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Michele Venturi – Il filo teso
In mostra saranno presentati i lavori fotografici realizzati dall’artista a Bangkok, nell’area Silom Road, ispirati al celebre quadro di Emilio Scanavino.
Comunicato stampa
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Se fosse sempre vero, come sosteneva Paul Klee, che "…l'arte non deve riprodurre il visibile, per questo esiste la fotografia...", allora risulterebbe assai arduo intraprendere un viaggio fra le sensibilità estetiche e le poetiche che animano i lavori fotografici di Michele Venturi.
Ha iniziato col corpo umano, carpendone con l'aiuto dell'obiettivo fotografico le forme, l'armonia, insistendo sui giochi di luce e di ombre. Poi la ricerca si è rivolta ai piccoli segreti delle metropoli asiatiche, mete frequenti del suo animo di viaggiatore. Grovigli e matasse di cavi e fili elettrici, monumenti di un mondo caotico e contradditorio, strana fusione tra forme arcaiche e innovazione spinta, sono in questo ciclo di lavori il soggetto privilegiato delle immagini di Venturi.
Fotografati in bianco e nero, quasi classificati con rigore sistematico ed esposti in sequenza, appaiono come preludi di racconti fatti rivivere con la forza di uno stile che, sul fronte pittorico, guarda a Scanavino, Hartung e Mathieu.
L'autore aggiunge la propria sensibilità per la luce e l'attitudine a rendere quasi materici i particolari con l'impeto di un pittore informale degli anni Sessanta e la glacialità di un artista concettuale, in un curioso gioco degli opposti e dei contrasti. Venturi mette d'accordo astrazione e figurazione. L'elemento figurativo è presente, preciso, addirittura ossessionante tanto risultano evidenziati i dettagli, ma la composizione rimanda ad un lavoro astratto dove i chiaroscuri, la contrapposizione tra linee rette e superfici curve danno alle opere un gusto grafico particolare, una texture pregnante, un senso di incantesimo visuale.
Venturi in questo caso decide di fotografare non il luogo ma il particolare. Immagini al limite della perfezione, dove il bianco e nero esalta la qualità della tecnica, lo studio della composizione e la precisione della luce. E dove la nostra conoscenza del soggetto viene ribaltata, messa in discussione dalla novità della visione. Venturi sceglie un soggetto apparentemente ovvio e ce ne offre una versione che intercetta un altro spazio, un'atmosfera inedita sino a offrirci una visione mentale ed emotiva prima ancora che formale, nuova, ulteriore. E così anche dal punto di vista tecnico. Nelle sue immagini si coglie la padronanza del mezzo, figlia della curiosità mai sazia di ogni possibilità offerta dagli strumenti, ma insieme la cautela di chi sa bene che tutto questo non è un valore assoluto ma una premessa necessaria e che tutto il resto è risultato esclusivo di quel che la sensibilità e l'intelletto dell'osservatore sono capaci di ricavarne. Venturi non forza l'immagine: nei suoi lavori si avverte che la vecchia regola del punto di vista e del punto di distanza privilegiati e il gusto fotografico dell'inquadratura, sono il materiale stesso con cui l'artista ragiona e si confronta sino a creare visioni che innescano e stimolano la curiosità del fruitore.
Riccardo Zelatore
Ha iniziato col corpo umano, carpendone con l'aiuto dell'obiettivo fotografico le forme, l'armonia, insistendo sui giochi di luce e di ombre. Poi la ricerca si è rivolta ai piccoli segreti delle metropoli asiatiche, mete frequenti del suo animo di viaggiatore. Grovigli e matasse di cavi e fili elettrici, monumenti di un mondo caotico e contradditorio, strana fusione tra forme arcaiche e innovazione spinta, sono in questo ciclo di lavori il soggetto privilegiato delle immagini di Venturi.
Fotografati in bianco e nero, quasi classificati con rigore sistematico ed esposti in sequenza, appaiono come preludi di racconti fatti rivivere con la forza di uno stile che, sul fronte pittorico, guarda a Scanavino, Hartung e Mathieu.
L'autore aggiunge la propria sensibilità per la luce e l'attitudine a rendere quasi materici i particolari con l'impeto di un pittore informale degli anni Sessanta e la glacialità di un artista concettuale, in un curioso gioco degli opposti e dei contrasti. Venturi mette d'accordo astrazione e figurazione. L'elemento figurativo è presente, preciso, addirittura ossessionante tanto risultano evidenziati i dettagli, ma la composizione rimanda ad un lavoro astratto dove i chiaroscuri, la contrapposizione tra linee rette e superfici curve danno alle opere un gusto grafico particolare, una texture pregnante, un senso di incantesimo visuale.
Venturi in questo caso decide di fotografare non il luogo ma il particolare. Immagini al limite della perfezione, dove il bianco e nero esalta la qualità della tecnica, lo studio della composizione e la precisione della luce. E dove la nostra conoscenza del soggetto viene ribaltata, messa in discussione dalla novità della visione. Venturi sceglie un soggetto apparentemente ovvio e ce ne offre una versione che intercetta un altro spazio, un'atmosfera inedita sino a offrirci una visione mentale ed emotiva prima ancora che formale, nuova, ulteriore. E così anche dal punto di vista tecnico. Nelle sue immagini si coglie la padronanza del mezzo, figlia della curiosità mai sazia di ogni possibilità offerta dagli strumenti, ma insieme la cautela di chi sa bene che tutto questo non è un valore assoluto ma una premessa necessaria e che tutto il resto è risultato esclusivo di quel che la sensibilità e l'intelletto dell'osservatore sono capaci di ricavarne. Venturi non forza l'immagine: nei suoi lavori si avverte che la vecchia regola del punto di vista e del punto di distanza privilegiati e il gusto fotografico dell'inquadratura, sono il materiale stesso con cui l'artista ragiona e si confronta sino a creare visioni che innescano e stimolano la curiosità del fruitore.
Riccardo Zelatore
18
aprile 2004
Michele Venturi – Il filo teso
Dal 18 aprile al 23 maggio 2004
arte contemporanea
Location
VALENTE ARTE CONTEMPORANEA
Finale Ligure, Via Anton Giulio Barrili, 12, (Savona)
Finale Ligure, Via Anton Giulio Barrili, 12, (Savona)
Orario di apertura
tutti i giorni, 10:00-13:00; 16:00-19:00
Vernissage
18 Aprile 2004, ore 10.00
Autore