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Milica Tomić – Geography of looking
Mostra personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Gruppo di lavoro: Milica Tomić con Ana Bezić (archeologa)
Produzione: Stefano Riba (Project Manager)
a cura di Zasha Colah e Francesca Verga
Si ringraziano:
Jasmine Rizzi (Ricerche Archeologiche)
Hannes Obermair (EURAC Research)
Catrin Marzoli (Ufficio Beni archeologici, Provincia Autonoma dell’Alto Adige)
Annemarie Augschöll (Centro di documentazione e di ricerca sulla storia dell’educazione in Alto Adige. Facoltà di Scienze della Formazione – Libera Università di Bolzano)
Heidi Hintner (Maria-Hueber-Gymnasium / Sozialwissenschaftliches Gymnasium)
Roland Messner (Ufficio Beni archeologici, Provincia Autonoma dell’Alto Adige)
Philipp Sattler, researcher, artist, writer
Dragana Filipović (archaeologist/archeobotanica, CAU Kiel, Germany)
Atelier Museion, Bolzano
Ar/Ge Kunst ha commissionato una nuova opera all'artista Milica Tomić, una voce artistica importante degli ultimi 30 anni. Milica Tomić pone il sito, e nello specifico il suolo (sia ciò che contiene sia ciò che sostiene), come agente cruciale e attivo nel processo di formazione della conoscenza. Guardando al suolo come a un archivio, Milica Tomić e l’archeologa Ana Bezić – entrambe membri del Grupa Spomenik (o Gruppo Monumento) – considerano ciò che appare come prova materiale per rivelare come il tempo atmosferico, la foresta, l’agricoltura, i regolamenti di proprietà, la vita quotidiana, il lavoro, la classe e l’etnia siano continuamente sovrapposti l’uno all’altro per formare un luogo e inscritti nei vari strati storici e geografici del suolo.
Il fango stesso è in mostra, ciò che deve ancora essere filtrato e ciò che è già stato trattato. Un sistema di filtrazione meccanica composto da serbatoi, tubi e setacci – che ricorda il sistema di vasche di flottazione di Ankara ideato nel sito archeologico di Can Hasan in Turchia – contenente emulsioni di terra e acqua, in cui la stessa acqua continua a circolare in un sistema chiuso, occupa l’intero spazio espositivo. La terra, prelevata da località appositamente scelte in Alto Adige, passerà attraverso la vasca a intervalli ripetuti durante i mesi della mostra.
L’atto espositivo si riassume in un taglio o sezione trasversale nella vasca di filtraggio principale. Ci rende partecipi della sezione tra i setacci che catturano il flot: le particelle galleggianti di dimensioni inferiori a 4 mm e il residuo alla base del cilindro di filtrazione, dove affondano le sostanze più pesanti. Qui, mettere in mostra significa lasciar trasparire la spessa opacità della materia, un’emulsione di complessità, la quarta parete del teatro su una foschia di terra a spirale – materia non-performante.
Mettendo in mostra il regno dell’insetacciabile, questo spazio intermedio che viene aperto esplora la materia che non si vede, potenzialmente inesistente, forse esistente o addirittura ancora da immaginare. È un rimasuglio che indica ciò che rimane dopo un processo o un evento. Il ricordo non identificabile di ciò che è stato nascosto, trascurato o non considerato. È un surplus di materia svilita, un ricordo materiale che apre uno spazio reale per l’ignoto. L'atto artistico consiste nel cercare l'apparizione di un Soggetto Politico - lo spettator e - nel suolo come archivio. In questo modo, l'opera che verrà presentata ad Ar/Ge Kunst arriva a parlare delle continuità e delle discontinuità di ogni verità politica.
Produzione: Stefano Riba (Project Manager)
a cura di Zasha Colah e Francesca Verga
Si ringraziano:
Jasmine Rizzi (Ricerche Archeologiche)
Hannes Obermair (EURAC Research)
Catrin Marzoli (Ufficio Beni archeologici, Provincia Autonoma dell’Alto Adige)
Annemarie Augschöll (Centro di documentazione e di ricerca sulla storia dell’educazione in Alto Adige. Facoltà di Scienze della Formazione – Libera Università di Bolzano)
Heidi Hintner (Maria-Hueber-Gymnasium / Sozialwissenschaftliches Gymnasium)
Roland Messner (Ufficio Beni archeologici, Provincia Autonoma dell’Alto Adige)
Philipp Sattler, researcher, artist, writer
Dragana Filipović (archaeologist/archeobotanica, CAU Kiel, Germany)
Atelier Museion, Bolzano
Ar/Ge Kunst ha commissionato una nuova opera all'artista Milica Tomić, una voce artistica importante degli ultimi 30 anni. Milica Tomić pone il sito, e nello specifico il suolo (sia ciò che contiene sia ciò che sostiene), come agente cruciale e attivo nel processo di formazione della conoscenza. Guardando al suolo come a un archivio, Milica Tomić e l’archeologa Ana Bezić – entrambe membri del Grupa Spomenik (o Gruppo Monumento) – considerano ciò che appare come prova materiale per rivelare come il tempo atmosferico, la foresta, l’agricoltura, i regolamenti di proprietà, la vita quotidiana, il lavoro, la classe e l’etnia siano continuamente sovrapposti l’uno all’altro per formare un luogo e inscritti nei vari strati storici e geografici del suolo.
Il fango stesso è in mostra, ciò che deve ancora essere filtrato e ciò che è già stato trattato. Un sistema di filtrazione meccanica composto da serbatoi, tubi e setacci – che ricorda il sistema di vasche di flottazione di Ankara ideato nel sito archeologico di Can Hasan in Turchia – contenente emulsioni di terra e acqua, in cui la stessa acqua continua a circolare in un sistema chiuso, occupa l’intero spazio espositivo. La terra, prelevata da località appositamente scelte in Alto Adige, passerà attraverso la vasca a intervalli ripetuti durante i mesi della mostra.
L’atto espositivo si riassume in un taglio o sezione trasversale nella vasca di filtraggio principale. Ci rende partecipi della sezione tra i setacci che catturano il flot: le particelle galleggianti di dimensioni inferiori a 4 mm e il residuo alla base del cilindro di filtrazione, dove affondano le sostanze più pesanti. Qui, mettere in mostra significa lasciar trasparire la spessa opacità della materia, un’emulsione di complessità, la quarta parete del teatro su una foschia di terra a spirale – materia non-performante.
Mettendo in mostra il regno dell’insetacciabile, questo spazio intermedio che viene aperto esplora la materia che non si vede, potenzialmente inesistente, forse esistente o addirittura ancora da immaginare. È un rimasuglio che indica ciò che rimane dopo un processo o un evento. Il ricordo non identificabile di ciò che è stato nascosto, trascurato o non considerato. È un surplus di materia svilita, un ricordo materiale che apre uno spazio reale per l’ignoto. L'atto artistico consiste nel cercare l'apparizione di un Soggetto Politico - lo spettator e - nel suolo come archivio. In questo modo, l'opera che verrà presentata ad Ar/Ge Kunst arriva a parlare delle continuità e delle discontinuità di ogni verità politica.
01
dicembre 2023
Milica Tomić – Geography of looking
Dal primo dicembre 2023 al 03 febbraio 2024
arte contemporanea
Location
ar/ge kunst
Bozen, Museumstraße, 29, (BZ)
Bozen, Museumstraße, 29, (BZ)
Orario di apertura
Martedi a venerdi ore 10-13 e 15-19
Sabato 10-13
Vernissage
1 Dicembre 2023, Venerdi dalle ore 19-21
Sito web
Autore
Curatore