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Michele Ghiro – Splendori e trasparenze
Artista Re del vetro,ci presenta in questa mostra opere cariche di innovazione e fantasia, creatività e novità, porgendosi e facendosi riconoscere eccelso sia dal punto di vista formale e creativo. Nascono vasi costolati, vetri incamiciati, vetri trasparenti a metà tra arcaismo e arti decorative.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La mostra dal titolo “Splendori e trasparenze” è promossa dall' ARTESTUDIO 26, punto di riferimento significativo nella planimetria artistica di una città fortemente europea come Milano. Lo spazio oltre a vivacizzare ricognizioni ad ampio raggio di tendenze che caratterizzano l’arte contemporanea, offre lezioni tecniche e teoriche e conferenze di illustri artisti e intellettuali italiani del secondo Novecento. L’esposizione curata dal Prof. Carlo Franza, illustre Storico dell’Arte Contemporanea, che firma anche il testo, dal titolo “Splendori e trasparenze” riunisce opere monumentali e non di Michele Ghiro, che misurano la cronaca dell’esistere attraverso un registro stilistico vario eppur carico di simbologie, di storie, di letture, di emozioni e fantasie, e ogni cosa che possa muovere e smuovere lo scenario del presente. La presenza di artisti affermati e di altri più giovani nel panorama delle scelte che l' ARTESTUDIO 26 propone lascia intendere la capacità di leggere la storicità, di scoprire il nuovo, di rompere con un passato troppo vischioso e riscrivere anche una sorta di taccuino del futuro.
Scrive Carlo Franza: “Trovare nell'arte contemporanea artisti che si misurano con il vetro è cosa di grande fascino, specie se trattato con totale maestria; e che hanno utilizzato poi nell'arco della loro carriera come strumento originale di espressione e mezzo di ricerca di una propria personale poetica. E con questo materiale il loro lavoro ha lasciato vivere aperture nuove a possibili esplorazioni artistiche. Tra i più interessanti artisti del nostro tempo che hanno utilizzato anche il vetro come medium del loro fare, Marcel Duchamp e Joseph Beuys, fino ad Ai Weiwei, Damien Hirst, Giovanni Anselmo e Jannis Kounellis, Giancarlo Marchese, solo per citarne alcuni. L’impiego del vetro come oggetto ritrovato, come materiale dalle particolari qualità metaforiche e linguistiche, di preziosità e di inserimento, collegamento, e addirittura di progettazione, scenografia e arredo spaziale. Anziché la precisione o l’originalità del disegno del manufatto, qui entrano in gioco il potenziale simbolico della trasparenza, della fragilità e della resistenza, della precisione e della levigatezza, nella costruzione di una situazione che attinge volontariamente dall’esperienza della realtà quotidiana e dal linguaggio artistico contemporaneo. In questo contesto del presente emerge la singolarissima personalità del maestro Michele Ghiro e del suo laboratorio milanese che ha nome Glass Accademy fondato nel 2004. Qui aiutato dal figlio e da taluni lavoranti, ha dato prova in anni recenti di distinguersi subito per la particolare ricchezza di opere proposte in occasioni di grandi esposizioni o di commissioni avvenute sia in Italia che all'estero. Re del vetro Michele Ghiro, artista che vive giornalmente innovazione e fantasia, creatività e novità, porgendosi e facendosi riconoscere eccelso sia dal punto di vista formale e creativo che da quello tecnico. Vasi costolati, vetri incamiciati, vetri trasparenti a metà tra arcaismo e arti decorative, acquari, vasi velati, alberi e piante grasse, un variegato bestiario, fontane di luce azzurrate, forme affastellate colme di volute, di manici, di anelli, di ghirlande, di medaglioni, di meandri, di forme tratte dal regno animale e vegetale, ecc. Con il vetro si pone scultore di significativo valore, che realizza forme simboliche e astrazione sensuale; oggetti e mobili che trattengono una linea da nouvelle art nouveau, fitomorfica, con vetri opalescenti o anche con iridescenze metalliche, con un senso superlativo della policromia, con fregi e finiture, blu e oro, squillante azzurro celeste, tinte pastello, Ghiro sviluppa una concezione di linearità e purezza strutturale, senza liberarsi dalla intenzionalità decorativa. Ghiro è il nuovo Emille Gallè del terzo millennio che mette in scena nuove tecniche vetrarie e nuove forme, così i suoi vetri e le sue sculture, anche monumentali, sono forme aeree, libere, dai colori preziosi, opalescenti, tali da ribadire il concetto di parità tra le arti. I risultati oggi ci sono tutti e in questo primo capitolo di mostra pubblica si presenta come uno dei migliori scultori della nostra epoca, creatore sensibile che ha trovato nel vetro la sete di perfezione, la terra e il fuoco della sua arte sublime, la verità dell'anima con la luce dell'eterno e dell'infinito e l'altra faccia della verità fatta di idee perpetue, in cui il vetro porge le ombre della bellezza sognata e sempre sfuggente”.
Cenni biografici dell'artista
Il maestro Michele Ghiro, ormai artista di chiara fama, è un professionista nella lavorazione del vetro, materia che inizia a conoscere e apprezzare fin da giovanissimo. Trasferito a Milano da Bari (dove è nato) inizia a lavorare in vetreria e sviluppa le sue qualità artistiche innamorandosi della materia e di ciò che può creare. Di questo materiale Ghiro apprezza le apparenti contraddizioni: è solido e fragile, naturale ma lo stesso tempo artificiale, inoltre è ecologico ed igienico; apparentemente semplice, perché trasparente, ma estremamente complesso dal punto di vista chimico e fisico. Raggiunge i suoi massimi livelli lavorando da Giorgio Berlini, un nome sicuro nel settore e conosciuto in tutto il mondo. Quando Giorgio Berlini decide di andare in pensione, Michele Ghiro rileva l’azienda portando avanti le tradizioni di questo nobile lavoro, e l'esperienza sua è fonte inesauribile, sempre alla ricerca di nuove lavorazioni e poi attento a migliorare quelle esistenti. Michele Ghiro ha voluto personalizzare a questo punto la vecchia azienda cambiando il nome da Berlini a Glass Academy perché il suo desiderio più grande è quello di insegnare ai giovani le tradizioni e trasmettere l'amore per il lavoro artigianale. Fondata da Michele Ghiro nel 2004, la GLASS ACADEMY progetta, sviluppa e produce opere e creazioni in vetro curvato, realizzati seguendo antiche ed esclusive lavorazioni artigianali, fondendo lavorazione manuale e design. Ed è da questo momento che il processo di lavorazione del vetro grazie all’esperienza di un maestro come Michele Ghiro, operativo con fasi che vanno dall' argentatura, alla curvatura, decorazione, fusione, incisione, molatura e scolpitura, che tecnica e creazione hanno trovato interesse nel mondo con la realizzazione di grandi opere monumentali che si trovano in più parti del mondo, come l'“albero della pace” per la Fondazione Don Tonino Bello. Nel corso dei suoi anni lavorativi Michele Ghiro ha collaborato con grandi artisti del settore e coopera oggi con i più illustri antiquari d'Italia. Nel 2011 su invito del Prof. Carlo Franza ha vinto il Premio delle Arti Premio della Cultura per il Design e la Progettazione al Circolo della Stampa di Milano. Nel 2014 è sempre l'illustre Storico dell'Arte Prof: Carlo Franza a presentargli la mostra dal titolo “Splendori e trasparenze” ad Artestudio 26 a Milano.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la sua rubrica “Scenari dell'arte”. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008. Nel 2013 vince il Premio Berlino per la Critica d'Arte.
Scrive Carlo Franza: “Trovare nell'arte contemporanea artisti che si misurano con il vetro è cosa di grande fascino, specie se trattato con totale maestria; e che hanno utilizzato poi nell'arco della loro carriera come strumento originale di espressione e mezzo di ricerca di una propria personale poetica. E con questo materiale il loro lavoro ha lasciato vivere aperture nuove a possibili esplorazioni artistiche. Tra i più interessanti artisti del nostro tempo che hanno utilizzato anche il vetro come medium del loro fare, Marcel Duchamp e Joseph Beuys, fino ad Ai Weiwei, Damien Hirst, Giovanni Anselmo e Jannis Kounellis, Giancarlo Marchese, solo per citarne alcuni. L’impiego del vetro come oggetto ritrovato, come materiale dalle particolari qualità metaforiche e linguistiche, di preziosità e di inserimento, collegamento, e addirittura di progettazione, scenografia e arredo spaziale. Anziché la precisione o l’originalità del disegno del manufatto, qui entrano in gioco il potenziale simbolico della trasparenza, della fragilità e della resistenza, della precisione e della levigatezza, nella costruzione di una situazione che attinge volontariamente dall’esperienza della realtà quotidiana e dal linguaggio artistico contemporaneo. In questo contesto del presente emerge la singolarissima personalità del maestro Michele Ghiro e del suo laboratorio milanese che ha nome Glass Accademy fondato nel 2004. Qui aiutato dal figlio e da taluni lavoranti, ha dato prova in anni recenti di distinguersi subito per la particolare ricchezza di opere proposte in occasioni di grandi esposizioni o di commissioni avvenute sia in Italia che all'estero. Re del vetro Michele Ghiro, artista che vive giornalmente innovazione e fantasia, creatività e novità, porgendosi e facendosi riconoscere eccelso sia dal punto di vista formale e creativo che da quello tecnico. Vasi costolati, vetri incamiciati, vetri trasparenti a metà tra arcaismo e arti decorative, acquari, vasi velati, alberi e piante grasse, un variegato bestiario, fontane di luce azzurrate, forme affastellate colme di volute, di manici, di anelli, di ghirlande, di medaglioni, di meandri, di forme tratte dal regno animale e vegetale, ecc. Con il vetro si pone scultore di significativo valore, che realizza forme simboliche e astrazione sensuale; oggetti e mobili che trattengono una linea da nouvelle art nouveau, fitomorfica, con vetri opalescenti o anche con iridescenze metalliche, con un senso superlativo della policromia, con fregi e finiture, blu e oro, squillante azzurro celeste, tinte pastello, Ghiro sviluppa una concezione di linearità e purezza strutturale, senza liberarsi dalla intenzionalità decorativa. Ghiro è il nuovo Emille Gallè del terzo millennio che mette in scena nuove tecniche vetrarie e nuove forme, così i suoi vetri e le sue sculture, anche monumentali, sono forme aeree, libere, dai colori preziosi, opalescenti, tali da ribadire il concetto di parità tra le arti. I risultati oggi ci sono tutti e in questo primo capitolo di mostra pubblica si presenta come uno dei migliori scultori della nostra epoca, creatore sensibile che ha trovato nel vetro la sete di perfezione, la terra e il fuoco della sua arte sublime, la verità dell'anima con la luce dell'eterno e dell'infinito e l'altra faccia della verità fatta di idee perpetue, in cui il vetro porge le ombre della bellezza sognata e sempre sfuggente”.
Cenni biografici dell'artista
Il maestro Michele Ghiro, ormai artista di chiara fama, è un professionista nella lavorazione del vetro, materia che inizia a conoscere e apprezzare fin da giovanissimo. Trasferito a Milano da Bari (dove è nato) inizia a lavorare in vetreria e sviluppa le sue qualità artistiche innamorandosi della materia e di ciò che può creare. Di questo materiale Ghiro apprezza le apparenti contraddizioni: è solido e fragile, naturale ma lo stesso tempo artificiale, inoltre è ecologico ed igienico; apparentemente semplice, perché trasparente, ma estremamente complesso dal punto di vista chimico e fisico. Raggiunge i suoi massimi livelli lavorando da Giorgio Berlini, un nome sicuro nel settore e conosciuto in tutto il mondo. Quando Giorgio Berlini decide di andare in pensione, Michele Ghiro rileva l’azienda portando avanti le tradizioni di questo nobile lavoro, e l'esperienza sua è fonte inesauribile, sempre alla ricerca di nuove lavorazioni e poi attento a migliorare quelle esistenti. Michele Ghiro ha voluto personalizzare a questo punto la vecchia azienda cambiando il nome da Berlini a Glass Academy perché il suo desiderio più grande è quello di insegnare ai giovani le tradizioni e trasmettere l'amore per il lavoro artigianale. Fondata da Michele Ghiro nel 2004, la GLASS ACADEMY progetta, sviluppa e produce opere e creazioni in vetro curvato, realizzati seguendo antiche ed esclusive lavorazioni artigianali, fondendo lavorazione manuale e design. Ed è da questo momento che il processo di lavorazione del vetro grazie all’esperienza di un maestro come Michele Ghiro, operativo con fasi che vanno dall' argentatura, alla curvatura, decorazione, fusione, incisione, molatura e scolpitura, che tecnica e creazione hanno trovato interesse nel mondo con la realizzazione di grandi opere monumentali che si trovano in più parti del mondo, come l'“albero della pace” per la Fondazione Don Tonino Bello. Nel corso dei suoi anni lavorativi Michele Ghiro ha collaborato con grandi artisti del settore e coopera oggi con i più illustri antiquari d'Italia. Nel 2011 su invito del Prof. Carlo Franza ha vinto il Premio delle Arti Premio della Cultura per il Design e la Progettazione al Circolo della Stampa di Milano. Nel 2014 è sempre l'illustre Storico dell'Arte Prof: Carlo Franza a presentargli la mostra dal titolo “Splendori e trasparenze” ad Artestudio 26 a Milano.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la sua rubrica “Scenari dell'arte”. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008. Nel 2013 vince il Premio Berlino per la Critica d'Arte.
07
maggio 2014
Michele Ghiro – Splendori e trasparenze
Dal 07 maggio all'otto giugno 2014
arte contemporanea
Location
ARTESTUDIO 26
Milano, Via Padova, 26, (Milano)
Milano, Via Padova, 26, (Milano)
Orario di apertura
martedì/mercoledì ore 10 – 18, lunedì/giovedì/venerdì ore 15 - 18
visitabile in giorni e orari diversi previo appuntamento al 338.9197709
Vernissage
7 Maggio 2014, ore 18.00
Autore
Curatore