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Michele Iodice – Difendiamo l’anima
Un grande uovo di plexiglass, serigrafato, alto quasi un metro, sospeso ad altezza d’uomo. Un gioco al contrario da leggere intensamente per difendere la propria anima. La scultura site-specific di Michele Iodice è un’ov-azione alla Pasqua.
Comunicato stampa
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A partire dal prossimo martedì 6 aprile 2004 (vernice: h 19.30), con l’esposizione della scultura “Difendiamo l’anima” di Michele Iodice, prosegue Pezzi Unici Modernissimi, la rassegna a cura di Luciano Stella e Ciro Cacciola, con cui il Modernissimo.it ospita lavori di autori napoletani contemporanei in collaborazione con Kult, il primo mensile di moda-arte-cultura in Italia.
Un grande uovo di plexiglass, serigrafato, alto quasi un metro, sospeso ad altezza d’uomo. Un gioco al contrario da leggere intensamente per difendere la propria anima.
La scultura site-specific di Michele Iodice è un’ov-azione alla Pasqua, al senso più mistico e umano della Passione di Cristo, una citazione.
Posizionato al centro del salotto-bar del multicinema, trasparente come l’anima, l’uovo (la nuova vita?) si riflette nello specchio immenso. Ciascuno vi si può affiancare, per leggere, proprio sulla superficie dello specchio, un momento di ri/flessione. “Difendiamo l’anima - scrive Iodice - difendiamo la semplicità. Difendiamo la Purezza, cerchiamola. Difendiamo l’Essere, l’ essere giusto. Difendiamo l’onestà, la riflessione, non l’assenza del pensiero”.
L’anima come “pietas”, come oggetto ritrovato e rigenerato.
Michele Iodice (Napoli, 1956) lavora al Museo Nazionale Archeologico di Napoli. Vive nel quartiere della Sanità. Appassionato frequentatore di rigattieri e mercatini di oggetti vecchi o antichi, ha conosciuto il mondo del teatro allestendo alcune scenografie e creando spettacoli di pupazzi.
Così scrive di lui Giuseppe Merlino, storico di Letteratura Francese: “Gli oggetti che (Michele Iodice, ndr) ha inventati o costruiti in questi ultimi anni (…) sono tutti oggetti regolati da alcune categorie fondamentali: il frammento e la sua storia – da cui nascono associazioni fantasiose ma non gratuite -; la pietas per l’oggetto abbandonato e la memoria tenace del suo passato, dal quale sgorga quell’energia inventiva e narrativa che conferisce dignità estetica al riuso dei materiali; una nostalgia attiva. (…) Attivo vuol dire, credo, che tutta la grazia del passato può ancora riaffiorare nelle forme ingiunte dal presente; ed è qui che si fonda il gusto e il talento di Iodice per la metamorfosi (la parola indica quell’exploit estetico che consiste nel far riconoscere l’identico nel diverso); ma attivo vuol dire anche fare della nostalgia una lezioe di conoscenza etica. La conoscenza che può nascere dalla nostalgia è quella della irrimediabile frattura temporale con il tempo già trascorso e la scelta del frammento, vecchio o antico, da parte di Iodice, è segno di questa consapevolezza. (…) Ma forse il risultato più vigoroso e decisivo, nelle opere di Michele Iodice, di questa sua doppia appartenenza alla modernità (…) e alla nostalgia, sta nella acuità della sua osservazione, nella raffinatezza del suo bricolage, nella ramificazione del suo gusto antiquario in fantasie visive che non celano l’attualità ma, per così dire, la auscultano e le danno più forma”.
Un grande uovo di plexiglass, serigrafato, alto quasi un metro, sospeso ad altezza d’uomo. Un gioco al contrario da leggere intensamente per difendere la propria anima.
La scultura site-specific di Michele Iodice è un’ov-azione alla Pasqua, al senso più mistico e umano della Passione di Cristo, una citazione.
Posizionato al centro del salotto-bar del multicinema, trasparente come l’anima, l’uovo (la nuova vita?) si riflette nello specchio immenso. Ciascuno vi si può affiancare, per leggere, proprio sulla superficie dello specchio, un momento di ri/flessione. “Difendiamo l’anima - scrive Iodice - difendiamo la semplicità. Difendiamo la Purezza, cerchiamola. Difendiamo l’Essere, l’ essere giusto. Difendiamo l’onestà, la riflessione, non l’assenza del pensiero”.
L’anima come “pietas”, come oggetto ritrovato e rigenerato.
Michele Iodice (Napoli, 1956) lavora al Museo Nazionale Archeologico di Napoli. Vive nel quartiere della Sanità. Appassionato frequentatore di rigattieri e mercatini di oggetti vecchi o antichi, ha conosciuto il mondo del teatro allestendo alcune scenografie e creando spettacoli di pupazzi.
Così scrive di lui Giuseppe Merlino, storico di Letteratura Francese: “Gli oggetti che (Michele Iodice, ndr) ha inventati o costruiti in questi ultimi anni (…) sono tutti oggetti regolati da alcune categorie fondamentali: il frammento e la sua storia – da cui nascono associazioni fantasiose ma non gratuite -; la pietas per l’oggetto abbandonato e la memoria tenace del suo passato, dal quale sgorga quell’energia inventiva e narrativa che conferisce dignità estetica al riuso dei materiali; una nostalgia attiva. (…) Attivo vuol dire, credo, che tutta la grazia del passato può ancora riaffiorare nelle forme ingiunte dal presente; ed è qui che si fonda il gusto e il talento di Iodice per la metamorfosi (la parola indica quell’exploit estetico che consiste nel far riconoscere l’identico nel diverso); ma attivo vuol dire anche fare della nostalgia una lezioe di conoscenza etica. La conoscenza che può nascere dalla nostalgia è quella della irrimediabile frattura temporale con il tempo già trascorso e la scelta del frammento, vecchio o antico, da parte di Iodice, è segno di questa consapevolezza. (…) Ma forse il risultato più vigoroso e decisivo, nelle opere di Michele Iodice, di questa sua doppia appartenenza alla modernità (…) e alla nostalgia, sta nella acuità della sua osservazione, nella raffinatezza del suo bricolage, nella ramificazione del suo gusto antiquario in fantasie visive che non celano l’attualità ma, per così dire, la auscultano e le danno più forma”.
06
aprile 2004
Michele Iodice – Difendiamo l’anima
Dal 06 al 24 aprile 2004
arte contemporanea
Location
MULTICINEMA MODERNISSIMO.IT
Napoli, Via Cisterna Dell'olio, (Napoli)
Napoli, Via Cisterna Dell'olio, (Napoli)
Orario di apertura
tutti i giorni, dalle 16 alle 24
Vernissage
6 Aprile 2004, h 19.30