L’8 dicembre 1854 Pio IX dichiarò l’Immacolata Concezione della Vergine Maria. Dopo 1500 anni, la bolla papale Ineffabilis Deus pose fine alle dispute teologiche sul fatto che la madre di Dio fosse stata concepita senza peccato. Le ragioni potrebbero essere politiche: il Papa era appena tornato in Vaticano dopo l’esilio durante la Seconda Repubblica Romana. Aveva perso il potere terreno e cercava un modo per riconciliare i fedeli. Tuttavia, paradossalmente, queste erano le stesse motivazioni sbagliate che 5000 anni prima avevano espulso le donne dall’apice delle mitologie del Mediterraneo e del Vicino Oriente. Nel mondo antico, la forma delle città e del governo e l’invenzione della scrittura, e con essa la capacità di astrazione, portarono i fatti osservabili a cedere il passo alla simbolizzazione. L’idea della creazione – lo spirito creatore dell’universo – prevalse sul fatto della nascita, e la possibilità di nominare le cose con la parola scritta rese più facile prendere le distanze dalla dea-madre come fonte originaria dell’unico potere creativo. La festa dell’Immacolata Concezione è il ritorno a questo modo di vedere i fatti come simboli e di adornarli fino a perdere il legame con la realtà a favore dell’idea. Lo spirito creativo aveva preso la forma dell’uomo circa cinque millenni fa, a immagine e somiglianza di chi era in grado di imporlo.