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Miki Yui – hitotoki
Miki Yui lavora sulla memoria dei fatti vissuti, concentrandosi su immagini e suoni mostra la traccia, o scia, che essi talvolta rilasciano svanendo, una volta avvenuti, una volta che quelle sono apparse, o che questi sono stati prodotti
Comunicato stampa
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Miki Yui lavora sulla memoria dei fatti vissuti, concentrandosi su immagini e suoni mostra la traccia, o scia, che essi talvolta rilasciano svanendo, una volta avvenuti, una volta che quelle sono apparse, o che questi sono stati prodotti.
Le sue installazioni, assemblate sempre su un piano orizzontale, quasi sempre sul pavimento (under your feet) sono delicate e precarie, come i pensieri, i ricordi e i sogni quando prendono labilmente forma nella mente. Come le due valve che chiudendosi formano una conchiglia, le mostre di Miki Yui si articolano spesso in momenti opposti e complementari, talvolta in luoghi separati (atem e innerest al Singuhr di Berlino, nel 2006) talaltra nello stesso luogo (still life – under your feet al Kunstverein di Lippstadt, nello stesso anno): buio e luce soprattutto, aperto e chiuso, visibile e invisibile, dilatazione e contrazione (nel programmatico disegno dell’estate del 2003, “composition 1”, esposto in ‘traccia / trace’, la sua prima mostra per e/static, nel 2004).
Ma Yui lavora anche (e il video che verrà presentato in questa mostra ne dà testimonianza) partendo da un’intuizione molto simile a quella che ebbe Joseph Beuys in suo lavoro del 1972, “Ausfegen”: il residuo di un fatto, o di molti fatti succedutisi nel tempo, che sopravvive ad essi, accumulandosi, rappresenta, con la sua forma che viene creata attraverso un passaggio dall’informe (il mucchietto di polvere/sporcizia radunata sul pavimento del Singuhr, come il mucchio di rifiuti spazzati e raccolti dallo stesso Beuys dopo una manifestazione politica) ciò che è avvenuto, che è stato, e si è estinto ormai, lasciando soltanto quella lieve traccia, quel residuo. La cenere come la polvere, come i suoni registrati, e poi modificati, ri-fatti, e in modo analogo le immagini (del suo orto-giardino, o della sua stessa installazione) nelle stampe a getto d’inchiostro presentate nella sua prima mostra a Torino, trattate con un software grafico che le rende quasi irriconoscibili, sempre però indissolubilmente legate a quelle cose, che così rappresentano, pur senza più assomigliarvi molto.
E’ certamente la personale esperienza di Miki Yui l’elemento essenziale e la motivazione primaria dei suoi lavori e dei suoi disegni, nei quali quel che appare è stato messo lì apposta per permettere a ciò che è stato, ed è scomparso, di essere evocato, per fare da testimone visibile e udibile di un’assenza, di qualcosa che non si può (più) vedere, udire, toccare.
In questa sua seconda personale torinese, il cui titolo, il termine giapponese ‘hitotoki’, si potrebbe tradurre in italiano con “per qualche tempo” o “per un attimo”, Miki Yui presenterà soltanto lavori nuovi creati per l’occasione, in modo specifico per lo spazio blank.
Nata a Tokyo nel 1971, ma residente a Dusseldorf da circa dieci anni, Miki Yui ha già al suo attivo alcune personali, fra cui (oltre a quelle già citate) quella nel prestigioso piccolo spazio espositivo di Gelbe Musik a Berlino nel 2004. E’ Inoltre stata inclusa in alcune importanti collettive: sonambiente a Berlino nel 2006, Klangraum-Raumklang a Colonia nel 2004 e Resonanzen a Saarbrücken nel 2002.
Miki Yui è anche musicista e compositrice, ha partecipato all’edizione 2006 di Maerz Musik a Berlino ed è autrice già di diversi cd a suo nome, oltre a quello con Rolf Julius (“small sounds meet small music”) recentemente pubblicato da e/static.
Le sue installazioni, assemblate sempre su un piano orizzontale, quasi sempre sul pavimento (under your feet) sono delicate e precarie, come i pensieri, i ricordi e i sogni quando prendono labilmente forma nella mente. Come le due valve che chiudendosi formano una conchiglia, le mostre di Miki Yui si articolano spesso in momenti opposti e complementari, talvolta in luoghi separati (atem e innerest al Singuhr di Berlino, nel 2006) talaltra nello stesso luogo (still life – under your feet al Kunstverein di Lippstadt, nello stesso anno): buio e luce soprattutto, aperto e chiuso, visibile e invisibile, dilatazione e contrazione (nel programmatico disegno dell’estate del 2003, “composition 1”, esposto in ‘traccia / trace’, la sua prima mostra per e/static, nel 2004).
Ma Yui lavora anche (e il video che verrà presentato in questa mostra ne dà testimonianza) partendo da un’intuizione molto simile a quella che ebbe Joseph Beuys in suo lavoro del 1972, “Ausfegen”: il residuo di un fatto, o di molti fatti succedutisi nel tempo, che sopravvive ad essi, accumulandosi, rappresenta, con la sua forma che viene creata attraverso un passaggio dall’informe (il mucchietto di polvere/sporcizia radunata sul pavimento del Singuhr, come il mucchio di rifiuti spazzati e raccolti dallo stesso Beuys dopo una manifestazione politica) ciò che è avvenuto, che è stato, e si è estinto ormai, lasciando soltanto quella lieve traccia, quel residuo. La cenere come la polvere, come i suoni registrati, e poi modificati, ri-fatti, e in modo analogo le immagini (del suo orto-giardino, o della sua stessa installazione) nelle stampe a getto d’inchiostro presentate nella sua prima mostra a Torino, trattate con un software grafico che le rende quasi irriconoscibili, sempre però indissolubilmente legate a quelle cose, che così rappresentano, pur senza più assomigliarvi molto.
E’ certamente la personale esperienza di Miki Yui l’elemento essenziale e la motivazione primaria dei suoi lavori e dei suoi disegni, nei quali quel che appare è stato messo lì apposta per permettere a ciò che è stato, ed è scomparso, di essere evocato, per fare da testimone visibile e udibile di un’assenza, di qualcosa che non si può (più) vedere, udire, toccare.
In questa sua seconda personale torinese, il cui titolo, il termine giapponese ‘hitotoki’, si potrebbe tradurre in italiano con “per qualche tempo” o “per un attimo”, Miki Yui presenterà soltanto lavori nuovi creati per l’occasione, in modo specifico per lo spazio blank.
Nata a Tokyo nel 1971, ma residente a Dusseldorf da circa dieci anni, Miki Yui ha già al suo attivo alcune personali, fra cui (oltre a quelle già citate) quella nel prestigioso piccolo spazio espositivo di Gelbe Musik a Berlino nel 2004. E’ Inoltre stata inclusa in alcune importanti collettive: sonambiente a Berlino nel 2006, Klangraum-Raumklang a Colonia nel 2004 e Resonanzen a Saarbrücken nel 2002.
Miki Yui è anche musicista e compositrice, ha partecipato all’edizione 2006 di Maerz Musik a Berlino ed è autrice già di diversi cd a suo nome, oltre a quello con Rolf Julius (“small sounds meet small music”) recentemente pubblicato da e/static.
22
marzo 2007
Miki Yui – hitotoki
Dal 22 marzo al 12 maggio 2007
arte contemporanea
Location
BLANK
Torino, Via Reggio, 27, (Torino)
Torino, Via Reggio, 27, (Torino)
Orario di apertura
dal giovedì al sabato, dalle 16 alle 19.30 (oppure su appuntamento)
Vernissage
22 Marzo 2007, ore 18.30
Autore
Curatore