Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
-
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
-
Michele Nero – Dive, Divine e Divani
Quasi un nuovo realismo svuotato di implicazioni filosofiche e psicologiche. Un contenitore vuoto da non riempire, anzi forse da svuotare periodicamente. La bellezza a sé, l’arte per l’arte, l’inutilità assoluta. Tutto questo confluisce in Dive, Divine e Divani
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Venerdì 18 luglio 2008, dalle ore 19.30 alle 22.00, Luca Picchio presenta l’allestimento pittorico di Michele Nero, presso il Salone di Compagnia della Bellezza in Viale degli Ammiragli, 44 – con la collaborazione del portale CU.SP.I.D.E. e il supporto multimediale di Giovanni Croce.
Non sempre ciò che colpisce l’occhio arriva fino al cuore, spesso si ferma molto prima. Per un semplice appagamento estetico e visivo. Ciò che ci attrae è la bella forma, l’armonia dei contrasti, le tonalità più o meno forti, un certo gusto per la decorazione che, però, nulla hanno a che vedere con implicazioni emotive profonde che potrebbero rievocare in noi sensazioni passate o ricordi sommessi della nostra infanzia.
Elogio della superficie appunto. Esaltazione dell’esteriorità.
Perché tanta superficialità?
“Solo le persone superficiali non giudicano dalle apparenze”, diceva Oscar Wilde. Allora recuperiamo la parte superficiale in ognuno di noi ed esaltiamola alla massima potenza. Godiamo con gli occhi, senza il filtro della ragione. Semplifichiamo, dividiamo, viviamo. Un ritorno primordiale alla semplicità infantile.
Quasi un nuovo realismo svuotato di implicazioni filosofiche e psicologiche. Un contenitore vuoto da non riempire, anzi forse da svuotare periodicamente. La bellezza a sé, l’arte per l’arte, l’inutilità assoluta. Tutto questo confluisce in Dive, Divine e Divani.
Dive.
Cosa c’è di più appariscente di una diva, cosa c’è di più appagante della sua immagine?
Un alone di mistero per non dire nulla della sua vita privata. Ma solo ammirazione, nel senso visivo del termine. Osservazione di coloro che hanno fatto della loro vita un’immagine, e quindi della loro esteriorità un’icona da celebrare.
Quale migliore vetrina allora dello spazio allestito da Luca Picchio!
Divinità.
Spogliate di qualsivoglia riferimento religioso queste immagini assumono un carattere puramente estetico e decorativo. Diventando così un insieme di simboli e accostamenti cromatici che hanno come unico fine la bellezza.
Divani.
Assembramenti modulari di forme e colori, oggetti di uso quotidiano utilizzati per svagarsi, distrarsi, non pensare. Archetipi della futilità e del tempo libero, dell’ozio e del relax. Oggetti che diventano sempre più ornamenti estetici per le nostre case, che perdono la comodità a scapito del design. Riqualificandosi in una veste de-strutturata che li ri-connota esteticamente. “Je est un autre” o “Ceci n'est pas une pipe”.
Dive, divinità e divani come emblemi del vuoto. Un vuoto cosmico, dilagante. In una società che non ha voglia di riflettere ma che si vuole semplificare ai minimi termini per apparire in quello che è, forse in maniera più vera e sostanziale di quanto possa farci credere a parole o attraverso concetti troppo elaborati.
Michele Nero nasce ad Agnone (IS) nel 1979. Da sempre si dedica allo studio delle diverse forme artistiche, prima tra tutte l’iconologia classica greca e bizantina. Attento osservatore, ha dimostrato sempre un forte interesse per la figuratività e per la ritrattistica per poi dedicarsi nella sua ultima produzione anche alla tematica astratta. Ha realizzato diverse collaborazioni artistiche, alcune delle quali in ambito scenografico. Ha presentato a Roma, nel 2005/2006, la personale “Sacre dissonanze – A Sua immagine e differenza”. Ha partecipato al premio De Andrè nel 2007. Ha realizzato nel 2008 la personale “Per aspera ad astra” presso Lo Zodiaco di Roma. Ha partecipato recentemente alla collettiva “Disarticolando”.
Non sempre ciò che colpisce l’occhio arriva fino al cuore, spesso si ferma molto prima. Per un semplice appagamento estetico e visivo. Ciò che ci attrae è la bella forma, l’armonia dei contrasti, le tonalità più o meno forti, un certo gusto per la decorazione che, però, nulla hanno a che vedere con implicazioni emotive profonde che potrebbero rievocare in noi sensazioni passate o ricordi sommessi della nostra infanzia.
Elogio della superficie appunto. Esaltazione dell’esteriorità.
Perché tanta superficialità?
“Solo le persone superficiali non giudicano dalle apparenze”, diceva Oscar Wilde. Allora recuperiamo la parte superficiale in ognuno di noi ed esaltiamola alla massima potenza. Godiamo con gli occhi, senza il filtro della ragione. Semplifichiamo, dividiamo, viviamo. Un ritorno primordiale alla semplicità infantile.
Quasi un nuovo realismo svuotato di implicazioni filosofiche e psicologiche. Un contenitore vuoto da non riempire, anzi forse da svuotare periodicamente. La bellezza a sé, l’arte per l’arte, l’inutilità assoluta. Tutto questo confluisce in Dive, Divine e Divani.
Dive.
Cosa c’è di più appariscente di una diva, cosa c’è di più appagante della sua immagine?
Un alone di mistero per non dire nulla della sua vita privata. Ma solo ammirazione, nel senso visivo del termine. Osservazione di coloro che hanno fatto della loro vita un’immagine, e quindi della loro esteriorità un’icona da celebrare.
Quale migliore vetrina allora dello spazio allestito da Luca Picchio!
Divinità.
Spogliate di qualsivoglia riferimento religioso queste immagini assumono un carattere puramente estetico e decorativo. Diventando così un insieme di simboli e accostamenti cromatici che hanno come unico fine la bellezza.
Divani.
Assembramenti modulari di forme e colori, oggetti di uso quotidiano utilizzati per svagarsi, distrarsi, non pensare. Archetipi della futilità e del tempo libero, dell’ozio e del relax. Oggetti che diventano sempre più ornamenti estetici per le nostre case, che perdono la comodità a scapito del design. Riqualificandosi in una veste de-strutturata che li ri-connota esteticamente. “Je est un autre” o “Ceci n'est pas une pipe”.
Dive, divinità e divani come emblemi del vuoto. Un vuoto cosmico, dilagante. In una società che non ha voglia di riflettere ma che si vuole semplificare ai minimi termini per apparire in quello che è, forse in maniera più vera e sostanziale di quanto possa farci credere a parole o attraverso concetti troppo elaborati.
Michele Nero nasce ad Agnone (IS) nel 1979. Da sempre si dedica allo studio delle diverse forme artistiche, prima tra tutte l’iconologia classica greca e bizantina. Attento osservatore, ha dimostrato sempre un forte interesse per la figuratività e per la ritrattistica per poi dedicarsi nella sua ultima produzione anche alla tematica astratta. Ha realizzato diverse collaborazioni artistiche, alcune delle quali in ambito scenografico. Ha presentato a Roma, nel 2005/2006, la personale “Sacre dissonanze – A Sua immagine e differenza”. Ha partecipato al premio De Andrè nel 2007. Ha realizzato nel 2008 la personale “Per aspera ad astra” presso Lo Zodiaco di Roma. Ha partecipato recentemente alla collettiva “Disarticolando”.
18
luglio 2008
Michele Nero – Dive, Divine e Divani
18 luglio 2008
arte contemporanea
presentazione
presentazione
Location
COMPAGNIA DELLA BELLEZZA
Roma, Viale Degli Ammiragli, 44, (Roma)
Roma, Viale Degli Ammiragli, 44, (Roma)
Vernissage
18 Luglio 2008, dalle ore 19.30 alle 22.00
Sito web
divedivinedivani.blogspot.com
Autore