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Mike Nelson – L’Atteso
Lo spazio espositivo appare completamente trasformato in un “luogo altro” grazie a un’installazione su larga scala che va a occupare l’intera navata con un intervento poderoso ma, allo stesso tempo, quasi intimo
Comunicato stampa
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Il Binario 1 delle OGR accoglie “L’Atteso”, la prima mostra personale di Mike Nelson in una istituzione italiana. Lo spazio espositivo appare completamente trasformato in un “luogo altro” grazie a un’installazione su larga scala che va a occupare l’intera navata con un intervento poderoso ma, allo stesso tempo, quasi intimo.
L’idea di trasformazione, cardine della programmazione di OGR, si materializza in una struttura narrativa che emerge dalle modifiche dell’architettura in relazione alla storia dell’edificio e agli oggetti attentamente selezionati dall’artista, da lui trasformati in sculture nello spazio per creare un’articolata stratificazione di senso e un percorso con molteplici livelli di lettura, dal viaggio onirico alla fantascienza.
Il visitatore è chiamato a trovare il suo percorso personale, dopo aver esplorato liberamente gli elementi presenti nell’installazione, andando alla ricerca degli indizi necessari per costruire una narrazione individuale e una propria comprensione del luogo. Come preannunciato dal titolo, un clima sospeso ed enigmatico caratterizza l’installazione, formata da un paesaggio che sembra uscito dalle immagini di un film e in cui diverse memorie e stratificazioni materiali creano una narrazione aperta a molteplici letture. Tra le tante tematiche presenti, quella del viaggio –metaforico e reale- e della mobilità, entrambe care alla ricerca dell’artista, possono fornire una sorta di fil rouge, legandosi alla cornice delle OGR, dove per un secolo si sono riparati i treni, per amplificare il senso di un’opera lasciata volutamente priva di chiavi di lettura predefinite.
Una collisione di temporalità diverse sembra caratterizzare l’installazione: un passato recente e una dimensione quasi archeologica, o l’immagine di un prossimo futuro, si uniscono materializzando un presente distopico: le automobili, scelte tra i modelli ancora ritrovabili nella vita quotidiana, si uniscono all’idea di precarietà che le macerie veicolano, all’ambiguità tra una demolizione da poco avvenuta, un’apocalisse in atto e una ricostruzione possibile.
Nelson ancora una volta interviene con una trasformazione radicale dello spazio che con lo spazio dialoga, creando un’atmosfera di attesa e di sospensione – che richiama alla memoria grandi maestri del cinema come Michelangelo Antonioni e Dario Argento, o artisti del calibro di Ed Kienholz – tutti fonti della nuova opera, creando un limbo fisico ed emotivo carico di fascino e complessità.
L’idea di trasformazione, cardine della programmazione di OGR, si materializza in una struttura narrativa che emerge dalle modifiche dell’architettura in relazione alla storia dell’edificio e agli oggetti attentamente selezionati dall’artista, da lui trasformati in sculture nello spazio per creare un’articolata stratificazione di senso e un percorso con molteplici livelli di lettura, dal viaggio onirico alla fantascienza.
Il visitatore è chiamato a trovare il suo percorso personale, dopo aver esplorato liberamente gli elementi presenti nell’installazione, andando alla ricerca degli indizi necessari per costruire una narrazione individuale e una propria comprensione del luogo. Come preannunciato dal titolo, un clima sospeso ed enigmatico caratterizza l’installazione, formata da un paesaggio che sembra uscito dalle immagini di un film e in cui diverse memorie e stratificazioni materiali creano una narrazione aperta a molteplici letture. Tra le tante tematiche presenti, quella del viaggio –metaforico e reale- e della mobilità, entrambe care alla ricerca dell’artista, possono fornire una sorta di fil rouge, legandosi alla cornice delle OGR, dove per un secolo si sono riparati i treni, per amplificare il senso di un’opera lasciata volutamente priva di chiavi di lettura predefinite.
Una collisione di temporalità diverse sembra caratterizzare l’installazione: un passato recente e una dimensione quasi archeologica, o l’immagine di un prossimo futuro, si uniscono materializzando un presente distopico: le automobili, scelte tra i modelli ancora ritrovabili nella vita quotidiana, si uniscono all’idea di precarietà che le macerie veicolano, all’ambiguità tra una demolizione da poco avvenuta, un’apocalisse in atto e una ricostruzione possibile.
Nelson ancora una volta interviene con una trasformazione radicale dello spazio che con lo spazio dialoga, creando un’atmosfera di attesa e di sospensione – che richiama alla memoria grandi maestri del cinema come Michelangelo Antonioni e Dario Argento, o artisti del calibro di Ed Kienholz – tutti fonti della nuova opera, creando un limbo fisico ed emotivo carico di fascino e complessità.
02
novembre 2018
Mike Nelson – L’Atteso
Dal 02 novembre 2018 al 03 febbraio 2019
arte contemporanea
Location
OGR – OFFICINE GRANDI RIPARAZIONI
Torino, Corso Castelfidardo, 22, (Torino)
Torino, Corso Castelfidardo, 22, (Torino)
Biglietti
intero 8 €, ridotto 5 €
Orario di apertura
Orari e aperture in occasione di Artissima
venerdì 2 novembre, opening: 19.00 – 22.00
sabato 3 novembre: 11.00 – 19.00
domenica 4 novembre: 11.00 – 19.00
Dal 5 novembre 2018 al 3 febbraio 2019:
giovedì dalle 11.00 alle 19.00
venerdì dalle 11.00 alle 20.00
sabato e domenica dalle 11.00 alle 19.00
Vernissage
2 Novembre 2018, ore 19
Autore
Curatore