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Milano bene comune
La mostra vuole testimoniare, con una narrazione a più voci, i cambiamenti del profilo e dello spazio urbano milanese, delle attività sostenibili e a carattere circolare, dell’attività sociale, degli stili di vita e dei comportamenti personali, dei pregi e dei difetti dell’azione civica.
Comunicato stampa
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I 17 punti dell’Onu per il decennio 2020-2030 coinvolgono ogni livello della società, per un futuro migliore e sostenibile. In questo contesto, Milano è la metropoli italiana che più è coinvolta da problematiche ambientali, ma anche di sostenibilità per la vita e il tessuto di una società altamente produttiva. Le esigenze contemporanee non possono quindi esimersi dal confrontarsi con le tematiche più pressanti: uso delle risorse, sistemi di mobilità e trasporto pubblico, modelli di produzione, distribuzione e commercio, stile di vita, inclusione.
Il Circolo Fotografico Milanese, storica istituzione nata nel 1930 e tra i fondatori nel dopoguerra di FIAF presenta una mostra che nasce dalla volontà di testimoniare, attraverso una narrazione a più voci, i cambiamenti del profilo e dello spazio urbano milanese, delle attività sostenibili e a carattere circolare, dell’attività sociale, degli stili di vita e dei comportamenti personali, dei pregi e dei difetti dell’azione civica a tutti i livelli: dal 12 ottobre al 3 novembre 2022 apre al pubblico presso il Centro Culturale di Milano l’esposizione “Milano Bene Comune”.
Curata da Cristina Quadrio Curzio e realizzata grazie al sostegno degli Sponsor SIF Italia, attiva nel settore della gestione e amministrazione dei complessi immobiliari, e Power Point City Car, specializzata nel fornire energia ai condomini e colonnine di ricarica. Con questo progetto le due Società intendono presentarsi quali promotori e sostenitori in campo culturale e artistico con temi vicini alla loro mission aziendale.
“Milano Bene Comune” è un articolato sguardo, seppure non esaustivo, sulla città di oggi e sui suoi cittadini. Sono nove le aree tematiche indagate dai fotografi del Circolo:
La Biblioteca di Milano
Esistono a Milano biblioteche molto antiche, come la Braidense e la Trivulziana, per i Milanesi la biblioteca per antonomasia è la “Sormani”.
All’interno della biblioteca ha sede anche il Centro Stendhaliano, presso cui è conservata la raccolta dei libri che costituivano la biblioteca dello Scrittore, con le pagine spesso arricchite dai suoi appunti, insieme ad una vasta collezione di documenti, lettere, manoscritti ed oggetti personali.
La gran parte degli spazi è occupata dalle librerie in cui “riposano” più di 400.000 volumi. I tomi più antichi e preziosi sono conservati nelle casseforti, ma, per la carenza di spazio, scaffali pieni di libri sono sparsi ovunque, anche in cantina.
Milano a colori
Uno stereotipo duro a morire indica Milano come una città “grigia”. Forse era vero qualche anno fa quando la nebbia sfumava anche le più evidenti note di colore; se poi ci mettiamo anche il grigio del cemento e le grisaglie degli impiegati il monocolore fa da padrone! Da un po’ di tempo la città si è come risvegliata e ha iniziato un nuovo percorso che ha investito anche il suo aspetto formale, compresi i suoi colori. L’esempio più eclatante è il fatto che i milanesi usano indicare le linee della metropolitana non con i numeri ma con i colori: la “rossa”, la “verde”, la “gialla”, la “lilla” e presto anche la “blu”.
Non si contano i nuovi quartieri in cui i colori giocano un ruolo architettonico importante spaziando dalle tinte pastello a cromatismi più decisi, come il rosso, il mattone, il blu. A ciò si aggiungono le note cromatiche portate dalla street art, da laboratori, artigiani, piccole aziende che usano il colore in modo creativo capace di attirare lo sguardo, senza contare gli apporti delle singole persone, gli abbigliamenti, gli ornamenti.
Giungla urbana
Ecco il lato caotico, talvolta alienante della città moderna che merita però di essere osservata. Oggetti visibili compongono un puzzle di elementi contrastanti e ridondanti, lo stato di disordine e di confusione dato dal moltiplicarsi di segni e simboli visivi appesantiscono la vista e non consentono al cittadino di sentirsi rilassato.
E’ una condizione forse inevitabile del vivere in città ma spesso all’origine del malessere provato da molte persone che non amano vivere in grandi centri urbani.
Un resoconto del bisogno di natura, soprattutto di “verde”, testimoniato non solo dall’irruzione del mondo vegetale nella modernità della città, ma anche da piante che spuntano ovunque, occhieggiano dalle quinte dei palazzi, invadendo persino le toilette.
Cascine
La cascina è “frontiera urbana”, entità tipica del mondo agricolo padano che interagisce con lo sviluppo socio urbanistico.
La ricognizione fotografica ha evidenziato varie tipologie di interazione: degrado, trasformazione come integrazione, cambio destinazione d’uso, mantenimento delle funzioni originarie al servizio della città. Sono presenti elementi che evidenziano la collocazione di “frontiera” della cascina: prossimità di nuove abitazioni, fusione architetturale, tracce di collegamento, prospettive.
L’osservazione spazia dai confini con la città fin dentro queste realtà, evidenziandone talvolta la loro ambiguità nel trasformato contesto cittadino.
Tangenos
Tange nos. Dal latino, ci tange, ci riguarda.
Ma è anche un acronimo, Tangenziali Est Nord Ovest Sud.
Le tangenziali sono le grandi arterie che ci ruotano intorno, su cui ogni giorno migliaia di automobili, uomini, bus e camion transitano. Una fetta del nostro tempo che fila via insieme al cemento, insieme ad alienazione e stress.
E così ci troviamo ingabbiati in queste infrastrutture che abbiamo costruito per il nostro vivere, che condizionano il nostro essere e benessere in modo Tangibile.
Per questo progetto, abbiamo percorso le tangenziali di Milano e il nostro sguardo è volato via tra suggestioni, forme, colori, geometrie, concetti.
Il nostro è un invito a uscire dagli schemi, a progettare infrastrutture più sostenibili con il benessere dell’uomo al centro.
Le distrazioni
Le distrazioni possono essere simpatiche, a volte divertenti, ma possono anche influenzare la nostra vita. Oggi più che mai si dibatte di grandi temi ambientali, per i quali però demandiamo sempre la soluzione a qualcuno più grande o più in alto di noi. Ma non siamo anche noi, ognuno di noi, nel nostro piccolo quotidiano, responsabili? Magari senza accorgercene, magari solo per…distrazione.
E allora ecco il nostro racconto.
Per questo, abbiamo scelto una visione rasoterra, che ci permette di vedere da vicinissimo e in soggettiva quel che abbandoniamo sulle strade, sui marciapiedi. Non ci siamo girati dall’altra parte, lo abbiamo fissato e interpretato.
Il taglio vuole essere provocatorio, mai giudicante, per creare empatia con chi guarda. Perché divertire può essere molto più efficace per stimolare la sensibilità e ritrovare l’attenzione, a cominciare da noi.
Mobilità urbana a due ruote
Persone, bici, città: un percorso che nel panorama del centro urbano si snoda tra contraddizioni e asperità in un ambiente duro, quotidianamente ostile nelle sue strade, teatro di lotte ansiose tra selciato, rotaie e gli indisciplinati.
La politica di sostenere lo sviluppo delle piste ciclabili da parte delle grandi città ha trasformato la bici progressivamente in un’alleata per chi spera di raggiungere la propria sede di lavoro, la scuola, la palestra in un tempo più breve che con i mezzi o l’auto. Spesso non è solo una scelta necessaria ma una scelta consapevole volta a cercare quella dimensione più “umana” del muoversi, un’opportunità di evasione, miraggio che aiuta a divincolarsi dalla morsa delle strade per suggerire una traiettoria di fuga fino al verde liberatorio, dove tutto si distende più armonioso.
Lo sguardo si allarga, sollevandosi dall’opprimente rasoterra per guardare più avanti e in alto.
Botteghe storiche
La città ha visto negli ultimi decenni una radicale trasformazione nella vendita al dettaglio, si è passati dalle piccole botteghe familiari alla grande distribuzione fino agli acquisti on-line e consegna a domicilio. Siamo consapevoli del fatto che la battaglia del prezzo venga per lo più vinta da chi riesce a far risparmiare le famiglie a fine mese, ma essendo il fotografo nostalgico per professione abbiamo allungato l’obiettivo su delle realtà che resistono, delle realtà in cui il rapporto personale con il cliente ha ancora un valore inestimabile.
In questo progetto sono rappresentati alcuni esempi di botteghe storiche i cui proprietari, alla terza o quarta generazione, hanno aperto le porte orgogliosi di mostrare!
Artigiani storici
Milano ex città industriale votata al terziario avanzato dove tutto è smart e funziona con un’app.
Esiste però un’altra parte della città dove tutto ha mantenuto un ritmo fatto di gesti lenti e laboriosi, insomma ritmi antichi. Mani sapienti che con precisione realizzano o restaurano oggetti unici, delle vere e proprie opere d’arte. Piccole botteghe artigiane che scovi in qualche cortile, seminterrato polveroso o antichi complessi in periferia.
Mestieri unici e difficili da tramandare per la mancanza di passaggio di testimone tra generazioni che mette un punto di domanda sul futuro di queste preziose realtà.
“Milano trasmette la sua apparente linearità, ordine e slancio ma nasconde profonde contraddizioni rese ancora più sorprendenti da quel suo aspetto composto che da sempre si accompagna all’idea stessa di Milano: grigia, rigorosa con i suoi abitanti che camminano a passo rapido con il cappello calato in testa e lo sguardo sulla punta delle scarpe. Le contraddizioni erano, fino a pochi anni fa, esclusivo appannaggio di città sorprendenti come Roma, Napoli e Palermo ma certamente non di questa sobria e composta Signora adagiata sulla umida Pianura Padana. C’è da restarne stupiti” secondo Cristina Quadrio Curzio.
Con questa mostra il Circolo Fotografico Milanese rinsalda ulteriormente il legame con la città di Milano ed offre ai cittadini la visione di immagini inedite con lo stile proprio che ha contraddistinto il lavoro del Circolo fino ad oggi.
La mostra include un video realizzato da Lorenzo De Francesco impreziosito da immagini dei soci storici del Circolo Fotografico Milanese ed un catalogo a tiratura limitata disponibile presso il bookshop del Centro Culturale di Milano.
L’esposizione fa parte del circuito della 17ª edizione di Photofestival, l’importante rassegna di fotografia d’autore diffusa nell’area metropolitana milanese e in alcune province lombarde (14 settembre - 31 ottobre 2022).
Autori in mostra:
Cesare Augello, Paola Casanova, Giovan Battista Cassanelli, Rosi Cassano, Walter Ciceri, Carlo Cirmi, Lorenzo De Francesco, Isidoro Di Giovanni, Marco Di Rienzo, Gianni Gamba, Elisabetta Gatti Biggì, Domenico Giberti, Giovanni Graziani, Daniela Loconte, Claudio Manenti, Pietro Mattioni, Giancarlo Moretti, Giovanni Pappadà, Adriana Pennacchio, Angelo Pepe, Simone Perniciaro, Laura Pozzoni, Enzo Rocca, Roberto Rognoni, Alberto Scibona, Emilio Senesi, Giuseppe Tarelli, Maria Grazia Zecca.
La mostra gode inoltre del patrocinio del Comune di Milano e del riconoscimento di FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche).
Il Circolo Fotografico Milanese, storica istituzione nata nel 1930 e tra i fondatori nel dopoguerra di FIAF presenta una mostra che nasce dalla volontà di testimoniare, attraverso una narrazione a più voci, i cambiamenti del profilo e dello spazio urbano milanese, delle attività sostenibili e a carattere circolare, dell’attività sociale, degli stili di vita e dei comportamenti personali, dei pregi e dei difetti dell’azione civica a tutti i livelli: dal 12 ottobre al 3 novembre 2022 apre al pubblico presso il Centro Culturale di Milano l’esposizione “Milano Bene Comune”.
Curata da Cristina Quadrio Curzio e realizzata grazie al sostegno degli Sponsor SIF Italia, attiva nel settore della gestione e amministrazione dei complessi immobiliari, e Power Point City Car, specializzata nel fornire energia ai condomini e colonnine di ricarica. Con questo progetto le due Società intendono presentarsi quali promotori e sostenitori in campo culturale e artistico con temi vicini alla loro mission aziendale.
“Milano Bene Comune” è un articolato sguardo, seppure non esaustivo, sulla città di oggi e sui suoi cittadini. Sono nove le aree tematiche indagate dai fotografi del Circolo:
La Biblioteca di Milano
Esistono a Milano biblioteche molto antiche, come la Braidense e la Trivulziana, per i Milanesi la biblioteca per antonomasia è la “Sormani”.
All’interno della biblioteca ha sede anche il Centro Stendhaliano, presso cui è conservata la raccolta dei libri che costituivano la biblioteca dello Scrittore, con le pagine spesso arricchite dai suoi appunti, insieme ad una vasta collezione di documenti, lettere, manoscritti ed oggetti personali.
La gran parte degli spazi è occupata dalle librerie in cui “riposano” più di 400.000 volumi. I tomi più antichi e preziosi sono conservati nelle casseforti, ma, per la carenza di spazio, scaffali pieni di libri sono sparsi ovunque, anche in cantina.
Milano a colori
Uno stereotipo duro a morire indica Milano come una città “grigia”. Forse era vero qualche anno fa quando la nebbia sfumava anche le più evidenti note di colore; se poi ci mettiamo anche il grigio del cemento e le grisaglie degli impiegati il monocolore fa da padrone! Da un po’ di tempo la città si è come risvegliata e ha iniziato un nuovo percorso che ha investito anche il suo aspetto formale, compresi i suoi colori. L’esempio più eclatante è il fatto che i milanesi usano indicare le linee della metropolitana non con i numeri ma con i colori: la “rossa”, la “verde”, la “gialla”, la “lilla” e presto anche la “blu”.
Non si contano i nuovi quartieri in cui i colori giocano un ruolo architettonico importante spaziando dalle tinte pastello a cromatismi più decisi, come il rosso, il mattone, il blu. A ciò si aggiungono le note cromatiche portate dalla street art, da laboratori, artigiani, piccole aziende che usano il colore in modo creativo capace di attirare lo sguardo, senza contare gli apporti delle singole persone, gli abbigliamenti, gli ornamenti.
Giungla urbana
Ecco il lato caotico, talvolta alienante della città moderna che merita però di essere osservata. Oggetti visibili compongono un puzzle di elementi contrastanti e ridondanti, lo stato di disordine e di confusione dato dal moltiplicarsi di segni e simboli visivi appesantiscono la vista e non consentono al cittadino di sentirsi rilassato.
E’ una condizione forse inevitabile del vivere in città ma spesso all’origine del malessere provato da molte persone che non amano vivere in grandi centri urbani.
Un resoconto del bisogno di natura, soprattutto di “verde”, testimoniato non solo dall’irruzione del mondo vegetale nella modernità della città, ma anche da piante che spuntano ovunque, occhieggiano dalle quinte dei palazzi, invadendo persino le toilette.
Cascine
La cascina è “frontiera urbana”, entità tipica del mondo agricolo padano che interagisce con lo sviluppo socio urbanistico.
La ricognizione fotografica ha evidenziato varie tipologie di interazione: degrado, trasformazione come integrazione, cambio destinazione d’uso, mantenimento delle funzioni originarie al servizio della città. Sono presenti elementi che evidenziano la collocazione di “frontiera” della cascina: prossimità di nuove abitazioni, fusione architetturale, tracce di collegamento, prospettive.
L’osservazione spazia dai confini con la città fin dentro queste realtà, evidenziandone talvolta la loro ambiguità nel trasformato contesto cittadino.
Tangenos
Tange nos. Dal latino, ci tange, ci riguarda.
Ma è anche un acronimo, Tangenziali Est Nord Ovest Sud.
Le tangenziali sono le grandi arterie che ci ruotano intorno, su cui ogni giorno migliaia di automobili, uomini, bus e camion transitano. Una fetta del nostro tempo che fila via insieme al cemento, insieme ad alienazione e stress.
E così ci troviamo ingabbiati in queste infrastrutture che abbiamo costruito per il nostro vivere, che condizionano il nostro essere e benessere in modo Tangibile.
Per questo progetto, abbiamo percorso le tangenziali di Milano e il nostro sguardo è volato via tra suggestioni, forme, colori, geometrie, concetti.
Il nostro è un invito a uscire dagli schemi, a progettare infrastrutture più sostenibili con il benessere dell’uomo al centro.
Le distrazioni
Le distrazioni possono essere simpatiche, a volte divertenti, ma possono anche influenzare la nostra vita. Oggi più che mai si dibatte di grandi temi ambientali, per i quali però demandiamo sempre la soluzione a qualcuno più grande o più in alto di noi. Ma non siamo anche noi, ognuno di noi, nel nostro piccolo quotidiano, responsabili? Magari senza accorgercene, magari solo per…distrazione.
E allora ecco il nostro racconto.
Per questo, abbiamo scelto una visione rasoterra, che ci permette di vedere da vicinissimo e in soggettiva quel che abbandoniamo sulle strade, sui marciapiedi. Non ci siamo girati dall’altra parte, lo abbiamo fissato e interpretato.
Il taglio vuole essere provocatorio, mai giudicante, per creare empatia con chi guarda. Perché divertire può essere molto più efficace per stimolare la sensibilità e ritrovare l’attenzione, a cominciare da noi.
Mobilità urbana a due ruote
Persone, bici, città: un percorso che nel panorama del centro urbano si snoda tra contraddizioni e asperità in un ambiente duro, quotidianamente ostile nelle sue strade, teatro di lotte ansiose tra selciato, rotaie e gli indisciplinati.
La politica di sostenere lo sviluppo delle piste ciclabili da parte delle grandi città ha trasformato la bici progressivamente in un’alleata per chi spera di raggiungere la propria sede di lavoro, la scuola, la palestra in un tempo più breve che con i mezzi o l’auto. Spesso non è solo una scelta necessaria ma una scelta consapevole volta a cercare quella dimensione più “umana” del muoversi, un’opportunità di evasione, miraggio che aiuta a divincolarsi dalla morsa delle strade per suggerire una traiettoria di fuga fino al verde liberatorio, dove tutto si distende più armonioso.
Lo sguardo si allarga, sollevandosi dall’opprimente rasoterra per guardare più avanti e in alto.
Botteghe storiche
La città ha visto negli ultimi decenni una radicale trasformazione nella vendita al dettaglio, si è passati dalle piccole botteghe familiari alla grande distribuzione fino agli acquisti on-line e consegna a domicilio. Siamo consapevoli del fatto che la battaglia del prezzo venga per lo più vinta da chi riesce a far risparmiare le famiglie a fine mese, ma essendo il fotografo nostalgico per professione abbiamo allungato l’obiettivo su delle realtà che resistono, delle realtà in cui il rapporto personale con il cliente ha ancora un valore inestimabile.
In questo progetto sono rappresentati alcuni esempi di botteghe storiche i cui proprietari, alla terza o quarta generazione, hanno aperto le porte orgogliosi di mostrare!
Artigiani storici
Milano ex città industriale votata al terziario avanzato dove tutto è smart e funziona con un’app.
Esiste però un’altra parte della città dove tutto ha mantenuto un ritmo fatto di gesti lenti e laboriosi, insomma ritmi antichi. Mani sapienti che con precisione realizzano o restaurano oggetti unici, delle vere e proprie opere d’arte. Piccole botteghe artigiane che scovi in qualche cortile, seminterrato polveroso o antichi complessi in periferia.
Mestieri unici e difficili da tramandare per la mancanza di passaggio di testimone tra generazioni che mette un punto di domanda sul futuro di queste preziose realtà.
“Milano trasmette la sua apparente linearità, ordine e slancio ma nasconde profonde contraddizioni rese ancora più sorprendenti da quel suo aspetto composto che da sempre si accompagna all’idea stessa di Milano: grigia, rigorosa con i suoi abitanti che camminano a passo rapido con il cappello calato in testa e lo sguardo sulla punta delle scarpe. Le contraddizioni erano, fino a pochi anni fa, esclusivo appannaggio di città sorprendenti come Roma, Napoli e Palermo ma certamente non di questa sobria e composta Signora adagiata sulla umida Pianura Padana. C’è da restarne stupiti” secondo Cristina Quadrio Curzio.
Con questa mostra il Circolo Fotografico Milanese rinsalda ulteriormente il legame con la città di Milano ed offre ai cittadini la visione di immagini inedite con lo stile proprio che ha contraddistinto il lavoro del Circolo fino ad oggi.
La mostra include un video realizzato da Lorenzo De Francesco impreziosito da immagini dei soci storici del Circolo Fotografico Milanese ed un catalogo a tiratura limitata disponibile presso il bookshop del Centro Culturale di Milano.
L’esposizione fa parte del circuito della 17ª edizione di Photofestival, l’importante rassegna di fotografia d’autore diffusa nell’area metropolitana milanese e in alcune province lombarde (14 settembre - 31 ottobre 2022).
Autori in mostra:
Cesare Augello, Paola Casanova, Giovan Battista Cassanelli, Rosi Cassano, Walter Ciceri, Carlo Cirmi, Lorenzo De Francesco, Isidoro Di Giovanni, Marco Di Rienzo, Gianni Gamba, Elisabetta Gatti Biggì, Domenico Giberti, Giovanni Graziani, Daniela Loconte, Claudio Manenti, Pietro Mattioni, Giancarlo Moretti, Giovanni Pappadà, Adriana Pennacchio, Angelo Pepe, Simone Perniciaro, Laura Pozzoni, Enzo Rocca, Roberto Rognoni, Alberto Scibona, Emilio Senesi, Giuseppe Tarelli, Maria Grazia Zecca.
La mostra gode inoltre del patrocinio del Comune di Milano e del riconoscimento di FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche).
12
ottobre 2022
Milano bene comune
Dal 12 ottobre al 03 novembre 2022
fotografia
Location
CMC – CENTRO CULTURALE DI MILANO
Milano, Largo Corsia dei Servi, 4, (Milano)
Milano, Largo Corsia dei Servi, 4, (Milano)
Orario di apertura
lunedì-venerdì 09:30-18:30
sabato 15:30 – 19:00
Vernissage
12 Ottobre 2022, 18.00, su invito
Sito web
Ufficio stampa
Up2C PR & Communication Agency - Cristina Comelli
Autore
Curatore
Produzione organizzazione
Sponsor
Patrocini