronologicamente a noi tanto vicini quanto mnemonicamente già lontani...
www.davidfontani.it
info@davidfontani.it
Viola Lorenza Savarese > Tracce
Scheda dell’autrice
Nasco nel 1972 e vivo tra Modena e Firenze.
In realtà amo la fotografia da sempre; amo così tanto questa forma d'arte da non essere mai riuscita ad avvicinarmici come autrice per uno strano senso di inadeguatezza, quasi di imbarazzo.
Nel 2006 stanca di seguire da semplice spettatrice gli amici fotografi, conquisto la mia prima digitale Nikon e timidamente comincio a “congelare attimi”. Scatto dopo scatto scopro, con mia grande sorpresa, che gli anni dedicati all'osservazione dell'arte altrui mi avevano in qualche modo insegnato a catturare quello che solitamente non si vede affatto, quello che non sembra degno di attenzione, quello che i nostri occhi non hanno l'abitudine di “mettere a fuoco”.
Fotografo tutto ciò che attrae la mia attenzione, tutto ciò che mi emoziona. Questo è ciò che cerco di trasmettere con le mie immagini: lo stesso livello di pathos, di coinvolgimento emozionale che mi ha travolto al momento dello scatto.
Amo quindi il reportage e la “street” dove posso rubare attimi di un qualcosa che sto vedendo e che per un qualsiasi motivo, mi colpisce.
Amo ritrarre persone cercando di inventare storie cucite addosso al loro io e che per questo motivo possono essere in qualche modo interpretate, “recitate”.
Da qualche tempo il mio lavoro è dedicato alla "fotografia dell'abbandono", dell'archeologia industriale e urbana, andando a ricercare qualsiasi traccia di ciò che un tempo magnificamente "era" e che oggi ancora "è", ma con le sue assenze, con le presenze che mancano. E qui, come non mai, entra in gioco la mia emozione. Il mio percorso sull'abbandono è un progetto di divulgazione visiva il cui scopo è di far comprendere come sia possibile riscoprire emozioni in posti dimenticati, polverosi e sporchi, come sia possibile in quei silenzi udire ancora i rumori che un tempo erano quotidiani, come sia possibile vedere che la bellezza sta nella decadenza stessa delle cose.
“La fotografia fa apparire ciò che non si coglie mai. [..] Se una foto mi piace, o mi turba, io vi indugio sopra. Cosa faccio tutto il tempo che me ne sto davanti a lei? La guardo e la scruto, come se volessi sapere di più di quello che vedo.”.
(Roland Barthes)
http://www.flickr.com/photos/viola_lorenza/
lorenza.savarese@cotamo.it
05
aprile 2008
Michele Fatarella / David Fontani / Viola Lorenza Savarese
Dal 05 al 30 aprile 2008
fotografia
Location
LA FELTRINELLI INTERNATIONAL
Firenze, Via Camillo Benso Conte Di Cavour, 12R, (Firenze)
Firenze, Via Camillo Benso Conte Di Cavour, 12R, (Firenze)
Orario di apertura
Lun - Sab dalle 9 alle 19,30
Vernissage
5 Aprile 2008, ore 17.30
Autore