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Mikromegas – 220 spilloni di artisti contemporanei
Ornamento del tutto desueto allorché, per secoli, fu in uso nell’abbigliamento soprattutto maschile, lo spillone esige la massima concentrazione ideativa sottoposta alla minima misura.
Comunicato stampa
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Nella oramai tradizionale linea di attenzione per l’oreficeria contemporanea, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova ospiterà, nel periodo novembre 2003 - gennaio 2004, una mostra di eccezionale qualità e di rilevanza internazionale sul tema dello spillone da cravatta. La mostra Mikromegas è organizzata dal Bayerischer Kunstgewerbe Verein di Monaco di Baviera in occasione del suo 150° anniversario ed è curata da Otto Künzli, insigne orafo artista e docente all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera.
Nuova tappa di un iter espositivo che ha interessato i Musei e le Gallerie di Monaco di Baviera, New York, Ginevra, Tokyo, Sydney e Perth, Mikromegas presenta una collezione di spilloni realizzati da 220 artisti provenienti da tutto il mondo selezionati da Otto Künzli.
Ornamento del tutto desueto allorché, per secoli, fu in uso nell’abbigliamento soprattutto maschile, lo spillone esige la massima concentrazione ideativa sottoposta alla minima misura: nel limite del microspazio l’esigenza della sintesi delle forme provoca una più intensa espressività. L’attuale sperimentazione fa riemergere quell’attenzione, che nel passato era prassi consolidata, verso l’assoluta chiarezza del segno soggetto al rigore della restrizione spaziale: si pensi alla tecnica della miniatura, dell’intaglio di gemme, del mosaico, che si traduceva in una legge severa che non ammetteva soluzioni improvvisate o suggestioni vaghe ma pretendeva la massima resa del tratto in un’area minimale.
Alla fine del secolo ventesimo i maggiori artisti internazionali offrono una completa panoramica della creatività contemporanea in gioielleria. La rassegna spazia nelle più svariate forme espressive con un totale recupero della figurazione, fantastica o realistica, ciò in netta contro tendenza con le correnti di astrazione geometrica che pure hanno dominato per decenni l’arte orafa contemporanea e che, nella mostra, risultano sovrastate dalla proliferazione di immagini espresse spesso con tecniche del tutto nuove.
Otto Künzli ha riesumato un ornamento non solo obsoleto, ma caratterizzato anche da una accentuata funzionalità, particolarità questa che la gioielleria contemporanea ha sovente tentato di sminuire ponendo l’accento sul valore puramente artistico dell’opera. Gli spilloni da cappello, nel passato, estremizzavano le complicate acconciature femminili di cui favorivano la tenuta; gli spilloni da cravatta, sin dal XVII secolo, nella loro funzione di fissare le volute di elaborati nodi, di ricamati jabot, di sciarpe da sera, simbolizzavano l’estremo apice estetico dell’eleganza maschile.
Gli spilloni, nell’intento di Künzli, non sono un nostalgico omaggio all’eleganza di un tempo perduto, ma rilevano l’essenzialità e la complessità insieme di forme che si reggono sul minimo asse verticale, l’ago, che al di là dell’azione portante, è fondamentale entità compositiva del gioiello.
Tra i 220 artisti provenienti dall’America, dall’Australia, dalla Nuova Zelanda, dal Giappone, dalla Corea, dal Sud Africa e da quasi tutti i Paesi europei, fatta eccezione per la presenza del torinese Bruno Martinazzi, tutti gli espositori italiani appartengono alla Scuola di Padova, confermando ancora una volta quale profondo contributo culturale nel mondo abbiano dato maestri padovani come Mario Pinton, Francesco Pavan, Graziano Visintin, Stefano Marchetti, Giovanni Corvaja, Giorgio Cecchetto, Annamaria Zanella.
Nuova tappa di un iter espositivo che ha interessato i Musei e le Gallerie di Monaco di Baviera, New York, Ginevra, Tokyo, Sydney e Perth, Mikromegas presenta una collezione di spilloni realizzati da 220 artisti provenienti da tutto il mondo selezionati da Otto Künzli.
Ornamento del tutto desueto allorché, per secoli, fu in uso nell’abbigliamento soprattutto maschile, lo spillone esige la massima concentrazione ideativa sottoposta alla minima misura: nel limite del microspazio l’esigenza della sintesi delle forme provoca una più intensa espressività. L’attuale sperimentazione fa riemergere quell’attenzione, che nel passato era prassi consolidata, verso l’assoluta chiarezza del segno soggetto al rigore della restrizione spaziale: si pensi alla tecnica della miniatura, dell’intaglio di gemme, del mosaico, che si traduceva in una legge severa che non ammetteva soluzioni improvvisate o suggestioni vaghe ma pretendeva la massima resa del tratto in un’area minimale.
Alla fine del secolo ventesimo i maggiori artisti internazionali offrono una completa panoramica della creatività contemporanea in gioielleria. La rassegna spazia nelle più svariate forme espressive con un totale recupero della figurazione, fantastica o realistica, ciò in netta contro tendenza con le correnti di astrazione geometrica che pure hanno dominato per decenni l’arte orafa contemporanea e che, nella mostra, risultano sovrastate dalla proliferazione di immagini espresse spesso con tecniche del tutto nuove.
Otto Künzli ha riesumato un ornamento non solo obsoleto, ma caratterizzato anche da una accentuata funzionalità, particolarità questa che la gioielleria contemporanea ha sovente tentato di sminuire ponendo l’accento sul valore puramente artistico dell’opera. Gli spilloni da cappello, nel passato, estremizzavano le complicate acconciature femminili di cui favorivano la tenuta; gli spilloni da cravatta, sin dal XVII secolo, nella loro funzione di fissare le volute di elaborati nodi, di ricamati jabot, di sciarpe da sera, simbolizzavano l’estremo apice estetico dell’eleganza maschile.
Gli spilloni, nell’intento di Künzli, non sono un nostalgico omaggio all’eleganza di un tempo perduto, ma rilevano l’essenzialità e la complessità insieme di forme che si reggono sul minimo asse verticale, l’ago, che al di là dell’azione portante, è fondamentale entità compositiva del gioiello.
Tra i 220 artisti provenienti dall’America, dall’Australia, dalla Nuova Zelanda, dal Giappone, dalla Corea, dal Sud Africa e da quasi tutti i Paesi europei, fatta eccezione per la presenza del torinese Bruno Martinazzi, tutti gli espositori italiani appartengono alla Scuola di Padova, confermando ancora una volta quale profondo contributo culturale nel mondo abbiano dato maestri padovani come Mario Pinton, Francesco Pavan, Graziano Visintin, Stefano Marchetti, Giovanni Corvaja, Giorgio Cecchetto, Annamaria Zanella.
15
novembre 2003
Mikromegas – 220 spilloni di artisti contemporanei
Dal 15 novembre 2003 all'undici gennaio 2004
Location
ORATORIO DI SAN ROCCO
Padova, Via Santa Lucia, (Padova)
Padova, Via Santa Lucia, (Padova)
Biglietti
interi € 3,00, ridotti € 2,00. L’accesso è gratuito per i residenti di Padova e Provincia.
Orario di apertura
martedì - domenica 9:30 – 12:30, 15:30 – 19:00, lunedì chiuso
Vernissage
15 Novembre 2003, dalle 11.30 alle 13.00