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Michelle-Marie Letelier – Doomed Scape
Sabato 29 Settembre alle ore 18.30,Perlini Arte inaugura la prima mostra personale in Europa dell’artista Michelle-Marie Letelier, tra gli artisti vincitori della prima edizione del Premio ORA.
Comunicato stampa
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Sabato 29 Settembre alle ore 18.30, Perlini Arte inaugura la prima mostra personale in Europa dell'artista Michelle-Marie Letelier, tra gli artisti vincitori della prima edizione del Premio ORA. Il progetto, a cura di Carolina Lio, presenterà alcuni tra i lavori più recenti realizzati dall'artista cilena di base a Berlino.
Utilizzando vari media, dall'installazione alla fotografia, dal video al disegno, Michelle-Marie Letelier studia i paesaggi che sono sottoposti a sfruttamento di risorse minenarie. Con il suo lavoro ne documenta i cambiamenti topografici e sociali, osservando le conseguenze dello sfruttamento umano sul territorio. Questo tema prende avvio dalla storia biografica dell'artista che ha trascorso alcuni anni a Chuquicamata, in Cile, nota per essere la più grande miniera di rame a cielo aperto nel mondo. Quel periodo è stato documentato da alcuni scatti fotografici dal taglio quasi giornalistico e che sottolineano un'atmosfera di solitudine e abbandono, facendo pesare il vuoto creato dall'espansione progressiva della miniera che sta raggiungendo la città abitata, costringendola a spopolarsi e morire.
Con il suo trasferimento a Berlino, nei lavori di Michelle-Marie Letelier al rame è stato unito il carbone, più legato alla storia della Germania e alle atmosfere della vecchia Berlino Est e di alcuni suoi paesaggi ancora desolati e pieni di fabbricati industriali degli anni prima della guerra. Questo materiale, affascinante per il suo contrasto tra il nero del materiale e la capacità di produrre energia e luce ha trasformato le sue stesse opere in dei giochi tra ombra e luce, scuro e chiaro, bianco e nero. E' il caso della serie F60 di cui in mostra si trovano due disegni. La serie è costituita da un insieme di lavori su carta che prendono il nome dal ponte convertitore F60 di Lichterfeld, in Germania appunto, che ha la particolarità di essere la seconda più grande macchina al mondo, con un peso di 11.000 tonnellate, ma che fu chiusa solo tredici mesi dopo la sua apertura per le nuove politiche energetiche. Per l'artista è, quindi, il simbolo di un rinnovamento mondiale nel modo di concepire l'energia, tema che sta alla base anche dell'ultima serie installativa dell'artista cilena. In “Energeia” vengono infatti coniugati vari significati della parola energia, dalla politica alla scienza, dall'economia alla sua stretta dipendenza con lo sviluppo della cultura occidentale. La scelta stessa del titolo, in lingua greca, richiama alla terra-culla della nostra cultura, mentre il lavoro consiste in pezzi di carbone collegati a dei vecchi disegni tecnici in rame di vari macchinari recuperati in una fabbrica della DDR e dall'aspetto simile alle moderne schede elettroniche.
La visione complessiva dell'artista è comunque sintetizzabile soprattutto dalla composizione di disegni su carta “Doomed scape” che dà il titolo alla mostra. Ricavato da un sogno della stessa Letelier, il lavoro rappresenta in chiave metaforica lo sfruttamento delle risorse naturali da parte del sistema economico-industriale dell'era capitalista e rappresenta una macchina demolitrice che sta scavando una conca e che, allargandosi sempre di più, finirà per colpire la base della macchina stessa, autodistruggendosi. E' chiaro il richiamo a uno sfruttamento selvaggio che attingendo in modo sconsiderato alle risorse del modo si auto-depreda e va incontro a un destino fallimentare, in uno “scenario condannato” come recita letteralmente la traduzione del titolo.
La mostra sarà visitabile fino al 14 Ottobre 2012 nei normali orari di apertura della galleria.
Utilizzando vari media, dall'installazione alla fotografia, dal video al disegno, Michelle-Marie Letelier studia i paesaggi che sono sottoposti a sfruttamento di risorse minenarie. Con il suo lavoro ne documenta i cambiamenti topografici e sociali, osservando le conseguenze dello sfruttamento umano sul territorio. Questo tema prende avvio dalla storia biografica dell'artista che ha trascorso alcuni anni a Chuquicamata, in Cile, nota per essere la più grande miniera di rame a cielo aperto nel mondo. Quel periodo è stato documentato da alcuni scatti fotografici dal taglio quasi giornalistico e che sottolineano un'atmosfera di solitudine e abbandono, facendo pesare il vuoto creato dall'espansione progressiva della miniera che sta raggiungendo la città abitata, costringendola a spopolarsi e morire.
Con il suo trasferimento a Berlino, nei lavori di Michelle-Marie Letelier al rame è stato unito il carbone, più legato alla storia della Germania e alle atmosfere della vecchia Berlino Est e di alcuni suoi paesaggi ancora desolati e pieni di fabbricati industriali degli anni prima della guerra. Questo materiale, affascinante per il suo contrasto tra il nero del materiale e la capacità di produrre energia e luce ha trasformato le sue stesse opere in dei giochi tra ombra e luce, scuro e chiaro, bianco e nero. E' il caso della serie F60 di cui in mostra si trovano due disegni. La serie è costituita da un insieme di lavori su carta che prendono il nome dal ponte convertitore F60 di Lichterfeld, in Germania appunto, che ha la particolarità di essere la seconda più grande macchina al mondo, con un peso di 11.000 tonnellate, ma che fu chiusa solo tredici mesi dopo la sua apertura per le nuove politiche energetiche. Per l'artista è, quindi, il simbolo di un rinnovamento mondiale nel modo di concepire l'energia, tema che sta alla base anche dell'ultima serie installativa dell'artista cilena. In “Energeia” vengono infatti coniugati vari significati della parola energia, dalla politica alla scienza, dall'economia alla sua stretta dipendenza con lo sviluppo della cultura occidentale. La scelta stessa del titolo, in lingua greca, richiama alla terra-culla della nostra cultura, mentre il lavoro consiste in pezzi di carbone collegati a dei vecchi disegni tecnici in rame di vari macchinari recuperati in una fabbrica della DDR e dall'aspetto simile alle moderne schede elettroniche.
La visione complessiva dell'artista è comunque sintetizzabile soprattutto dalla composizione di disegni su carta “Doomed scape” che dà il titolo alla mostra. Ricavato da un sogno della stessa Letelier, il lavoro rappresenta in chiave metaforica lo sfruttamento delle risorse naturali da parte del sistema economico-industriale dell'era capitalista e rappresenta una macchina demolitrice che sta scavando una conca e che, allargandosi sempre di più, finirà per colpire la base della macchina stessa, autodistruggendosi. E' chiaro il richiamo a uno sfruttamento selvaggio che attingendo in modo sconsiderato alle risorse del modo si auto-depreda e va incontro a un destino fallimentare, in uno “scenario condannato” come recita letteralmente la traduzione del titolo.
La mostra sarà visitabile fino al 14 Ottobre 2012 nei normali orari di apertura della galleria.
29
settembre 2012
Michelle-Marie Letelier – Doomed Scape
Dal 29 settembre al 14 ottobre 2012
arte contemporanea
Location
PERLINI ARTE
Padova, Riviera San Benedetto, 56, (Padova)
Padova, Riviera San Benedetto, 56, (Padova)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 10-13 e 15.30-19.30
Vernissage
29 Settembre 2012, h 18.30
Autore
Curatore