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Michele Niccolai – Processo a Pigmalione
Anteprima di scultura, lettura e cioccolato
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’artista
Michele Niccolai nasce a Livorno nel 1953, ma cresce a Cecina a stretto contatto col fiume di cui condivide le crete, i mattoni “fatti a mano” poi cotti nel forno a carbonella della fornace del nonno. Si scontra con la scultura ancora bambino, all’età di 10 anni.
Solo più tardi, universitario, con alle spalle anni di miniature a tutto tondo, lavora a fianco dello scultore livornese Mainardi, finendo per appropriarsi della crudezza e durezza della materia. Ha così inizio la recerche del proprio stile, vagabondando tra stili e reminiscenze di personaggi mitologici, classici e religiosi.
Insoddisfatto delle patine a freddo che tolgono volume e forza alle opere, presta attenzione alla cromia degli smalti ceramici, attratto dal fascino del“colore cotto”. Il suo intento è quello di riabilitare la terracotta nei confronti della pietra o del marmo.
Negli ultimi decenni del ‘900 la ceramista Gabriella Zazzeri, un vero e proprio mangiafuoco in gonnella, conduce Niccolai “alla ricerca del colore e del volume perduto”. E’ il momento in cui l’artista apprende la tecnica Raku, con la quale la sua istintività prende forma e corpo: calcolare i tempi per lui diventa un imperativo.
Le sue opere sono ora plasmate e cotte in competizione con il tempo che tutto cambia… perfino le idee.
La figura femminile, una madre dai seni e dal ventre gonfio, soggetto principe della sua scultura, non indugia ad alcuna connotazione di facile erotismo.
Dopo due anni forzati di “astinenza artistica”, dopo la nascita della figlia Giulia, si propone al pubblico con una nuova produzione che sembra capovolgere radicalmente le sue convinzioni.
Le sue donne acquistano ora la grazia morbida e giocosa dell’innocenza, lasciandosi ammirare nel fornire, sapientemente celati, le chiavi del simbolismo magico: corpi che si mescolano armonicamente a oggetti quasi fosse una danza. Sono linee curve e morbide, in contrasto con i pieni e i vuoti che muovono la materia stessa.
Anche nel raku trasferisce parte della nuova ricerca tanto da manifestare quella confidenza propria degli oggetti del nostro quotidiano.
INTORNO ALLA RICERCA ARTISTICA DI NICCOLAI
LA FUCINA DI NICCOLAI
Arte cocente dell’oggi
FUOCO
Donna con la Fenice in capo, che s’abbrucci, & nella man destra tenga il fulmine di Giove, con le scintille tutte sfavillanti, & sia vestita di rosso.
Cesare Ripa
L’autore ci offre, generoso com’è, un filo di Arianna per scoprire i suoi lavori proponendo, in questa felice occasione, una lettura capace di condurci, con decisione e vincendo ogni pudore, all’interno di una storia complessa, tratta, dal proprio, personalissimo itinerario biografico.
Non meramente la storia empirica o esperienziale ma quella emotiva, vissuta sulla pelle e tradotta, da grande maestro di fuoco, impiegando la terracotta, servendosi dunque dei quattro elementi ritenuti dai filosofi antichi le radici dell’universo.
L’artista è amante di una cultura che interpreta il segno dell’oggi, trattando con enfasi misurata la materia che plasma.
Niccolai si mostra così sicuro della tecnica che non rinuncia a impiegare materia e forma per le sue personali esigenze comunicative.
C’è tanto di visto e di vissuto nella bella selezione proposta da affermare che l’artista sta percorrendo una strada giusta e originale che lo condurrà, presto e senza alcun indugio, a realizzare opere magniloquenti: nella lingua di oggi, con la conoscenza di ieri.
Giusto alla fine del percorso espositivo, una sua creatura di cioccolata, realizzata per l’occasione dalla Caffarel e dedicata simbolicamente al “Processo a Pigmalione” ammonisce di non prendere tutto sul serio: neppure a Pigmalione tutto è permesso…a noi errabondi guerrieri rimane solo un sogno fatto di errori, speranze e laiche assoluzioni.
Giovanna M. Carli
Michele Niccolai nasce a Livorno nel 1953, ma cresce a Cecina a stretto contatto col fiume di cui condivide le crete, i mattoni “fatti a mano” poi cotti nel forno a carbonella della fornace del nonno. Si scontra con la scultura ancora bambino, all’età di 10 anni.
Solo più tardi, universitario, con alle spalle anni di miniature a tutto tondo, lavora a fianco dello scultore livornese Mainardi, finendo per appropriarsi della crudezza e durezza della materia. Ha così inizio la recerche del proprio stile, vagabondando tra stili e reminiscenze di personaggi mitologici, classici e religiosi.
Insoddisfatto delle patine a freddo che tolgono volume e forza alle opere, presta attenzione alla cromia degli smalti ceramici, attratto dal fascino del“colore cotto”. Il suo intento è quello di riabilitare la terracotta nei confronti della pietra o del marmo.
Negli ultimi decenni del ‘900 la ceramista Gabriella Zazzeri, un vero e proprio mangiafuoco in gonnella, conduce Niccolai “alla ricerca del colore e del volume perduto”. E’ il momento in cui l’artista apprende la tecnica Raku, con la quale la sua istintività prende forma e corpo: calcolare i tempi per lui diventa un imperativo.
Le sue opere sono ora plasmate e cotte in competizione con il tempo che tutto cambia… perfino le idee.
La figura femminile, una madre dai seni e dal ventre gonfio, soggetto principe della sua scultura, non indugia ad alcuna connotazione di facile erotismo.
Dopo due anni forzati di “astinenza artistica”, dopo la nascita della figlia Giulia, si propone al pubblico con una nuova produzione che sembra capovolgere radicalmente le sue convinzioni.
Le sue donne acquistano ora la grazia morbida e giocosa dell’innocenza, lasciandosi ammirare nel fornire, sapientemente celati, le chiavi del simbolismo magico: corpi che si mescolano armonicamente a oggetti quasi fosse una danza. Sono linee curve e morbide, in contrasto con i pieni e i vuoti che muovono la materia stessa.
Anche nel raku trasferisce parte della nuova ricerca tanto da manifestare quella confidenza propria degli oggetti del nostro quotidiano.
INTORNO ALLA RICERCA ARTISTICA DI NICCOLAI
LA FUCINA DI NICCOLAI
Arte cocente dell’oggi
FUOCO
Donna con la Fenice in capo, che s’abbrucci, & nella man destra tenga il fulmine di Giove, con le scintille tutte sfavillanti, & sia vestita di rosso.
Cesare Ripa
L’autore ci offre, generoso com’è, un filo di Arianna per scoprire i suoi lavori proponendo, in questa felice occasione, una lettura capace di condurci, con decisione e vincendo ogni pudore, all’interno di una storia complessa, tratta, dal proprio, personalissimo itinerario biografico.
Non meramente la storia empirica o esperienziale ma quella emotiva, vissuta sulla pelle e tradotta, da grande maestro di fuoco, impiegando la terracotta, servendosi dunque dei quattro elementi ritenuti dai filosofi antichi le radici dell’universo.
L’artista è amante di una cultura che interpreta il segno dell’oggi, trattando con enfasi misurata la materia che plasma.
Niccolai si mostra così sicuro della tecnica che non rinuncia a impiegare materia e forma per le sue personali esigenze comunicative.
C’è tanto di visto e di vissuto nella bella selezione proposta da affermare che l’artista sta percorrendo una strada giusta e originale che lo condurrà, presto e senza alcun indugio, a realizzare opere magniloquenti: nella lingua di oggi, con la conoscenza di ieri.
Giusto alla fine del percorso espositivo, una sua creatura di cioccolata, realizzata per l’occasione dalla Caffarel e dedicata simbolicamente al “Processo a Pigmalione” ammonisce di non prendere tutto sul serio: neppure a Pigmalione tutto è permesso…a noi errabondi guerrieri rimane solo un sogno fatto di errori, speranze e laiche assoluzioni.
Giovanna M. Carli
07
dicembre 2005
Michele Niccolai – Processo a Pigmalione
Dal 07 al 09 dicembre 2005
arte contemporanea
serata - evento
serata - evento
Location
MUSEO DEGLI INNOCENTI
Firenze, Piazza Della Santissima Annunziata, 12, (Firenze)
Firenze, Piazza Della Santissima Annunziata, 12, (Firenze)
Orario di apertura
8 e 9 dicembre: orario dalle 8.30 – 19.30
Vernissage
7 Dicembre 2005, ore 21
Autore
Curatore