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Michele Munno – Il battito di ciglia
In mostra una sessantina di opere pittoriche, tra cui alcune realizzate side specific, che ripercorrono l’arco della sua intera produzione, individuando tra le due diverse sedi, alcuni temi di ricerca, che indicano personali direzioni di cammino artistico per le quali si è parlato di “neoplatonismo” ma anche di “umanesimo” e a proposito di alcune grandi tele recenti di “visionarietà padana” che, dalla lezione informale, torna ad approfondire gli aspetti più lirici e soggettivi del naturalismo, mentre la scrittura minuta di alcuni dei suoi sfondi sembra rievocare il clima degli automatismi psichici di André Masson.
Comunicato stampa
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Il battito di ciglia è il titolo della personale dell’artista Michele Munno ospitata a Reggio Emilia da sabato 24 ottobre contemporaneamente in due sedi espositive: l’ Officina delle arti e il Mauriziano.
La mostra è promossa dal Comune di Reggio Assessorato Cultura e Università – Musei Civici - Officina delle arti in collaborazione con Circolo degli artisti e rimarrà aperta fino al 29 novembre.
In mostra una sessantina di opere pittoriche, tra cui alcune realizzate side specific, che ripercorrono l'arco della sua intera produzione, individuando tra le due diverse sedi, alcuni temi di ricerca, che indicano personali direzioni di cammino artistico per le quali si è parlato di “neoplatonismo” ma anche di “umanesimo” e a proposito di alcune grandi tele recenti di “visionarietà padana” che, dalla lezione informale, torna ad approfondire gli aspetti più lirici e soggettivi del naturalismo, mentre la scrittura minuta di alcuni dei suoi sfondi sembra rievocare il clima degli automatismi psichici di André Masson.
Munno opera da fine anni Ottanta, e diverse sono state le fasi tematiche del suo lavoro: le foglie, le nature morte, le figure ponte, gli amici, i bamboli, le case. Negli ultimi lavori l’artista dipinge grandi forme pure e ben definite su sfondi uniformi. Gli oggetti perdono drammaticità e acquistano una identità autonoma, bastano a sè stessi: questa, in fondo, è sempre stata la funzione della cosiddetta natura morta, da Caravaggio alla Pop Art. Il biomorfismo delle composizioni, la vitalità della linea, la matericità dei colori, una certa inquietudine dello spazio che tende a slittare o a stringere piani di colore definito eppure pulsante, evidenziano il rapporto contraddittorio fra familiare ed estraneo che, da Freud in poi, è stato considerato il movente di quello speciale turbamento che ci si attende dall’arte.
Michele Munno è nato in Puglia. Nell’adolescenza si è trasferito in Lombardia, dove ha vissuto con la famiglia nella barchessa di una villa settecentesca: la serra dove si riparavano le piante d’inverno è stata il suo primo studio. Ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte di Monza e si è diplomato nel 1982 nella sezione di Progettazione e Design. Nel 1986 la sua mostra personale presso la galleria milanese di Salvatore Ala ha suscitato grande eco di pubblico e di stampa; alcuni anni dopo la galleria Ulysses di Vienna ha esposto il suo lavoro alla Fiera d’arte di Basilea, insieme a quello di Vedova e di Arnulf Rainer; nel 1995 è stato tra i fondatori dell’atelier Adriano e Michele nell’Istituto di riabilitazione psichiatrica Fatebenefratelli di San Colombano al Lambro, valorizzando così il talento di alcuni artisti oggi famosi nel mondo dell’Outsider Art. Da sempre ha privilegiato l’analisi della natura e del suo sviluppo organico. Nel suo lavoro appaiono alcuni elementi linguistici ricorrenti che nel corso degli anni sono diventati vere e proprie icone: le foglie, i volti, la casa, gli uccellini. Attualmente lavora in un grande studio a Marena di Specchio (Solignano, Parma) dove il suo linguaggio iconografico si è arricchito di nuovi temi e suggestioni cromatiche.
L’ingresso è libero. Accompagna l’esposizione un volume Michele Munno. Il battito di ciglia edito da Diabasis Editore con un intervento dell’artista, testi di Gustavo Giacosa, Maurizio Giuffredi e un ricco apparato iconografico.
La mostra è promossa dal Comune di Reggio Assessorato Cultura e Università – Musei Civici - Officina delle arti in collaborazione con Circolo degli artisti e rimarrà aperta fino al 29 novembre.
In mostra una sessantina di opere pittoriche, tra cui alcune realizzate side specific, che ripercorrono l'arco della sua intera produzione, individuando tra le due diverse sedi, alcuni temi di ricerca, che indicano personali direzioni di cammino artistico per le quali si è parlato di “neoplatonismo” ma anche di “umanesimo” e a proposito di alcune grandi tele recenti di “visionarietà padana” che, dalla lezione informale, torna ad approfondire gli aspetti più lirici e soggettivi del naturalismo, mentre la scrittura minuta di alcuni dei suoi sfondi sembra rievocare il clima degli automatismi psichici di André Masson.
Munno opera da fine anni Ottanta, e diverse sono state le fasi tematiche del suo lavoro: le foglie, le nature morte, le figure ponte, gli amici, i bamboli, le case. Negli ultimi lavori l’artista dipinge grandi forme pure e ben definite su sfondi uniformi. Gli oggetti perdono drammaticità e acquistano una identità autonoma, bastano a sè stessi: questa, in fondo, è sempre stata la funzione della cosiddetta natura morta, da Caravaggio alla Pop Art. Il biomorfismo delle composizioni, la vitalità della linea, la matericità dei colori, una certa inquietudine dello spazio che tende a slittare o a stringere piani di colore definito eppure pulsante, evidenziano il rapporto contraddittorio fra familiare ed estraneo che, da Freud in poi, è stato considerato il movente di quello speciale turbamento che ci si attende dall’arte.
Michele Munno è nato in Puglia. Nell’adolescenza si è trasferito in Lombardia, dove ha vissuto con la famiglia nella barchessa di una villa settecentesca: la serra dove si riparavano le piante d’inverno è stata il suo primo studio. Ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte di Monza e si è diplomato nel 1982 nella sezione di Progettazione e Design. Nel 1986 la sua mostra personale presso la galleria milanese di Salvatore Ala ha suscitato grande eco di pubblico e di stampa; alcuni anni dopo la galleria Ulysses di Vienna ha esposto il suo lavoro alla Fiera d’arte di Basilea, insieme a quello di Vedova e di Arnulf Rainer; nel 1995 è stato tra i fondatori dell’atelier Adriano e Michele nell’Istituto di riabilitazione psichiatrica Fatebenefratelli di San Colombano al Lambro, valorizzando così il talento di alcuni artisti oggi famosi nel mondo dell’Outsider Art. Da sempre ha privilegiato l’analisi della natura e del suo sviluppo organico. Nel suo lavoro appaiono alcuni elementi linguistici ricorrenti che nel corso degli anni sono diventati vere e proprie icone: le foglie, i volti, la casa, gli uccellini. Attualmente lavora in un grande studio a Marena di Specchio (Solignano, Parma) dove il suo linguaggio iconografico si è arricchito di nuovi temi e suggestioni cromatiche.
L’ingresso è libero. Accompagna l’esposizione un volume Michele Munno. Il battito di ciglia edito da Diabasis Editore con un intervento dell’artista, testi di Gustavo Giacosa, Maurizio Giuffredi e un ricco apparato iconografico.
24
ottobre 2009
Michele Munno – Il battito di ciglia
Dal 24 ottobre al 29 novembre 2009
arte contemporanea
Location
OFFICINA DELLE ARTI
Reggio Nell'emilia, Via Brigata Reggio, 29, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Via Brigata Reggio, 29, (Reggio Nell'emilia)
Orario di apertura
Dal giovedì alla domenica apertura ore 16.00 -20.00
Vernissage
24 Ottobre 2009, ore 16.00 ( Mauriziano) e 18.00 (Officina delle arti)
Editore
DIABASIS
Autore