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Mignon – Sognare di Donne
Già ospitata in settembre alla Corte Capitaniale di Caltagirone (CT) questa mostra del gruppo Mignon prende spunto dalla piacevole sorpresa di riconoscere, come un vero e proprio “manifesto fotografico”, il testo della scena di un film in cui il protagonista, a spasso per le strade di Parigi, pensa al suo rapporto con le donne e la città.
Comunicato stampa
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Già ospitata in settembre alla Corte Capitaniale di Caltagirone (CT) questa mostra del gruppo Mignon prende spunto dalla piacevole sorpresa di riconoscere, come un vero e proprio “manifesto fotografico”, il testo della scena di un film in cui il protagonista, a spasso per le strade di Parigi, pensa al suo rapporto con le donne e la città. In un periodo in cui si preferisce vedere sempre il lato negativo delle cose, questo è un ottimo spunto per invitare tutti a un rapporto diverso con il mondo che ci circonda. Il protagonista si alimenta di ciò che vede fra il pubblico, per vivere con più forza la sua sfera privata.
Mignon
Dal film “L’amore il pomeriggio” di Eric Rohmer, Francia 1972.
Scena N° 5: Sognare di donne:
“Se c’è una cosa che non sono più in grado di fare è la corte a una ragazza, non so cosa potrei dirle e d'altronde non c’è ragione che le dica qualcosa, non voglio niente da lei, non ho niente da proporle, tuttavia sento che il matrimonio mi blocca, m’imprigiona e ho voglia di evadere. La prospettiva di una felicità senza scosse m’immalinconisce e mi scopro a ripensare i tempi lontanissimi in cui provavo anch’io gli spasimi dell’attesa. Sogno una vita fatta solo di primi amori, d’amori durevoli. So di volere l’impossibile, non invidio nessuno e quando vedo due innamorati, penso meno a me, a quello che ero, e più a loro, a quel che saranno, per questo amo la città, la gente passa e sparisce, non la si vede invecchiare, quel che rende straordinario ai miei occhi lo scenario di Parigi, le sue strade è la presenza costante e fuggevole di donne che s’incrociano a ogni momento e che quasi certamente non rivedrò mai più, purché siano la, indifferenti o consapevoli del loro fascino, felici di verificarne l’effetto su di me, come io verifico il mio su di loro, per un tacito accordo senza sguardi o sorrisi anche appena accennati. Sento il loro potere d’attrazione senza esserne attratto, tutto questo non mi allontana da Helene, al contrario mi dico che le bellezze che mi passano davanti sono il naturale prolungarsi delle bellezze di mia moglie, la arricchiscono con la loro bellezza ricevendone in cambio un poco della sua, la bellezza di lei garantisce la bellezza del mondo, viceversa quando abbraccio Helene abbraccio tutte le donne. Sento che la mia vita passa, che altre vite passano parallele alla mia e sono quasi frustrato di rimanervi estraneo, di non aver saputo trattenere ogn’una di queste donne anche per un solo istante nella loro corsa verso chissà quale lavoro, verso chissà quale piacere, e sogno, sogno di possederle tutte.
Dei progetti collettivi di Mignon Giuseppe Pappalardo nel “Notiziario Fotografico” di Marzo 2005 scrive:
“Dobbiamo riconoscere che le mostre del formidabile ensemble Mignon dissipano radicalmente le ombre e i dubbi che da tempo addossiamo sui giorni futuri della fotografia. L’esperienza di questo gruppo, l’entusiasmo del loro programma e della loro proposta, fanno, invece, tacere i tanti lamenti che si sentono tra i fotografi e confermano che la fotografia, quella sana, sincera, onesta e motivata, quella che insomma amiamo, è ancora viva e vegeta. La fotografia Mignon si stacca, infatti, risolutamente dalla tanta ripetitività, più che mediocrità, che c’è in giro e autorevolmente si propone all’attenzione nazionale e internazionale spiegando con chiarezza le ragioni del proprio fotografare e, quindi, la necessità di guardare ancora una volta all’esistenza umana dentro e attraverso l’intelligente selezione dell’obiettivo. Questi fotografi lo fanno legandosi a una tradizione storica e tecnica che si rivela non solo adeguata ai loro intenti ma ancora opportunamente vitale per frugare tra i giorni nostri e lungo le nostre strade; e lo fanno scegliendo per il loro cammino compagni d’avventura che sono anche qualificati maestri ed eminenti storici della fotografia (ci riferiamo alla stima che Walter e Naomi Rosenblum accordano al sodalizio). Testimoniano, inoltre, con la loro concreta attività che professionisti e amatori possono, attraverso un concordato programma di intenti, maturato nella ricerca fotografica e nella consapevolezza d’un uso intelligente dello specifico fotografico, offrire quella riflessione del mondo e sul mondo che, da tempo, la nostra piccola e personale esperienza fotografica riconosce come fondamentale per capire chi siamo e dove stiamo. Le indicazioni di Giovanni Umicini – la figura di maggior fama tra tanti valenti obiettivi – per quella particolare attenzione rivolta alla “Street Photography” che, nella produzione attuale di Mignon, si rivela un dirompente manifesto ideologico quanto mai opportuno di fronte all’incalzare di tante immagini fotografiche realizzate a tavolino, con poco occhio e nessuna collaborazione dei rimanenti sensi…….”
Mignon
Dal film “L’amore il pomeriggio” di Eric Rohmer, Francia 1972.
Scena N° 5: Sognare di donne:
“Se c’è una cosa che non sono più in grado di fare è la corte a una ragazza, non so cosa potrei dirle e d'altronde non c’è ragione che le dica qualcosa, non voglio niente da lei, non ho niente da proporle, tuttavia sento che il matrimonio mi blocca, m’imprigiona e ho voglia di evadere. La prospettiva di una felicità senza scosse m’immalinconisce e mi scopro a ripensare i tempi lontanissimi in cui provavo anch’io gli spasimi dell’attesa. Sogno una vita fatta solo di primi amori, d’amori durevoli. So di volere l’impossibile, non invidio nessuno e quando vedo due innamorati, penso meno a me, a quello che ero, e più a loro, a quel che saranno, per questo amo la città, la gente passa e sparisce, non la si vede invecchiare, quel che rende straordinario ai miei occhi lo scenario di Parigi, le sue strade è la presenza costante e fuggevole di donne che s’incrociano a ogni momento e che quasi certamente non rivedrò mai più, purché siano la, indifferenti o consapevoli del loro fascino, felici di verificarne l’effetto su di me, come io verifico il mio su di loro, per un tacito accordo senza sguardi o sorrisi anche appena accennati. Sento il loro potere d’attrazione senza esserne attratto, tutto questo non mi allontana da Helene, al contrario mi dico che le bellezze che mi passano davanti sono il naturale prolungarsi delle bellezze di mia moglie, la arricchiscono con la loro bellezza ricevendone in cambio un poco della sua, la bellezza di lei garantisce la bellezza del mondo, viceversa quando abbraccio Helene abbraccio tutte le donne. Sento che la mia vita passa, che altre vite passano parallele alla mia e sono quasi frustrato di rimanervi estraneo, di non aver saputo trattenere ogn’una di queste donne anche per un solo istante nella loro corsa verso chissà quale lavoro, verso chissà quale piacere, e sogno, sogno di possederle tutte.
Dei progetti collettivi di Mignon Giuseppe Pappalardo nel “Notiziario Fotografico” di Marzo 2005 scrive:
“Dobbiamo riconoscere che le mostre del formidabile ensemble Mignon dissipano radicalmente le ombre e i dubbi che da tempo addossiamo sui giorni futuri della fotografia. L’esperienza di questo gruppo, l’entusiasmo del loro programma e della loro proposta, fanno, invece, tacere i tanti lamenti che si sentono tra i fotografi e confermano che la fotografia, quella sana, sincera, onesta e motivata, quella che insomma amiamo, è ancora viva e vegeta. La fotografia Mignon si stacca, infatti, risolutamente dalla tanta ripetitività, più che mediocrità, che c’è in giro e autorevolmente si propone all’attenzione nazionale e internazionale spiegando con chiarezza le ragioni del proprio fotografare e, quindi, la necessità di guardare ancora una volta all’esistenza umana dentro e attraverso l’intelligente selezione dell’obiettivo. Questi fotografi lo fanno legandosi a una tradizione storica e tecnica che si rivela non solo adeguata ai loro intenti ma ancora opportunamente vitale per frugare tra i giorni nostri e lungo le nostre strade; e lo fanno scegliendo per il loro cammino compagni d’avventura che sono anche qualificati maestri ed eminenti storici della fotografia (ci riferiamo alla stima che Walter e Naomi Rosenblum accordano al sodalizio). Testimoniano, inoltre, con la loro concreta attività che professionisti e amatori possono, attraverso un concordato programma di intenti, maturato nella ricerca fotografica e nella consapevolezza d’un uso intelligente dello specifico fotografico, offrire quella riflessione del mondo e sul mondo che, da tempo, la nostra piccola e personale esperienza fotografica riconosce come fondamentale per capire chi siamo e dove stiamo. Le indicazioni di Giovanni Umicini – la figura di maggior fama tra tanti valenti obiettivi – per quella particolare attenzione rivolta alla “Street Photography” che, nella produzione attuale di Mignon, si rivela un dirompente manifesto ideologico quanto mai opportuno di fronte all’incalzare di tante immagini fotografiche realizzate a tavolino, con poco occhio e nessuna collaborazione dei rimanenti sensi…….”
15
aprile 2010
Mignon – Sognare di Donne
Dal 15 aprile al 14 maggio 2010
fotografia
Location
SIAE BIBLIOTECA E RACCOLTA TEATRALE DEL BURCARDO
Roma, Via Del Sudario, 44, (Roma)
Roma, Via Del Sudario, 44, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì ore 9.00-13.30 Pomeriggio su prenotazione
Vernissage
15 Aprile 2010, ore 17.30
Autore