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Michele Principato Trosso – Shoah
Michele Principato con la sua peculiare ricerca artistica,
utilizzando principalmente la forza, l’energia del colore riesce a
donare visibilità all’invisibile, a dare corpo alle voci della sua
coscienza che si trasforma in immagine sulla tela. Egli intende la
superficie come presenza fisica e parte dall’idea che l’atto di
dipingere serva ad esprimere se stesso, attraverso tutte le proprietà e
le sostanze della pittura.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Testo critico di Lina Franza storico dell’arte
Michele Principato con la sua peculiare ricerca artistica,
utilizzando principalmente la forza, l’energia del colore riesce a
donare visibilità all’invisibile, a dare corpo alle voci della sua
coscienza che si trasforma in immagine sulla tela. Egli intende la
superficie come presenza fisica e parte dall’idea che l’atto di
dipingere serva ad esprimere se stesso, attraverso tutte le proprietà e
le sostanze della pittura.
Come Kandiskij sosteneva, la pittura è come la musica, deve riuscire
unicamente a soddisfare le esigenze dell’anima, per cui egli punta
esclusivamente sulla reale essenza del colore, del sentimento che in
esso è celato. Senza false ambizioni ideologiche, il gesto naufraga in
un’alchimia cromatica sontuosa, originale, accattivante, sottesa da un’
energia sotterranea, la quale si esplica in pastosi intrecci di linee,
le quali annullano lo spazio, essenzializzando la forma espressiva in
inediti percorsi. Dalla sanguigna conturbante corposità, che travalica
gli accadimenti, dal segno creato da forze misteriose, si sprigionano
emozioni visive, originate dalla sua sensibilità, dal suo istinto, a
volte brutale, le quali riconducono alla pienezza originaria della
vita, manifestandosi come atto rivelatore di unità di azione e
pensiero.
La sua espressione artistica, la quale intriga per le sue
contaminazioni materiche, trascende spazio e tempo, è un atto di
liberazione emotiva delle forze dell’inconscio, è magma in movimento; è
esplicitazione di un profondo impulso interiore che si manifesta,
concretizzandosi in una poesia allo stato primigenio con folgorazioni,
bagliori, filtrati attraverso forti cromazioni materiche. E’ una realtà
viva, organica, è azione e non momento intellettuale, è materia “ in
fieri”, fermento di inarrestabili energie, espresse in metafore
cromatiche intense e originali.
In Principato,il colore assume uno sviluppo complesso e polifonico,
di una sonorità squillante, in una libertà straordinaria di linguaggio
espressiva, accompagnata da una tecnica fatta di orchestrazioni
colorate e trasposizioni passionali.
Michele Principato con la sua peculiare ricerca artistica,
utilizzando principalmente la forza, l’energia del colore riesce a
donare visibilità all’invisibile, a dare corpo alle voci della sua
coscienza che si trasforma in immagine sulla tela. Egli intende la
superficie come presenza fisica e parte dall’idea che l’atto di
dipingere serva ad esprimere se stesso, attraverso tutte le proprietà e
le sostanze della pittura.
Come Kandiskij sosteneva, la pittura è come la musica, deve riuscire
unicamente a soddisfare le esigenze dell’anima, per cui egli punta
esclusivamente sulla reale essenza del colore, del sentimento che in
esso è celato. Senza false ambizioni ideologiche, il gesto naufraga in
un’alchimia cromatica sontuosa, originale, accattivante, sottesa da un’
energia sotterranea, la quale si esplica in pastosi intrecci di linee,
le quali annullano lo spazio, essenzializzando la forma espressiva in
inediti percorsi. Dalla sanguigna conturbante corposità, che travalica
gli accadimenti, dal segno creato da forze misteriose, si sprigionano
emozioni visive, originate dalla sua sensibilità, dal suo istinto, a
volte brutale, le quali riconducono alla pienezza originaria della
vita, manifestandosi come atto rivelatore di unità di azione e
pensiero.
La sua espressione artistica, la quale intriga per le sue
contaminazioni materiche, trascende spazio e tempo, è un atto di
liberazione emotiva delle forze dell’inconscio, è magma in movimento; è
esplicitazione di un profondo impulso interiore che si manifesta,
concretizzandosi in una poesia allo stato primigenio con folgorazioni,
bagliori, filtrati attraverso forti cromazioni materiche. E’ una realtà
viva, organica, è azione e non momento intellettuale, è materia “ in
fieri”, fermento di inarrestabili energie, espresse in metafore
cromatiche intense e originali.
In Principato,il colore assume uno sviluppo complesso e polifonico,
di una sonorità squillante, in una libertà straordinaria di linguaggio
espressiva, accompagnata da una tecnica fatta di orchestrazioni
colorate e trasposizioni passionali.
27
dicembre 2011
Michele Principato Trosso – Shoah
Dal 27 dicembre 2011 all'otto gennaio 2012
arte contemporanea
Location
MUNICIPIO – AULA CONSILIARE
Capizzi, Piazza Umberto I, (Messina)
Capizzi, Piazza Umberto I, (Messina)
Vernissage
27 Dicembre 2011, ore 17,00
Autore
Curatore