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Micol Magni / Giorgio Rozzoni – Islande
l’esposizione mostra tante islande nate da distinti processi artistici
Comunicato stampa
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Quando la dimensione creativa si rifà ad un viaggio rischia poi di esprimersi con criptici totem esperienziali. I lavori proposti da ISLANDE, per quanto abbiano a che fare con un giro fatto qualche anno fa da Giorgio e Micol nella grande isola vulcanica sperduta nel nord dell'Atlantico, non richiedono una dinamica interpretativa complicata, anzi, nella loro evidente diversità, si apprezzano al meglio se vengono approcciati con n...aturalezza. L'Islanda per certi versi c'entra poco (non ci sono le “classiche” immagini cariche della suggestiva straordinarietà del contesto isolano); l'esposizione mostra tante islande nate da distinti processi artistici.
Giorgio ha scelto di ordinare con franchezza i suoi scatti fotografici.
Per certi versi si è comportato come un ready-maker: ha preso la vecchia scatola di latta delle foto, ha cercato quelle fatte in Islanda (lasciate a decantare per un po'), fra queste ha scelto quelle che gli piacevano di più, ha “scoperto” vecchie e nuove relazioni fra loro, le ha organizzate e, infine, ha progettato e realizzato la loro esposizione. Ciò che si vede nella mostra (foto ed installazione) è “il bello” che Giorgio ha deciso di condividere con altri. E' chiaro che la storia di ciò che è esposto è molto più complessa - l'origine degli scatti è legata a progetti e scelte tecniche ben precise - ma è altrettanto vero che, oggi, la principale forza estetica di queste foto è proprio nella schietta sintesi scelta per la mostra. Basta guardarle. Ci sono forme, colori, linee, luci, contrasti, equilibri, inquadrature, tagli, soggetti e materie, c'è persino l'Islanda. Il “senso” non è in ciò che si vede ma, più semplicemente, ciò che si vede. Se si vuole a tutti i costi trovare un significato nell'esposizione ognuno scopra il proprio: gli argomenti su cui ragionare sono davanti ai vostri occhi. A tal proposito, abbandonando la mera metalinguistica e passando alla lettura di alcuni aspetti più strettamente fenomenici, queste foto nel loro nitido rigore stilistico, per certi versi distante dalla tradizione documentaristica, “rendono” al meglio sia il complesso rapporto fra uomo e natura che il surreale meticciato architettonico frutto della globalizzazione. Il “caso artistico”, inoltre, ha contribuito a fissare alcuni graziosi spunti poetici, abbinando alle inflessibili geometrie strutturali degli edifici le forme sinuose e dinamiche di alcuni estemporanei coprotagonisti sia che questi siano esseri viventi (operai, cavalli, fiori e piante) piuttosto che segni del tempo e dei tempi (crepe, scrostature, lampioni e insegne).
Micol ha voluto dare una forma alla propria sensibilità.
Spinta da innate ragioni emotive legate all'esperienza islandese e ai suoi “reperti”, dopo aver scavato dentro si sé, a voluto fissare, attraverso diversi processi di elaborazione artistica, il proprio sentire in una soddisfacente dimensione estetica. Un'immagine fuori moda e fuori tempo, fotografata per curiosità, è diventata uno stimolo per svelare i propri “affetti” e, contemporaneamente, per individuare un percorso operativo in grado di esprimere la propria ricerca formale. Uno scorcio islandese, uno dei tanti scatti del viaggio, rivissuto sentimentalmente ha offerto lo spunto per ragionare artisticamente sia sulla dimensione percettiva che su quella creativa. La maglia di lana di pecora islandese è cresciuta, ha preso forma, è andata ad occupare lo spazio, ha connotato la realtà in cui è stata collocata con la sua fisicità, il suo intreccio, il suo odore, i suoi colori, la sua morbidezza e la sua delicatezza. Le foto che ha selezionato per l'esposizione “raccontano” un'Islanda ben lontana dagli stereotipi: è un mondo curiosamente trasfigurato, dove la forza iconica di alcuni soggetti assume un carattere tanto determinante da spiazzare la visione dell'insieme. Paradossalmente, il complesso lavoro di Micol, nato da esigenze intimamente profonde e concretizzatosi grazie a ricercati interventi artistici, si esprime compiutamente se viene letto con uno sguardo innocente, immediato, giocoso, che possa scoprire il dettaglio, la sfumatura in grado far emergere la poetica che lo caratterizza.
(G. Regazzoni)
Micol Magni, nata a Seriate nel 1975, diplomata presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, vive e lavora a Treviglio.
Esposizioni:
-Solo eliche a Orio, Studio privato, Treviglio (Bg). 2009.
-Spazio Re Logo, Bergamo a cura di FerrarioFreres. 2006. (personale).
-“Rosa Spinto” a cura di Hidrotintas, Casa del Custode delle Acque, Vaprio d’Adda (Mi). 2006. (collettiva).
-“Reinventa” VII° Edizione, Festival di arti varie, a cura di Hidrotintas e “Amici del Chiostro” Chiostro della Biblioteca, Treviglio (Bg). 2005. (collettiva).
-Giardini dell’Associazione 89/A, Milano a cura di Hidrotintas. 2005. (collettiva).
-Chiostro di San Francesco, Bergamo a cura di Hidrotintas. 2004. (collettiva).
-Casa del Custode delle Acque, Vaprio d’Adda (Mi) a cura di Hidrotintas. 2004. (collettiva).
-Open space OlgaPong, Treviglio (Bg) a cura di Micol Magni e Stefania Mazza. 2003. (collettiva).
-“Tutti super@terra!” all’interno di “Reinventa” III° edizione, Chiostro della Biblioteca Treviglio (Bg). 2001. (collettiva).
-“SALON I” presso la Galleria Bordone, Milano. 1997. (collettiva).
Giorgio Rozzoni, nato a Treviglio nel 1974, ha frequentato il cfp Bauer di Milano.Vive e lavora tra Treviglio e Bergamo.
Esposizioni:
-Solo eliche a Orio, Studio privato, Treviglio (Bg). 2009.
-Rumore, a cura di Sergio Giusti. Mediateca Santa Teresa, Milano. 2009. (collettiva)
-Contemporanee. Sala Crociera, Treviglio (Bg). 2008. (collettiva)
Per contatti:
www.giorgiorozzoni.com
www.micolmagni.com
Giorgio ha scelto di ordinare con franchezza i suoi scatti fotografici.
Per certi versi si è comportato come un ready-maker: ha preso la vecchia scatola di latta delle foto, ha cercato quelle fatte in Islanda (lasciate a decantare per un po'), fra queste ha scelto quelle che gli piacevano di più, ha “scoperto” vecchie e nuove relazioni fra loro, le ha organizzate e, infine, ha progettato e realizzato la loro esposizione. Ciò che si vede nella mostra (foto ed installazione) è “il bello” che Giorgio ha deciso di condividere con altri. E' chiaro che la storia di ciò che è esposto è molto più complessa - l'origine degli scatti è legata a progetti e scelte tecniche ben precise - ma è altrettanto vero che, oggi, la principale forza estetica di queste foto è proprio nella schietta sintesi scelta per la mostra. Basta guardarle. Ci sono forme, colori, linee, luci, contrasti, equilibri, inquadrature, tagli, soggetti e materie, c'è persino l'Islanda. Il “senso” non è in ciò che si vede ma, più semplicemente, ciò che si vede. Se si vuole a tutti i costi trovare un significato nell'esposizione ognuno scopra il proprio: gli argomenti su cui ragionare sono davanti ai vostri occhi. A tal proposito, abbandonando la mera metalinguistica e passando alla lettura di alcuni aspetti più strettamente fenomenici, queste foto nel loro nitido rigore stilistico, per certi versi distante dalla tradizione documentaristica, “rendono” al meglio sia il complesso rapporto fra uomo e natura che il surreale meticciato architettonico frutto della globalizzazione. Il “caso artistico”, inoltre, ha contribuito a fissare alcuni graziosi spunti poetici, abbinando alle inflessibili geometrie strutturali degli edifici le forme sinuose e dinamiche di alcuni estemporanei coprotagonisti sia che questi siano esseri viventi (operai, cavalli, fiori e piante) piuttosto che segni del tempo e dei tempi (crepe, scrostature, lampioni e insegne).
Micol ha voluto dare una forma alla propria sensibilità.
Spinta da innate ragioni emotive legate all'esperienza islandese e ai suoi “reperti”, dopo aver scavato dentro si sé, a voluto fissare, attraverso diversi processi di elaborazione artistica, il proprio sentire in una soddisfacente dimensione estetica. Un'immagine fuori moda e fuori tempo, fotografata per curiosità, è diventata uno stimolo per svelare i propri “affetti” e, contemporaneamente, per individuare un percorso operativo in grado di esprimere la propria ricerca formale. Uno scorcio islandese, uno dei tanti scatti del viaggio, rivissuto sentimentalmente ha offerto lo spunto per ragionare artisticamente sia sulla dimensione percettiva che su quella creativa. La maglia di lana di pecora islandese è cresciuta, ha preso forma, è andata ad occupare lo spazio, ha connotato la realtà in cui è stata collocata con la sua fisicità, il suo intreccio, il suo odore, i suoi colori, la sua morbidezza e la sua delicatezza. Le foto che ha selezionato per l'esposizione “raccontano” un'Islanda ben lontana dagli stereotipi: è un mondo curiosamente trasfigurato, dove la forza iconica di alcuni soggetti assume un carattere tanto determinante da spiazzare la visione dell'insieme. Paradossalmente, il complesso lavoro di Micol, nato da esigenze intimamente profonde e concretizzatosi grazie a ricercati interventi artistici, si esprime compiutamente se viene letto con uno sguardo innocente, immediato, giocoso, che possa scoprire il dettaglio, la sfumatura in grado far emergere la poetica che lo caratterizza.
(G. Regazzoni)
Micol Magni, nata a Seriate nel 1975, diplomata presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, vive e lavora a Treviglio.
Esposizioni:
-Solo eliche a Orio, Studio privato, Treviglio (Bg). 2009.
-Spazio Re Logo, Bergamo a cura di FerrarioFreres. 2006. (personale).
-“Rosa Spinto” a cura di Hidrotintas, Casa del Custode delle Acque, Vaprio d’Adda (Mi). 2006. (collettiva).
-“Reinventa” VII° Edizione, Festival di arti varie, a cura di Hidrotintas e “Amici del Chiostro” Chiostro della Biblioteca, Treviglio (Bg). 2005. (collettiva).
-Giardini dell’Associazione 89/A, Milano a cura di Hidrotintas. 2005. (collettiva).
-Chiostro di San Francesco, Bergamo a cura di Hidrotintas. 2004. (collettiva).
-Casa del Custode delle Acque, Vaprio d’Adda (Mi) a cura di Hidrotintas. 2004. (collettiva).
-Open space OlgaPong, Treviglio (Bg) a cura di Micol Magni e Stefania Mazza. 2003. (collettiva).
-“Tutti super@terra!” all’interno di “Reinventa” III° edizione, Chiostro della Biblioteca Treviglio (Bg). 2001. (collettiva).
-“SALON I” presso la Galleria Bordone, Milano. 1997. (collettiva).
Giorgio Rozzoni, nato a Treviglio nel 1974, ha frequentato il cfp Bauer di Milano.Vive e lavora tra Treviglio e Bergamo.
Esposizioni:
-Solo eliche a Orio, Studio privato, Treviglio (Bg). 2009.
-Rumore, a cura di Sergio Giusti. Mediateca Santa Teresa, Milano. 2009. (collettiva)
-Contemporanee. Sala Crociera, Treviglio (Bg). 2008. (collettiva)
Per contatti:
www.giorgiorozzoni.com
www.micolmagni.com
03
maggio 2011
Micol Magni / Giorgio Rozzoni – Islande
Dal 03 al 22 maggio 2011
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
CALISTO CAFE’
Vailate, Via Alessandro Manzoni, 2, (Cremona)
Vailate, Via Alessandro Manzoni, 2, (Cremona)
Orario di apertura
orari: mar/ven 8-15.30 19.30-2
sab/dom 8-12.30 16.30-2
Vernissage
3 Maggio 2011, ore 21:00
Autore