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Miguel Fernández De Castro / Lydia Ourahmane – Crater
Gli artisti si chiedono a cosa serve accedere fisicamente agli spazi se tutto ciò che abbiamo proiettato su di essi esiste già? L’atto di testimonianza, e la reale presenza fisica, fungono unicamente come affermazione? In tal senso la galleria diventa un’emanazione di questa linea di indagine.
Comunicato stampa
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Le fattezze e le forme del cratere El Elegante in Messico e del cratere Laghouat in Algeria sono incredibilmente molto simili, nonostante il primo sia originato da una eruzione vulcanica e il secondo invece in seguito all’impatto di un meteorite con la terra. Queste due forze opposte – un’eiezione dal centro della terra e una collisione con materiale estraneo – hanno entrambe alterato il tessuto della superficie, arrivando a creare nei rispettivi luoghi una stessa enorme corona, uno stesso cratere.
Spaziando tra una molteplicità di medium, quali scultura, installazione, fotografia e video, gli artisti Miguel Fernández de Castro e Lydia Ourahmane si rivolgono entrambi a siti naturali e paesaggi, scegliendo di solito i luoghi delle loro rispettive regioni di provenienza, il Deserto di Sonora nel Messico settentrionale per Fernández de Castro, e per Ourahmane la regione di Orano, in Algeria. Anche se si tratta di aree geografiche molto diverse, questi due siti aridissimi sono altrettanto segnati da dinamiche economiche complicate, questioni geopolitiche spinose, violenza e disordini sociali. La sensibilità dei due artisti trova traccia di questi conflitti nella materialità della terra, quasi impressa nel fango, nell’acqua, o nelle cave abbandonate.
La chiave di gran parte della loro pratica artistica è rappresentata dall’esperienza di presenza sul posto, e per questo sono insieme impegnati in una ricerca comune sul campo, in siti dall’accesso complicato, nei quali essi dislocano materiali, trasferendoli da un posto all’altro; una traslazione di questa attività è spesso presente all’interno delle loro esposizioni. Nel caso di Crater, l’opera in mostra è frutto di una stretta collaborazione, non nasce da un viaggio reale che Fernández de Castro e Ourahmane hanno intrapreso insieme, ma piuttosto scaturisce da un esame dei nostri processi proiettivi. Gli artisti si chiedono a cosa serve accedere fisicamente agli spazi se tutto ciò che abbiamo proiettato su di essi esiste già? L’atto di testimonianza, e la reale presenza fisica, fungono unicamente come affermazione? In tal senso la galleria stessa diventa un’emanazione di questa linea di indagine, e si lascia percorrere come sito e superficie capace di riflettere sulle aspettative, le esperienze, la presenza e accesso ai luoghi, o al contrario sulla mancanza di tutto questo.
Spaziando tra una molteplicità di medium, quali scultura, installazione, fotografia e video, gli artisti Miguel Fernández de Castro e Lydia Ourahmane si rivolgono entrambi a siti naturali e paesaggi, scegliendo di solito i luoghi delle loro rispettive regioni di provenienza, il Deserto di Sonora nel Messico settentrionale per Fernández de Castro, e per Ourahmane la regione di Orano, in Algeria. Anche se si tratta di aree geografiche molto diverse, questi due siti aridissimi sono altrettanto segnati da dinamiche economiche complicate, questioni geopolitiche spinose, violenza e disordini sociali. La sensibilità dei due artisti trova traccia di questi conflitti nella materialità della terra, quasi impressa nel fango, nell’acqua, o nelle cave abbandonate.
La chiave di gran parte della loro pratica artistica è rappresentata dall’esperienza di presenza sul posto, e per questo sono insieme impegnati in una ricerca comune sul campo, in siti dall’accesso complicato, nei quali essi dislocano materiali, trasferendoli da un posto all’altro; una traslazione di questa attività è spesso presente all’interno delle loro esposizioni. Nel caso di Crater, l’opera in mostra è frutto di una stretta collaborazione, non nasce da un viaggio reale che Fernández de Castro e Ourahmane hanno intrapreso insieme, ma piuttosto scaturisce da un esame dei nostri processi proiettivi. Gli artisti si chiedono a cosa serve accedere fisicamente agli spazi se tutto ciò che abbiamo proiettato su di essi esiste già? L’atto di testimonianza, e la reale presenza fisica, fungono unicamente come affermazione? In tal senso la galleria stessa diventa un’emanazione di questa linea di indagine, e si lascia percorrere come sito e superficie capace di riflettere sulle aspettative, le esperienze, la presenza e accesso ai luoghi, o al contrario sulla mancanza di tutto questo.
16
dicembre 2017
Miguel Fernández De Castro / Lydia Ourahmane – Crater
Dal 16 dicembre 2017 al 02 marzo 2018
arte contemporanea
Location
VEDA
Firenze, Via delle Cascine, 35, (Firenze)
Firenze, Via delle Cascine, 35, (Firenze)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 10-13 e 15-19, sabato su appuntamento
Vernissage
16 Dicembre 2017, ore 18.30
Autore
Curatore