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Michieletto
Michieletto presenta gli ultimi lavori ad olio nella continuità della ricerca, in senso stretto, sui colori e sulla percezione visiva
Comunicato stampa
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“Attraverso la percezione visiva si squaderna all’uomo la visione del mondo che modifica sé stessa assolutamente causa il nostro sguardo”
Michieletto presenta gli ultimi lavori ad olio nella continuità della ricerca, in senso stretto, sui colori e sulla percezione visiva.
Dalle personali “Iconocromie” (1999), “I molteplici aspetti della realtà” (2000), “e la Luce nelle tenebre brilla” (2001) dove la percezione della realtà circostante è sintetizzata nelle sequenze istoriate di eventi-colore fino al culmine dell’evento-luce, ai paesaggi di pura percezione cromatica nelle tecniche dell’acquerello “Colori nel cielo” (2003) e del pastello su carta “Colori primordiali” (2004) alle opere d’arte sacra, il fil rouge è sempre quello connesso alle tematiche visive: la pala “Santa Lucia” la santa della vista (nella Cripta della chiesa di Santa Lucia al Gonfalone in Roma), la “Vergine appare al piccolo don Guanella”, visione mistica (Casa della Pia Unione del Transito di San Giuseppe), i “Quattro Evangelisti” visione escatologica (Museo d’Arte Sacra Contemporanea di Serrapetrona, Macerata), il “Battesimo di Cristo” evento dei “Misteri della Luce” (Museo della Cattedrale, Mdina, Malta).
La realtà per l’artista è fruibile, tra le tante chiavi d’accesso, anche attraverso la percezione del colore, sentito non come elemento estraneo o esterno alla nostra vista e alla nostra interiorità ma come sostanza emozionale riflettente la nostra realtà nel confronto con l’alterità che è la scena del mondo.
Dal catalogo “Iconocromie”, 1999: “Queste composizioni ‘colorate’ anche se ad un primo impatto potrebbero sembrare ‘astratte’, ‘aniconiche’ e talora perfino ‘gestuali’, sono in realtà frutto di una analisi lunga e meditata sulle articolate significanze dei colori stessi”. Stefania Severi, critico d’arte.
Dal catalogo “I molteplici aspetti della realtà”, 2000: “Le sue Iconocromie costituiscono una sorta di studio primario del mondo attraverso il colore, hanno dunque il valore di una preparazione fondamentale, di una propedeutica alla pittura”. Rodolfo Papa, pittore, storico e teorico dell’arte.
Dalla presentazione della mostra “e la Luce nelle tenebre brilla”, 2001: “Si tratta, ovviamente, già da parte della stessa artista, di una interpretazione del Prologo di Giovanni, ciò che si potrebbe definire una ‘esegesi iconocromatica’ del Prologo di Giovanni che come si sa è uno dei testi più belli della Sacra scrittura dell’Antico e del Nuovo Testamento insieme”. Josè M. Galvan, docente di Teologia dogmatica alla Università Santa Croce.
Dalla presentazione della mostra “Colori nel cielo”, 2003: “…Ma questi paesaggi sono privi di manufatti e l’unico riferimento dato è la presenza del colore il solo che possa alludere alla presenza umana”. M.P. Michiel, critic
Dal catalogo ”Colori Primordiali”, 2004: “Caratteristica della pittura della Michieletto può apparire una certa trasmutazione che è forza di movenze, un fluttuare intorno ad un nucleo di ispirazione interiore”. Livio Garbuglia, critico d’arte.
In questi ultimi lavori lo sguardo è rivolto al ‘paesaggio’ che a sua volta è dotato di ‘sguardo’ e il gioco incrociato del vedere, guardare, essere visto e a sua volta riguardare modifica la percezione della realtà ad ogni giro di sguardi ad ogni rimando visivo tra finzione della pittura intesa alternativamente come realtà nella finzione e finzione per la realtà.
Michieletto presenta gli ultimi lavori ad olio nella continuità della ricerca, in senso stretto, sui colori e sulla percezione visiva.
Dalle personali “Iconocromie” (1999), “I molteplici aspetti della realtà” (2000), “e la Luce nelle tenebre brilla” (2001) dove la percezione della realtà circostante è sintetizzata nelle sequenze istoriate di eventi-colore fino al culmine dell’evento-luce, ai paesaggi di pura percezione cromatica nelle tecniche dell’acquerello “Colori nel cielo” (2003) e del pastello su carta “Colori primordiali” (2004) alle opere d’arte sacra, il fil rouge è sempre quello connesso alle tematiche visive: la pala “Santa Lucia” la santa della vista (nella Cripta della chiesa di Santa Lucia al Gonfalone in Roma), la “Vergine appare al piccolo don Guanella”, visione mistica (Casa della Pia Unione del Transito di San Giuseppe), i “Quattro Evangelisti” visione escatologica (Museo d’Arte Sacra Contemporanea di Serrapetrona, Macerata), il “Battesimo di Cristo” evento dei “Misteri della Luce” (Museo della Cattedrale, Mdina, Malta).
La realtà per l’artista è fruibile, tra le tante chiavi d’accesso, anche attraverso la percezione del colore, sentito non come elemento estraneo o esterno alla nostra vista e alla nostra interiorità ma come sostanza emozionale riflettente la nostra realtà nel confronto con l’alterità che è la scena del mondo.
Dal catalogo “Iconocromie”, 1999: “Queste composizioni ‘colorate’ anche se ad un primo impatto potrebbero sembrare ‘astratte’, ‘aniconiche’ e talora perfino ‘gestuali’, sono in realtà frutto di una analisi lunga e meditata sulle articolate significanze dei colori stessi”. Stefania Severi, critico d’arte.
Dal catalogo “I molteplici aspetti della realtà”, 2000: “Le sue Iconocromie costituiscono una sorta di studio primario del mondo attraverso il colore, hanno dunque il valore di una preparazione fondamentale, di una propedeutica alla pittura”. Rodolfo Papa, pittore, storico e teorico dell’arte.
Dalla presentazione della mostra “e la Luce nelle tenebre brilla”, 2001: “Si tratta, ovviamente, già da parte della stessa artista, di una interpretazione del Prologo di Giovanni, ciò che si potrebbe definire una ‘esegesi iconocromatica’ del Prologo di Giovanni che come si sa è uno dei testi più belli della Sacra scrittura dell’Antico e del Nuovo Testamento insieme”. Josè M. Galvan, docente di Teologia dogmatica alla Università Santa Croce.
Dalla presentazione della mostra “Colori nel cielo”, 2003: “…Ma questi paesaggi sono privi di manufatti e l’unico riferimento dato è la presenza del colore il solo che possa alludere alla presenza umana”. M.P. Michiel, critic
Dal catalogo ”Colori Primordiali”, 2004: “Caratteristica della pittura della Michieletto può apparire una certa trasmutazione che è forza di movenze, un fluttuare intorno ad un nucleo di ispirazione interiore”. Livio Garbuglia, critico d’arte.
In questi ultimi lavori lo sguardo è rivolto al ‘paesaggio’ che a sua volta è dotato di ‘sguardo’ e il gioco incrociato del vedere, guardare, essere visto e a sua volta riguardare modifica la percezione della realtà ad ogni giro di sguardi ad ogni rimando visivo tra finzione della pittura intesa alternativamente come realtà nella finzione e finzione per la realtà.
23
ottobre 2006
Michieletto
Dal 23 ottobre al 04 novembre 2006
arte contemporanea
Location
MONDELLIANI
Roma, Via Dei Bergamaschi, 49, (Roma)
Roma, Via Dei Bergamaschi, 49, (Roma)
Vernissage
23 Ottobre 2006, ore 19
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