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Milena Jovicevic Popovic – On-Language
L’artista montenegrina lavora sulla distanza della normalità, dipingendo per stilizzazione. I suoi segni contemporanei sono relitti, fossili moderni, orme civiche.
Comunicato stampa
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Popovic evoca la vita per il senso della comunicazione civica, dei segnali stradali, della lingua alfanumerica: nel peso dei rapporti socioculturali che rilascia; è il moto dell’uomo fra l’uomo, dell’altro e degli altri. Attraverso lo strumento del linguaggio, si dà la norma di quell’esistere, stabilizzando e minacciando insieme. Uno «spirito del regolamento» rappresenta, così, la civiltà, ma induce anche la questione della verità comportata dal processo dell’imposizione, della rigidità. Il dubbio, quindi, diventa simbolo della necessità di un sistema; e questo decreta, istituisce teoricamente il cuore del «pensiero moderno», fatto prima di nazionalismi (nell’Ottocento) e poi di globalizzazione (oggi, nel Duemila). Lo stile di Milena Jovicevic Popovic racconta d’immagini semplici ereditate dal fumetto e dalla grafica, riprodotte dietro la sagoma di mascherine e con l’uso del colore spray o del collage. L’autore è capace di sintesi che, tuttavia, decora; riesce a descrivere l’equilibrio delle relazioni umane sullo sfondo del presunto progresso contemporaneo, rivolgendosi alla problematica del vivere comunitario nell’ambito dell’occidentalizzazione.
Popovic è sì critica, ma facendo spazio a interventi esterni, per parentesi adottate o ereditate anche da lontano: a stimolare la riflessione sul senso della reciprocità determinato dal confronto; nell’agio e nel disagio, permettendo o imponendo. Si capisce, allora, il percorso personale grazie alla logica di un’identità oggettiva: esportando il bisogno di rivincita individuale (dall’est post-comunista) e quello di partecipazione sociale (dall’ovest trans-parigino)...
Per Jovicevic Popovic vale l’indagine dell’etica metropolitana, per restituire una differente peculiarità umana al cittadino del III millennio, con un carattere quasi etnografico dei soggetti e dei temi. E l’atmosfera di matrice popolare si riversa sull’emergenza della serietà e della simpatia, o sull’insorgenza che serve e che spaventa. Sorgono, così, visioni sempre chiare di motivi confusi; corroborando la ricerca dell’evidenza, con la definizione di nuove dialettiche e la riflessione su quelle storiche: a dichiarare il ruolo dell’idea, un precetto filosofico, come il metodo per Cartesio e la morale per Kant. Si guarda, sicché, allo stato dell’eccesso visto dal lato del bisogno o da quello del disturbo, per rivolgersi alla soluzione possibile quale feticcio o spettro.
Siamo all’apice dei concetti di «complessità» e di «comunità», seguiti da quelli di «ordinamento» e di «provvedimento»; l’antropologia rilascia la condotta, ne libera la schiavitù connotando una sorta di diffusione della nostra profondità, senza, però, richiami esistenziali né poetici. È la memoria dello strutturalismo: relazioni costanti e sistematiche tra fenomeni del quotidiano; tracce di vita sociale come costumi dedotti da leggi universali; funzioni globali di unità ordinate.
Milena Jovicevic Popovic: la bellezza del codice, fra particolare e generale.
Popovic è sì critica, ma facendo spazio a interventi esterni, per parentesi adottate o ereditate anche da lontano: a stimolare la riflessione sul senso della reciprocità determinato dal confronto; nell’agio e nel disagio, permettendo o imponendo. Si capisce, allora, il percorso personale grazie alla logica di un’identità oggettiva: esportando il bisogno di rivincita individuale (dall’est post-comunista) e quello di partecipazione sociale (dall’ovest trans-parigino)...
Per Jovicevic Popovic vale l’indagine dell’etica metropolitana, per restituire una differente peculiarità umana al cittadino del III millennio, con un carattere quasi etnografico dei soggetti e dei temi. E l’atmosfera di matrice popolare si riversa sull’emergenza della serietà e della simpatia, o sull’insorgenza che serve e che spaventa. Sorgono, così, visioni sempre chiare di motivi confusi; corroborando la ricerca dell’evidenza, con la definizione di nuove dialettiche e la riflessione su quelle storiche: a dichiarare il ruolo dell’idea, un precetto filosofico, come il metodo per Cartesio e la morale per Kant. Si guarda, sicché, allo stato dell’eccesso visto dal lato del bisogno o da quello del disturbo, per rivolgersi alla soluzione possibile quale feticcio o spettro.
Siamo all’apice dei concetti di «complessità» e di «comunità», seguiti da quelli di «ordinamento» e di «provvedimento»; l’antropologia rilascia la condotta, ne libera la schiavitù connotando una sorta di diffusione della nostra profondità, senza, però, richiami esistenziali né poetici. È la memoria dello strutturalismo: relazioni costanti e sistematiche tra fenomeni del quotidiano; tracce di vita sociale come costumi dedotti da leggi universali; funzioni globali di unità ordinate.
Milena Jovicevic Popovic: la bellezza del codice, fra particolare e generale.
24
gennaio 2009
Milena Jovicevic Popovic – On-Language
Dal 24 gennaio all'otto febbraio 2009
arte contemporanea
Location
NAG 2
Bergamo, Via Della Fara, 13, (Bergamo)
Bergamo, Via Della Fara, 13, (Bergamo)
Orario di apertura
da lunedì a domenica, dalle 16.00 alle 19.30 e su appuntamento
Vernissage
24 Gennaio 2009, ore 18.00
Autore
Curatore